E venne il giorno

REGIA: M. Night Shyamalan

CAST: Mark Wahlberg, Zooey Deschlanel, John Lequizamo, Betty Buckley, Frank Collison, Ashlyn Sanchez, Spencer Breslin, Robert Bailey Jr
ANNO: 2008

TRAMA:

Nel Nord-est degli Stati Uniti succede qualcosa di terribile. Prima a Central Park e poi un po’ dappertutto qualcosa nell’aria porta la gente a suicidarsi senza alcun motivo. La minaccia è oscura: si tratta di terrorismo? Di azioni segrete governative? Della natura che si ribella? Elliot Gould, un professore di scienze, insieme a sua moglie, al suo migliore amico e alla figlia di questi, cerca in tutti i modi di salvarsi la vita, ma anche di scoprire la verità sulla terribile sciagura che sta affliggendo il suo paese.

 



ANALISI PERSONALE

urbiale finale shyamaChe cos’è un film di Shyamalan senza il proverbiale finale shyamalano? Utilizzando una nota metafora si potrebbe paragonare questo film ad una ciambella non riuscita col buco, ma in realtà E venne il giorno è un ottimo film che turba e colpisce lo spettatore grazie all’altissima qualità della messa in scena e alla forza visiva che essa possiede. Quindi la parziale delusione per il solito finale a sorpresa che capovolge tutte le nostre certezze e destabilizza lo spettatore, non intacca se non in minima parte la qualità complessiva di questa pellicola, qualità davvero consistente anche grazie alla straordinaria interpretazione di Mark Wahlberg che torna ai fasti di un tempo dopo la claudicante partecipazione a I padroni della notte. Cosa ci offre dunque E venne il giorno, oltre alla solita maestra del regista capace di farci sussultare e lasciarci col fiato sospeso? Come da tradizione, il regista indiano non si limita solo a costruire dei perfetti horror-thriller dal meccanismo ben oleato, ma al primo e semplice livello di lettura ne aggiunge sempre degli altri che danno allo spettatore l’opportunità di riflettere e di misurarsi con quelle che sono le proprie paure, i propri limiti, i pericoli che corre l’uomo. Con questa sua ultima fatica, Shyamalan si è cimentato con un nuovo tipo di narrazione, quella molto particolare del disaster-movie, senza però tralasciare e sue solite venature horror-thriller. E infatti lo straordinario incipit che ci lascia con i volti agghiacciati e l’espressione sconvolta, ne è una dimostrazione: due amiche stanno leggendo su una panchina di Central Park e ad un certo punto una di loro nota che tutti i presenti si sono bloccati e cominciano a camminare all’indietro. L’amica poi continua a ripetere la stessa parola fino a quando non estrae il fermaglio dai suoi capelli e si taglia la gola. Il panico si impossessa non solo della ragazza, ma anche dello spettatore che non sa cosa aspettarsi dal proseguo della pellicola. Ed è così che una serie di avvenimenti allucinanti cominciano ad accadere non solo a New York, ma anche a Boston e pian piano in gran parte del nord-est del paese. Gente che si lancia dai grattacieli, altri che si sparano colpi in testa, altri ancora che si tagliano le vene o si gettano sotto le automobili. C’è qualcosa nell’aria, ma non si sa bene cosa.

