Black sheep


REGIA: Jonathan King

CAST: Nathan Meister, Danielle Mason, Tommy Davis, Peter Feeney, Oliver Driver, Glenis Levestam

ANNO: 2006

 

TRAMA:

 

Harry Olfield, affetto dalla fobia per le pecore a causa di un trauma infantile, torna dopo 15 anni alla fattoria che è rimasta in eredità a suo fratello. Costui, Angus, sta progettando degli esperimenti genetici sulle pecore, ma ad ostacolarlo ci sono due ambientalisti. Una volta tornato a casa, Harry dovrà affrontare per forza di cose le sue più intime paure e soprattutto dovrà trarre in salvo la fattoria appartenuta al suo amato padre.

 



ANALISI PERSONALE

 

Black sheep è un piccolo gioiellino del cinema più trash e più splatter, con punte di sano e appetibile gore e con momenti di ilarità e comicità assurdi, scadenti anche nel triviale e nel volgare. Insomma non mancheranno allusioni sessuali più sconce e sconvenienti che mai (umani che si accoppieranno con pecore o pecore che in preda al delirio più totale morderanno i falli altrui o cercheranno di ingroppare individui di altre “specie”), oltre alle flatulenze e affini, elementi tanto cari di una certa comicità demenziale, non sempre apprezzabile, se si esclude questa pellicola che li inserisce in un contesto per nulla pretenzioso che gioca a prendersi e a prenderci in giro. Così sulla carta si potrebbe anche essere indotti a pensare di trovarsi di fronte ad una boiata colossale: delle pecore impazzite e mutate geneticamente che assalgono gli umani smembrandoli e mangiandoli fino a trasformarli in una sorta di pecore-mannare. In realtà in parte è così, ma non si sa per quale strano motivo Black sheep riesce a coinvolgere e in alcuni punti persino a far sussultare, nonostante si stia parlando di pecore. Eppure allo spettatore non saranno risparmiati colpi di scena, sequenze più truculente che mai e alti momenti di suspance, come da buon horror che si rispetti. Impossibile non impressionarsi per dei corpi umani letteralmente squartati e sviscerati dei loro organi interni e dei loro arti, così come sarà impossibile non abbandonarsi alle più sane risate per un’improbabilissima lotta corpo a corpo tra un ragazzo e una pecora a bordo di un auto che poi verrà abbandonata dai protagonisti per essere “guidata” solo dalla pecora. E ancora, ci sarà da divertirsi anche grazie alle strambe e originali personalità dei protagonisti, a partire da uno dei due ambientalisti che si oppongono agli esperimenti di Angus, che sarà la causa scatenante della mutazione genetica dell’intera mandria presente nella fattoria, ma non solo. La sua compagna, di nome Experience (un nome una garanzia) si ritroverà a dover lottare al fianco di Harry, il protagonista ossessionato dalla fobia per le pecore, e del suo vecchio amico fattore, per sfuggire dall’attacco delle fameliche pecore assassine e soprattutto per salvare il destino della fattoria.


