Colpo d'occhio




REGIA: Sergio Rubini

CAST: Sergio Rubini, Riccardo Scamarcio, Vittoria Puccini, Paola Barale

ANNO: 2008

 

TRAMA:

 

La relazione sentimentale tra il famoso critico d’arte Lulli e la sua allieva Gloria, viene spezzata dall’entrata in scena di un affascinante artista, Adrien. Lui e Gloria cominciano una paradisiaca storia d’amore, solo che il “fantasma” di Lulli continuerà ad aleggiare nelle loro vite.


  



ANALISI PERSONALE

 

Quando un tema scolastico non era proprio dei migliori ma celava una certa volontà di distanziarsi dalla massa, i professori erano soliti dire “non è il massimo, però almeno ti sei impegnato”. Questo è la prima impressione che Colpo d’occhio suscita nello spettatore più “esperto” che alla fine non può fare a meno di notare i vistosi difetti che caratterizzano la pellicola, ma perlomeno rimane soddisfatto dalla volontà e dall’impegno di distinguersi dal calderone ormai insostenibile che è diventato il cinema nostrano. Colpo d’occhio non è una commedia smargiassa alla cinepanettone e company, non è un drammone familiare, non è una commedia giovanilistica e adolescenziale. Colpo d’occhio, pur non essendo un film di pregevole fattura, si eleva al di sopra di questo mucchio indistinto e insopportabile di pellicole e tenta di offrire un percorso diverso ad un cinema che ormai sta battendo le medesime strade da troppo tempo. Pur essendo una sfida vinta solo a metà, si tratta pur sempre di una sfida, e anche solo per questo va apprezzato lo sforzo. Sergio Rubini, che ci ha abituati ad una carriera altalenante costellata da ottimi film inframmezzati da qualche piccolo inciampo, questa volta cerca di fare le cose in grande e di quando in quando si inceppa in meccanismi dai quali purtroppo è difficile liberarsi, pur volendolo e provandoci. Ed ecco comparire nel cast il tenebroso Riccardo Scamarcio (altro esponente dei suddetti filoni cinematografici, che però, va detto, sta tentando anch’egli una nuova strada da battere) e la “Elisa di Rivombrosa” Vittoria Puccini (che stenta ad uscire dal personaggio da lei interpretato in tv). Entrambi gli attori, incastrati in due personaggi che avevano un alto potenziale ma che sono rimasti inespressi, impostano il loro modo di recitare in maniera eccessiva, contribuendo ad aumentare il grottesco, già presente di per sé all’interno della pellicola. La loro recitazione sopra le righe è uno dei tanti piccoli-grandi difetti che inficiano il percorso innovativo di questa pellicola, rendendola a conti fatti inferiore a quello che avrebbe potuto essere, se solo si fossero evitate certe scelte e fatte di altre. L’unico grande personaggio-attore che ci è dato modo di osservare e di godere è, come quasi sempre accade nei suoi film, il regista stesso che si esibisce in una buonissima interpretazione, dando vita ad un personaggio sfaccettato e davvero molto interessante, che però viene messo troppo in ombra dalle beghe amorose e drammatiche che caratterizzano i due effettivi protagonisti. Lulli, il critico d’arte interpretato da Rubini, è un misto di sentimenti e di emozioni che vanno dal più positivo (l’amore smisurato per la sua Gloria e per l’arte) al più negativo (il senso estremo di possesso per la sua donna e l’ambizione sfrenata nel suo lavoro che lo porta a sfruttare il talento di molti artisti). Il rapporto tra artista e critico, che si fa via via sempre più serrato e quasi simbiotico (ad essere molto più appassionante, piuttosto che  la vicenda amorosa tra Gloria e Adrian è, invece, l’attaccamento e il sentimento quasi morboso che viene ad instaurarsi tra Lulli, il critico, e Adrien, l’artista) e il ruolo effettivo che l’arte ha in confronto ad esso è il tema principale di Colpo d’occhio, che purtroppo poi si perde strada facendo incentrandosi su scelte narrative e stilistiche di sicuro non molto apprezzabili: una certa stucchevolezza di fondo che caratterizza gran parte dei dialoghi e delle situazioni che si creano tra i due giovani amanti; una virata sul giallo-thriller che però si risolve nella più prevedibile e scontata delle maniere; la comparsa quasi ossessiva di una collana e l’utilizzo al limite del ridicolo di una pistola facente parte di un’opera d’arte. Altra caratteristica di Colpo d’occhio, e di rimando della linea registica assunta da Sergio Rubini per questo film, è una sorta di ambizione sfrenata che si esplica con una serie di citazioni e rimandi cinematografici non indifferenti, a partire dal titolo che richiama l’ultima grande fatica del genio Kubrick, fino ad arrivare ad alcune sequenze che si rifanno a grandissimi registi quali de Palma (lampante il rimando a Vestito per uccidere nella sequenza dell’inseguimento all’interno del museo), passando per Hitchcock, senza tralasciare Woody Allen. Resta solo da decidere se essere indulgenti verso questo atteggiamento ambizioso e apprezzare questo desiderio di “eccellere” e di sopraelevarsi rispetto alla moltitudine di film fin troppo uguali a sé stessi, o se assumere una posizione punitiva per il presunto rispetto mancato a cotali registi. Vista la situazione in cui versa gran parte della produzione cinematografica nostrana (e si sottolinei il fatto che non si tenta di fare una sterile e inutile generalizzazione, ma solo fotografare una lampante verità che di quando in quando viene smentita da pellicole e registi più che dignitosi), chiudere un occhio (sia permesso il gioco di parole col titolo del film) verso Rubini e verso questa sua pellicola imperfetta, risulta essere la soluzione migliore, perlomeno per ripagare i rischi che il regista si è assunto puntando sull’audiacia e sulla temerarietà.

