Effetto notte

REGIA: Francois Truffaut
CAST: Jacqueline Bisset, Jean-Pierre Leaud, Jean-Pierre Aumont, Valentina Cortese, Francois Truffaut,
ANNO: 1973

TRAMA:

Il regista Ferrand sta lavorando al suo nuovo film Je vous present Pamela. Si troverà ad affrontare numerose difficoltà, scaramucce tra attori, dimenticanze, ritardi, pressioni esterne e quant’altro. Alla fine però riuscirà a sfornare una bella pellicola, nonostante i mille intoppi.



ANALISI PERSONALE

Effetto notte è un film nel film. E’ quello che di solito si chiama metacinema, è la lavorazione di una pellicola passo dopo passo, come non avevo mai visto prima, come non mi sarei mai aspettata. Veniamo immessi nel mondo cinematografico in maniera semplice e naturale e conosciamo alcuni segreti del dietro le quinte, che magari quando vediamo un film non immaginiamo minimamente. Come viene creata la pioggia che passa davanti ad una finestra, o come si gira una scena nella quale i protagonisti si parlano da una finestra ad un’altra, come si reclutano le comparse, come si gira una scena vera e propria, il rapporto che si crea (non sempre) tra il regista e gli attori, tra attori e attori, tra tecnici, segretari, elettricisti, produttori, giornalisti, ecc…Insomma, Effetto notte è il Cinema, quello vero, concreto in ogni singolo aspetto e particolare ed è per questo, per un’appassionata come me, interessantissimo sotto ogni punto di vista, soprattutto quelli che affrontano il modo di girare e preparare una pellicola piuttosto che le storie singolari e parallele di tutti i personaggi che lo popolano.
Je vous present Pamela è un film che narra di due giovani che si innamorano e che si sposano. Subito dopo vanno a conoscere i genitori di lui e la giovane sposa si innamora di suo suocero, ricambiata e alla fine i due scappano lasciando la povera moglie/suocera in lacrime e il marito/figlio arrabbiato più che mai, tant’è che alla fine decide di porre fine alla vita di suo padre uccidendolo con un colpo di pistola all’uscita della metropolitana a Parigi. Tanti sono i protagonisti, le comparse, i figuranti che passano davanti e “dietro” lo schermo.

Abbiamo, infatti, il protagonista assoluto, il signor Ferrand (Truffaut stesso), il regista del film, che la notte ha degli incubi sulla mal riuscita del suo film o su un attore che dimentica la parte piuttosto che un altro che ha problemi amorosi con l’addetta al ciak. Ferrand è sempre disponibile verso tutti, mai severo o imponente, riesce a farsi capire dai suoi collaboratori e riesce ad ottenere sempre un buon risultato magari ricorrendo a vie traverse se non può usufruire dell’idea iniziale che magari è andata a monte per un motivo o per l’altro.
Poi abbiamo Alphonse (Jean-Pierre Leoud), nel ruolo del marito tradito, un po’ svampito, innamorato di Liliale, l’aiuto script-girl, che però è uno spirito libero e amoreggia un po’ col fotografo, un po’ con lo stuntman col quale alla fine scappa, facendo andare letteralmente fuori di testa il ragazzo che voleva addirittura sposarla. Alphonse è un giovane attore che fa i capricci come un ragazzino e che rischia di mandare a monte la riuscita del film un paio di volte, ma si fa perdonare per la sua freschezza e istintività nonché per la sua ingenuità che lo rende a tratti simpatico. A causa della sua sfortuna con le donne, si aggira nel set e fuori chiedendo a chiunque gli capiti sottomano se le donne sono delle “maghe”.


