Changeling


REGIA: Clint Eastwood

CAST: Angelina Jolie, John Malkovich, Jeffrey Donovan

ANNO: 2008

 

TRAMA:

 

Los Angeles, 1928. La ragazza madre Christine Collins si reca al lavoro lasciando il suo giudizioso bambino di 9 anni da solo per un paio d’ore. Quando torna a casa il ragazzo è scomparso e la donna si rivolge disperata alla polizia che dopo cinque mesi le restituisce un bambino che in realtà non è suo figlio. Per non ammettere di aver commesso degli errori, il corpo di polizia di Los Angeles, corrotto fino al midollo, continua ad insistere sul fatto che quel ragazzo è davvero Walter Collins, e quando sua madre si oppone strenuamente, la fanno rinchiudere in un ospedale psichiatrico. Ad aiutarla, un pastore presbiteriano del tutto deciso a smascherare la corruzione del dipartimento di polizia.

 

 


ANALISI PERSONALE

 

Changeling è un film estremamente potente, soprattutto dal punto di vista emotivo. Trattasi di una potenza assolutamente “pulita” che non lascia spazio a patetismi di alcuna sorta e che, soprattutto, non affonda grossolanamente e ingenuamente in alcun tipo di eccessivo pietismo od esagerato melodramma. Nonostante si parli di una storia vera che riguarda una madre single in lotta per il ritrovamento del suo bambino, Eastwood (e lo sceneggiatore preso in prestito dai fumetti) riescono a mantenersi onestamente sulla retta via, nel senso che ci raccontano questa straziante e commovente disavventura nella più elegante e raffinata maniera possibile ed immaginabile. Nessun indugio ruffiano e scorretto sul dolore e la sofferenza, ma un accento deciso e vigoroso sulla determinazione e l’amore assoluto che ci fa sfidare qualsiasi tipo di legge o di regola prestabilita, soprattutto quando sappiamo di combattere contro un nemico iniquo e terribilmente crudele. Non si pensi, però, di trovarsi di fronte ad un film freddo che non comunica nessuna emozione o nessun tipo di palpitazione, perché la magia di questa pellicola sta proprio nel fatto di coinvolgere estremamente lo spettatore e di farlo entrare nel vivo della vicenda, senza fare ricorso ai facili espedienti di cui sopra. Il merito va soprattutto al grandissimo autore che è Clint Eastwood e al suo modo sempre straordinario di descrivere e raccontare, tramite storie personali come quella di Christine Collins, tutto il marcio della sua (ma anche della nostra) società. In Changeling la mdp non esiste, nessuno di noi si accorge della sua presenza, ci sono solo lo spettatore e i protagonisti di questo straziante racconto di una Los Angeles lontana nel tempo, ma forse vicinissima nei meccanismi che la regolano. Lo sguardo si sofferma sul dipartimento di polizia e sulla sua estrema corruzione, incarnata in questa pellicola dallo spietatissimo capitano J.J. Jones (Jeffrey Donovan), un uomo che si merita tutto il disprezzo che suscita nel pubblico di fronte allo schermo (anche se lo schermo in realtà in questo film non esiste. Man mano che la pellicola prosegue, la distanza tra lo spettatore e la pellicola diviene praticamente nulla). Altra grande forza della pellicola è quella di far immedesimare inverosimilmente lo spettatore nella spirale di angoscia e sofferenza in cui viene ingabbiata la giovane donna protagonista (una Angelina Jolie che dimostra un talento non indifferente, rimanendo in perfetto equilibrio tra stupore, dolore e indignazione, senza scadere nel facile stratagemma della lacrima facile), agnello sacrificale di un’organizzazione marcia fino al midollo, un’organizzazione che sguazza nell’immoralità e nel putridume della disonestà. Un’organizzazione che pur di non ammettere di aver sbagliato e di essersi impigliata nelle maglie dell’inefficienza e, soprattutto, pur di guadagnare consensi con la falsa risoluzione di alcuni casi, tra i quali quello del piccolo Walter Collins, è disposta a rovinare la vita di una donna nella maniera più terribile e più crudele immaginabile. Una società, dunque, che non possiede nessuno spiraglio di speranza (parola chiave di Changeling), se non fosse per l’altro grande personaggio della pellicola, il pastore presbiteriano (un altamente incisivo John Malkovich) che prende a cuore la storia di Christine, sia perché profondamente colpito dalla disgrazia cadutale rovinosamente e inevitabilmente dall’alto (il dolly iniziale con la mdp che dall’alto giunge sulla casa della protagonista è di una forza comunicativa non indifferente, soprattutto se messo a confronto con quello finale antitetico sia dal punto di vista tecnico che narrativo), sia perché del tutto deciso a smascherare gli orrori di un dipartimento di polizia che si arroga persino il diritto di decidere della sanità mentale delle persone, rinchiudendole in ospedali psichiatrici quando queste diventano un pericolo alla loro apparente efficienza e diligenza. Ad incastrarsi perfettamente tra questi due grandi temi perfettamente fusi, la parallela narrazione della scomparsa e uccisione di alcuni bambini (l’innocenza e l’incapacità di difendersi di queste “creature” è un altro pilone portante della pellicola), che ci porta verso un finale di straziante commozione, che scalfisce anche i cuori più duri e coriacei. Changeling è, a conti fatti, un film che si insinua nelle nostre viscere anche grazie ad una serie di sequenze di meravigliosa fattura e di immensa energia emozionale ed efficacia espressiva: quella nella quale il ragazzino complice degli omicidi scava nel terreno sotto il quale sono stati sepolti i bambini con il poliziotto che si volta perché non riesce a guardare; quella di Christine che si reca a far visita all’assassino seriale (un personaggio sicuramente negativo, ma molto meno viscido e più meritevole di “compassione”, rispetto al vero cattivo del film) per scoprire se questi ha ucciso o meno il suo bambino; quella raggelante e immobilizzante dell’esecuzione del suddetto assassino e quella del ritrovamento di un bambino scomparso nel periodo in cui è scomparso Walter che restituisce uno spiraglio di ottimismo (come quello che permea la pellicola di Capra, Accadde una notte, premiata agli Oscar in barba alle previsioni che vedevano come vincitore Cleopratra) alla donna  che nonostante tutto è uscita vittoriosa da un’atroce vicenda grazie alla sua immensa fermezza e risolutezza.

