Brüno

REGIA: Larry Charles

CAST: Sacha Baron Cohen, Anthony Hines

ANNO: 2009

 

Brüno, un dicianovenne austriaco con la fissa per il mondo dello spettacolo, si trasferisce in America accompagnato da un fedele aiutante e tenta in tutte le maniere di scalare la vetta del successo.

 

Irriverente come non mai, voglare fino all’estremo, politicamente scorretto in ogni gesto o battuta, decisamente triviale per le continue e a volte esagerate gag a stampo sessuale, provocatorio oltre ogni limite, esagerato nella sua comicità estrema ma ben studiata, spassosamente parodistico.

Tutto questo è “Brüno”, l’ultimo goliardico evento cinematografico di Larry Charles e Sacha Baron Cohen, perché, nel bene o nel male, si tratta comunque di un evento, suscitante in un modo o nell’altro un’elevata dose di curiosità. Fin dove si spingeranno questa volta quei due strampalati agitatori della morale pubblica e dei terribili luogocomunismi della società americana ed occidentale in generale? Questa è la principale domanda che spinge alla visione, ammesso che si accetti questo tipo di cinema, sfacciatamente e spudoratamente sopra le righe, in ogni modo pensabile, e anche impensabile.

Non c’è niente di sorprendente allora, se già preparati in seguito alla conoscenza del cinema di Cohen e Charles, in un pene inquadrato in primissimo piano che volteggia e addirittura “parla” sullo schermo, così come non ci si dovrebbe scandalizzare per tutta una serie di espedienti comici come gli strambi incontri sessuali del protagonista orgogliosamente e fieramente omosessuale o lo svelamento (neanche tanto eclatante, trattandosi di cose ormai arcinote) di molte delle meschinità della nostra società.

Si parte da una sorta di demolizione del mondo della moda, sino ad arrivare più in generale allo star system, osservato sia dal punto di vista di chi ne è già protagonista (con i riferimenti satirici alle adozioni africane, alla beneficenza per pubblicità, ai video a sfondo sessuale con personaggi politici), sia da quello di chi vuole diventarlo a tutti i costi (gli sconcertanti e al tempo stesso assurdi provini di bambini con genitori disposti a scendere a qualsiasi compromesso pur di farli entare nel mondo dello spettacolo). Tutto questo senza dimenticare un’ampia visuale sul bigottismo e l’imperante omofobia della nostra società, come dimostrano numerose situazioni in cui gli atteggiamenti oltremodo estremi di Brüno nell’esprimere la sua dilagante omosessualità (esasperati proprio per enfatizzare il concetto), incontrano lo sdegno e in certi casi anche la rabbia di alcuni personaggi emblematici in questo senso, come il responsabile dell’hotel che si rifiuta di sbrogliarlo dalle catene con cui si è legato al suo assistente, o un cacciatore che ne rifiuta quasi violentemente le avances, per raggiungere l’apoteosi del pubblico invasato di un combattimento di wrestling che si scaglia contro il protagonista ormai del tutto abbandonato alla sua passione per l’uomo di cui si è innamorato. Ecco che allora, la scelta di far seguire a Brüno un corso di eterosessualità si carica del peso di sradicare e mettere alla berlina una serie di stereotipi che accompagnano il pensiero dominante circa le scelte sessuali di ognuno e le maniere in cui esse si esplicano. Per essere un buono eterosessuale, insomma, il nostro aspirante gay di successo dovrà arruolarsi nell’esercito, andare a caccia, seguire dei corsi di arti marziali, andare ad una festa di scambisti, e soprattutto, cosa per lui veramente impensabile, fare sesso con una donna.

Si ride spesso con “Brüno”, ammesso che si sopportino determinate esagerazioni ed eccessi di linguaggio e di sostanza, ma non spesso come si dovrebbe molto probabilmente, visto che pur sempre di un film comico-demenziale si tratta, seppur venato da aspirazioni polemiche e da intenti quasi paradossalmente etici insiti nell’obiettivo di mostrare, distruggendoli, molti dei cattivi costumi che attanagliano e peggiorano la società moderna. Il paradosso consiste, ovviamente, nel fatto di utilizzare dei mezzi completamente amorali (anche se il giudizio sulla moralità o meno degli stessi dipende molto anche dalla moralità soggettiva di ciascun spettatore), per raggiungere una sorta di morale. Del resto, il dilemma, è secolare: “Il fine giustifica i mezzi?”. Trovata la risposta a questa domanda, avrete trovato anche la chiave di lettura di questa pellicola. In caso contrario, comunque, ferma restando la disponibilità ad accettare la monumentale provocazione e l’attitudine a non scandalizzarsi per una volgarità senza limiti (sopportabile proprio perché volutamente spiattellata), trattasi pur sempre di una decente (o se vogliamo anche indecente visti i contenuti), commedia spassosa e nascostamente intelligente.

 

VOTO:

 


12 commenti su “Brüno

  1. Parto con un pesante pregiudizio: ho praticamente schifato Borat e la sua eccessiva irriverenza che, a mio parere, non portava a nulla.
    Dunque su Bruno… passo!

  2. Bè, a questo punto direi di si. Non è un film per tutti, non è automatico che questo tipo di volgarità sfacciata e mirata debba trovare consensi. E’ comprensibile il rifiuto di questo tipo di cinema.

  3. A me invece Borat piacque. Non in maniera incredibile, ma comunque poteva andare.
    Ora andaer a vedere Brüno non è una priorità, però non vederlo mi dispiacerebbe.
    Ciao

  4. Pensa che io non ho visto Borat invece, ma lo recupererò sicuramente. A quanto leggo, comunque, questo gli è leggermente inferiore, anche perchè paga lo scotto di non essere più originale come il precedente.

  5. Questo non è uno dei film che ha priorità. Oltretutto, avendo visto a suo tempo "Borat", ho un motivo in più per vederlo quando uscirà in dvd. Sacha Baron Cohen è bravissimo, ma non ci vado solo perchè ci sta lui(oltretutto mi manca il tempo). Ci sono tanti altri film da vedere in questo periodo!
    Saluti Ale!

  6. Verdoux, secondo me in generale come attore è molto bravo (l’hai vista la sua interpretazione in Sweeney Todd? Che poi si possano condividere o meno le scelte cinematografiche è un’altra storia.

    Al, direi che effettivamente non è uno di quei film a cui dare la priorità a meno che non si è fan sfegatati di Cohen…

  7. certo che non è un capolavoro della storia del cinema, ma ci sono delle parti così folli e incredibili che lo rendono unico.
    alcuni film hanno bisogno di un’unità di misura diversa dagli altri film, questo è uno di quelli.
    avere aspettative, in questo film, è un danno.
    andarci liberi da aspettative e pregiudizi e disponibili a farsi portare a spasso da Bruno riesce a fartelo apprezzare e a ridere molto.

  8. in effetti la parte del barbiere adolfo pirelli nel film di burton è la cosa migliore che ha fatto…il problema è che a me questa comicità così esagerata e surreale nn riesce proprio a divertire…

  9. fmm, sono d’accordo sull’unità di misura diversa da dare ad alcuni film, anche se il discorso è un pò complicato. Fatto sta che sicuramente il cinema di Cohen e Charles è unico, bisogna vedere se unicamente pessimo o meno XD Ovviamente scherzo, perchè a me questo, pur con dei limiti, è piaciuto abbastanza.

    Verdoux, direi che è assolutamente comprensibile. Ma al di là della comicità opinabile di questo genere di pellicole, io mi stavo riferendo alla bravura d’attore di Cohen.

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