30 giorni di buio

REGIA: David Slade

CAST: Josh Hartnett, Melissa George, Danny Huston, Ben Foster
ANNO: 2007

TRAMA:

Barrow, Alaska. Sta per arrivare il consueto periodo tra novembre e dicembre in cui il sole non sorge mai e lascia il paese completamente nel buio. I più saggi lasciano la città, alcuni però rimangono, chi per forza di cose chi no, e ad approfittarne è un’orda di vampiri assetati di sangue che sono liberi di gironzolare per il paese grazie alla mancanza della luce.

 



ANALISI PERSONALE

Cenere eravamo e cenere ritorneremo. Sarà forse questa la morale che il finale quasi tragicomico di questo film vuole trasmetterci? Sinceramente è forse inutile tentare di trovare un qualsiasi messaggio sotteso in questa pellicola che altro non ha come obiettivo se non quello di intrattenere e magari anche divertire lo spettatore con una serie di trovate (quasi standard nel cinema dell’orrore) che vanno da teste mozzate con asce, vampiri stritolati da strani macchinari o tranciati da gatti delle nevi e via dicendo. Le trovate visive ci sono e sono molto apprezzabili: l’antitesi tra il bianco candido della neve e il rosso peccaminoso del sangue non è niente male (anche se di esempi ben più sottili della contrapposizione tra bene e male resa visivamente dal contrasto tra la neve e il sangue ce ne sono già molti e molto migliori di questo, primo su tutti il bellissimo Fargo dei grandissimi fratelli Coen); e la sequenza dell’inizio della vera e propria guerra tra i vampiri e gli abitanti di Barrow è girata e montata in maniera davvero impeccabile e raggiunge il suo culmine con una stupenda ripresa dall’alto che mostra la strage di corpi insanguinati che giacciono abbandonati ed inermi sulla neve. Ma tutto questo non basta per sollevare le sorti di un film che in realtà rimane nella mediocrità, impigliato com’è nel luogo comune che vede come soli e unici protagonisti degni di far parte di un film horror, coppie in crisi, ragazzetti che si dimostrano degli uomini spavaldi, gli amici di sempre che si rivelano egoisti e i vicini burberi e quasi cattivi che invece dimostrano di essere degli eroi.

Lo sceriffo di Barrow, Eben Oleson (un Josh Hartnett che sa fare sicuramente di meglio) ha trovato, in un giro di ricognizione col suo collega, una fossa nella quale giacciono tutti i telefoni satellitari del paese. Barrow è il paese più a nord degli Stati Uniti e una volta all’anno, per in intero mese, non vi sorge il sole. Si hanno quindi trenta giorni di notte (da qui il titolo italiano che ha voluto sostituire la parola notte con buio, come se noi poveri stolti non fossimo in grado di comprendere che i vampiri non sopravvivono alla luce e quindi ne approfittano della notte che è appunto buia), e la maggior parte della popolazione decide di trasferirsi altrove per questo mese. Tra quelli che stanno per andare via c’è Stella (la monoespressiva Melissa George), che vuole allontanarsi non solo dal suo paese, ma da suo marito con cui è in crisi, Eben appunto. Ma qualcosa va storto. Mentre si reca all’aeroporto, viene bloccata da un incidente automobilistico con un gatto delle nevi (risulta davvero difficile riuscire a credere che in una grandissima piana ricoperta di neve, dove si dovrebbe guidare a 10 all’ora, possa avvenire un incidente di tale sorta) e quindi è costretta a rimanere per 30 giorni al buio, ma soprattutto per 30 giorni accanto a quel marito con cui non va più molto d’accordo. Nel frattempo altri avvenimenti strani cominciano a preoccupare Eben e tutta la cittadina di Barrow. Alcuni cani vengono trovati sbranati e la corrente comincia ad andare via poco alla volta. Molto presto la gente comincia a morire e i nostri protagonisti non possono far altro che nascondersi e tentare di sopravvivere per 30 giorni, aspettando il sorgere del sole.

