Donnie Darko


REGIA: Richard Kelly

CAST: Jake Gyllenhaal, Maggie Gyllenhaal, Jena Malone, Holmes Osborne, Mary McDonnell, Daveigh Chase, Katherine Ross, Drew Barrymore, Beth Grant, Patrick Swayze, James Duval

ANNO: 2001

 

TRAMA

 

Donnie Darko, a causa di un episodio di piromania, viene sottoposto a cure psichiatriche che lo rendono più aggressivo e nervoso. Un enorme motore di aereo cade sulla sua stanza, ma la sua vita è salva grazie al fatto che un enorme coniglio, visto solo da lui, ogni notte lo porta verso altre destinazioni nelle quali poi si risveglia per tornare a casa. Lo stesso coniglio gli ha predetto che a breve ci sarà la fine del mondo e che nel frattempo deve compiere delle azioni per far sì che ciò non avvenga.

 



ANALISI PERSONALE

 

E’ stato considerato un cult sin dalla sua uscita e forse si tratta di una piccola esagerazione. Fatto sta che, comunque, Donnie Darko è un film davvero molto particolare ed intrigante che sicuramente non passa inosservato e che probabilmente non verrà mai dimenticato, anche grazie al battage pubblicitario che si è creato sia prima che dopo la sua uscita. Critici di tutto il mondo si sono divisi nel giudizio, ma soprattutto nell’interpretazione di questa a tratti indecifrabile pellicola, ma anche il pubblico non è stato da meno. Un film che quindi ha spaccato le opinioni degli spettatori in due, con chi lo ritiene un vero e proprio capolavoro degno di essere paragonato ai migliori film di Lynch e chi, invece, pensa che sia solo un ingarbugliato e inutile susseguirsi di azioni e dialoghi senza senso.

Da queste parti, ci piace pensare che la verità è sempre nel mezzo e questo “motto” ci pare del tutto indicato proprio per questa pellicola, che se non è un vero e proprio capolavoro, sicuramente e decisamente non è affatto un film da tenere in scarsa considerazione. Perché Donnie Darko, al di là di qualsiasi interpretazione vogliamo dargli, ha il grande pregio di coinvolgere emotivamente ed intellettualmente lo spettatore. Un coinvolgimento pieno, non solo perché si ha quasi bisogno di riuscire a comprendere cosa succede al giovane studente e per quale motivo si comporta in determinati modi, ma anche e soprattutto perché le sue visioni, le sue azioni, il suo stesso volto trasmettono un’inquietudine ed un’angoscia non indifferenti. E quando un film riesce a trasmettere sensazioni ed emozioni così forti, non si può affatto dire che non sia riuscito. Merito soprattutto dell’allora giovanissimo Jake Gyllenhaal, il personaggio di Donnie, davvero molto enigmatico, è uno dei meglio costruiti degli ultimi anni, proprio perché l’aura di mistero che lo circonda, oltre al suo passato oscuro, rendono il racconto di una fetta di vita di per sé problematica quale può essere l’adolescenza, ancora più intrigante ed interessante. Donnie è un ragazzo che si distingue dalla massa, non solo perché viene colto da improvvise e terrificanti visioni del coniglio Frank che, oltre a profetizzargli la fine del mondo, lo porta a compiere delle azioni apparentemente inutili e disastrose, ma alla luce dei fatti necessarie per evitare tragedie o per smascherarne altre; ma soprattutto perché si rifiuta di accettare chiunque gli propini una visione della vita semplificata e prestabilita e perché, non godendo di ottima fama tra i suoi compagni, empatizza e solidalizza con i più deboli (molto importante, anche se di contorno, il personaggio di Cherita).

