Amityville horror

REGIA: Jay Anson

CAST: James Brolin, Margot Kidder, Rod Steiger

ANNO: 1979

 

In una casa sul lago avviene una strage: un’intera famiglia sterminata apparentemente senza motivo da un individuo in preda ad un raptus. Un anno dopo ad abitare la stessa casa, arriva una tranquilla famigliola che ben presto si ritroverà a dover affrontare una serie di eventi paranormali e diabolici. A tentare di aiutarli un prete che però verrà ostacolato in tutti i modi, fino a diventare cieco.

 

Un horror non del tutto riuscito questo “Amityvile horror” che ha dato inizio ad una lunga schiera di sequel e ad un remake nel 2005. Quello che non funziona nella pellicola, che comunque si fa apprezzare in quanto ad atmosfere, ambientazione e trovate visive, è la sceneggiatura un po’ ridondante e per certi versi poco credibile. La felicità della famiglia che con sforzi è riuscita finalmente ad acquistare una casa, è fin troppo palesata, oltre che ripetuta con una serie fastidiosa di dialoghi tra marito e moglie, durante i quali continuano a ripetersi ad oltranza di amarsi. Molte delle situazioni pericolose o apparentemente pericolose vengono mostrate più di una volta, senza nessun motivo di fondo (George che regge l’ascia e spacca la legna, George che continua a cercar di mantenere il fuoco del camino acceso e via di questo passo). Il tema della casa infestata trova in questo film piena attuazione, difatti  la vera protagonista della pellicola è proprio l’abitazione infestata dai demoni che non riescono ad accettare gli ospiti disturbanti. Il continuo rimando alla facciata della casa con le finestre che si illuminano e che sembrano degli occhi diabolici, ha davvero un effetto disturbante e impressionante, contribuendo ad accrescere la vena orroristica della pellicola, basata più sul non visto che sugli effetti speciali, anche se questi non mancano come nella famosa e scioccante sequenza in cui il sangue comincia a sgorgare dai muri e sulle scale dell’abitazione. George, sua moglie Kathy e i suoi tre figli, cominceranno ad assistere a strani avvenimenti, come porte che si sradicano da sole, api che infestano una particolare stanza, finestre che si vanno ad abbattere sulle mani dei bambini, crocifissi appesi al muro che si capovolgono, scalini della cantina che all’improvviso si spezzano e via di questo passo. La piccola Amy comincerà ad interagire con un’amica immaginaria e lo stesso George diventerà sempre più scorbutico e scostante, fino a rischiare di divenire un terribile assassino, come quello che un anno prima aveva compiuto la strage. Il film comincia proprio così: un terribile temporale e sullo sfondo la casa vista dall’esterno con le finestre che si accendono ad una ad una e gli scoppi del fucile utilizzato per ammazzare tutti i componenti della sfortunata famiglia. In seguito l’assassino dichiarerà alla polizia locale di essere stato guidato da una voce a compiere quell’insano gesto. Ed è così che si spiegano gli strani atteggiamenti di alcuni dei componenti della nuova famiglia venuta a stabilirsi su lago. Appare poco credibile il fatto che nonostante la mole impressionante di “sfortune” che si abbattono sulla casa, i Lutz, decidano di abbandonarla solo dopo 28 giorni, ma comunque se si abbandonano eccessive pretese per quanto attiene ad una certa coerenza e linearità di fondo, si può godere appieno di questa pellicola che offre anche una certa dose di tensione e di turbamento soprattutto grazie all’impatto visivo di alcune sequenze: il prete che viene attaccato da uno sciame d’api, lo stesso che in chiesa tentando di allontanare il maligno dalla casa dei Lutz diviene cieco, la baby-sitter che rimane chiusa nel ripostiglio con la bambina che all’esterno non muove un dito per aiutarla, gli scoppi d’ira di George, lo sconvolgimento emotivo della moglie del suo migliore amico che comincia a subodorare la presenza del maligno nella casa, l’arrivo della zia suora che scappa subito in preda al panico. Tra i vari personaggi, l’unico che appare degno di attenzione, rimane il prete interpretato dall’ottimo Rod Steiger, che si fa assertore di un certo modo di vedere la fede e la religione, contrapposto ai suoi superiori e per questo osteggiato fino al vero e proprio allontanamento. Il dialogo tra lui e i suoi superiori e colleghi, nasconde comunque una sorta di considerazione su laicismo e religiosità che offre non pochi spunti di riflessione. Ottimo l’utilizzo del sonoro costituito da una serie di cigolii, ronzii d’api, grugniti del cane che vanno a confondersi con i boati dei tuoni e dei fulmini del temporale che si abbatte su Long Island e decisamente apprezzabile la colonna sonora con note molto particolari che si fanno via via più pressanti man mano che il pericolo si palesa nella sua vera natura. Per concludere, ci si può ritenere decisamente, anche se non pienamente, soddisfatti di questo piccolo horror senza pretese, che sicuramente non raggiunge le vette di altre pellicole cult appartenenti al genere, ma che tutto sommato svolge in maniera discreta il suo compito.

 

 

Pubblicato su www.livecity.it

2 commenti su “Amityville horror

  1. Io non lo ritengo indispensabile nella filmografia horror, ma rimane il fatto che è comunque un bel film, molto probabilmente superiore a tanti degli horror moderni.

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