Che fine ha fatto Osama Bin Laden?




REGIA: Morgan Spurlock

CAST: Morgan Spurlock

ANNO: 2010

 

Il documentarista Morgan Spurlock, dopo aver scoperto che sua moglie aspetta un bambino, decide che è arrivato il momento di rendere il mondo un posto più sicuro per il nascituro. La prima cosa che gli viene in mente, dopo aver preso alcuni accorgimenti all’interno della sua abitazione, è quella di dare una scossa al terrorismo, andando a cercarne il simbolo in assoluto, Osama Bin Laden. Partirà così per un viaggio in Medio Oriente in cui scoprirà molte cose che non sapeva.

 

Bisogna dire che l’idea di base è davvero esilarante oltre che assurda. Un uomo comune, il cosiddetto uomo medio, parte alla volta di un’avventura quanto mai straordinaria: trovare il ricercato numero uno al mondo, Osama Bin Laden. Il tutto è scaturito dal desiderio di far nascere il suo bambino in arrivo in un posto più sicuro e più vivibile. Si prepara così ad affrontare questo viaggio pericoloso, lasciando la moglie incinta ad affrontare invece il viaggio della gravidanza, un po’ meno pericoloso, ma comunque importante.

Va da sé che in realtà la figura di Bin Laden, inizialmente ridicolizzata, poi man mano sempre più in ombra, è un vero e proprio McGuffin hitchockiano, dato che appare subito chiaro che il vero problema della situazione politica e sociale del mondo, non risiede nell’esistenza di una singola persona, per quanto possa essere importante per le dinamiche geopolitiche, ma in tutt’altro. Questo tutt’altro, è il clima di odio e intolleranza che corre tra i vari popoli che si contendono i territori del Medio Oriente, il “regime democratico” americano, il fondamentalismo religioso e tutti i tarli che attanagliano la nostra società, ormai radicati e, sembrerebbe, sradicabili nella loro potente presa sugli uomini che si lasciano inglobare da un credo o, dall’altra parte della medaglia, dall’avidità e dal desiderio di potere. Lodevole, dunque, il tentativo di non propendere per nessuna delle parti in causa, lasciando intravvedere torti e ragioni di entrambe, con una serie di interviste a vari personaggi incontrati durante il viaggio, tutti restituenti l’esistenza del buono e del marcio a seconda della singola persona, dell’uomo preso in sé per sé, e non in relazione all’appartenenza religiosa, geografica o politica.

E’ un documentario alquanto interessante, quindi, se non altro per riflettere ancora una volta, l’ennesima, sulla situazione fotografata con piglio sarcastico dal regista-protagonista. Fatto sta che ad una prima parte molto più scoppiettante, divertente, esilarante ma al tempo stesso sottilmente ironica (anche e soprattutto dal punto di vista stilistico con l’inframmezzarsi delle riprese del regista con inserti cartooneschi e videoludici in cui Osama Bin Laden si lancia in alcuni improbabili balletti o viene sfidato dal protagonista in un picchiaduro), ne segue una seconda fin troppo semplicistica nella riproposizione delle tematiche, oltre che ripetitiva e scontata nell’evidenziazione delle stesse. Ecco che il regista si lancia nella trasmissione di messaggi fin troppo ingenui e se vogliamo retorici, a cominciare dal fatto che siamo tutti uguali, al di là della provenienza geografica, del colore della pelle, del credo religioso, ecc… Senza tralasciare il fatto che sembra proporre per la prima volta situazioni di cui ormai lo spettatore mediamente informato è già a conoscenza.

Al di là di questo, comunque, è impossibile resistere alla mole di assurdi personaggi e situazioni che si alternano sullo schermo, tra cui la proposta di fondare un parco divertimenti a Tora Bora (il posto che inizialmente aveva fatto da rifugio ad Osama Bin Laden), in puro stile globale-americano; il suggerimento di una sorta di collegamento dei fatti del Medio Oriente con i film americani in cui gli animali parlano, come ad esempio “Babe – Il maialino coraggioso”; l’esistenza sull’elenco telefonico di Jedda di una “Bin Laden Airlines” e via di questo passo. In questo viaggio che, partendo da New York, lo ha portato in Giordania, Afghanistan, Egitto, Marocco, Arabia Saudita e, infine, nei territori oscuri e impervi del Pakistan occupato dai talebani, Murdock ha cercato la verità che sta alla base di questi conflitti politici, culturali e soprattutto bellici, ha cercato dunque tutt’altro che Osama Bin Laden così come suggerisce il titolo della pellicola. Fatto sta che, consapevole molto probabilmente sin dall’inizio del viaggio, alla fine non ha trovato nulla di ciò che cercava, se non la consapevolezza che molto spesso le apparenze ingannano e che la verità è un nemico da tenere ben nascosto, forse più del ricercato numero uno al mondo stesso. Una nemica giurata sia per il Medio Oriente che per l’Occidente. Un’entità talmente ben nascosta che molto probabilmente non verrà mai stanata.

 

VOTO:

 


Pubblicato su www.livecity.it

3 commenti su “Che fine ha fatto Osama Bin Laden?

  1. Vorrei che questo documentario diventasse roba preistorica. Spero io non possa ricordarmi di registrarlo.
    Può anche essere un istant-movie già vecchio in partenza, visto che nessuno si ricorda del personaggio.

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