Accadde una notte




REGIA: Frank Capra

CAST: Clark Gable, Claudette Colbert

ANNO: 1934

 

TRAMA:

 

Una ricca ereditiera scappa dallo yacth di suo padre, perché questi si oppone al suo matrimonio con un uomo che a suo avviso è solo un arrampicatore sociale. Durante il viaggio a bordo di un bus, fa la conoscenza di un giornalista licenziato per scarsa affidabilità. I due faranno un patto: lui porterà lei dal suo fidanzato in cambio dell’esclusiva sullo scoop della sua fuga.

 


ANALISI PERSONALE

 

Vero e proprio prototipo dei road-movie sentimentali, Accadde una notte è una brillante screwball-comedy che sfocia anche in quella che veniva denominata stophisticaded-comedy. I protagonisti sono un uomo e una donna, entrambi molto affascinanti, entrambi molto brillanti, entrambi molto forti e diversi. Dall’incontro scatta la miccia e dopo i proverbiali battibecchi per affermare la supremazia di uno sull’altro, non si potrà fare a meno di cadere nelle maglie dell’amore.

Il film comincia in una maniera brusca: una ragazza sta litigando pesantemente con suo padre, volano i vassoi e anche gli schiaffi. Tutto questo per mostrarci immediatamente il caratterino tutto pepe della protagonista femminile. Dopo il tuffo della ricca ereditiera che fugge verso New York e verso il suo fidanzato, si cambia totalmente ambientazione e si passa ad una redazione giornalistica in fermento e piena di vita. Qui ci viene mostrata la qualità primaria, o quella che sembra essere tale, del protagonista: l’inaffidabilità. Il suo direttore stanco della condotta del giornalista, lo licenzia e lo caccia in malo modo. Questi dunque gli avvenimenti che porteranno all’incontro casuale tra i due: una lite con un genitore per una e un licenziamento per l’altro. Sarà la forza prorompente del fato, dunque, a farli incontrare e scontrare a bordo di un bus. Qui la donna ricca e viziata avrà modo di conoscere anche le altre classi sociali subalterne e di rendersi conto della consistenza della crisi economica che all’epoca imperversò tra la popolazione; il giornalista sfaccendato si caricherà di responsabilità fino ad allora molto probabilmente sconosciute. I litigi tra i due non saranno pochi: lei, ormai riconosciuta perché sbattuta in prima pagina dal padre che sta facendo di tutto pur di ritrovarla, non potrà far altro che sottostare alle regole di lui; lui, costretto a prendersene cura fino alla consegna al suo fidanzato, capirà l’importanza di quest’occasione per poter tornare a lavorare con in saccoccia uno scoop di portata colossale. “Siete viziata da un padre imbecille…mi sbattete in faccia il vostro denaro per non umiliarvi a chiedermi un favore”, dirà Pietro il giornalista ad Ellie, la donna in fuga. Il giornalista, dunque, è più interessato al conseguimento di un grande scoop, piuttosto che ai soldi. Grande sottotesto che accompagna le vicende sentimentali, è appunto il mondo del giornalismo e i suoi vari meccanismi: i metodi per scegliere le notizie da mandare in prima pagina, per vendere più copie possibili, il cinismo che molto spesso accompagna gli appartenenti alla categoria, la scaltrezza e la non sempre pulita condotta dei giornalisti (basti pensare alla scena in cui Pietro finge di essere un terribile rapitore, per spaventare un uomo che aveva riconosciuto la ragazza e che quindi rischiava di fargli perdere lo scoop), le velleità letterarie che frequentemente caratterizzano i giornalisti: “Scriverò un libro su questo”, continua a riptere Pietro.

Anche se è la storia d’amore a fare da protagonista assoluta di questa pellicola, la cosa che più colpisce è proprio la maniera in cui questa viene narrata e comunicata. Quello che più affascina è l’eleganza della messa in scena, della sceneggiatura e della recitazione stessa dei protagonisti (nonostante entrambi all’epoca si dimostrarono poco entusiasti per i ruoli che interpretarono, vincendo poi sorprendentemente il premio Oscar). Stupisce anche l’ironia e la frizzantezza dei dialoghi, che a volte si fanno anche molto profondi e arguti (“La parola è l’unica cosa che distingue gli uomini dalle bestie” “Ma distingue anche le bestie dagli uomini”), oltre al preciso spaccato sociale di un’epoca importante come quella della Grande Depressione (esplicative al riguardo, oltre alle sequenze a bordo del bus dove la gente si diverte intonando canzoni popolari, anche le scene in cui i due alloggiano in vari luoghi, con le docce all’esterno ostruite da file di signore in pigiama).