 

VOTO: 6

 


CITAZIONE DEL GIORNO

 

C’è qualcosa di scientifico nei tuoi ritardi. Certi risultati si ottengono solo applicandosi intensamente. (Kristin Scott e Hugh Grant testimoni di nozze in perenne ritardo in "Quattro matrimoni e un funerale")

 


LOCANDINA

 

15 commenti su “Colpo d'occhio

  1. non ho visto questo film, ma fa tanto tipica pellicola all’ italiana -__- i registi moderni, per quanto bravi, restano troppo spesso impantanati in questo genere e finiscono per sviluppare temi nuovi, ma con soluzioni ormai viste e riviste u_u oltretutto scegliere sempre i soliti attori non aiuta affatto a dare una ventata di novità a questo cinema ormai fin troppo stantio..

    ..e poi Scamarcio e la Puccini sono insopportabili XP io lui non riesco nemmeno a definirlo “attore” *_*

    *Asgaroth

  2. In quella lista immensa di link, praticamente manca solo il mio blog, vabbè, fa niente 🙂

    Comunque complimenti, belle recensioni.

  3. Al, in effetti non è che si “svolga” proprio benissimo, però come dire…apprezzo lo sforzo ^^

    Asgaroth, io dico che Scamarcio non ce la fa, però pure lui si impegna…se comincia a scegliere un pò meno i registi a cui affidarsi e le pellicole a cui partecipare, forse forse può migliorare.

    testavuota, hai ragione scusa, è che (sembra brutto dirlo) se non me lo si ricorda, io non mi ricordo mai di inserire i link, comunque sarà presto fatto, ci mancherebbe!!

  4. Ho una sincera ammirazione per il Rubini regista che ha diretto alcuni film molto schietti e sinceri, come “Tutto l’amore che c’è”, che peraltro ha segnato proprio l’esordio della Puccini, quindi non è stata scelta per “Elisa di Rivombrosa”, ma il contrario 🙂

    Comunque le ultime due pellicole di Rubini regista (“La terra” e questo) non mi hanno convinto, mi sembra che abbia un po’ perso genuinità e proceda a tentoni in cerca di nuovi filoni distanti però dal cinema di un tempo. D’altra parte non è la prima volta che deraglia (basti pensare al malriuscito “Prestazione straordinaria”), quindi spero in un ritorno di classe.

    Intanto, se ti capita, recupera i suoi film precedenti 😉

    Davide DG

  5. Sicuramente ti ricordi della mia recensione e delle mie perplessità (anche se Colpo d’occhio non è da buttare). In pratica sono d’accordo con te nel considerare il film appena sufficiente.

  6. Davide, ma le pellicole di cui parli le ho anche viste, e infatti mi sono piaciute. Persino La terra mi è piaciuto, sicuramente molto più di questo. E non dicevo che la Puccini è stata scelta per Elisa di Rivombrosa, ma che però un pò ingabbiata in quel personaggio e in quel tipo di recitazione ci è rimasta.

    Luciano, si, in realtà secondo me nemmeno lo sarebbe sufficiente, però ripeto, apprezzo lo sforzo di volontà ^^

  7. Il film non l’ho visto, ma Rubini è uno dei pochissimi registi italiani che ammiro, anche se ultimamente mi sembra abbia perso un po’ di smalto rispetto alle sue prime pellicole. Diciamo che la presenza di Scamarcio non mi spinge alla visione, ma se supero questo blocco psicologico ti dico la mia sulla pellicola!

  8. Sono d’accordo con te il film è appena sufficiente, è pieno di citazioni registiche ma nessuna di queste si rivela poi aver avuto frutti in questo film. Decisamente influisce nella bassa qualità del prodotto la scadente prova della puccini e di scamarcio.

    Davide

  9. Shepp, mi raccomando!

    Davide, tu sei un pò più duro di me nei confronti di questa pellicola, però tutto sommato siamo d’accordo. Io, continuo a ripeterlo, questa volta ho deciso di essere un pò più “buona” perchè ho apprezzato lo sforzo di volontà e se vogliamo anche l’ambizione.

  10. Secondo me vale sempre la pena vedere un film, per farsi comunque un’idea personale che prescinde da tutti i pareri altrui. Nel senso, di solito mi fido di chi so che ha gusti simili ai miei o di chi so che “ne capisce”, però alla fine voglio sempre e comunque vedere con i miei occhi. Tutto sommato, considerando il panorama desolante del cinema italiano (escludendo quei registi e quelle pellicole che sono assolutamente valenti e distinguibili dalla massa), direi che questo film si fa guardare.

  11. Personalmento ho trovato il film mirabile e all'altezza dell'impegno che Sergio Rubini ha investito nel realizzarlo. L'ambientazione sofisticata rende giustizia al folto profilo arstico presente in italia e alcune citazioni sono degne di nota. Interessante il particolare tratto da "Vestito per uccidere" dettaglio che mi era inizialmente sfuggito. In sunto , se fosse possibile per me formulare una preghiera, mi augurerei che molti titoli potessero nascere sotto tali auspici favorevoli perchè Rubini non è solo un cineasta ma anche un attore versatile ed un colto intellettuale.

  12. Certo, io ho apprezzato il tentativo di originalità e di discostamento dal solito panorama cinematografico italiano, però tutto sommato non si può dire, almeno secondo il mio parere ovviamente, che ci troviamo di fronte ad un film mirabile.

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