A completare il quadro, una scienziata molto sensuale ma estremamente cattiva, una vecchietta un po’ sadica che si diverte a cucinare testicoli di montoni e altre “squisitezze” del genere e Angus, il fratello di Harry, del tutto deciso ad arricchirsi con gli esperimenti di mutazione genetica, ma poi caduto nel baratro della follia più pura a seguito di un determinato avvenimento. Gran parte del merito della riuscita della pellicola va soprattutto alla semplicità degli effetti speciali che si avvalgono di espedienti elementari ma funzionali, come quello di inquadrare le pecore in ombra o in penombra evitando di strafare con mostri di fattezze troppo fantastiche e irreali, piuttosto che abbandonarsi ad esagerazioni che avrebbero reso il risultato solo ed esclusivamente ridicolo, invece che decisamente burlesco e gustosamente grottesco come in realtà risulta essere.  Non è da meno la regia, che pur non distinguendosi particolarmente, non si fa disprezzare, accompagnata da una fotografia molto interessante che ci restituisce tutta la bellezza delle terre della Nuova Zelanda e da una sceneggiatura (che pur affossandosi in alcune ripetizioni di troppo) fila liscia come l’olio, intrattenendo nel migliore dei modi. Nonostante sia impossibile non notare quel sottile sottotesto che si riferisce al rapporto uomo-ambiente e ai guai a cui si vanno incontro se si osano sfidare le regole prestabilite dalla natura, Black sheep è un film che non si prende affatto sul serio e si lascia guardare per quello che è: una divertita e divertente commedia horror che tra le altre cose non si risparmia di omaggiare e citare una serie di cult (senza per questo assurgere a tale aspirazione),  da Shining (una pecora impazzita che sfonderà una porta di legno a suon di craniate), fino ad arrivare gli horror veri e propri come quelli di Romero (con tutte le sue albe, notti e giorni dei morti viventi).

Una cosa è certa, dopo aver visto questo film nessuno si potrà più accostare ad una pecora senza provare un minimo di disagio.

 

VOTO: 7/7,5

 



CITAZIONE DEL GIORNO

 

Dimostro venti anni di meno. E perché? Perché sono vergine. Ogni orgasmo porta via ventotto giorni di vita. (Lauren Bacall in "Health")

 


LOCANDINA

 

19 commenti su “Black sheep

  1. Un horror/splatter simpatico e veramente divertente in alcuni momenti, anche se devo ammettere che sono arrivato a fine film un po’ annoiato.

    Non mi son pentito di averlo visto comunque ^___^

  2. Io mi sono divertita molto invece, e poi mi sono anche abbondantemente schifata il che per me è un pregio! Tra l’altro davvero adesso se dovessi incontrare una pecora ne starei ampiamente alla larga!

  3. mi ha divertito un sacco, lo faceva solo a un cinema e pure a fiumicino ma ne è valsa la pena! c’è un po’ di tutto: il primo sam raimi, il primo peter jackson, un po’ di john landis e romero ovviamente… il tutto con le dovute proporzioni! diventerà un cult anche secondo me

  4. Bè, Luciano, ovviamente bisogna essere leggermente malati per apprezzarlo.

    Damiani, ma l’hai visto?

    Ale, questo lo stanno distribuendo stranamente…

    Mario, non so se può piacerti, comuque dagli una chance.

    Alè, ci si taja un sacco!!

    Drakoz, non so se questo film possa piacerti, comunque ormai li guardo quasi solo di notte i film…non so se riusciremmo a vederli insieme, tra l’altro devo ancora fare quella roba delle canzoni, mi dispiace non averlo ancora fatto, ma sto un pò incasinata, comunque la mail è sempre lì che aspetta, arriverà il su momento ^^

  5. visto in ciociaria in lingua originale grazie alla segnalazione del grande Neurolipgloss (a proposito se ti capita fai un salto nel suo blog! E’ interessante!).

  6. molto, ma molto meglio di Teeth (per restare in argomento)…un piccolo gioiellino, come dici…mi stupisce che l’abbiano fatto uscire in sala, ma bisogna dire che l’alba dei morti dementi è riuscita a cambiare molte cose da questo punto di vista…

  7. Infatti, anche io l’ho preferito a Teeth che comunque era alquanto apprezzabile al di là di alcuni aspetti. Comunque è vero, dopo L’alba dei morti dementi c’è stata una sorta di boom del genere, per fortuna. Si spera solo che non ci siano cadute vertiginose verso il basso.

  8. Ammetto di essermelo volontariamente perso. Invece da quanto leggo qui da te (e ho letto anche da altre parti) ha un suo “fascino perverso”.

    Vedrò di recuperarlo, se poi non mi dovesse convincere… sappi che la mia ira (a base di pura lana vergine) sarà terribile! 🙂

    Un saluto,

    Mr. Hamlin

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