 

Se ci aggiungiamo un’ingarbugliata ma interessantissima visione dei viaggi nel tempo (tutto quello che vediamo dalla caduta del motore in poi è solo un sogno profetico o è un vero e proprio viaggio nel tempo, o magari non è nessuna delle due cose, ma trattasi di un salto temporale della durata di 28 giorni?), corroborata con delle tesi scritte su alcuni testi (il punto di riferimento è Hawking, anche se poi nel film viene inserito il romanzo scritto da Roberta Sparrow, soprannominata "nonna Morte", che vaga sul sentiero tra la sua casa e la cassetta della posta e sussurra nell’orecchio di Donnie che "ogni persona quando muore è sola"), le cose si fanno più confuse, ma anche più affascinanti e avvincenti. Straordinaria, inoltre, la colonna sonora che accompagna perfettamente le immagini cupe e angoscianti che ossessionano Donnie e ben presto anche noi. Resta da capire qual’era l’intento principale del regista, creare un fanta-horror o magari raccontare, tramite l’espediente dei viaggi nel tempo e dell’inquietante coniglio, quelle che possono essere le conseguenze di un’adolescenza difficile e soprattutto di una terapia psichiatrica a base farmacologica? Al di là degli intenti, che sono quasi sempre ininfluenti ai fini del giudizio finale su una pellicola, Donnie Darko ci offre anche una visione profonda della società grazie ad una serie di personaggi che raccontano determinate verità, a partire da Jim Cunnhingam (un inedito Patrick Swayze), cialtrone che tenta di propinare le sue assurde teorie sulla linea della vita che si dividerebbe in due sole categorie: la paura e l’amore (Donnie le proverà paradossalmente entrambe, pur essendo in netto contrasto con le idee di Jim); fino ad arrivare alla professoressa Karen Pomeroy (Drew Barrymore) che legge ai suoi ragazzi un racconto di Graham Green nel quale si parla di "distruzione" e per questo viene cacciata via. Ognuno di loro (anche i genitori, le sorelle, i compagni di scuola, la neo-fidanzatina), saranno per Donnie fonte di ispirazione per le sue azioni e le sue scappatelle notturne, che notte dopo notte, si susseguiranno fino ad arrivare al ventottesimo giorno nel quale il cerchio si chiuderà e tutto tornerà al suo posto, se non fosse che i volti di ciascun personaggio ci trasmetteranno un senso di consapevolezza che ci lascerà con il dubbio sulla reale natura di tutto ciò a cui abbiamo assistito.

 

VOTO: 8




CITAZIONE DEL GIORNO

 Ti torturero’ cosi’ lentamente che morirai sbadigliando. (Da "Hudson Hawk")

 


LOCANDINA

 

29 commenti su “Donnie Darko

  1. Grande Ale lo hai visto anche tu questo film!! Bel film davvero, certo magari sopravvalutato dalle critiche, ma comunque meritevole di giudizi positivi. E poi Jake Gyllenhaal è bravissimo…

  2. Si si, lo vidi alla sua uscita e poi anche altre due volte. L’altro giorno l’ho visto per la quarta volta. Comunque sono d’accordo, Jake in questo film è davvero bravissimo.

  3. Glore, per me 9 forse è un tantinello esagerato, fermo restando che comunque il film mi ha colpito moltissimo.

    Stefano, a te non è piaciuto?

  4. Alè, sono d’accordo, forse eccessivamente sopravvalutato però comunque molto bello. La colonna sonora è da paura! Vengo a vedè il sito!

  5. Donnie Darko mi piace assai!

    Lo definirei cult? Forse.

    Lo accosterei a David Lynch? Ma neanche per sogno ^___^

    La cosa che mi è piaciuta da subito è che si presta a diversi piani di lettura…senza parlare poi della colonna sonora, veramente splendida ^___*

  6. forse vi sembrerà un tantino esagerato ma io penso di non aver mai visto fino ad ora un film tanto bello…x me il voto è 10 xke nn credo sia possibile fare un film ke riesca a crearti certi stati d’animo e a coinvolgerti talmente tanto da farti sentire ke e diventato tuo…

  7. molto carino Donnie Darko.. diventerà un cult.

    Vi ricordo che tra qualche ora, alle 15 su Peeping Tom, si terrà il consueto round del torneo cinefilo.

    Accorrete numerosi, siore e siori!

    Più gente entra, più bestie si vedono !

  8. Si weltall, è aperto alle interpretazioni, anche a me piacciono i film così.

    utente anonimo, se ti è piaciuto così tanto allora è giusto che tu gli dia 10, io ho l’ho trovato molto ben fatto e coinvolgente, ma non fino a quel punto.

