Barry Lyndon

REGIA: Stanley Kubrick

CAST: Ryan O’Neal, Marisa Berenson, Patrick Magee, Gay Hamilton, Leon Vitali
ANNO: 1975

TRAMA:

E’ la storia di un uomo che si trasforma da timido ragazzino impacciato a uomo di mondo, furbo e malizioso. E’ la storia di un umile ragazzo che diviene nobile grazie alla sua abilità nel fomentare i rapporti umani, sposandosi con una nobildonna che ne subirà tutti gli atteggiamenti negativi. E’ la storia del declino repentino di questo stesso uomo, che per anni si era divertito sollazzandosi nei salotti inglesi settecenteschi, per poi tornare solo e perdente nell’Irlanda, paese natio.

 


ANALISI PERSONALE

Barry Lyndon è uno dei film storici più belli che io abbia mai visto, se non il migliore in assoluto. E’ tratto dal romanzo Le memorie di Barry Lyndon di William Makepeace Thakeray ed esprime in maniera egregia l’ampio spettro di esperienze che possono capitare nella vita di un uomo. Oltre ad una storia interessante e in certi punti intrigante, ci regala uno scorcio di storia davvero affascinante che è quella del 700 inglese che a volte fa sognare con i suoi palazzi reali e paesaggi incantevoli.

Il film è suddiviso in capitoli che suddividono la vita di Barry nelle sue fasi più importanti:

 

    PARTE I
      CON QUALI MEZZI REDMOND BARRY
ACQUISI' LO STILE E IL TITOLO
DI BARRY LYNDON
 

Il giovane Barry vive beatamente e ingenuamente con i suoi zii e ben presto si innamora della sua bela cugina Nora che lo inizia al mondo del sesso per poi abbandonarlo crudelmente in seguito alla proposta di matrimonio del Capitano Quin, uomo ricco e potente che assicurerebbe alla famiglia una certa stabilità economica. Ma Barry non si lascia scalzare in questa maniera e impossessato dalla gelosia per l’amata cugina sfida il capitano a duello, uccidendolo. Alla fine si vede costretto a riparare fuggendo a Dublino (cosa che non avrebbe mai voluto fare). In realtà l’incontro era combinato tra il terribile capitano Quin e la famiglia di Nora che non voleva di certo lasciarsi sfuggire la possibilità di un’indipendenza economica rilevante.

Il primo amore, quale cambiamento opera in un ragazzo, quale magnifico segreto porta con sé! La tenera passione sgorga istintivamente dal cuore di un uomo: egli ama, come un uccello canta, o come una rosa sboccia dalla natura.

Radmond allora fugge, verso un mondo sconosciuto, verso la libertà. Ma anche questa ben presto gli viene tolta, così come l’amore per sua cugina e il ragazzo viene costretto ad arruolarsi nell’esercito prussiano. Ed è proprio questa prima esperienza di vita vissuta che comincia a trasformarlo da ragazzino timido e impacciato a uomo vissuto. Comincia a fare conoscenze interessanti e diventa un giocatore di carte professionista, arrivando a riscuotere i debiti di gioco battendosi in duello con i debitori. In una di queste sue malsane partite di carte, fa la conoscenza di una bellissima nobildonna, Lady Lyndon. Tra i due sboccia subito un irrefrenabile passione che ben presto si trasforma in vero e proprio amore. Ed è così che si conclude la prima parte dell’avventurosa e strabiliante vita di Barry Lyndon.

La sua intenzione era di raggiungere l’Olanda, forse l’unico paese neutrale d’Europa a quell’epoca, e di lì trovare in qualche modo un passaggio per tornare in patria. Cavalcando verso la libertà nella divisa da ufficiale, Barry si sentì al livello che gli si addiceva, e decise fermamente di non decadere mai più dal rango di gentiluomo.

