A che prezzo Hollywood?

REGIA: George Cukor

CAST: Constance Bennet, Lowell Sherman, Neil Hamilton, Gregory Ratoff

ANNO: 1932

 

TRAMA:

 

La giovane cameriera Mary, con aspirazioni d’attrice, fa la conoscenza del noto regista Max in cerca di nuovi talenti. Grazie a lui, lei diventerà una stella del cinema, ma il regista precipiterà sempre più in basso a causa del suo vizio: l’alcool. Ma Mary, riconoscente per ciò che è diventata e sinceramene affezionata al regista, non l’abbandonerà mai, aiutandolo anche quando questo le porterà guai in famiglia e sul lavoro. 

 

 


 

ANALISI PERSONALE

 

La cosa più incredibile di “A che prezzo Hollywood?” è che, nonostante trattasi di una pellicola del 1932, avente dunque ben 77 anni, sia comunque caratterizzata da due caratteristiche fondamentali: la freschezza e la modernità. La prima è ravvisabile nel tipo di recitazione della bellissima e bravissima Costance Bennet, ma soprattutto nei frizzanti e divertentissimi dialoghi; la seconda nelle vicende che riguardano i protagonisti e in cosa stanno a significare nel profondo.

Anche solo per questo motivo il film può essere apprezzato totalmente, proprio perché riesce nel difficile intento di non far pesare affatto la sua età e di intrattenere allegramente, con un retrogusto serio, lo spettatore interessato a certe tematiche. Infatti “A che prezzo Hollywood?” è prima di tutto una pellicola metacinematografica, incentrata sul mondo di Hollywood e su tutti coloro che ne fanno parte direttamente (attori, registi, produttori, giornalisti) e indirettamente (i familiari delle star in primis). Ed è con mano leggera e sicuramente molto intelligente e ironica che Cukor ci conduce a fare “un giro” in questo mondo dorato e fatato, che però al suo interno nasconde numerose insidie. Come si suol dire: “Non è tutto oro ciò che luccica”.

Se ne renderà ben presto conto la giovane e inesperta Mary che però impara in fretta e sa inserirsi alla perfezione nel meccanismo divistico che stava, e ancora sta, alla base di quel micromondo a sé stante che è Hollywood. Se ne renderà conto anche a causa del declino professionale e privato dell’uomo a cui deve tutto ciò che è riuscita a costruire, il regista che si rovina a causa dell’alcool. Ma soprattutto, se ne renderà conto dovendo pagare dei prezzi molto alti per rimanere in gioco, prezzi come la perdita della fiducia di suo marito, l’invadenza estrema del mondo giornalistico e del pubblico, la mancanza di privacy, la pioggia di pregiudizi negativi che ricadono su di lei solo perché molto amica e riconoscente ai suoi collaboratori e colleghi.

Ma attenzione, perché i divi hollywoodiani non sono assolutamente solo delle vittime del sistema che li accoglie e poi li fagocita con altrettanta facilità. Nella pellicola sono presenti anche riferimenti neanche tanto sottili al loro essere capricciosi e al loro ritenersi al di sopra delle masse. “Uomini come lei hanno il mondo intero ai loro piedi”, dirà Mary durante il primo incontro con Max, riferimento questo alla condizione di privilegiati di cui da sempre hanno goduto i protagonisti dello star-system. Una grande riflessione sul divismo, appunto, che ci offre una doppia medaglia del “mondo-cinema” restituendocene una visione a metà strada tra il bianco ed il nero.

“Non conosci il motto di Hollywood? Divertiamoci!” e in  effetti “A che prezzo Hollywood” è un film molto divertente, che si basa su personaggi “macchiette” che si esprimono con battute ironiche e molto sarcastiche e che incarnano alla perfezione i meccanismi che stanno alla base di questa “comunità”, quella dei divi appunto, che però non è fatta solo di frizzi e lazzi, ma anche di momenti drammatici (come si può ben notare nel cambio di registro stilistico e narrativo che contrassegna soprattutto l’ultima parte della pellicola). A nulla vale, dunque, la disperazione di Mary quando capisce di essere stanca di dover sottostare ai pettegolezzi e ai giudizi della gente che conosce ogni suo minimo spostamento e ogni mossa che compie, tant’è che il produttore suo amico le rivolge delle parole che conservano ancora oggi una profonda attualità: “Ma tu sei una diva del cinema. Appartieni al pubblico che come ti fa così ti distrugge”. Ecco allora in cosa consiste il prezzo da pagare per far parte di Hollywood, quello che dà il titolo a questa bella pellicola che amalgama sapientemente l’ironia col dramma, i pro e i contro da affrontare per far parte del “gioco”.

Una sola grande convinzione rimane a fine visione nei confronti di chi sta alla base del mondo-cinema, convinzione che fa parte sicuramente di tutti gli amanti della settima arte: “Per me sono delle persone meravigliose che fabbricano sogni. Anche se è vero che hanno tutti i difetti del mondo”.

 

VOTO: 8

 


 

CITAZIONE DEL GIORNO

 

"Voi state cercando il segreto, ma non lo troverete perchè in realtà non state realmente guardando, voi non volete saprelo… voi volete essere ingannati" (The prestige)


LOCANDINA

 

5 commenti su “A che prezzo Hollywood?

  1. Un ottimo film che, come giustamente sottolinei, non risente dell’età ed è ancora attuale e moderno.

    Ciao!

    Christian

  2. Drewes, grazie mille ^^

    Christian, infatti quando lo guardavo pensavo che poteva tranquillamente essere un film dei giorni nostri (al di là ovviamente dei costumi e delle capigliature).

  3. Grande, grande film. E Cukor un regista da cui c’è ancora tanto da imparare. I suoi film mi piacciono quasi tutti e questo è tra quelli che gradisco di più, un gradino appena sotto il mio “mito”: Pranzo alle otto.

    Recensione fantastica 🙂

  4. Luciano, Pranzo alle otto non l’ho ancora visto, ma mi hai messo curiosità. Sono felice che ti sia piaciuta la mia recensione ^^

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