Cyrus

REGIA: Jay e Mark duplass
CAST: John C. Reilly, Marisa Tomei, Jonah Hill, Catherine Keener
ANNO: 2010

John, separato da sette anni, ancora non riesce a riprendersi, ma la sua ex-moglie, ancora sua amica, decide di portarlo ad una festa con il suo futuro marito, per fargli conoscere la donna giusta. Qui l'uomo incontra Molly e scatta subito la scintilla. Il figlio 21enne di lei, però, cecherà di ostacolarli in tutti i modi, fino a quando sembrerà che solo uno dei due potrà vincere l'amore della donna.

Un genere forse ancora troppo sconosciuto quello del mumblecore, nato all’inizio degli anni 2000 e ancora nel pieno della sua crescita e del suo sviluppo. Trattasi di un cinema estremamente indipendente, prodotto con pochissimi soldi e affidato principalmente alla forza di dialoghi incessanti e inarrestabili, ma soprattutto alla capacità di improvvisare degli interpreti.
Tra i più importanti esponenti di questa corrente artistica ci sono i fratelli Jay e Mark Duplass che nel 2008 hanno sbancato alla Festa Internazionale del Film di Roma con il loro originalissimo e simpaticissimo “Bughead”, film nel quale due coppie di ragazzi si riuniscono in un cottage per scrivere la sceneggiatura di un film, e si ritrovano a dover affrontare problemi irrisolti tra loro, ma soprattutto il terrore per l’arrivo di strane presenze.
Lo stesso Mark Duplass è stato protagonista di un altro film appartenente al genere, distribuito anche in Italia quest’anno, nel quale ha recitato accanto a Joshua Leonard per la regia di Lynn Shelton. In questo caso era alle prese con l’interpretazione di un uomo sposato e posato che riceve la visita del migliore amico scapestrato e fuori di testa. Questi gli propone di girare un film porno omosessuale per dimostrare di non avere barriere mentali e di essere ancora in grado di divertirsi e fare pazzie.
Anche se un’altra peculiarità del mumblecore è quella di avvalersi di attori sicuramente valenti ma poco conosciuti, con l’ultimo film appartenente al filone, “Cyrus”, abbiamo avuto una gradita eccezione. A comporre il cast, infatti, abbiamo attori del calibro di John C. Reilly, Marisa Tomei, Catherine Keener e Jonah Hill.
Il primo si trova ad interpretare il ruolo di un uomo separato da sette anni, ma ancora depresso per l’abbandono della moglie. Questa è interpretata da Catherine Keener, rimasta amica del so ex-marito, e desiderosa di vederlo sistemato con un’altra donna. Lo porta, allora, ad una festa insieme al suo futuro marito e qui John fa la conoscenza di Molly, interpretata da Marisa Tomei, con la quale si sente subito in sintonia. Tra i due nasce qualcosa, ma superare l’ostacolo del figlio 21enne e morbosamente geloso di lei (il giovane ma già affermato Jonah Hill), sarà quasi impossibile.
Il film si affida, ovviamente, alla maestria dei bravi attori che lo interpretano, ma anche ad un sapiente mix di ironia, commedia e dramma, rimanendo sempre in equilibrio e non esagerando mai coi toni né in un senso, né nell’altro. Altro marchio di fabbrica del mumblecore, stavolta registico, è l’utilizzo di ripetute zoomate sui primi piani nei momenti topici o sui gesti più significativi compiuti dai vari protagonisti. Anche “Cyrus” è accompagnato da questo genere di espediente, cosa che lo rende al tempo stesso semplice e significativo.
L’unica pecca che possiamo imputare al film è una certa prevedibilità negli snodi narrativi e nelle soluzioni dei vari rapporti interpersonali, con un finale sicuramente intuibile, ma comunque alquanto azzeccato. Eliminata la sensazione di convenzionalità narrativa, si può godere in compenso di una apprezzabile anticonvenzionalità formale e stilistica.

VOTO:

Pubblicato su www.loudvision.it

11 commenti su “Cyrus

  1. Lo devo recuperare!

    Mi sembra che negli ultimi anni però si cerchi un po' troppo di creare "nuovi generi" cinematografici, nuove correnti, nuovi "contenitori", quando alla fin fine questo tipo di cinema è sempre esistito; perchè chiamarlo "mumblecore" adesso?..mi ricorda un po' quello che è successo col NAM (new acoustic mouvement) con la musica: la solita musica che però inserita in un "nuovo" contesto (gruppo, genere…chiamalo come vuoi) sembrava pure lei nuova…
    Mia idea.
    Ciao.

    21

    P.s. "clerks" era mumblecore?..giusto per citarne uno..

  2. Ciao 21, io credo e penso che se nasce l'esigenza di creare dei nuovi generi cinematografici è perchè si ha la sensazione di doversi in qualche modo allontanare dal canone imperante che circonda l'arte cinematografica, con mega-produzioni e quant'altro, che per carità se offrono dei buoni prodotti ben vengano anche loro. Penso che sia proprio questo lo spirito del genere mumblecore che dandosi un nome penso voglia anche darsi un'identità oltre a creare una distanza ideale dal tipo di cinema succitato. La domanda su Clerks è un pò difficile, perchè quel film ha sì molte cose in comunque col genere in questione, soprattutto lo spirito di fondo di allontanarsi dalle grandi produzioni e di fare un prodotto più genuino e quasi "casereccio" oserei dire; ma porta con sè anche alcune caratteristiche che per il momento non mi è sembrato di notare nel mumblecore, come ad esempio l'estrema volontà di divertimento e di ironia, insita soprattutto nelle battute a doppio senso, o direttamente esplicite, sul sesso. Insomma c'è una vena estremamente comica, oltre che citazionistica, in Clerks che ancora non ho avverito negli esponenti del mumblecore che ho visto.

  3. Mmm…continuo a non capire cosa differenzia questi film da altre migliaia di film "indipendenti" usciti negli ultimi anni. (E forse nemmeno loro lo sanno!)
    L'ironia assente?..non penso; in quei pochi film che ho visto , manco sapendo che fossero dei mumblecore, c'è dell'ironia e non poca, humour freddo, realista, cinico fin che vuoi..ma c'è.
    Basso budget?..come nella maggior parte dei veri film indipendenti.
    Escono tutti dal Sundance?…beh, non è nato l'altro ieri il festival…

    Per farti un altro esempio, Hal Hartley?…era mumbecore?

    Magari un comune denominatore potrebbe essere la generazione rappresentata da questo "genere": trentenni disillusi; gli eredi del genere indipendente anni '90…
    Ma forse dico una porcheria.

    Ciao

    P.s. secondo me comunque neanche te di fronte a 10 film sai dirmi se uno è o non è mumblecore! 🙂

  4. Ma io tentavo un'interpretazione, in effetti una risposta precisa non ce l'avevo 🙂 Il film che citi non l'ho ancora visto. L'ironia è presente in questi film che vanno sotto il genere del mumblecore, ma non è così  pregnante e trascinante come quella di Clerks. Altro comune denominatore è sicuramente la generazione dei protagonisti, anche se in questo caso specifico siamo sui quaranta e passa volendo…

  5. Grazie della risposta, in tutti i casi.
    Approfondiremo!
    Comunque…per il "film" che ho citato intendi Hal Hartley il "regista"? 🙂
    Ciao!

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