Contagion

REGIA: Steven Soderbergh
CAST: Matt Damon, Gwyneth Paltrow, Jude Law, Kate Winslet, Laurence Fishburne, Marion Cotillard, Bryan Cranston, John Hawkes, Jennifer Ehle, Elliot Gould
ANNO: 2011
 
Una donna in aeroporto comincia a tossire e a dare segni di malumore. Tornata a casa da figlio e marito, sviene per debolezza e viene portata d’urgenza in ospedale. Qui i medici non possono far nulla per salvarle la vita, scoprendo ben presto che la causa del decesso è un virus che comincerà ad espandersi alla velocità della luce, contagiando moltissime persone. Il mondo della politica, della medicina e del giornalismo si  intrecceranno per cercare di arginare o sfruttare, a seconda dei casi, la questione e per evitare una catastrofe globale.

Lontano dai sensazionalismi dei disaster-movie basati su catastrofi o in questo caso virus globali che mettono a repentaglio la vita dell’intera popolazione mondiale, questo “Contagion” risulta sicuramente apprezzabile e coinvolgente, dal punto di vista delle considerazioni di fondo e non delle emozioni (purtroppo), ma decisamente poco avvincente e ritmato, nonostante il tema di fondo lasciasse spazio a questo genere di elementi. Al di là della sensazione di stasi a livello d’azione che potrebbe comunicare allo spettatore, in un certo senso disattendendo le aspettative e dunque dimostrandosi comunque in qualche modo originale, l’ultima fatica cinematografica di Soderbergh è sorprendente perché riesce ad affiancare due concetti ben differenti, rendendoli in qualche modo combacianti e creando, così, una metafora ficcante e  comunicativa. Si parla della pericolosità della diffusione incontrollabile e inarrestabile di un virus, ma dall’altro lato, della stessa nocività della propagazione incontenibile e difficilmente gestibile delle notizie di un certo tipo, con conseguente sguardo di approfondimento sul mondo dei media e della politica, nonché degli organi preposti al particolare campo di interesse della pellicola, con riferimento quindi a medici, scenziati, dirigenti, ecc…Il dubbio etico circa la condotta di molti di questi personaggi è l’altra carta vincente del film, dal momento che lo stesso spettatore si ritrova a soffermarsi sulle decisioni di alcuni di loro, senza riuscire, spesso, a venirne a capo, così come fa lo stesso regista che non parteggia per nessuno e dà uno sguardo imparziale sulla gestione di grosse responsabilità che molti protagonisti, in particolare quello interpretato ottimamente da Laurence Fishburne, devono affrontare senza avere grossi margini di spazio (“Cerchiamo di non farlo sapere a nessuno, prima che lo sappiano tutti”, dice più o meno ad un certo punto). Altro argomento collaterale toccato da Soderbergh, questa volta forse in modo un po’ superficiale, è il diffondersi del giornalismo web con piattaforme online, come blog e social network vari, che sembrano ormai aver seppellito la carta stampata (di qui il personaggio del giornalista freelance interpretato da Jude Law, forse un po’ troppo caricato di manifestare l’assunto di fondo, ma comunque ben interpretato dal sempre soddisfacente Jude Law). Tema tra l’altro trattato un paio d’anni fa dal ben più riuscito, sotto questo unico punto di vista, “State of play”, film se vogliamo interamente dedicato a questa tematica particolare.
Si può godere, comunque, di una buona colonna sonora dai sapori elettronici che riesce a donare ritmo laddove, come suddetto, viene a mancare dal punto di vista narrativo e, stranamente parlando di Soderbergh, anche stilistico. Molto apprezzabile anche la coralità dei protagonisti, ognuno col giusto peso e la giusta dimensione e ognuno interpretato da attori di grido, non solo per il loro status di grandi star ma, soprattutto, per il loro talento. Del resto, pindaricamente e magari esageratamente, si può ricondurre il team di protagonisti che qui si riuniscono, fisicamente o idealmente, per comprendere, arginare e poi magari risolvere la situazione, al gruppo di mattacchioni che si riunivano in “Ocean’s eleven” e poi nei suoi prequel, per portare a termine i loro non proprio leciti scopi. Certo è che Soderbergh si diverte a giocare coi suoi amici interpreti, proponendo sempre cast di altissimi livelli, ma questa volta gigioneggiando pochissimo e facendosi serio al punto giusto. Della vecchia banda di Ocean, del resto, ci rimangono solo lo stralunato Matt Damon e l’occhialuto Elliot Gould. Per tutti gli altri ci sono i pochissimi minuti di una bellissima Gwyneth Paltrow, gli occhioni irresistibili di Marion Cotillard, la sofferenza e l’umanità della sempre straordinaria Kate Winslet, la sorpresa di vedere Bryan Cranston in un ruolo diverso da quello di Mr. White (gli amanti delle serie televisive sanno di che stiamo parlando) e l’imprevedibilità della risoluzione del mistero da parte dell’attrice meno famosa del gruppo, la giovane Jennifer Ehle.
Come si sarà diffuso  questo terribile virus? La narrazione parte dal giorno 2, infatti, e lo spettatore dovrà aspettare la fine del film per comprendere, osservando finalmente alcuni importanti avvenimenti del giorno 1, come spesso siano il caso e la banalità a regnare sulle nostre vite.

VOTO:

Pubblicato su www.livecity.it

10 commenti su “Contagion

  1. secondo me soderbegh è, in genere, sopravvalutato (a parte erin btokovich e traffic, non ricordo suoi grandi film), eppure questo film è leggermente sopra la media dei film di genere su catastrofi ed epidemie varie (nettamente migliore, per fare un paragone, di virus letale di wolfang petersen)

  2. La Winslet è l'unica che si salva (tutto sommato anche Fishburne) e francamente il film lo trovo mediocre…..ma gli attori il loro lavoro l'hanno fatto, e proprio il film che non si salva……
    sembra la prima puntata di una serie televisiva……
    voto 5…..
    Buonanotte! 

  3. Bè, ovviamente sono gusti. Io l'ho trovato asciutto, secco e poco sensazionale. Il tutto al punto giusto. Certo per certi versi era anche piatto e privo di scossoni. Ed è per questo che non lo trovo ottimo, ma soltanto un buon film. Il cast fa veramente la sua parte, questo è vero.

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