Alien

REGIA: Ridley Scott
CAST: Sigourney Weaver, Tom Skerritt, Veronica Cartwright, Harry Dean Stanton, John Hurt, Ian Holm, Yaphet Kotto
ANNO: 1979
 
A bordo dell’astronave Nostromo l’equipaggio sta dormendo in attesa di fare ritorno sulla Terra. I componenti però vengono svegliati da un allarme che li costringe ad accettare la richiesta di soccorso proveniente da un altro pianeta. Giunti in perlustrazione dello stesso scopriranno un’enorme distesa colma di uova contenenti strane creature. Una di queste si insinuerà potentemente nell’organismo di un astronauta e arriverà a scombussolare l’equilibrio creatosi nell’astronave.
 
Uno dei fanta-horror più importanti della storia del cinema, “Alien” ha fatto storia e scuola per una serie di pellicole a venire che hanno cercato di accostarvisi non sempre con risultati positivi. La grandezza del film consiste nel suo rigore formale e narrativo e nella sua capacità di angosciare e terrorizzare lo spettatore senza fare ricorso ad effettacci o spettacolarizzazioni di sorta, ma giostrando abilmente le atmosfere, le attese, i silenzi, i momenti bui e le striscianti e per nulla telefonate apparizioni dell’alieno mostruoso. “Alien” si fa ricordare per moltissimi elementi di novità e “rivoluzione” all’interno del genere di appartenenza, primo su tutti la straordinaria ambientazione, non più quasi asettica e geometrica, come nei film di fantascienza precedenti, ma molto scura, sporca e inquietante, tanto che spesso le condutture o gli angoli più nascosti della navicella spaziale si confondono con il mostro che si aggira tra essi. Altro aspetto di grande novità, uno dei più apprezzabili anche se scegliere è difficile, è l’eroicizzazione di un personaggio femminile, la Ripley interpretata egregiamente da una perfettamente androgina e volitiva Sigourney Weaver, entrata ormai nell’immaginario collettivo dei grandi personaggi cinematografici. Nonostante la presenza sull’astronave di uomini grandi e grossi, forti e dominatori, come il capitano Dallas, il barbuto Tom Skerritt; il macchinista Parker, l’imponente Yaphet Kotto; o addirittura lo scienziato-androide Kane, uno Ian Holm che ci riserva il colpo di scena più grande della pellicola, oltre che assolutamente inaspettato; a sopravvivere e tenere testa all’essere mostruoso che minaccia la loro vita, è la donna forte e coscienziosa, colei che per prima si era rifiutata di far rientrare gli astronauti andati in perlustrazione sul pianeta sconosciuto, per evitare di fare tornare nell’astronave non solo loro, ma anche l’agente esterno. Colei che non sembra soffermarsi molto sulla morte dei suoi compagni, ma si premura oltre il verosimile, di portare in salvo il gatto di bordo Jonsey, a rimarcare ancora più potentemente, il grande assunto di fondo della pellicola: l’uomo è l’essere più imperfetto per eccellenza, sovrastato e a volte travolto da sentimenti ed emozioni, che siano esse negative e positive; mentre l’animale, alieno o meno, è dotato di perfezione assoluta, proprio perché efficiente e rispondente solo agli istinti di sopravvivenza. Il tutto viene però reso meno schematico dalla battaglia finale di Ripley contro l’alieno (raccontata in una delle sequenze più belle del film) e dalla contaminazione alieno-uomo, tant’è che il mostro riesce a prendere vita proprio insinuandosi, quasi come una fecondazione, nel corpo di un essere umano e poi, quasi come un parto, venendo alla luce dall’interno dello stesso. Le metafore sessuali, però, non si fermano di certo qui come dimostrano le forme delle varie fasi di vita del mostro, disegnato e realizzato da Ginger, anche se la mostruosa ma al tempo stesso quasi sinuosa testa dell’alieno è del nostro Carlo Rimbaldi (non è un caso che anche il mostro abbia sembianze velatamente femminili). Altro sottotesto è la critica alla sfrenata e a volte poco etica ricorsa alla scoperta scientifica, in nome della quale sacrificare anche vite umane, così come dimostra la scoperta della vera missione per la quale l’equipaggio è stato ingaggiato.
A creare il mix esplosivo e vincente, ci pensano poi la straordinaria colonna sonora di Jerry Goldsmith, che accompagna con grande ritmo e intensità tutte le varie fasi del racconto; la precisa e attenta regia di Ridley Scott, sempre intento a ricreare il senso di claustrofobia e di imprigionamento vissuto dai protagonisti che prima di farsi braccare, devono essi stessi braccare il mostro; il folto e nutrito cast di attori protagonisti che inscenano alla perfezione il circo delle imperfezioni umane: incomprensioni, liti derivanti dal rispetto di determinate scale gerarchiche, insistenti richieste di pagamento per il proprio lavoro, mancanza di fiducia nel prossimo e si potrebbe continuare a lungo.
Rifacendoci alla tagline del film, “nessuno nello spazio può sentirti gridare”, possiamo affermare con sicurezza e fermezza che “Alien”, invece, all’interno del panorama fantascientifico e orrorifico, ma non solo, fa sentire a pieni polmoni la sua voce e si erge come uno dei massimi esponenti del genere che, nonostante l’età, rimane ancora imbattuto.

