A proposito di Steve




REGIA: Phil Traill

CAST: Sandra Bullock, Thomas Haden Church, Bradley Cooper, Ken Jeong

ANNO: 2010

 

Mary Horowitz, di mestiere enigmista, è una donna molto particolare che indossa sempre degli strambi stivali rossi e tedia il prossimo con tutte le innumerevoli conoscenze che possiede su qualsiasi argomento. Quando conosce Steve ad un appuntamento al buio lo spaventa con la sua parlantina, ma si convince che sia l’uomo della sua vita. Lo segue così in vari posti nei quali l’uomo si reca per lavoro, facendo il cameraman per un’emittente televisiva, accompagnato da un giornalista senza scrupoli e da un responsabile tuttofare.

 

Una commedia che supera il demenziale, andando a parare proprio nella stupidità, risultando in molti frangenti anche fastidiosa e difficile da sostenere per tutta la sua durata, nonostante sia anche abbastanza breve. Non stupisce, allora, che la Bullock abbia vinto il Razzie come peggior attrice e che insieme a Bradley Cooper si siano presi il premio come peggior coppia (anche se bisogna dire che i due sullo schermo appaiono raramente insieme). La curiosità più incredibile è, invece, che la sera dopo sempre la Bullock si sia portata a casa l’Oscar come migliore attrice per “The Blind Side”. Al di là della curiosità su questa singolare consegna di premi (non era mai avvenuto che un attore nello stesso anno ricevesse entrambi i riconoscimenti), non c’è molto altro da dire su “A proposito di Steve” che vorrebbe essere una commedia demenziale, ma non riesce ad esserlo nel modo giusto (perché non rischia e non esagera in tal senso), che si poggia allora sui binari della commedia sentimentale, ma fallisce anche in questo caso e che, alla fine, sembra quasi voler essere un road-movie formativo, facendo acqua da tutte le parti. Nel tentativo di provarle tutte, poi, si cerca anche di richiamare alla mente le caratteristiche delle più riuscite avventure e disavventure di Briget Jones, con la protagonista single e impacciata che parla con un criceto e si comporta in maniera stramba, oltre ad essere affetta da logorrea, qui per niente ironica e divertente, ma semplicemente irritante. Le ambizioni erano tante, allora, ma non sono state raggiunte in nessuno dei tentativi. Non basta prendere una protagonista nerd, ma non abbastanza, e accompagnarla con le note di apertura di uno dei telefilm più geniali sull’argomento, “Chuck”, per far sì che lo spettatore si appassioni alle vicende di questa enigmista che vive in un mondo tutto suo. Non basta, perché poi vengono inseriti dei momenti drammatici che stonano altamente col contesto generale e che, soprattutto, tentano di comunicare una morale spicciola e retorica (di qui la riproposizione dei pensieri della protagonista, recitati dalla sua voce over, che compara la vita con le sue difficoltà e i suoi ostacoli alle caratteristiche principali di un cruciverba). Potevamo accontentarci della presenza del divertente e imperdibile Ken Jeong, esilarante protagonista di molte delle commedie più riuscite degli ultimi anni, ma anche questo asso nella manica viene sfruttato male, visto che l’attore è relegato in un ruolo poco divertente, poco calzante alla sua verve recitativa, oltre che costretto in una serie di battute e di gag da “spirito di patata”. Lo stesso che contraddistingue tutti i protagonisti e tutte le situazioni che si propongono nel corso della pellicola. Inutile citare i personaggi di contorno, che quando non sfiorano la macchietta involontaria, risultano oltremodo insopportabili nel loro essere stereotipati o caricaturizzati in maniera irritante (si tratta soprattutto dei due amici che la protagonista si fa lungo la strada per la conquista di Steve, ma anche dei suoi genitori).

Sarebbe un disastro totale, allora, se non fosse per una certa simpatia che riesce a conquistarsi il personaggio interpretato da Thomas Haden Church anch’egli comunque eccessivamente macchiettistico e se vogliamo poco originale. Merito forse dell’ulteriore filone narrativo (ma non saranno troppi, e soprattutto mal gestiti e poco amalgamati tra loro?) che il personaggio in questione si porta dietro, che è una specie di critica velata e mascherata dal demenziale che la contraddistingue, al sistema informativo, alla smania di esserci sempre e comunque, allo sfruttamento delle disgrazie altrui per avere visibilità, all’arrivismo sfrenato anche in mancanza di talento e professionalità. Ecco che allora il giornalista incompetente, accompagnato dal cameraman superficiale e dal responsabile che in realtà serve a ben poco, viene spedito in un paese dove due genitori lottano per la terza gamba della loro bambina (tenerla o non tenerla?), poi dove c’è un uragano con conseguente invasione di cicale, e infine in un paese dove dei bambini sordomuti sono caduti in una specie di pozzo. Una serie di situazioni che hanno dell’assurdo e che in qualche modo riescono a strappare un paio di risate, le uniche dell’intera pellicola.

VOTO:


 


Pubblicata su www.livecity.it e www.supergacinema.it

10 commenti su “A proposito di Steve

  1. Passo sempre ma ultimamente non conosco nessuno dei film di cui parli 🙁
    Sarà anche perchè non vado al cinema da quasi due mesi…

  2. Luciano, io non ho resistito senza imprecare dopo un quarto d'ora e senza sbadigliare dopo mezz'ora…

    utente anonimo, devo dire che mi trovo abbastanza d'accordo…

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