Complotto di famiglia

REGIA: Alfred Hitchock

CAST: Karen Balck, Bruce Dern, Barbara Harris, William Devane, Ed Lauter
ANNO: 1976

TRAMA:

Le strade di due piccoli imbroglioni, Blanche e George, si intersecano con quelle di due grandi furfanti, Arthur e Fran. I primi credono di riuscire ad ottenere un buon gruzzolo “consegnando” Arthur ad una sua vecchia zia che vuole lasciargli tutti i suoi averi; i secondi, invece, pensano di essere inseguiti per via dei loro loschi affari.


ANALISI PERSONALE

È possibile mescolare abilmente diversi generi cinematografici come la commedia, il giallo, il noir, in maniera a dir poco sublime? La risposta è si se dietro la macchina da presa c’è un genio incontrastato che si chiama Hitchock. Col suo ultimo film, il grande maestro, è riuscito a divertirsi, ma soprattutto a divertirci, senza dimenticare di regalarci quei brividi che hanno sempre contrassegnato il suo cinema. Ed è così che guardando questo film passiamo dal sorriso alla suspance, dalla paura al puro divertimento. Con grande stile, humor e padronanza del mestiere, il regista ci accompagna ironicamente e rocambolescamente in un viaggio che non è esente da rimandi alla società del tempo e a richiami a temi quali il sesso (prima d’ora mai affrontati a viso aperto come in questo caso con la biondina protagonista che sembra esserne “affamata”).

Blanche (la pimpante Barbara Harris) è una sedicente medium, che si diletta nell’imbrogliare avvenenti signore che credono di parlare con i propri cari defunti. Una di queste signore non si perdona di aver fatto abbandonare alla sua sorella, ora morta, un bambino ancora in fasce perché nato in circostanze disdicevoli per l’epoca. La signora non ha altro desiderio che quello di ritrovare suo nipote e fargli dono di tutti i suoi averi. Blanche, acconsente anche perché la donna le ha promesso 10.000 dollari di ricompensa. Con l’aiuto di suo marito George (il simpaticissimo Bruce Dern) comincia a fare delle ricerche che diventano poi delle vere e proprie indagini, lungo il corso delle quali la coppia si imbatte in un’altra coppia molto pericolosa. Si tratta di Arthut (il sibilino William Devane) e Fran (l’ipnotica Karen Black) che attuano dei rapimenti per ottenere in riscatto gioielli di altissimo valore. La loro copertura è impeccabile: gestiscono una gioielleria. Ad occuparsi del rilascio dell’ostaggio è Fran, che con tanto di parruccone biondo, occhiali da sole e cappello nero, sena profferir parola induce la polizia a consegnarle il prezzo del riscatto e anche un elicottero per portare un agente dal povero rapito.
Quando George comincia ad avvicinarsi un po’ troppo alla temibile coppia, dato che crede che Arthur altri non sia che la persona da lui e da sua moglie cercata, le cose per loro si mettono molto male. Infatti, lo spietato criminale, ignaro del reale motivo per il quale viene seguito dagli altri due, crede di essere ricercato da loro per intascare la cospicua taglia che vige sul capo dei famosi rapitori. Quando scopre la verità però è troppo tardi e solo una delle due coppie riuscirà ad avere la meglio sull’altra.

Che Hitchock fosse un genio lo sapevamo già. Ma con questo suo ultimo bellissimo film, ne ha dato nuovamente prova. Numerose le scene se vogliamo dire “cult”, alle quasi sicuramente grandi registi a venire si sono ispirati, primo su tutti de Palma. Indimenticabile quella nella quale vediamo per la prima volta Fran, tutta vestita di nero con tacchi a spillo e parrucca bionda, passare davanti all’auto di Blanche e George e dirigersi in un religioso silenzio verso la stazione di polizia per ritirare il suo diamante. I suoi movimenti sono quasi meccanizzati e la musica che accompagna questo suo incedere fiera e silente è a dir poco agghiacciante. Un’altra scena girata con una dose di humor incredibile è quella del guasto dei freni dell’auto di Geroge che comincia a sbandare con altre auto e moto che gli vengono incontro: la povera Blanche si abbarbica come un’ostrica a suo marito impedendogli la visuale e strillando come una matta. La differenza tra le due coppie è resa palese non solo nel modo di recitare degli attori (molto più frivoli i primi e molto più seriosi i secondi), ma anche dal cambiamento di registro nella regia, nella colonna sonora, nei toni della fotografia, nell’ambientazione stessa. George e Blanche, i più simpatici e buffi, vivono un ameno appartamento, lui fa il tassista, lei la medium imbrogliona. Entrambi però sognano qualcos’altro. Lui si trasforma in un perfetto Sherlock Holmes con tanto di pipa e lei in una detective impavida e coraggiosa. Arthur e Fran, invece, vivono in un lussuoso appartamento e nello scantinato, nascosto abilmente, c’è una sorta di ripostiglio dove ripongono le loro vittime (tra le quali persino un vescovo). Lui è molto più crudele di lei e non si fa scrupolo se per raggiungere i propri obiettivi è costretto ad ammazzare qualcuno. Lei sembra voler porre fine alle nefandezze del suo compagno.
Amalgamando ironia (come nella scena iniziale di Blanche che parla con la defunta sorella dell’anziana signora) a momenti di alta tensione (i rapimenti di Fran e Arthur, ma anche alcuni loschi figuri che compaiono all’interno del film) e regalandoci l’ultima delle sue consuete apparizioni (questa volta dietro un vetro dell’ufficio anagrafe) , Hitchock firma una pellicola di alto livello, dando il suo ultimo saluto a quella che è stata di sicuro una grandissima passione piuttosto che un mestiere: il cinema.