 

PARTE II
 CONTENENTE UN RESOCONTO
DELLE SVENTURE E DELLE CALAMITA'
CHE COLPIRONO BARRY LYNDON

 
Ben presto Lady Lyndon rimane vedova di un marito ormai vecchio e malfermo e può così coronare il suo sogno d’amore con Radmond. I due si sposano e non tarderanno ad avere un bambino, Brian. Ma Lady Lyndon ha già un figlio, il piccolo Lord Bullingdon che non vede affatto di buon occhio Barry Lyndon, né tantomeno l’unione di questi con sua madre. Al bambino non verrà riservato di certo un trattamento coi fiocchi, anzi il più delle volte riceverà severe frustate dal patrigno e non solo in tenera età.  Gli anni scorrono velocemente per Barry, tra un festino e l’altro, una partita di carte e l’altra mentre sua moglie si occupa ormai solo dei figli e della vita familiare.

Lady Lyndon fu presto destinata a occupare nella vita di Barry un posto non molto più importante degli eleganti tappeti e dei bei quadri che avrebbero rappresentato il piacevole contorno della sua esistenza.

Ma la tragedia è dietro l’angolo. Il piccolo e irrequieto Brian, corre a prendere il cavallo che suo padre gli aveva regalato per il compleanno e muore tragicamente a causa di una caduta. Questo sarà un brutto colpo per Barry che amava suo figlio più di ogni cosa al mondo e che dal momento della sua morte cadrà in una specie di stato catatonico senza curarsi più dei suoi affari come aveva fatto negli anni passati cercando di diventare un nobile a tutti gli effetti e affannandosi per acquisire il cognome della moglie tramite qualsiasi espediente (uno dei quali l’incontro memorabile con re Giorgio III).

Il signor Lyndon ha reclutato una compagnia e l’ha mandata in America, per combattere i ribelli di Vostra Maestà. Bene, molto bene signor Lyndon, reclutate un’altra compagnia e andate con loro.

Alla fine del film, il giovane Lord Bullingdon, divenuto ormai uomo tornerà a casa dopo averla abbandonata per alcuni anni a causa dell’infame comportamento del suo padrino e sfiderà a duello Barry, che aveva portato sua moglie sulla soglia del suicidio. Bullingdon, che adorava sua madre come una dea non riuscirà a farsi passare inosservato questo avvenimento e durante il duello ferirà gravemente Barry Lyndon a cui verrà amputata persino una gamba.
Barry lascerà la moglie e la sua sontuosa e fastosa casa e passerà i mesi della convalescenza in un umile ostello con la sola compagnia della madre che lo sollazzerà giocando con lui a carte.
Alla fine della convalescenza al nostro protagonista non resterà altro che accettare il vitalizio offertogli da Lord Bullingdon con la promessa di non farsi rivedere mai più tornare con sua madre nella sua vecchia e cara terra natia: l’Irlanda.
L’ultima scena di questo film ci mostra Lady Lyndon e suo figlio imbruttito e precocemente invecchiato che firmano vari documenti tra i quali il vitalizio assegnato a Barry. Quando Lady Lyndon firma questo documento i suoi occhi si fermano per un attimo a pensare, magari a ricordare gli anni felici passati con suo marito, ma subito dopo lo sguardo perde la sua fissità e procede verso altri pensieri, verso il futuro…

Smarrito e sconfitto, cosa poteva fare quest’uomo, solo e con il cuore a pezzi? Accettò il vitalizio e tornò in Irlanda con la madre per terminare la sua convalescenza. Qualche tempo più tardi si recò nel Continente. Non ci è dato di seguire la sua vita laggiù con sufficiente accuratezza, ma pare che abbia ripreso la professione di giocatore d’azzardo, senza però il successo di una volta. Non rivide mai più Lady Lyndon.

 


 

EPILOGO
 FU DURANTE IL REGNO DI GIORGIO III
CHE I SUDDETTI PERSONAGGI VISSERO E DISPUTARONO
BUONI O CATTIVI, BELLI O BRUTTI, RICCHI O POVERI
ORA SONO TUTTI UGUALI.
 
