2012




REGIA: Roland Emmerich

CAST: John Cusack, Amanda Peet, Woody Harrelson, Chiwetel Ejiofor, Thandie Newton, Thomas McCarty, Danny Glover, Oliver Platt

ANNO: 2009

 

Nel 2009 un geologo scopre che sulla Terra stanno per abbattersi delle fortissime tempeste solari che potrebbero distruggerla completamente. Le autorità decidono di tenere la cosa nascosta e di tentare una strategia difensiva per salvare il salvabile. Nel 2012 però, così come predetto dal calendario Maya, il disastro mondiale ha inizio.

 

Ci risiamo, Roland Emmerich non riesce proprio a resistere. Che siano alieni, scioglimento dei ghiacci, enormi dinosauri, delle guerre, o dei neutrini come in questo caso, la tentazione di raccontare catastrofi e disastri naturali è veramente troppo grande per il regista. Ecco che quest’anno si ripresenta nelle sale con il disaster-movie per eccellenza, visto che si tratta del mondo intero e della sua completa estinzione.

Seguendo le teorie ormai da tempo in circolazione sulla veridicità delle predizioni dei Maya e attirando il pubblico con la curiosità che esse suscitano, Emmerich costruisce il solito film di genere, senza sforzarsi minimamente di rivisitarlo in qualsiasi maniera, adagiandosi su qualunque clichè appartenente al filone cinematografico che possa venirvi in mente. Se fatto con lo giusto spirito, sarebbe stata una scelta anche condivisibile, ma quello che manca totalmente a “2012” è il tempismo e la misura. Per essere più chiari: all’interno del film il miracoloso e incredibile tempismo è sempre rispettato alla perfezione (salvataggi individuali o collettivi all’ultimo nanosecondo, riconciliazioni familiari in extremis, decollo di aerei sul filo di piste che si sfaldano sotto i carrelli, fughe in auto sotto qualsiasi edificio che crolla ad un millimetro dalla vettura e via di questo passo); così come la misura nel numero di catastrofi, distruzioni, crolli, frane e disastri in generale che arrivano a sconquassare la terra (che disaster-movie sarebbe se questi espedienti non fossero presenti in numero elevato?). Dunque, come dicevamo, il tempismo e la misura sono “diegeticamente” rispettati, come da decalogo del cinema catastrofico che si rispetti. E’ la gestione “extra-diegetica” di questi concetti che non viene per nulla calibrata dal regista. Perché l’ironia è sempre fuori tempo (oltre ad essere veramente puerile e grossolana) e la capacità di calcolare le reazioni di ciascun personaggio alla mole impressionante di avvenimenti che si susseguono senza sosta è ovviamente fuori misura (nel nostro caso per difetto). Ecco spiegati le due più grosse mancanze di “2012”, che indubbiamente va preso per quello che è senza salire in cattedra come dei maestrini che pretendono la qualità assoluta da prodotti che in genere vengono pensati proprio per non possederla, ma per divertire ed intrattenere nella più semplice delle maniere. Ma questo atteggiamento accondiscentente e benevolo viene subito spazzato via dalle enormi debolezze della pellicola, che pur appartenendo ad un genere preconfezionato (quale genere non lo è tra l’altro? Spetta al regista cercare ogni volta una propria chiave di lettura, oltre che una o più riflessioni da offrire allo spettatore) e dunque difficile da reinventare, risulta sfiancante e a volte persino irritante. I motivi sono veramente tantissimi, a partire dal becero patriottismo e convenzionalismo che guida le azioni di quasi tutti i protagonisti, in primis il presidente degli Stati Uniti, ridotto ad una ridicola macchietta che agisce seguendo tutte le banalità e gli stereotipi possibili che possiamo immaginare applicati ad un personaggio del genere. Non mancano i sensazionalismi esasperati e quasi caricaturizzati, così come non mancano le ruffiane, irreali e smielate dimostrazioni di grande umanità e fratellanza tra gli esseri viventi di qualsiasi nazionalità, religione ed estrazione sociale (inutile che il regista per bocca del suo protagonista, scrittore fallito che propugna questo genere di sentimenti difendendosi dalle accuse dei critici dicendo che è un inguaribile ottimista, tenti di giustificare queste scelte di una faciloneria impressionante). Così come scontatissima appare la scelta di raccontare il lato oscuro della stessa umanità prima tanto osannata, con il riferimento al fatto che solo gli estremamente ricchi possono meritarsi un posto sulla moderna arca di Noè, mentre tutti gli altri sono costretti a soccombere, salvo poi l’atto estremamente generoso e caritatevole di tutti i capi di stato (escluso il nostro che ha preferito rimanere a morire in piazza San Pietro, pregando col Papa e con la sua famiglia, della serie che siamo ridicoli anche nei film), che decidono di aprire le porte a tutti. Dunque al di là del fomento che i numerosi disastri mostrati sullo schermo possono causare, di “2012” non resta poi molto: personaggi monodimensionali, sceneggiatura prevedibilissima condita tra l’altro da dialoghi quasi insostenibili e scarsezza di contenuti, che in presenza di altre qualità avrebbe potuto persino essere un pregio, trattandosi di un film-giocattolone.

Non ci resta altro che aspettare il prossimo cataclisma, nonostante Emmerich abbia dichiarato di non voler più girare disaster-movie. Ma tanto chi ci crede?