 

VOTO: 9

 

 


CITAZIONE DEL GIORNO

 

Un giorno ho chiesto a mia moglie: "Cara, dove vuoi andare per il tuo compleanno?". E lei: "In un posto dove non sono mai stata". "Allora prova in cucina". (In "Quei bravi ragazzi")

 


LOCANDINA

 

36 commenti su “Changeling

  1. Anche io sono andata a vederlo in netto ritardo, infatti tutte le cose più interessanti al riguardo erano state gà scritte ^^

  2. per l’orfanado mi sono fatto infinocchiare, ma stavolta passo.

    mystic river non mi ha entusiasmato e quello della boxe (di cui al momento non ricordo il titolo) l’ho trovato terribile, per cui non credo sia il caso di andarlo a vedere.

  3. Bè, per me Mystic river e Million dollar baby (quello della boxe) sono due film stratosferici. The orphanage è un film sufficiente, ma si fa guardare…

  4. ecco, appunto, divergenza assoluta d’opinione; quindi vado sul sicuro e salto volentieri la visione 😀

    million dollar baby, sì, davvero non ricordavo.

  5. Ormai sto rischiando seriamente di non vederlo in sala e ciò mi dispiace moltissimo alla luce dei tanti giudizi positivi espressi dai cinefili e anche alla lluce di questa tua affascinante recensione.

  6. Virgin, ahah, in effetti su The orphanage siamo sostanzialmente d’accordo, mentre sui due di Eastwood assolutamente no. Alla luce di questo in effetti il tuo ragionamento è giusto ^^

    Luciano, non te lo devi perdere!!

  7. E vai Ale!! Aspettavo la tua recensione ormai 🙂 Come al solito impeccabile e c troviamo perfettamente d’accordo sulla valutazione: 9. Film stupendo.

  8. L’ho saltato per via della presentazione a Viareggio, spero sia ancora in programmazione… bella recensione. Grazie! Ciao Oscar

  9. Eheh, Al, fin’ora è forse il mio preferito di questa stagione cinematografcica.

    Oscar, dalle mie parti è ancora in programmazione, non lasciartelo sfuggire!

  10. Soffocato dalla maratona torinese non sono ancora riuscito a vederlo, ma cercherò in qualche modo di recuperare. Non nutro peraltro alcun dubbio sull’ennesimo capolavoro di Clint…

    PS: a me The Orphanage non è dispiaciuto affatto. Film concreto, che bada al sodo, con buone atmosfere e un certo gusto per il melò. Difetti sì, certamente, ma anche pregi.

  11. Questo non devi perdertelo Cine, anche se il tuo genere è tutt’altro.

    Cmq The orphanage a me non è dispiaciuto, nel senso che l’ho trovato sufficientemente apprezzabile, se non foss per un bel pò di difetti disseminati qua e là.

  12. D’accordo con la tua bella recensione: un film di grande potenza espressiva, che arriva a bersaglio.

    Però un appunto ce l’ho: non credi che i buoni e i cattivi siano separati qui (come spesso nel cinema americano) fin troppo nettamente?

    Cioè i personaggi negativi (il poliziotto) li vorresti prendere a calci, mentre i buoni viene voglia di abbracciarli come orsacchiotti…Forse la realtà è più sfumata e complessa, p no?

    E’ solo una mia riflessione a margine, che non scalfisce il giudizio positivo sul film, del resto il classicismo espressivo di Eastwood a me piace molto.

    Ciao.

  13. Ancora una volta Clint ci regala una visione “altra” dell’epica americana…

    come farne a meno?

    p.s.: i tuoi post sono diventati essenziali per me!

  14. Cine, annota e corri al cinema!

    armapo, in effetti è così, ma del resto è parte del metodo narrativo molto classico che contrassegna Eastwood.

    Damiani, mi lusinghi davvero troppo!! Grazie mille!

  15. Si gioca un posto importante sul mio podio di fine anno… nonostante la concorrenza di questo 2008 cinematografico sia stata davvero spietatissima…

  16. Grandissimo film e ottima (al solito comunque) recensione. L’unico passaggio su cui non concordo, come sai, è quello relativo l’interpretazione della Jolie.

    Proprio non mi è piaciuta.

  17. Ciao Hamlin, grazie come sempre dei complimenti. A me comunque la Jolie è sembrata pienamente convincente per il ruolo che ha interpretato. Magari di solito non è tra le migliori attrici presenti sulla piazza, ma in questo caso credo che quella di Eastwood sia stata una scelta azzeccata.

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