Non riesco a trovare altri aggettivi per descrivere la maestosità di questo film se non uno: capolavoro, che non è un aggettivo ma rende perfettamente l’idea. Il grandissimo Stanley è riuscito a mostrarci in maniera egregia come la vita di un uomo sia imprevedibile e ricca di ostacoli impervi, ma anche come a volte con un pizzico di fortuna e determinazione si riesca ad ottenere quello che si vuole salvo poi perderlo per mancata attenzione nei comportamenti verso coloro che ti circondano a cui bisognerebbe essere grati e riconoscenti. Barry Lyndon è la parabola di un uomo solo e tradito dall’amore che decide di non cadere più nella trappola dei sentimenti e che si da alla vita di mondo aspirando a diventare un nobile gentiluomo, faccendiere e giocatore d’azzardo e riuscendoci a pieni voti. Alla fine però ci si chiede: cos’è che ha causato il declino di un uomo talmente abile e intelligente nel costruire la rete dei suoi rapporti umani e mondani? Sarà forse il terribile comportamento tenuto nei confronti del figliastro che alla fine si vendica? O sarà il destino che lo punisce per le malefatte compiute verso la moglie sempre tradita e trascurata o per aver regalato al suo piccolo figlio il cavallo che l’ha portato alla morte? Una risposta precisa e concisa non c’è, certo è che la sensazione che rimane è che come per fortuna sia riuscito a salire al rango di nobile gentiluomo così lo stesso uomo sia stato colpito da immane sfortuna che può regolare la vita degli uomini così come la fortuna. E’ quindi il caso che molto spesso la fa da padrone nella vita degli uomini regalandogli gioie immense per poi toglierle su altri versanti.
 
La pellicola, inoltre, lascia lo spettatore ammaliato per la sua enorme qualità tecnica che solo un grande regista come Kubrick poteva regalarci. Assistiamo ad una messa in scena a dir poco fenomenale con degli attori bravissimi (soprattutto il protagonista O’Neal che riesce ad incarnare perfettamente il cambiamento avvenuto nell’animo di Barry Lyndon), una colonna sonora strabiliante che va da Bach a Shubert  ad Haendel, una fotografia sublime che accompagna un’ambientazione da favola (che fa sognare lo spettatore di trovarsi in quegli immensi paesaggi irlandesi prima e in quei fastosissimi ed elegantissimi interni pieni di quadri meravigliosi dopo) e, infine, una sceneggiatura spigliata e veloce, che rende godibilissimo e mai noioso il film nonostante la sua lunga durata (3 ore), ricca di ironia e sarcasmo resi impeccabilmente dalla fantastica voce fuori campo che ci racconta le gesta del grande protagonista di questa pellicola.

Barry Lindon è sicuramente un film imperdibile che non può mancare tra le visioni di coloro che si ritengono appassionati di Stanley Kubrick principalmente, ma anche di cinema in generale. Va visto con l’occhio vispo e attento di chi sa cogliere i messaggi velati che stanno dietro alle immagini e soprattutto con lo stato d’animo atto ad accogliere una storia così intensa e ricca di avvenimenti


Regia: 9.5
Sceneggiatura: 9
Recitazione: 8,5
Fotografia: 9
Colonna sonora: 9
Ambientazione: 9
Voto finale: 9


CITAZIONE DEL GIORNO

Marty, non stai pensando quadrimensionalmente! (Christofer Lloyd a Michael J. Fox in "Ritorno al futuro III")


LOCANDINA


9 commenti su “Barry Lyndon

  1. Questo è un post da commentare per forza!Sono daccordo col tuo giudizio

    Sicuramente un capolavoro tecnico, ma anche molto appassionante (incantevole la scena del bacio sulla terrazza) Da vedere e rivedere. a presto

    Mash

  2. Con questo film ho imparato a conoscere la musica di Handel (Sarabanda), di Vivaldi e di Paisiello; ho visto il Settecento e la sua luce “vista” da Kubrick come avrebbe potuto vederla un pittore dell’epoca.

    Film d’ineguagliabile splendore.

    Ottima analisi.

    Luciano

  3. Grazie Luciano, anche tue sono splendide analisi. Cmq è vero le musiche di questo film non sono neanche classificabili, tanto sono maestose!

  4. Capolavoro! Ottima recensione… come al solito 🙂

    La scena che ricordo di più, non so per quale motivo, è quella all’inizio del duello! Comunque urge una rivisitazione della pellicola… leggendoti mi sono resa conto dei troppi “buchi” che ho! ^^

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