Sappiamo subito che Pietro e Ellie si innamoreranno, dunque il divertimento sta nello scoprire se a cedere per prima sarà la ricca e viziata donna in fuga da un padre opprimente o il cinico e opportunista giornalista in cerca di uno scoop per risalire la china. “Non mi interessa un fico secco di conquistarvi. Per me siete solo un fatto di cronaca”, dirà Pietro ad Ellie, mostrando tutta la sua inadeguatezza a rapportarsi con l’altro sesso. Ma alla fine sarà costretto a cedere al sentimento che la frizzante e intraprendente ragazza ha suscitato in lui. Il film è costellato da un sacco di sequenze entrate poi nella storia del cinema e nell’immaginario collettivo, tanto da essere riprese pedissequamente e numerose volte in tantissime altre pellicole dal sapore più o meno romantico. La sequenza che si fa ricordare più a lungo è sicuramente quella della prima notte che i due sono costretti a passare insieme: tra i due letti della loro stanza viene posto un divisorio costituito da un lenzuolo appeso ad una corda, chiamato da Pietro “le mura di Gerico”, sottile e molto ironica metafora di ben altro. Altra scena indimenticabile è quella dell’autostop (altro argomento su cui Pietro si ritiene in grado di poter scriver un libro), nella quale lui tenta di insegnare a lei i metodi più efficaci per chiedere un passaggio fallendo miseramente e lei, con una semplice alzata di gonna, in un secondo riesce nell’intento (questa è sicuramente la scena che più volte è stata ripresa in altre pellicole dallo stampo romantico). La pellicola si conclude in maniera rocambolesca con una serie di  imprevisti che si susseguono senza sosta, facendo cambiare ogni volta la notizia da sbattere in prima pagina, in seguito ai repentini cambiamenti degli avvenimenti tra Pietro e Ellie (sposerà il vecchio fidanzato, scapperà col giornalista?). “A volte si crede di avere una storia, poi capita qualcosa e va tutto all’aria”, dirà il direttore del giornale dove lavora Pietro, all’uomo ormai sconsolato per la perdita della donna amata. Così come è saltato lo scoop, quindi, salterà anche la storia d’amore? Per conoscere la risposta è necessario guardare questa pellicola d’altri tempi che contiene però, sapori decisamente intriganti e divertenti.

 

VOTO: 8,5

 


 


CITAZIONE DEL GIORNO

 

"Ma tesoro, amerai anche il mio cervello?". "Una cosa per volta". (Priscilla Lane a Cary Grant in "Arsenico e vecchi merletti" di Frank Capra, 1944)

 


LOCANDINA

 

11 commenti su “Accadde una notte

  1. Davis e Luciano, sono stata un pò “strettina” di voti, perchè in genere non è che i film “romantici” mi sconfifferino, però questo è veramente un signor film!

  2. claudette colbert penso sia l’attrice più irritante della storia del cinema! il film è storico, praticamente inventa un genere, ma non mi è piaciuto proprio…

  3. A giudicare dai commenti dell’epoca sul film e sulla sua partecipazione ad esso, devo dire che proprio simpatica non risulta. Comunque a me è piaciuto per i sottotesti più o meno velati e per la messa in scena, oltre che per l’eleganza e la raffinatezza.

  4. Memorabile. Forse la più bella commedia di tutti i tempi insieme a “some like it hot”. Primo film della storia a vincere tutti e 5 gli Oscar principali. Una lezione di cinema da imparare a memoria.

  5. A me fa pensare che al giorno d’oggi certi film sicuramente inferiore a questo, seppur comunque valenti, vincano un numero di oscar decisamente superiore…

    Detto questo io non ho avuto l’entusiasmo alle stelle, come forse il film meritava, più per “problemi” miei di approccio a determinati stilemi narrativi, che per altro. Detto questo rimane che film è sicuramente un signor film.

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