Correndo con le forbici in mano

REGIA: Ryan Murphy

CAST: Annette Bening, Brian Cox, Joseph Fiennes, Evan Rachel Wood, Alec Baldwin, Joseph Cross, Gwyneth Paltrow, Jill Clayburh, Patrick Wilson
ANNO: 2006

TRAMA:
E’ il racconto dell’adolescenza tormentata di Augusten Borroughs, cresciuto con un padre alcolisa e una madre sempre sull’orlo della depressione a causa dei suoi fallimenti nel campo letterario. Quando i suoi si separano, la madre ormai caduta nel baratro della depressione, lo affida al suo psicologo mandandolo a vivere da lui. Le cose per Augustin non andranno affatto meglio, anzi…fino a quando deciderà di abbandonare tutto e andare a cercare fortuna a New York.


ANALISI PERSONALE

Correndo con le forbici in mano è diretto da Ryan Murphy, il regista di Nip/Tuck e solo questo dovrebbe lasciare intendere il livello di "pazzia", di estetismo, di stramberia e di grottesco insito nella pellicola. Per chi ha gustato almeno qualche volta uno degli episodi della famosa e fortunata serie televisiva incentrata sulla storia dei due chirughi plastici, non sarà difficile trovare delle connessioni, e non poche. Ad esempio l’ossessione per la cosmesi, che se nel telefilm era affidata ai due chirurghi in questo casa viene posta nelle mani del giovane Augustin (Joseph Cross) che vuole diventare un parrucchiere e un estetista.
Il film racconta i primi 15 anni di vita del ragazzo, prima bambino molto sensibile e intelligente e poi adolescente un pò instabile e fragile. Sin da bambino ascoltava le poesie della mamma, fissata col sogno di diventare famosa, sogno trasmesso anche al piccolo figlio. E sin da bambino assiste alle liti furiose tra sua madre (Annette Bening) e suo padre (Alec Baldwin). Le visite dello psicologo sono frequenti, perchè Deirdre, la mamma di Augusten è convinta che suo marito voglia ucciderla e voglia soffocare i suoi sogni. Capiamo subito che il Dr. Finch (Brian Cox) non adotta metodi a dir proprio ortodossi, conducendo le analisi sui suoi pazienti in maniera alquanto stramba. Nel suo studio c’è addirittura una stanza che lui ha battezzato Masturbatorium. Divenuto grande Augustin, sembra quasi abituato all’instabilità della sua casa, ma prega i suoi genitori di provare ad essere una famiglia normale, ma ormai quel briciolo d’amore rimasto è scomparso affogato nell’alcool e nell’ossessione di Deirdre. Lei e suo marito Norman, dopo l’ultma furiosa lite si separeranno spezzando il cuore del piccolo Augisten. Norman non si farà sentire per molto tempo, deciso a staccare la spina da quella vita "malata" e Deirdre perderà la testa nel vano tentativo di realizzare i suoi sogni. Si recherà con Augusten a casa del Dr. Finch e i due rimarranno a dir poco stupiti davanti alla sua abitazione. Si tratta di una villa vittoriana ormai fatiscente tutta dipinta di rosa shocking. Ma anche l’interno non è da meno: pile di piatti su piatti sporchi sul lavandino, alberi di natale lasciati da anni, bambini che fanno la cacca per terra, cianfrusaglie ovunque. Il posto non è dei migliori, ma la compagnia è "ottima". La moglie del signor Finch, Agnes (Jill Claybourh) suole starsene tutto il giorno sul divano a guardare b-movie horror sgranocchiando i croccantini del cane, la figlia Natalie (Evan Rachel Wood) si diverte facendo elettroshock ai pazienti di suo padre, l’altra figlia Hope (Gwyneth Paltrow) ha l’unica compagnia del suo gatto ed è molto fedele allo strambo padre. Costui, dopo aver "visitato" Deirdre, le consiglia di affidarle temporaneamente suo figlio e di andare a vivere da sola per un pò.