    Tom, per me è già considerato un cult comunque. Oggi spero di poter rimanere fino alla fine per il quiz, ma non so se ci riuscirò.

  9. Per me è un film che se fosse soltanto per la trama non supererebbe il 6, ma unendo i vari elementi, scenografia, colonna sonora, “attori” (tra virgolette perché l’illusione riesce comunque bene) e regia arriva ad 8.

  10. Vabè la trama è un pretesto per raccontare delle cose, come appunto l’alienazione di Donnie, e tutti gli altri personaggi con le loro caratteristiche. Comunque perlomeno sei d’accordo col voto.

  11. Io sono tra quelli che credono che Donnie Darko sia un tantino sopravvalutato, invece.

    Insomma, è un buon film, niente da dire, ma non lo reputo un cult. Dietro questa pellicola c’è, come ormai accade di frequente, un’ottima azione di propaganda pubblicitaria (“Tra i cento film più belli di tutti i tempi”) ed una trama volutamente contorta.

    Dello stesso regista ho iniziato a vedere ieri sera Southland Tales, ma è di una complessità davvero notevole: dopo 40 minuti non ci ho capito ancora niente.

    Sul tema dei viaggi nel tempo ho preferito di gran lunga The Butterfly Effect.

  12. ho provato a dargli una seconda chance qualche sera fa.

    Niente da fare, non riesce a piacermi.

    A mio parere un film sopravvalutatissimo.

  13. Io invece sono rimasta comunque colpita anche alla quarta visione, che comunque è avvenuta a distanza di almeno due anni dall’ultima.

  14. Bè, per me sono esagerazioni sia da una parte che dall’altra. Non è un capolavoro, ma non è nemmeno un film da buttare via. Per me è comunque un buonissimo film.

  15. Il film e la musica mi ha fatto tornare indietro ai miei difficili anni dell’adolescenza. L’ho ibteriorizzato e qusi vissuto nello spirito e negli intenti. Cara Alessandra, vorrei dirti che il tuo blog, nella veste grafica e nell’esposizione, meriterebbe di più di certi siti sul cinema grossolani e fiacchi.

    Poi con te vorrei condividere il piacere di rivedere, ad esempio, capolavori come l’intera saga del Padrino, in lingua originale, un piacere che qualsiasi cinefilo dovrebbe avere saltuariamente. Sono riuscito a farlo in questi giorni che sono a casa da lavoro ed è un piacere assoluto a cui dedicare tempo e attenzione.

    Un saluto.

  16. psicotic le tue parole mi rincuorano e non sai quanto. Per quanto riguarda la proposta su Il padrino, devo dire che non è niente male, bisogna solo trovare il tempo e il modo ^^

  17. è un film che mi è piaciuto moltissimo per la giusta parte che ha nel film la colonna sonora,che non solo accompagna la vicenda,ma ne è parte integrante, così come ogni singolo personaggio, ognuno con una storia nella storia, ed è questo l’elemento che più di ogni altra cosa colpisce di questo film, che non era un cult movie già prima della sua uscita, già che l’opera prima di Richard Kelly esce nelle sale grazie al tributo dei fan che ne vedono una versione ridotta nel 2002, viene snobbato dal botteghino e dai critici e diventa invece un vero caso quando fu riproposto all’interno della mostra internazionale del cinema di Venezia nel 2004, tre anni dopo la sua prima uscita e più lungo di 20 minuti, versione poi ricomparsa come nostra prima visione della primavera del 2004, personalmente lo trovo un ottimo film, figlio di un mercato completamente indipendente così come indipendente è il suo regista, che produsse e ne firmò la regia, è forse per questo privo dei fronzoli narrativi che le major impongono quando producono i loro film..probabilmente senza l’apporto di jake gyllenhaal, sarebbe stato uno dei tanti film interessanti della scena indipendente del cinema americano, rende il personaggio accessibile, ben interpretato, intrigante,irriverente e a tratti simpatico.è un film che divide o lo ami o lo odi, ma di sicuro non ti può lasciare indifferente.

    Mary

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