Coming Home in The Dark: la forza prorompente del passato che torna inevitabilmente a influenzare il presente

Una famiglia composta da marito, moglie e due figli adolescenti si trova in gita in Nuova Zelanda, alla scoperta di paesaggi illimitati e straordinari. Il loro viaggio, però, verrà interrotto dall’arrivo di due sinistri personaggi che li sequestreranno, costringendo poi alcuni di loro ad intraprendere un viaggio in auto verso la scoperta di una sconcertante e terrificante verità.

Non solo un road movie dalle tinte horror e dai contorni sfumati, ma anche uno di quei film in cui vittime e carnefici si confondono, fino ad arrivare ad una resa dei conti che non fa sconti a nessuno, restituendoci la forza del passato che, nonostante tutti gli sforzi compiuti per seppellirlo e dimenticarlo, torna prepotentemente a influenzare il presente e, laddove ce ne sarà uno, anche il futuro.

Un viaggio notturno che è un ritorno a “casa” come dice l’evocativo titolo dell’opera, che è anche ovviamente un viaggio metaforico verso la scoperta di una realtà che racconta efficacemente gli effetti della violenza e del “male assoluto”.

Il tema della colpa e di come questa possa essere espiata in maniera del tutto inaspettata, soprattutto se a distanza di tempo, è centrale in questo film che si concentra principalmente sulla forza espressiva dei suoi attori protagonisti (su cui spicca il villain interpretato egregiamente da Daniel Gillies), sulla costruzione di una fitta rete di dialoghi che si dimostrano non solo rivelatori, ma anche forieri di numerosi spunti di riflessione e, infine, su un’atmosfera opprimente ed enigmatica che aleggia all’interno dell’auto in cui viaggiano i quattro protagonisti.

Rievocando un passato solo apparentemente molto remoto, ognuno di loro dovrà fare i conti con i propri peccati, riesaminando determinati avvenimenti da un punto di vista nuovo, assumendosi le proprie responsabilità, non senza aver versato, letteralmente e non, del sangue.

Un esordio notevole che mascherandosi da thriller dalle tine noir, da surivival horror nella natura incontaminata, da vero e proprio road movie, in realtà è un dramma molto particolare che racconta di un viaggio nell’oscurità, di un passaggio dal giorno alla notte che in realtà è semplicemente un ritorno alle origini di un male impossibile da dimenticare, ma soprattutto da non espiare. Insomma, come singoli, ma anche come società che chiude gli occhi di fronte ai torti perpetrati nei confronti dei più deboli e dei più indifesi, una resa dei conti dolorosa, ma innegabilmente indispensabile.

 

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