E si, perché ad uccidere impunemente tutte queste persone, sono dei veri e propri vampiri assetati di sangue e liberi di gozzovigliare in giro per la città, proprio perché tenuti al sicuro dalla notte perenne. Ad annunciare il loro arrivo, uno straniero davvero inquietante (l’impressionante Ben Foster), che viene arrestato da Eben, perché in un locale aveva ordinato della carne cruda e si era alterato perché gli era stata negata…Eben e i suoi, e cioè Melissa, suo fratello Jake e altre tre persone si rifugiano in una soffitta nascosta e tentano di rimanerci per tutto il tempo necessario alla sopravvivenza, osservando da uno spioncino lo scempio compiuto dai vampiri che non hanno pietà di nessuno. Ma ben presto appare chiaro che non è possibile rimanere lì nascosti per 30 giorni e quindi è necessaria la fuga e la lotta alla vera e propria sopravvivenza che si ottiene solo grazie ad un grande sacrificio…

L’altra nota di interesse di questo film è la caratterizzazione data ai vampiri. Hanno dei vestiti alla moda, portano delle giacche e dei soprabiti molto eleganti (nonostante il freddo artico) e hanno dei capelli (quelli che ce li hanno) davvero ben curati (ad un certo punto il capo del gruppo utilizza il sangue di una vampira come gel…). Viene quasi da dire che sono meglio loro che le loro povere vittime, imbacuccate in giacconi enormi con tanto di cappucci impellicciati e quasi più cadaverici dei loro affamati e mostruosi usurpatori. Ma a parte la suddetta sequenza, la rappresentazione dei vampiri (o qualunque cosa essi siano) e una fotografia davvero molto ben curata incentrata sui toni del grigio a cui fa da contraltare l’intenso rosso del sangue che fuoriesce non solo a fiotti dai corpi delle povere vittime, ma che abbellisce (se così vogliamo dire) i volti e soprattutto le labbra dei vampiri; il film non riesce proprio ad entusiasmare. L’incipit in realtà è davvero molto promettente, dato che abbiamo una bella scenografia che costituisce e arricchisce l’ambientazione particolare (anche se ormai un po’ troppo sdoganata) e che mostra un protagonista che appare essere molto interessante, ma minuto dopo minuto ci rendiamo conto che siamo di fronte al solito prodotto banale, stereotipato e scontato che siamo ormai abituati a sorbirci con le produzioni odierne di film horror (salvo le dovute eccezioni). Insomma, ci si poteva risparmiare la coppia in crisi, che nel pericolo e nel marasma più totale, trova il tempo di riconciliarsi e, cosa ancora peggiore, si poteva assolutamente evitare un finale che dovrebbe essere commovente ma che riesce ad essere a dir poco ridicolo. Possiamo soprassedere sul fatto che quasi tutti gli abitanti di questa cittadina si comportano come degli stupidi che altro non fanno se non correre all’impazzata contro la morte in maniera del tutto inconcepibile, ma almeno dai protagonisti principali ci si aspetta un minimo di spessore in più, che invece viene del tutto a mancare.
A fine visione rimangono dei grandi quesiti irrisolti: qual era il ruolo di quello straniero che anelava con tutto se stesso di essere catturato dai vampiri e che chiede di essere ucciso quando appare chiaro che questi l’hanno abbandonato alla sua sorte? (Non è un vampiro, dato che questi o quelli che vengono contagiati da questi, hanno gli occhi completamente stravolti, mentre quest’uomo li ha assolutamente normali, anche se il resto non è per niente normale). Come ha fatto costui a rubare tutti i telefoni satellitari del paese? La gente dorme ad occhi aperti? Che lingua parlavano questi vampiri e soprattutto dove hanno comprato le loro giacchette chic? E, in ultima istanza, da dove vengono? Come hanno fatto a scoprire e ad arrivare in questa cittadina quasi sperduta?

VOTO: 5,5

 



CITAZIONE DEL GIORNO

Tara… A casa… A casa mia! E troverò un modo per riconquistarlo. Dopotutto, domani è un altro giorno! (Vivien Leigh in "Via col vento", 1939)


LOCANDINA


36 commenti su “30 giorni di buio

  1. Condivido, film molto deludente a parte il make up dei vampiri: narrativamente è un vero disastro.

    Consiglio comunque di recuperare il fumetto originale di Steve Niles e Ben Templesmith (in Italia per Magic Press) che con i suoi disegni espressionistici rappresenta un’opera di grande fascino.

    Anche per questo mi spiace che il film sia così maldestro 🙁

    Davide DG

  2. Ho sentito che graficamente però il film si è attenuto moltissimo al fumetto. E in effetti visivamente parlando la pellicola non è niente male, è tutto il resto che fa un pò acqua…

  3. Ho sempre molta paura ad avvicinarmi a questo tipo di film perchè nonostante i tentativi di immettere elementi nuovi finiscono per essere sempre tutti uguali.

  4. Il fumetto è molto più “impressionista” (avevo scritto erroneamente espressionista), le tavole sono quasi macchie di colore indistinte, l’esito può lasciare spiazzati ma a mio parere è molto affascinante.

    Visto che ci siamo preciso che il titolo italiano del fumetto è “30 giorni di notte” (per il film invece hanno modificato in “di buio”).