Il professore di scienze cerca di svelare l’arcano insieme al suo amico professore di matematica, che rassicura parenti e amici snocciolando percentuali e probabilità di pericolo o meno. Si tratta di tossine rilasciate da terroristi che vogliono liberarsi più facilmente dei propri nemici? O dietro c’è lo zampino del governo che sta utilizzando la suddetta tossina per evitare ai terroristi di utilizzare armi nucleari? O la stazione nucleare, che si trova proprio nell’aera colpita da questa sciagura, sta subendo delle perdite? Uno strambo personaggio tenta una sua interpretazione: sono le piante che si stanno ribellando ai soprusi dell’uomo, così come le alghe milioni di anni fa si liberarono dei pesci, così adesso la natura si sta liberando dell’uomo.
Cosa si può fare per combattere una forza più forte di noi che sta cercando di vendicarsi dei torti subiti? Questa è la domanda principale che ci si pone a fine visione. Ma non è l’unica, lo spettatore infatti si ritrova a riflettere sull’impossibilità e l’incapacità dell’uomo di trovare “un posto dove stare”, un luogo nel quale ritrovare sé stessi e la propria vera natura, uno spazio non contaminato dalla corruzione e dalle malvagità che l’uomo stesso ha contribuito a creare e sviluppare, una dimensione nella quale ritenersi al sicuro. E non è detto che una volta trovato tutto ciò, ci si senta totalmente esenti da rischi e minacce. Durante una lezione il professore dice ai suoi studenti che bisogna convincersi che in natura ci sono degli avvenimenti che è impossibile spiegare scientificamente, come la scomparsa della api, scomparsa che se avverrebbe porterebbe di rimando anche all’estinzione della razza umana nel giro di quattro anni. Lo spettatore più sensibile non può rimanere inerme di fronte alla proposizione di cotali interrogativi, e proprio per l’importanza dei messaggi
lanciati dal regista non ha il tempo per rendersi conto della scarsa qualità di alcune scelte registiche e di sceneggiatura (qualche ralenti di troppo, due o tre dialoghi un po’ troppo telefonati, la situazione moglie-marito sicuramente già vista e scontata). E venne il giorno è proprio questo, è il susseguirsi di alcuni fenomeni “soprannaturali”, dove con questo termine si intende qualcosa che va ben al di là dell’umana comprensione, qualcosa la cui forza dirompente è capace di minare qualsiasi certezza.

VOTO: 7,5

 



CITAZIONE DEL GIORNO

So di mentire spesso: dopotutto il fascino femminile è per metà illusione. (Viviane Leigh da "Un tram che si chiama desiderio")


LOCANDINA

36 commenti su “E venne il giorno

  1. Bel commento Ale, nonostante il parere non sia del tutto positivo ti possiamo comunque mettere tra noi Shyamalan-dipendenti dietro le barricate 😉

    Devo ammettere che a distanza di giorni continuo a ripensare ad alcune sequenze di grande impatto visivo, oltre a tutta una serie di suggestioni e sto notando con piacere come molte recensioni potrebbero essere definite complementari, è come se ognuno di noi fosse attirato da una specifica parte del film, dimostrando come alla fin fine l’opera sia più sfaccettata di quanto non appaia a prima vista. Ottimo così.

    Grazie anche per il tuo commento ^_^

    Davide DG

  2. Davide, a dire il vero io sono una sostenitrice di Shyamalan, per me Il sesto senso e The village sono due filmoni. E anche questo è un gran bel film, infatti 7.5 mi pare un bel votone no? Comunque, è sicuramente un mio limite quello di essere rimasta delusa dal finale non-shyamalano ^^

  3. Non ci penso minimamente a vederlo!Credo che Shyamalan sia il regista più sopravvalutato dell’ultimo decennio, SESTO SENSO a parte.

  4. Certo, il voto è molto buono e mi sembra anche giusto infatti lo condivido; io più che sul finale concordo con alcuni limiti dello script (purtroppo ci sono state anche ingerenze della produzione, non è che con questo voglio giustificare Shyamalan, solo dargli quello che gli spetta).