Pubblicato su www.livecity.it

17 commenti su “Alien

  1. Lo so che dicendo questo mi sbilancio, poi tenendo conto del fatto che per me i grandi film non sono poi moltissimi (figuriamoci i capolavori) e inoltre Ridley Scott per me passa attraverso alti e bassi, nel senso che molti suoi film non sono una grande cosa, ma Alien, insomma… è un quasi-capolavoro^^

  2. Uno dei più bei film fantascienza-horror di sempre, forse addirittura un film "perfetto", un capolavoro. Lo so, sono molto di parte, ma questa pellicola ha un posto speciale nel mio cuore. Vidi Alien per la prima volta a 3-4 anni, e me ne innamorai. Non mi fece paura. Ora, dopo quasi 17 anni, mi sono comprato il DVD (quello con il Director's cut che, a parer mio contiene alcune scene extra indispensabili) e me lo sono rivisto. E adesso, a ben 21 anni, mi ha fatto paura, mi ha inquietato. Sarà stato l'aspetto dello xenomorfo, la tensione percepibile tra i personaggi, o forse semplicemente la storia o i corridoi bui e sempre troppo silenziosi della Nostromo. Sì, perché questo film tratta anche paure elementari come quella del buio e la claustrofobia, è vero, ma Ridley gli ha infuso anche quel qualcosa di "malato" che colpisce soprattutto gli adulti: l'alieno, il suo ciclo vitale e il film stesso sono colmi di richiami sessuali e biomeccanici, questo soprattutto grazie all'apporto creativo di H.R. Giger. L'aspetto stesso dell'alieno, oltre al richiamare, come già detto, elementi maschili e femminili, ha un aspetto terrificante che suscita una ripugnanza totale, ben oltre la semplice paura o il disgusto. Come lo spettatore lo vede, lo identifica immediatamente come una minaccia, un autentico predatore naturale, una sensazione così forte che rende lo xenomorfo una creatura reale, che buca lo schermo, piuttosto che un banale costume di gomma indossato da una comparsa.

  3. Non posso che accodarmi a voi due e dire che sono d'accordissimo nell'attribuire a questo film tutti gli altissimi e giustissimi meriti.

  4. Però secondo me un aspetto importante del film risiede proprio in Ridley Scott ovvero lui non voleva che Ripley si salvasse……
    lui non voleva che in Blade Runner la replicante si salvasse……
    e infine in Thelma e Louise quelle due sfigate dovevano morire per forza…altrimenti Ridley avrebbe ammazzato i produttori!!!ahahahhahahhahahahhahahha……
    infine per la cronaca il disegnatore Giger disegnò la copertina degli ELP del loro album del 1973, giusto per chi è appassionato di progressive…..
    Il film ovviamente è molto bello, 31 anni e non li sente per niente…..un film mitico, eterno, leggendario…..
    Buonanotte!

