Conferenza stampa – L'uomo che ama



Ed eccoci nuovamente in sala Petrassi, un pò spossi dalla visione di due pellicole consecutive, compresa quella in questione, pronti ad accogliere il cast di questo film italiano in concorso alla terza edizione del Festival internazionale del cinema di Roma. Ben posizionati e pronti a recepire il massimo di informazioni possibili, assistiamo all’arrivo sul palco di gran parte del cast tecnico e artistico della pellicola. Seduti di fronte a noi abbiamo la regista Maria Sole Tognazzi, i protagonisti principali della pellicola Pier Francesco Favino, Ksenia Rappaport, Monica Bellucci e la creatrice e compositrice della colonna sonora Carmen Consoli. Seduti nelle prime file il co-sceneggiatore Ivan Cotroneo e i due giovani attori che danno il volto a Carlo e Yuri. Dopo un doveroso applauso, si parte direttamente con le domande, alcune delle quali un pò provocatorie e forse fuori contesto.

Per quale motivo con questa pellicola si è scelto di mostrare il dolore di un uomo?

Maria Sole Tognazzi: “La mia scelta è dettata dal fatto che a soffrire per amore, o per qualunque altra cosa, non sono solo le donne, anzi. Gli uomini soffrono, solo che raramente si mostrano.”
Pier Francesco Favino: “Quando c’è di mezzo un sentimento, bisdogna arrendersi. Non si può lottare contro qualcosa di più grande. Anche io ho sofferto, ho lasciato e sono stato lasciato. Quando mi hanno proposto questo ruolo, all’inizio ho avuto un pò di paura, ma poi Maria Sole ha saputo guidarmi e consigliarmi benissimo. Sono riuscito a mettere a nudo quello che molto probabilmente molto uomini desideravano che venisse messo a nudo.”

In questa pellicola gli elementi come il montaggio o la fotografia sono molto visibili. Quanto questi elementi fanno parte del suo stile?

Maria Sole Tognazzi: “Con il direttore della fotografia e del montaggio c’è stata un’ottima collaborazione. Volevo un film intimo che dimostrasse l’interiorità dei protagonisti e, anche grazie a loro, ci sono riuscita.”

E’ insolito vedere delle donne completamente “risolte” nel cinema italiano, donne che sostanzialmente non hanno bisogno di un uomo. Lei cosa ne pensa?

Monica Bellucci: “Le donne protagoniste di questa pellicola, sono due donne che fanno parte della quotidianità di oggi. Sono molto pratiche e indipendenti, ma questo non vuol dire che non abbiano bisogno degli uomini, perchè gli uomini, come dico sempre, sono l’altra metà del cielo. La cosa più giusta da fare è cercare un rapporto di parità.”

Nella lavorazione di questo film sono coinvolte molte donne. Una di queste è Carmen Consoli, com’è stato lavorare con lei?

Maria Sole Tognazzi: “Questa collaborazione è una delle cose che mi ha emozionato di più, perchè io e Carmen siamo amiche e avevamo già collaborato insieme per un suo videoclip. All’epoca mi disse che le sarebbe piaciuto scrivere una colonna sonora e quando ho cominciato a scrivere la sceneggiatura di quest film ho pensato subito a lei. Lei è formidabile, perchè ha cominciato a lavorarci leggendo solo la sceneggiatura, senza ancora vedere le scene. Insomma, una collaborazione straordinaria con un dialogo costante.”

Carmen Consoli: “Questa per me è stata la prima colonna sonora e l’ho composta per un’amica. Abbiamo cominciato a collaborare sui sentimenti e ho cercato di creare una musica che bussasse al cuore. Adesso “L’uomo che ama” è dentro di me. Sono una donna “che ama l’uomo che ama”.”

Nella sua pellicola abbiamo assistito all’interpretazione di due giovanissimi attori. Cosa ne pensa di loro?