Ormai assuefatta agli psicofarmaci e incapace di pensare con la propria testa, Deirdre acconsente, affidandogli addirittura la custodia legale di suo figlio. Per Augusten questo sarà un altro duro colpo da sopportare. Tarderà ad amalgamarsi alla stramba famiglia e soffrirà molto per l’amore negato di sua madre e di suo padre che si rifiuta persino di parlargli al telefono.
Ben presto si affezionerà alla sua nuova famiglia, soprattutto a Natalie, sfrontata e divertente (la prima a cui confesserà la sua omosessualità), e ad Agnes forse la più sola di tutti, nonostante l’affollamento della casa. Col passare del tempo farà la conoscenza di un altro figlio adottivo del Dr. Finch, cacciato di casa tempo prima. Si tratta di Neil Bookman (Joseph Fiennes) che gli rivela di essere gay a sua volta. Tra il giovane quindicenne e l’attempato trentacinquenne nascerà una relazione nella quale entrambi si rifugieranno nei momenti di sconforto. Infatti anche Neil ha il suo bagaglio di sofferenze e problemi, principalmente causati dall’abbandono del padre adottivo che tratta suo figlio come tratta tutti i suoi comuni pazienti, e cioè in maniera del tutto anormale. Ma la vita, per Augusten, va avanti lo stesso tra i week-end passati con la madre e la sua stramba "compagnia" di poetesse in erba e le settimane passate a casa Finch, dove nulla è dato per scontato. Le passeggiate con Natalie e le loro prese in giro alla sorella Hope sono i suoi momenti migliori, quelli in cui si diverte davvero e forse cancella per un attimo gli infiniti problemi che lo affliggono. Problemi che non dovrebbero riguardare dei ragazzi così giovani. A casa di Finch regna l’anarchia, chiunque è libero di fare ciò che vuole, il signor Finch non si arrabbia nemmeno quando si accorge che Natalie e Augustin hanno fatto un buco enorme nel soffitto perchè li "opprimeva" o non batte ciglia quando sua figlia Hope tiene segregata in una gabbia la sua gatta (perchè in sogno le aveva detto di essere malata e di voler morire con accanto la sua padrona). Durante il suo racconto Augustin suggerisce che forse il gatto è morto perchè ingabbiato per quattro giorni senza cibo e senza acqua.
Per Agnes, il cui unico sogno era forse avere una famiglia da accudire, la grottesca situazione della sua casa e della sua famiglia è stata causa di una sorta di estraniamento da tutto e da tutti. Estraniamento che l’ha portata a non occuparsi più di nulla rimanendo tutto il giorno seduta sul suo divano. Ma forse l’arrivo di Augusten ha scosso il suo animo e le ha fatto rinascere la scintilla che ormai si era spenta in lei, quella che porta a realizzare i propri sogni, ed il suo era occuparsi di qualcuno. Ad un certo punto, Augusten scopre che sua madre ha instaurato una relazione con una delle sue "poetesse" e soprattutto che ha deciso di affidarlo legalmente e quindi definitivamente alla famiglia Finch. La sua reazione non sarà delle migliori e per Deirdre questo sarà un ulteriore passo verso il baratro della depressione. Con la connivenza del suo "tutore" Augusten la farà ricoverare per un breve periodo in una clinica psichiatrica, e per un pò i risultati si faranno notare. Deirdre riacquisterà un minimo di equilibrio, salvo poi perderlo subito dopo annegato nella solita "fissazione" della scrittura. Quando per Augusten tutte le problematiche che lo circondano diventeranno troppo dolorose ed oberose, arriverà il momento di svolta.


Dopo aver scoperto che sulla casa dei Finch c’è un’ipoteca e che il signor Finch non fa altro che sfruttare il prossimo per non andare alla deriva (ha utilizzato tutti i soldi per il college di Natalie, come i soldi che Neil aveva ricevuto in eredità dai suoi defunti genitori nonchè tutti gli assegni mensili mandati da Norman per Augustin), deciderà di andare via di casa per sempre. Telefonerà a Natalie invitandola ad andare a vivere con lui a New York, promettendole di mantenerla agli studi, ma la ragazza non troverà il coraggio di andare all’appuntamento alla fermata dell’autobus. Augustin verrà raggiunto invece da Agnes, l’unica oltre a Natalie che gli voleva davvero bene. Questa lo ringrazierà per averle ridato una parvenza di "famiglia" e gli donerà i risparmi di una vita, tenuti ben nascosti dalle grinfie del marito. Augustin, dopo aver salutato tra le larcime la cara Agnes, partirà alla volta del suo nuovo futuro.

Il motivo principale che mi ha spinto a guardare questa pellicola oltre al nome del regista (io adoro Nip/Tuck) e al cast altisonante, è stato il fatto che si trattasse di una storia vera, tratta dall’autobiografia dello stesso Augusten. Io amo moltissimo le storie autobiografiche, soprattutto quando sono così particolari e sofferte. Alla fine infatti, dopo i titoli di coda ci vengono presentati i singoli personaggi e ci viene riferico cose ne è stato di loro e infine, ci viene mostrato l’attore Joseph Cross accanto al vero Augusten, scena che ho trovato emozionantissima. Il film è contrassegnato da molti pregi: una fotografia molto curata, un’ambientazione caotica e molto colorata contraddistinta dall’abitazione dei Finch davvero caratteristica, una colonna sonora tutta anni ’70 davvero apprezzabile e godibile, una sceneggiatura ricca e piena di pathos che delinea alla perfezione ciascun personaggio, soprattutto quello tormentato di Deirdre e quello strambo e sopra le righe del Dr. Finch e un livello di recitazione davvero molto alto, soprattutto per quanto riguarda le prestazioni di Gwynet Paltrow che ho trovato perfetta e del ventenne Joseph Cross che interpreta un quindicenne; ma in alcuni punti un pò troppo affettato e "manierato" soprattutto per quanto riguarda Annette Bening che a mio avviso ha calcato un pò troppo la mano.