    Davide DG

  5. Cinepillole, in effetti non hai tutti i torti…io continuo ad avere speranza, ma alla fine vengo sempre delusa…

    Davide, grazie per la precisazione ^^

  6. sei stata fin troppo indulgente! comunque hai ragione sull’aspetto della fotografia del film. davvero degna di nota. ma io non salvo altro.

    mario

  7. Non ti è piaciuta la sequenza del primo assalto? A me si, mi è piaciuto soprattutto la scena finale vista dall’alto. Per il resto, anche io non salvo niente ^^

  8. A me non è affatto dispiaciuto!

    Sì è vero, rimangono quesiti irrisolti e soprattutto spiragli per un sequel, ma resta un film godibile.

  9. D’accordissimo con te. Ottima fotografia, e prima mezz’ora splendida (anche io sono rimasto affascinato dal massacro iniziale). Poi si perde e diventa piuttosto lento, noioso e inconcludente, cosa gravissima per un film del genere. Peccato perchè gli ingredianti per un bel film horror c’erano tutti, e anche io mi unisco al coro degli amanti del fumetto (disegni da urlo!).

    Voglio un film horror fatto come si deve 🙁

    Ciao,

    Lorenzo

  10. Già, che poi tra l’altro ad un certo punto la cosa comincia ad essere ripetitiva e snervante: i vampiri li trovano e ne sbranano due o tre, gli altri scappano e si nascondo di nuovo, poi li ritrovano e poi riscappano e poi li riritrovano e via dicendo…

  11. Questo non ho avuto (e non ho) il tempo di vederlo. Forse lo guarderò con calma in seguito. Adesso ho troppi arretrati 🙁

  12. io me lo son perso e mi sa che neanche il dvd mi intrigherà…

    ps. ma sti cazzo di titolisti italiani quando la pianteranno??

  13. Non l’ho visto, nè mi attira particolarmente: ho letto critiche che fanno passar la voglia di vederlo…

    Ci sono tanti capolavori che ancora attendono… Slade lo si può perdere 😉

    Bye!

  14. Claudio, se non ci diamo una mossa, credo mai…

    Giovanni, perfettamente d’accordo. Io l’ho visto solo perchè c’era una mia amica che rompeva per guardarlo ^^

  15. Non moltissimo, qualche trovata c’è, ma poteva essere sfruttata meglio e invece mi sono ritrovata davanti ai soliti triti e ritriti banalissimi clichè da film horror di scarsa qualità…

  16. chissà però perché tnati critici hanno spinto questo film.

    io non liv edi a priori questi (le cazzate coi vampiri e gli zombie….che merda) però avevo letto cose lodevoli.

    come è rec?

    so che è una giostra dell’orrore.

  17. Bè, fede, non è detto che un film dell’orrore con vampiri o mostri vari debba essere necessariamene brutto…però a volte sono proprio fatti con lo stampino. Questo film non è malaccio, infatti 5.5 no è un bruttissimo voto, però io avrei evitato parecchie cose…

    Alè, ma davero stai a di!?

  18. Praticamente concordo su tutto.

    Pensa che qualcuno gli ha anche attribuito atmosfere Carpenteriane…oddio, in effetti qualche vago ricordo può esserci, ma troppo scontato e ovvio…

  19. Parli del barricarsi così come fanno i protagonisti di Distretto 13? Io, sinceramente, eviterei certi paragoni azzardati…

  20. Cara Alessandra,

    sono nuovo di qui,ti faccio i complimenti per il blog e sono un appassionato di Cinema come te ma non sono molto d’accordo con la tua recensione (scritta benissimo oltretutto!) perché “30 giorni di buio” diretto da David Slade,devo dire che a mio parere è strepitoso.

    Il Film prodotto dalla “Ghost House” di Sam Reimi è basata alla “graphic novel”

    “30 giorni di notte” di Steve Niles (che ha collaborato alla stesura della sceneggiatura) e

    Ben Templesmith,e si colloca nel filone del “Vampir Movie”.

    Il regista David Slade,che si è messo in luce al “Sundance” con il Film “Hard Candy”, prima era regista di videoclip

    prima di divenire allievo di Reimi,dimostra di essere capace

    e di conoscere il Cinema Horror del passato,infatti a mio parere

    l’ho trovato molto “Carperteriano” e a tratti “Romeriano”come atmosfera e tensione,infatti questa è alta dall’inizio fino alla fine.

    Infatti a un certo punto scatta la citazione “Romeriana” quando

    esce la bambina infettata che le aggredisce,ma si respira a tratti

    “Distretto 13” quando rimangono chiusi in un sottotetto e sembrano

    chiusi e senza uscita e “La cosa” come ambientazione.