VOTO:


 

19 commenti su “2012

  1. ciao, sto cercando di avviare un piccolo negozietto virtuale dove poter esporre le mie creazioni in vendita a piccoli prezzi (collane, orecchini, oggetti da scrivania, portafoto, ciondoli, gadget personalizzati etc..), mi farebbe piacere se, quando hai tempo, volessi farci un salto giusto x curiosare! Basta cliccare sul mio link al blog. In caso contrario scusa il disturbo…

  2. E’ ancora più brutto di quello che mi aspettavo. Emmerich ne sbaglia uno dopo l’altro ultimamente ("10.000 AC" è stato uno dei film più brutti degli ultimi 5 anni, a mio avviso).

    Andrea

  3. Ma dove lo trovi il coraggio di vedere film così?
    Ti pagano forse?
    Ami farti del male (non saresti la sola)?
    Ti senti investita da una missione ordinata dall’alto?
    Sei convinta che non si possa parlare di ciò che non si conosce (si può, si può)?
    Ti prego sciogli questo mio dubbio… 😉

  4. Ormai sono in tanti che ne hanno parlato o ne hanno scritto male. Accidenti domenica scorsa stavo per andare a vederlo ma poi abbiamo visto che iniziava alle 19:30 per finire alle 22:00 ed abbiamo evitato. Mi sa che ci siamo risparmiati un bel po’ di sbadigli.
    Ciao

    P.S. Diegeticamente scritto in corsivo come se fosse una parola straniera mi ha fatto morire dalle risate. Infatti la prima cosa che ho pensato quando l’ho letta è stata: – Ma che è? Turco?.

  5. emmerich è forse il peggiore nel suo genere. hai ragione, i tempi sono completamente sballati, e la banalità dei personaggi è apocalittica. eppure continua a macinare montagne di soldi, quindi emmerich è forse il migliore nel suo genere. brutta roba, i blockbuster radicali.

  6. Andrea, per fortuna avvedutamente 10.000 AC me lo sono risparmiata…

    Martin, sono molto masochista cinematograficamente parlando in effetti. E non hai idea di quanto questo mi sia costato per vedere sta cagata di film. Nel cinema c’era una ressa inimmaginabile (mai viste così tante persone tutte insieme), perchè era anche il primo giorno di proiezione di quell’altra cagata di New Moon (e qui parlo senza averlo visto, dato che si può :P). Quindi al di là della fila asfissiante, poi nel cinema mi sono dovuta sorbire un pubblico di dementi cronici, che hanno fatto chiasso per tutto il film, oltre a ridere, applaudire, fischiare e robe varie senza un minimo di criterio per delle cose che tra l’altro non facevano ridere, non facevano venire voglia di applaudire e via dicendo…Ah, se mi pagassero andrei a vedere anche New Moon eh? Ma penso che ci sia un limite a tutto…

    utente anonimo, in questo caso condivido alla grande.

    pillole, ahah, diciamo che applicati a questo film quei termini necessitavano del corsivo guarda!

    iosif, dopo leggerò anche la tua recensione…e pensare che in giro ho letto recensioni di critici anche prezzolati, che ne decantavano le lodi. MAH.

  7. c’è un multisala a bologna che dà solo niumùn. forse la fine è vicina per davvero.
    non so, critiche cattive, anche "ufficiali", ne ho lette parecchie. anche qualcuna che lo salvava, ma non di più.
    io ho accompagnato un amico a cui piace il genere, ma s’è pentito anche lui.

  8. @ Alessandra
    Hai fatto bene, ti assicuro che è molto molto peggio di 2012. Se una notte non riesci a dormire, ti consiglio la visione di 10.000 AC.
    Tra l’altro, hai notato la somiglianza tra i titoli? 🙂

    Andrea

  9. Lungi da me questi film. Ed Emmerich. Ma odio di più il secondo. Poi stavolta, siamo davvero al fondo del barile. Basta già il pretesto per dire cosa è questo film.

    Saluti Ale!

  10. ah, noto che già in tanti ti hanno chiesto perchè ti ostini a vedere film del genere, quindi ti risparmio la domanda 🙂 in effetti emmerich credo sia uno dei 3 peggiori registi della storia, e a vedere sto film non vado nemmeno morto eheh

  11. Quel "tempismo rispettato alla perfezione" che hai citato,oltre ad essere una lacuna si trasformava ogni volta, in scene siffatte, in momenti caricaturali da ridere. La gente rideva e ho sentito in sala qualcuno commentare che l’aeroplano su cui c’era la famiglia "allargata" sembrava tipo Mr Bean con la sua automobile.
    Per non parlare del patetico sentimentalismo presente…

  12. Verdoux, diciamo che non ti perdi niente va…

    Memole, ma guarda quel tempismo miracoloso alla fine ci può stare anche perchè in quasi tutti i film del genere è davvero difficile evitarlo…è il tempismo del regista nel giostrare il tutto che è mancato completamente.

  13. Il film è una boiata micidiale… ma non vedevo l’ora che uscisse!
    Mi esaltano troppo ste cose!
    Ahò, ognuno c’ha le sue debolezze :))

  14. No, dopo Segnali dal futuro ho detto difinitivamente basta alle boiate. Ma non escludo, se capita, la visione "privata".
    Comunque ho sentito che Emmerich sta pensando a Independence Day 2! Si salvi chi può…

  15. Si, molto probabilmente si salverà la solita famigliora che si sta sfasciando qualche eroe da quattro soldi e gente così, ahah.

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