Inoltre, in alcuni punti non si riesce a reggere la noia della ripetitività delle azioni. Insomma, il film avrebbe potuto dare lo stesso risultato e forse anche migliore con una buona mezz’oretta di meno e avrebbe evitato di essere ridondante e ripetitivo. E’, inoltre, chiaramente visibile il paragone ed il richiamo a quel grande film di Wes Anderson, I Tenenbaum, ma non si raggiunge con questa pellicola lo stesso livello di ironia e di stile. Pur essendo un prodotto più che dignitoso, Correndo con le forbici in mano, insomma, non riesce a decollare e a raggiungere livelli alti. Certo le emozioni si provano, e anche spesso, soprattutto durante i dialoghi di Augusten con sua madre, ma anche nella sua relazione con Neil o con gli altri componenti della famiglia Finch, come il saluto finale con Agnes, ma la pellicola scade in alcuni punti volendo emulare lo stile e l’ironia presenti ne I Tenenbaum, ma non riuscendoci e soprattutto indiguando su certe situazioni troppo a lungo rendendo alla lunga la visione noiosa. I momenti divertenti ci sono eccome, come quando ad esempio il Dr. Finch di prima mattina sveglia tutta la famiglia per accorrere a guardare in bagno i suoi escrementi mattutini che sono rivolti verso l’alto e che quindi sono segno di una ripresa economica della famiglia, chiedendo poi alle sue figlie di erigere un monumento alla sua cacca o come quando la bacchettona Hope sta cucinando uno stufato per tutti i suoi "fratelli" e dopo averlo fatto assaggiare a Natalie le dice che il suo ingrediente segreto è la gatta che andandole in sogno le ha chiesto di essere disseppellita e cucinata.
I piccoli difetti di Correndo con le forbici in mano però scompaiono, schiacciati dai grandi pregi e qualità più che positive e riesce a raggiungere in moltissimi punti alti livelli di profondità di linguaggio e qualità espressiva e comunicativa.

Consigliato agli amanti delle autobiografie, sconsigliato a chi si annoia subito se non c’è un pò di movimento.


Regia: 7
Sceneggiatura: 8
Recitazione: 7,5
Fotografia: 7,5
Colonna sonora: 7,5
Ambientazione: 8
Voto finale: 7,5



CITAZIONE DEL GIORNO

"Cosa fai nella vita?" "Sono in pensione. Da piccolo ho inventato i dadi" (Kiss Kiss, Bang Bang)


LOCANDINA

9 commenti su “Correndo con le forbici in mano

  1. Alessandra, ci troviamo sempre daccordo eh! Questo esordio di Ryan Murphy a me è piaciuto parecchio, nonostante sia stato quasi universalmente distrutto dalla critica! ^^ L’ho rivisto poche settimane fa in lingua originale: alla seconda visione la sua forza è rimasta intatta e ho provato le stesse identiche cose della prima volta, il che per me non è poco! Dissento solo un pò sulla considerazione su Annette Bening. Io l’ho trovata grandiosa come sempre e penso che le scene più belle siano quelle con lei protagonista. Ne ho scritto anche io tempo fa, se ti va di leggere! 😉

    Ciao!

  2. Certo che mi va, provvedo subito.

    Premetto che non ho una particolare simpatia per Annette Bening, ma ammetto che è una grande attrice. Però non so mi è sembrata un pò troppo “calcata” e “calcolata” in questa sua interpretazione, rimanendo il fatto che è comunque ottima ^^

  3. Eh, io invece la venero! ^^

    Sai che sarà anche nel prossimo film di Murphy, che tra l’altro ha un cast di all stars che fa impallidire!?

  4. Wow, cast fornitissimi e se replica gli ottimi risultati di Nip/tuck e di correndo con le forbici in mano mi sa proprio che ci sarà da leccarsi i baffi!

  5. Purtroppo no ho visto nemmeno questo. Ma la tua recensione mi ha convinto a recuperare il film, visto anche che Murphy ne sta girando altri 2. Grazie e a presto.

  6. Grandissimo murphy! (purtrroppo visto da pochissimi)

    ale il tuo approccio analitico e le tue rece mi spaventano sempre di più…^^

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.