Bande à part

REGIA: Jean-Luc Godard

CAST: Anna Karina, Claude Brasseur, Sami Frey
ANNO: 1964

TRAMA:

Franz e Arthur due allegri scapestrati, incontrano Odile e riescono a convincerla a rapinare il suo vecchio zio. Ben presto l’allegro e simpatico trio si trasformerà in un triangolo amoroso, mettendo in serio pericolo la riuscita del piano criminale.

 


ANALISI PERSONALE

Un po’ in ritardo sono riuscita a vedere questo bellissimo film appassionato e ispirato del grande Godard. In passato ho un po’ snobbato il cinema francese, forse perché troppo piccola e inconsapevole delle perle rare che ci ha invece regalato. Perle rare proprio come questa bellissima e affascinante commedia nera, quasi un vero e proprio pulp.

Gran parte del merito della riuscita di Bande à part va proprio ai tre protagonisti del film, Franz, così silenzioso ma al tempo stesso divertente e giocherellone, Arthur un po’ duro e burbero e Odile così fragile e ingenua. Tutti e tre interpretati perfettamente, con brio e semplicità. E già, perché quello che più colpisce è proprio la semplicità della storia e dei personaggi che la vivono, semplicità che contraddistingue anche la sceneggiatura così divertente e in certi punti davvero appassionante. I momenti più alti della sceneggiatura però sono quelli nei quali la voce narrante (il regista stesso), esprime i pensieri e i sentimenti nascosti dei protagonisti o le loro future intenzioni. Una scelta molto originale, soprattutto per l’epoca, quella di far parlare il regista del proprio film e dei propri protagonisti.

Bande à part è ricco di momenti divertenti, basti citare la sequenza al bar dove i tre ragazzi si scambiano il posto e le bevande continuamente, raccontandosi anneddoti e facendo battutine, finendo poi a ballare una sorta di tip tap con Godard che narra i pensieri nascosti di ciascuno di essi: Arthur guarda i suoi piedi ma sta pensando agli occhi di Odile, Odile cerca di capire se i due baldi e strafottenti giovani notano il movimento del suo seno sotto il golfino, Franz pensa a tutto e a niente come sempre.
Un’altra scena divertentissima che mi ha strappato un sacco di sorrisi è quella è quella al Louvre, dove i tre ragazzi tentano di superare, riuscendoci, il record di visita al museo in poco più di nove secondi e per questo corrono come dei matti da una sala all’altra, inseguiti, inutilmente, dalle guardie.


Una scena molto intensa e profonda è, invece, quella della metropolitana (dal regista soprannominata centro del mondo) nella quale Arthur e Odile osservano e commentano i comportamenti della gente sola e triste che l’affolla e la popola e nella quale alla fine la ragazza canta una canzone struggente e quasi commovente, tra una carezza e l’altra di Arthur.

La storia magari non è del tutto originale: tre ragazzi, una donna e due uomini, progettano una rapina ai danni di un anziano ricco (che nel film non viene mai mostrato se non alla fine), e, ovviamente, i due uomini si innamorano della ragazza, ricambiati. La cosa che ho trovato originale, invece, è proprio il modo in cui viene narrata questa storia. A parte l’originalissimo narratore-regista esterno, anche i tre ragazzi sono davvero fuori dal comune, strampalati al punto giusto, allegri e sgangherati. Tutti e tre suscitano una concreta e sincera simpatia, che fa stare col sorriso stampato sul volto per quasi tutta la durata del film.
Persino alla fine, durante un avvenimento tragico riguardante uno dei tre (non sto qui a svelarvi quale), non si riesce a non ridere, proprio perchè la cosa viene mostrata in maniera quasi tragi-comica e molto esilarante.