Regia: 9
Sceneggiatura: 7,5
Recitazione: 8,5
Fotografia: 8
Colonna sonora: 8,5
Ambientazione: 8
Voto finale: 8

 


CITAZIONE DEL GIORNO

Wendy, tesoro, luce della mia vita! Non ti faro’ niente. Solo che devi lasciarmi finire la frase. Ho detto che non ti faro’ niente. Soltanto, quella testa te la spacco in due, quella tua testolina te la faccio a pezzi! (Jack Nicholson a Shelley Duvall in "Shining", 1980)


LOCANDINA


17 commenti su “Complotto di famiglia

  1. Se pensi che questo è un film di seconda (se non terza) fascia nella filmografia di Hitchcock vengono i brividi.

    Semplicemente uno dei più grandi geni della storia del Cinema…

    Un saluto

    Chimy

  2. Infatti, se già uno dei suoi più “scadenti” è già un buonissimo film, figuriamoci gli altri! Un genio immenso il caro Hitchcock!!!

  3. si è forse uno degli hitch minori (forse Topaz è il peggiore) ma che film, forse superiore a quelli che oggi definiamo grandi film… A proposito alzerei un po’ i voti…

  4. uno dei pochissimi hitchcock che mi manca (insieme a frenzy e il sipario strappato). lo recupererò al più presto. spero…

    mario

  5. No ho visto questo film, ma Hitchcock si sa che è un genio ovviamente.

    Incontrastato maestro del brivido.

    Però di certo conosco la frase che hai scritto di Shining Ale!!

    Troppo bella quella scena con Jack Nicholson che esce di senno…

  6. non l’ho visto ma proprio in questi giorni dovrei farmi una sana dose di hitchcock..solo sull’ultima frase non sono molto d’accordo..a mio parere hitchcock considerava il suo cinema un vero e proprio mestiere..certo è ovvio che la passione fosse fortissima ma è proprio la considerazione di mestiere che ha del cinema hitchcock che gli ha permesso di girare certi capolavori!ad esempio hitchcock presenta è puro mestiere…e sia chiaro che non è uno sminuimento ma l’esatto contrario!la maggior parte dei registi improvvisati di oggi sono mossi da pura passione che evidentemente non basta quasi mai..hitchcock univa alla passione quel mestiere che lo ha reso immenso!insomma spero di essermi spiegato…

  7. Claudio non ho visto il film di cui parli, ma sono sicura che essendo di Hitchcock non potrà che essere bellissimo (nonostante sia uno dei suoi peggiori come tu dici).

    Mario, quindi sei un appassionato del regista?

    Al, Shining è un altro capolavoro incontrastato no?

    Deneil, ti ho capito perfettamente ma quello che volevo dire io è che Hitchcock ha reso l’arte del fare cinema più che un mestiere, una passione così forte (che traspare dalle sue pellicole) che travalica ogni senso del mestiere. Non so se sono stata chiara…

  8. Si si certamente…una vetta di cinema direi…Mitico Shining…e comunque il regista non è da meno…niente meno che Stanley Kubrick…già un nome una garanzia..=)

  9. Mi sa che quel libro non può ancora mancare a lungo nella mia personale biblioteca, Mario ^^

    Al non c’è dubbio Kubrick non è solo una garanzia, è proprio una certezza.

  10. Ale55andra, tesoro, luce del mio computer! Non ti dirò niente. Solo che devi lasciarmi finire il commento. Ho detto che non ti dirò niente. Soltanto, questa tua invenzione della citazione del giorno è una trovata splendida! E di questo ti ringrazio. San Kubrick te ne renda merito…

    (Alteredo e Ale55andra in C’era una volta il cinema, 2008)

    p.s.

    Ho appena pubblicato una intervista a Ambra Angiolini.

  11. Su Hitchcock ho una voragine che dovrei iniziare a colmare…

    Ho pronti x la visione Gli Uccelli e Psyco.. nn vedo l’ora!

  12. Non cominciare da Gli Uccelli: sarebbe un errore. Deformeresti la tua visione del senso di Hitchcock.

    Inizia da Il sospetto, L’ombra del dubbio e Nodo alla gola. Solo dopo Psycho. E solo alla fine, tra gli ultimi, Gli Uccelli.

    Fidati…

    ciao

    Alteredo

  13. Un grande film anche se, come è già stato sottolineato, un film un po’ sotto tono rispetto agli standard del grande regista. Un film ce ebbi la fortuna di vedere sul grande schermo. Di Hitchcock. ho visto moltissimi film, sono un po’ carente sul suo periodo inglese. Rear Window e Vertigo per i me i suoi film migliori (ma i migliori sono quasi tutti i suoi film).

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