Maria Sole Tognazzi: “Ho avuto la fortuna di lavorare con grandissimi attori, ma mi sembrava interessante mostrare talenti nuovi e spero proprio che abbiano la meravigliosa carriera che meritano.”

Le è mai successo di “portare a casa” qualcuno dei suoi personaggi? Ce n’è uno in particolare che le ha cambiato la vita?

Monica Bellucci: “I miei personaggi li lascio sempre sul set, cerco di non pensare mai al passato, anche se ovviamente rimango sempre attaccata a loro in un modo o nell’altro. In questo mestiere non si smette mai di imparare, c’è sempre qualcosa di nuovo da cui trarre ispirazione.”

Gli uomini tendono a parlare d’amore solo tra di loro, secondo lei come mai? Sarà perchè le nuove generazioni sono più “femminilizzate”?

Pier Francesco Favino: “Io credo che questa sia una cosa che esiste da tempo, e non solo nel cinema. Solo che cambiano le modalità con cui gli uomini mostrano e dimostrano i loro sentimenti. E’ difficile che un uomo vada a raccontare i propri fallimenti e dolori ad una donna, ecco perchè lo fanno con gli esponenti del proprio sesso. Ho preso treni mentre lavoravo per andare a consolare degli amici e loro hanno preso treni per me. Del resto abbiamo l’esempio di Dante che ha sofferto moltissimo per amore. Anche Marlon Brando in Ultimo tango a Parigi, quando si affaccia alla finestra, ci mostra tutto il suo dolore. Io spero che cambi l’atteggiamento degli uomini e delle donne nei confronti della propria emotività.”

Cosa ha provato ad interpretare il suo personaggio?

Ksenia Rappoport: “Nel film Sara lascia Roberto perchè con il tempo l’avrebbe fatto soffrire. Lei non lo ama con la stessa intensità con cui lui la ama. Quello che volevo mostrare è che anche la persona che lascia soffre moltissimo, perchè sente molto il senso di colpa.”

L’abbiamo scoperta qui al Festival di Roma con La sconosciuta, ora ci ritorna con questa nuova pellicola. Come sta andando il suo lavoro qui in Italia? Che effetto fa tornare qui a Roma?

Ksenia Rappoport: “Non so cosa ho fatto per meritare questo amore che sento forte. Sono molto felie per le numerose proposte che mi provengono da diversi registi.”

Per quale motivo ha scelto proprio Ksenia come protagonista femminile?

Maria Sole Tognazzi: “La scelta di Ksenia è avvenuta dopo un incontro a Roma in albergo. Mi ero fatta un’ottima idea di lei grazie a La sconosciuta. Ho subito capito che era adatta per la parte. Il fatto che fosse una donna di un altro paese rafforzava l’assenza di radici che io volevo esprimere col personaggio di Sara. Non ha una casa fissa e soprattutto ha difficoltà a legarsi sentimentalmente. Un’ambiguità, un’assenza di basi che lei ha reso alla perfezione.”

Che differenza c’è tra registi russi e italiani? Ha intenzione di continuare con il suo lavoro a teatro in Russia?

Ksenia Rappaport: “Non c’è nessuna differenza. La differenza è tra le personalità. Non importa la nazionalità, ma il carattere, la forza nell’esprimere le cose. Ho molti problemi con il teatro, lavoro moltissimo in Russia e non riesco a fare tutto quello che vorrei fare. Ma non voglio perdere il teatro russo.”


Pubblicato su www.livecity.it

4 commenti su “Conferenza stampa – L'uomo che ama

  1. In questo caso non ti invidio perché gli intervistati non mi sembrano abbiano molto da dire. Magari avrei voluto conoscere la Bellucci (ma non in quanto attrice… ehm…^^)

  2. Bè si, in effetti, è sempre molto impostata, questo è vero. Comunque sia, pur non apprezzandola come attrice, devo dire che è stata una vera “signora”, quando ha risposto ad una serie di domande a dir poco provocatorie della serie “Chi le ha insegnato a recitare?”…

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