    Davide DG

  5. sai già cosa penso su questo film, e non voglio ripetermi troppo… dico solo che preferisco la locandina al film stesso…

    del regista ho apprezzato soltanto Il Sesto Senso…

  6. Ovviamente lo vedrò (ci mancherebbe altro) ma tutto questo leggerne o bene o malissimo senza vie di mezzo, mi sta confondendo! :)))

  7. Si, e infatti mi hai fatto capire che molto probabilmente le mie erano delle aspettative fuori luogo nel contesto. Però ripeto, comunque le avevo e si sa quando delle aspettative positive non si avverano, allora si rimane comunque un pò delusi ^^

  8. >>>l’impossibilità e l’incapacità dell’uomo di trovare “un posto dove stare”, un luogo nel quale ritrovare sé stessi e la propria vera natura

    Bingo. Sono felice tu abbia saputo apprezzarlo.

  9. Mi sono fermato alla prima domanda sul “finale shyamalano” ^^

    Torno a leggere la tua recensione dopo la visione, voglio saperne il meno possibile. Sono contento che ti sia piaciuto, iniziavo a preoccuparmi perchè in rete leggevo solo recensioni negativissime!

    Ciao,

    Lore

  10. THE HAPPENING è l’ennesima testimonianza della mia avversione a M.Night (THE VILLAGE e SESTO SENSO a parte, che sono 2 film notevolissimi – soprattutto THE VILLAGE) e alla sua amatoriale approssimazione.

    Non sa scrivere dialoghi, non sa costruire personaggi… il suo cinema è vuoto e si regge solo su delle fantomatiche metafore che troppo spesso sfiorano il ridicolo.

    Questo film per me vale 3/10, di poco sopra a LADY IN THE WATER e UNBREAKABLE.

  11. Bonekamp e Davide, allora schieriamoci!!!

    Country, The village e Il sesto senso, hai detto bene sono due gran filmoni. Lady in the water fa acqua da tutte le parti, tanto per rimanere in tema, ma ogni tanto è lecito sbagliare. Qui non siamo ai livelli di quelle due prime pellicole, però quasi.

  12. Ciao ^__^

    Andando a leggere tutte le recensioni che parlano bene di questo film, sono finito anche sul tuo blog ^__*

    Mi trovo perfettamente d’accordo con la tua recensione anche se non ho sentito la mancanze del “colpo di scena finale”, forse perchè in questo caso sarebbe stato di troppo.

    Perfino tutti quei difettucci che mi avevano un po’ infastidito durante la visione, adesso si sono ridimensionati. Anche la scena del video sul telefonino oggi mi appare perfettamente in linea con il film: la sequenza “amatoriale” che ci viene mostrata, alla fine è in linea con la macabra ironia con cui Shyamalan gioca per tutto il film. Mi ha dato forse più fastidio che si sia usata questa scena per fare pubblicita al nuovo “giocattolino” della Apple ^__*

    In definitiva, Shyamalan non ha deluso chi lo apprezza da sempre, e questo è un bene!

    Saluti!

    P.S.: non è la prima volta che passo in queste pagine ma è la prima volta che commento ^___^

    La cosa strana è che non ti avevo ancora linkato quindi lo faccio subito!!!

  13. Già, in realtà il finale col colpo di scena forse avrebbe stonato. Ma tant’è che io me l’aspettavo e un pò mi ha deluso non averlo trovato.

    Grazie per il link, ricambio subito!!!

  14. Si piazza come buon film, certamente con una certa suspence e una forza visiva piuttosto forte. Purtroppo, altamente prevedibile la fine…ma gli si può perdonare.

  15. Bè, la fine è un pò quella che ha rovinato il tutto, però non credo che abbia influito eccessivamente sulla qualità complessiva.

  16. La regia, le atmosfere, la messa in scena, qualche messaggio sotteso (e non quello principale che può risultare a tratti anche ridicolo), insomma un bel pò di cose ^^

  17. son andato a ripescar la recensione per vedere che ne dicevi…e come mi hai detto ci troviam in disaccordo..oltre ad alcune scelte registiche e di sceneggiatura (troppe troppe troppe!) io ho trovato inguardabili anche mark e zooey e nelle loro monoespressioni…insomma una buona idea realizzata nel peggiore dei modi…

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