Blow The Mand Down: gli scheletri nell’armadio di una piccola cittadina nel Maine

Priscilla e Mary Beth hanno appena perso la madre, membro molto apprezzato nella comunità in cui vivono. Rimaste sole e con non pochi debiti, devono capire in che direzione portare le proprie vite. Quando per Mary Beth appare chiaro che non riuscirà ad andare al college e ad allontanarsi da un posto che le sta troppo stretto, decide di passare una serata a base alcolica in cui farà la conoscenza di un ragazzo che ben presto rivelerà intenti loschi. La ragazza per difendersi arriverà ad ammazzarlo con un arpione e un mattone in testa. Da quel momento in poi per lei e per sua sorella, che accorrerà in suo aiuto cercando di insabbiare l’omicidio, si aprirà un nuovo mondo del tutto sconosciuto…

Blow The Man Down non è solo una commedia nera e un thriller molto ben costruito, grazie soprattutto all’utilizzo magistrale delle atmosfere e della colonna sonora. Blow The Man Down è principalmente due cose: in primis un film che racconta della piccola provincia che nasconde del marcio sopravvivendo grazie a non pochi scheletri nel suo armadio e, in seconda istanza, un’opera che narra di quello che le donne, spesso, si trovano costrette a fare per non soccombere e non farsi sopraffare, partendo dal “semplice” evento che riguarda le due sorelle protagoniste (in realtà sono solo un viatico per entrare nel vivo della storia e per raccontare di altre donne, le più anziane componenti della comunità, interpretate deliziosamente e in contrapposizione al personaggio di rottura impersonato da una splendida e imperdibile Margo Martindale, vera e propria anima della pellicola), arrivando ad un passato che si trascina nel presente, fatto di violenza, prostituzione “strategica”, segreti inconfessabili e loschi affari.

Il tutto ammantato dal gelo del villaggio di pescatori ritratto in tutta la sua invivibilità e dalla strisciante matriarcalità di una comunità in cui si mescolano bigottismo, falso perbenismo e ipocrisia da un lato con ingenuità e cecità dall’altro, passando nel mezzo dalla cattiveria sorniona della tenutaria di un bordello, sfruttatrice e forse anche assassina, che fa vacillare lo spettatore con dilemmi etici e morali sul concetto di male necessario, ma che grazie alla sua interprete (la Martindale che scansa miracolosamente il pericolo macchietta), conquista con un fascino oscuro non indifferente.

Con dei canti marinareschi che fanno da coro “esterno” a mo’ di tragedia greca, Blow The Man Down, partendo da un omicidio di cui conosciamo già le dinamiche, porta a galla un’ulteriore morte che farà scoprire tutte le carte in tavola e mostrerà alle due sorelle protagoniste un mondo fino ad allora sconosciuto, spingendole a crescere in poco tempo e a capire i meccanismi contorti e, lo ripetiamo, molto probabilmente necessari che spesso regolano la condotta degli esseri umani.

Insomma, sopravvivere di sola pesca o difendersi da marinai sempre ubriachi e sessualmente incontenibili, non è cosa semplice ed è per questo che le protagoniste più anziane di questo film hanno creato il loro piccolo “club” in cui decidere come governare la loro comunità, ma ad un certo punto appare chiaro che certi limiti, forse, non andrebbero mai superati ed è da questo assunto di fondo che parte la microstoria delle due sorelle rimaste orfane di madre e in preda al terrore per l’omicidio insabbiato e la macrostoria del villaggio di Easter Cove che ha contorni tragici e a tratti orrorifici.

Film d’esordio per le registe Bridget Savage Cole e Danielle Krudy, distribuito su Amazon Prime Video, Blow The Man Down, sorprende per la sua carica dirompente nonostante i toni dimessi e per la grande capacità di coinvolgimento tramite un racconto noir dalle venature tortuose e inesplicabili.

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