Oltre alla leggera e soave sceneggiatura e alla buona prova di recitazione dei tre enfants terrible, ho trovato molto pulita e graziosa la fotografia e molto interessante l’ambientazione parigina. L’inizio del film è veramente interessante con i due protagonisti visti di spalle mentre sfrecciano con la loro decappottabile per le strade della città più romantica del mondo, lementandosi dei numerosi tombini.
Anche la colonna sonora, a tratti allegra e compagnona (soprattutto nelle scene che vedono i tre protagonisti divertirsi tra frizzi e lazzi) e a tratti cupa e angosciosa (ad esempio durante la rapina), è molto bella e simpatica.

Da non perdere la scena del minuto di silenzio al bar, veramente stupefacente, nella quale Franz esauriti gli argomenti di conversazione suggerisce di fare un minuto di silenzio e i tre ragazzi lo fanno davvero! Non si sente alcun suono, niente di niente  nemmeno il minimo o più leggero fruscio per almeno mezzo minuto (penso non mi sia mai capitato prima d’ora al cinema), fino a quando lo stesso Franz ormai seccato si alza e va a mettere una moneta nel juke-box.

A mio avviso, Bande à part è un appuntamento imperdibile per chi ama il cinema e soprattutto quello allegro, leggero, divertente e spensierato, che però sotto sotto insegna sempre qualcosa.

Regia: 9
Sceneggiatura: 8,5
Recitazione: 8,5
Fotografia: 8
Colonna sonora: 8,5
Ambientazione: 8,5
Voto finale: 8,5




CITAZIONE DEL GIORNO

"Sai perchè essere intelligente è brutto? Perchè sai sempre quello che sta succedendo. Non c’è nessuna suspance" (dal film Bandits)


LOCANDINA

14 commenti su “Bande à part

  1. Scusa per la fretta e per questo commento che non riguarda specificatamente il tuo post: volevo ringraziarti per i tuoi commenti e comunicarti che, se non hai nulla in contrario, che ti ho “linkato” fra i miei blog!
    Buon fine settimana, Ale.

  2. nn l’ho visto, l’ho conosciuto grazie ad una sequenza di the dreamers di bertolucci in cui i protagonisti ripropongono la famosa corsa attraverso il louvre. è un film che vorrei davvero vedere (ma esiste una versione in italiano? so che da noi nn è mai uscito)

  3. e ti pareva, avevo già commentato questo post! ma ora posso commentarlo dopo aver visto il film, davvero molto bello! la scena del louvre è spettacolareeee!

  4. vero che non ti da fastidio se lascio un commento in post un po’ vecchio?

    sto cercando proprio dei post su godard, perchè ho tanti suoi film da non saper da dove iniziare ^^

    questa idea di leggerezza e spensieratezza mi ispira assai, potrei iniziare con questo, allora!

  5. molto bello e molto ben imbastito

    8 e mezzo anch’io, quasi nove

    (e concordo anche coi tuoi voti, tranne un 9 tondo alla colonna sonora, ma siamo proprio sulla stessa lunghezza d’onda)

    voglio ringraziarti perchè la tua analisi è stata la spinta decisiva necessaria a vedere il film!

  6. Grazie a te, il tuo è uno dei blog migliori che ci siano e mi spinge a riflettere e analizzare le pellicole che ho visto e a desiderare o meno di guardarne altre ^_-

  7. bellissimo film uno dei miei preferiti di godard, ti lascio un piccolo appunto: il giro del louvre non lo fanno in 9 secondi! Neppure con tutte le capacità atletiche di questo mondo si può fare una cosa del genere, casomai era 9 minuti, non so magari è colpa del doppiaggio…………….

    altro appunto: questo film non ha una sceneggiatura (come del resto la maggior parte dei film di godard).

    basta, divento veramente noiosa quando si parla di godard. complimenti comunque per il blog.

    ciao ciao monia

  8. Ciao Monia, ma forse 9 secondi sono solo per attraversare il corridio principale del Louvre. Comunque ben vengano le precisazioni ^_-

  9. “frantz aveva letto che un americano aveva impiegato 9 minuti e 45 secondi per visitare il louvre. decisero di fare di meglio”

    “in 9 minuti e 43 secondi arthur odile e frantz avevano battuto il record segnato da jimmy johnson di san francisco”

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