    La pellicola è anche incentrata sul rapporto tra Josh e Melissa

    che sono in crisi di matrimonio e si sono separati e tutta questa

    storia le riavvicinerà,ed è descritta senza cadere nel zuccheroso

    e nel banale,anche se non viene molto caratterizzata.

    Il Film quando inizia si ha l’impressione di una attesa che dopo potrà succedere,ma poi quando ingrana parte in quarta,perché ha un meccanismo che gira come un orologio e a tratti

    sembra di assistere un prodotto degli anni ’70.

    A mio parere il punto di forza è proprio l’ambientazione nel freddo

    nell’Alaska,e l’atmosfera che si crea di quella che diventerà “La città dei vampiri”e il regista sceglie di non eccedere agli effetti digitali ma molto più al trucco,tra l’altro realizzato

    benissimo.

    Da segnalare la buona direzione degli Attori soprattutto Josh Hartnett che regala una interpretazione intensa

    al personaggio e che a mio parere è sottovalutato dalle Major,la splendida Melissa George,che ha un bel viso e rende bene come interpretazione,

    Danny Huston,che interpreta il Re vampiro in un modo eccellente e raffigura con le sue parole l’ordine

    tale a loro in un modo spietato.

    Nel Cast figurano anche:

    Ben Foster-Mark Boone jr-Mark Rendall-Amber Sainsbury-

    Manu Bennett-Megan Franich e Joel Tobeck.

    Nel Cast tecnico segnalerei la cupa fotografia di Jo Willems fatta con sfondi grigi,bianchi e viola realizzata in modo naturale che risulta azzeccata e creano un inquietudine e un clima di terrore e morte parecchio efficace.

    In conclusione un ottimo Horror,

    che anche se nonostante sia un B Movie

    per il budget risicato è degno della A,

    perché alla fine del Film si ha l’impressione che sia tra i migliori “Vampir Movie” degli ultimi anni,per lo splatters,la suspance e la tensione sempre alta.

    Il mio voto: 8.

    Ciao ancora complimenti e spero di chattare con te,semmai contattami in pvt se hai un contatto messangers.

  21. mmciak, innanzitutto grazie mille per i complimenti e poi grazie anche per il commento più che esaustivo. Che dire, ognuno poi ci vede quello qualcosa di diverso in una determinata pellicola…sono d’accordo sugli elogi alla fotografia e alle atmosfere, ma per il resto rimango del mio parere, che è poi quello che ho espresso nella mia recensione ^^

  22. Cara Alessandra,

    infatti mica ti voglio far cambiare opinione,ognuno vede il Cinema come vuole e secondo la sua cultura cinematografica.

    Però devo dire che scrivi molto bene e nonostante la tua giovane età sei molto preparata.

    Spero presto di chiattare con te se hai un contatto msn così discutiamo di Cinema e altro.

    Ciao e ancora complimenti.

  23. anche io ho notato la scena ripresa dall’alto, per il resto (non è ancora finito), mi sembra scarso di contenuti. L’unica cosa che sto apprezzando la scenografia e i costumi.

    flystar

  24. Visto che son qui al computer vorrei commentare a caldo come mi è parso il film adesso che è finito. I contenuti erano pochi e scarsi, vampiri (che sembravano più squali dalle sembianze umane o demoni come lì si immagina da un po’ di tempo a questa parte nel cinema) il villaggio, trasformato in mattatoio, e i superstiti che cercano di mettere in salvo la pelle. Niente narrazione, nessuna informazione su chi questi vampiri fossero, dove vivessero o da dove venissero; sarebbe stato curioso avere qualche informazione, seppur creativa, visto che l’Alaska è un luogo insolito per un vampiro, e dal momento che assistiamo ad una lingua da essi parlata molto originale. L’unica informazione ci viene suggerita da quella sola frase estemporanea del capo vampiro “ci abbiamo messo due secoli a fargli credere che fossimo solo brutti sogni” che a me suggerisce una visione del vampiro classica. Di certo, quella del vampiro, non è una frase riferita ai soli abitanti dell’Alaska, ma una frase “oltreschermo” che si riferisce al genere umano, ma attraverso noi spettatori, e quindi dovrebbe rievocare in noi la tradizionale visione che abbiamo di loro, o magari la più moderna se non addirittura l’idea del male in generale.

    Ma queste son tutte cose che ho dovuto immaginare io per rendermelo interessante.

    Una frase ad effetto per far immaginare tutto quello che invece non ci viene narrato, ma solo mostrato.

  25. Se fosse ispirato ad un fumetto si spiegherebbero tutte le lacune narrative. Ammesso che il fumetto abbia una narrazione.

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