  5. è uno dei tre film riusciti del mediocre Scott,che infatti non arriverà mai più a simili livelli,(il fratello tony non li ha mai nemmeno sfiorati per sbaglio)

  6. Concordo con viga. Lo considero uno dei registi più sopravvalutati di sempre, ma ci ha regalato qualche pellicola memorabile…

    Glore

  7. Un inizio di carriera folgorante, con titoli – oltre il citato "Alien" che io considero un capolavoro a tutti gli effetti – come "I duellanti" e "Blade Runner". Peccato che col tempo Ridley Scott non sia riuscito a mantenere lo stesso livello di qualità dei primi anni…

  8. Concordo con tutti voi, Scott ha sfornato dei capolavori davvero straordinari come questo o Blade runner per dirne due (I duellanti devo ancora vederlo), però secondo me anche Thelma e Louise è un grande film.  Non commento Il gladiatore, perchè forse sono una delle poche che non lo trova grandioso…Poi qualche stronzata qua e là. Però qualche film gradevole poi l'ha fatto come Il genio della truffa e American Gangster. Nessuna verità, ad esempio, l'ho trovato molto ben girato ma malamente sceneggiato (e forse non è colpa sua), mentre Robin Hood mi ha fatto proprio innervosire. Hannibal così così, Le crociate meglio dimenticarlo, e poi mi sa che non ho visto altro di suo…non so dirvi nulla nè del Soldato Jane nè di Black Hawk Down, nè di Un'ottima annata. Ah, Pioggia sporca…sapete che ancora non riesco a farmi un giudizio su questo film??

  9. american gangster è assolutamente mediocre,senza guizzi.Tanto per fare un esempio in ambito gansteristico anche i coen con Crocevia della Morte hanno fatto un grande gangster movie.Per non parlare di Micheal Mann.
    Soldato Jane definirlo fascista potrebbe essere un complimento,tanto è una cazzata clamorosa.Irritante come solo gli americani san essere quando sbroccano.
    Ti consiglio di vedere  Duellanti,davvero ottimo e poi basta.
    Pioggia Nera è un robusto poliziesco,un film di genere non inguardabile come il bolso "chi protegge il testimone",comunque Scott vale la pena per i suoi primi 3 film:duellanti,alien,blade runner.

  10. Bè, secondo me American gangster è un bel film, invece. Ciò non toglie che Crocevia della morte gli sia superiore. Sono contenta, a questo punto, di essermi persa Soldato Jane. Ho sempre sentito puzza di cacca da lontano…

  11. Cara Ale55andra, riguardo ai tuoi giudizi sui film di Scott (commento #8) concordo praticamente su tutto (con qualche sfumatura, per esempio darei qualche punto in più a "Nessuna verità" e mille punti in meno a "Hannibal", che per me è il suo film peggiore). Però è un regista cui sono molto affezionato perché negli anni ottanta, quando ho cominciato ad appassionarmi di cinema, è stato il mio primo amore (insieme a Kubrick e, subito dopo, a Kurosawa). Perciò anche oggi continuo a non perdermi una sua pellicola. "Alien", naturalmente, è un capolavoro assoluto, ho molti timori riguardo l'imminente prequel.

    Ciao
    Christian

  12. pavelo, siamo d'accordo.

    Christian, pensa che io sono ferma ad Alien 2, eppure il terzo è diretto da Fincher. Comunque presto completerò la saga.

  13. Un film memorabile, intenso, angosciante: ancora oggi, quando lo rivedo, ritrovo le stesse emozioni provate durante la prima visione. un capolavoro non solo del genere, ma del cinema!
    Buon 2011, Ale

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