Nel ruolo di Pamela, la protagonista, possiamo ammirare la bellissima e carismatica Jacqueline Bisset il cui vero nome è Julie Baker che è sposata e letteralmente innamorata di un dottore molto più vecchio di lei e che esprime eleganza, raffinatezza e allo stesso tempo naturalezza e gentilezza in ogni sua movenza o parola. Julie è una donna inglese con problemi psicologici alle spalle, che sembra però essersi ripresa alla grande e aver ricominciato a lavorare in maniera professionale. Tutto vacilla quando per convincere lo sbalestrato Alphonse a non abbandonare il film per via della figua di Liliale, va a letto con lui promettendogli una fuga alla fine delle riprese. Il ragazzo la prenderà in parola e telefonerà al marito di Julie spifferandole tutto. La povera donna si chiuderà in camerino e piangerà a dirotto senza volerne uscire fino a quando non sarà il marito stesso a raggiungerla facendole capire di averla perdonata.
Nel ruolo della moglie/madre tradita, il signor Ferrand si è “servito” dell’attempata ed esplosiva Sèverine (Valentina Cortese) che però ha problemi di alcool e di memoria soprattutto. A lei è affidata la parte esilarante e divertente di questo film, quando sbaglia tre quattro volte la porta da aprire, o la battuta da recitare. I suoi sprazzi di allegria mista a tristezza sono così fuori dagli schemi che strappano numerosi sorrisi.
Infine, abbiamo Alexandre il marito adultero che si innamora della giovane e bellissima nuora, l’attore noto come sciupafemmine (Jean-Pierre Aumont), che aveva avuto in gioventù una storia con Severine e che ora invece, divenuto “vecchio”, ha deciso che è il momento di mettere la testa a posto e di adottare un figlio (anche se ormai abbastanza grande). Alla fine del film, quando Je vous present Pamela sarà quasi terminato, andrà a prendere il suo ragazzo adottivo dall’aeroporto e un terribile incidente con l’auto gli toglierà la vita.
Tra lo stupore e il dolore del regista e della troupe intera, il film verrà comunque concluso, utilizzando al posto del povero Alexandre una comparsa, che verrà ammazzata in questo caso di spalle.



Il bello di questo film è la coralità estrema che c viene mostrata, perché i protagonisti non sono solo il regita e gli attori succitati, ma anche i costumisti, i truccatori, i produttori, i segretari, i tecnici, i factotum, tutti insomma. E tutti messi sullo stesso piano senza atteggiamenti snobistici di superiorità da parte di attori protagonisti e non, anzi, con sentimenti amichevoli per tutti e verso tutti. Si respira insomma un’aria fresca di un allegra combriccola complice e unita in ogni singola avversità o difficoltà. Ad esempio la truccatrice Odile, è la confidente di Severine nonché di Julie ed è benvoluta e rispettata da tutti, primo tra tutti Ferrand stesso. E così molti altri personaggi che popolano il dietro le quinte di un film, quelli che noi non vediamo mai e a cui di solito non si pensa quasi mai.
Insomma, la storia di Effetto notte è semplice e lineare, è in pratica la lavorazione dalla a alla z di un film e non può non essere per un appassionato ed un amante  di cinema che una pellicola da ricordare e da custodire gelosamente per la sua unicità e rarità. Truffaut non prende in giro nessuno, ci racconta sinceramente quello che avviene, o che può avvenire, durante una ripresa, tra gli attori di un film, al regista stesso e via dicendo e lo fa con una semplicità e una chiarezza tali da risultare quasi un documentario più che un vero e proprio film.
La sceneggiatura, che comprende anche la sua partecipazione, è chiara, semplice e al tempo stesso concisa e perfettamente adeguata al tipo di film per cui è stata scritta, così come l’ambientazione curata nei minimi particolari e foriera di spunti di riflessione su come avviene davvero la lavorazione di una pellicola e così come la recitazione degli attori che poteva risultare calcata e poco naturale visto che stavano interpretando appunto degli attori e che invece è risultata più che credibile e per niente forzata o manierata.

Effetto notte (La nuit amèrìcaine) è un film ricco di citazioni e autocitazioni e ci mostra, soprattutto il modo di girare i film proprio del grande Truffaut, qui alla sua tredicesima pellicola, il suo bagaglio culturale (in una scena riceve dei libri per posta: sono manuali di regia, da Bunuel, a Godard, da Renoir a Bergman, da Dreyer a Lubtish; ma numerosi sono gli attori, i registi, i film a cui si fa rimando e richiamo in ogni singola battuta o scena del film), il suo smisurato amore per il cinema che trasuda e trabocca in ogni singola ripresa, inquadratura, scena. È, insomma, un film che chi ama il cinema non può non amare e apprezzare.

Consigliato a tutti gli amanti del cinema, sconsigliato a chi si annoia facilmente se non c’è una storia portante vera e propria.


   

Regia: 9
Recitazione: 8,5
Sceneggiatura: 8,5
Fotografia: 8
Colonna sonora: 8
Ambientazone: 8,5
Voto finale: 8,5

 


CITAZIONE DEL GIORNO

L’odio ti rende impotente e l’amore ti rende pazzo. Più o meno nel mezzo si può sopravivere. (Billy Crystal in "Getta la mamma dal treno")


LOCANDINA

17 commenti su “Effetto notte

  1. ho visto molto poco di Truffaut…devo recuperare…finalmente ho finito gli esami…ora posso dedicarmi anima e corpo alla (ri)scoperta dei film…^^

    ciao

    filippo

  2. Adoro “Effetto Notte”!

    Penso che Truffaut in questo film abbia messo a nudo tutto il suo amore per il cinema… e lo abbia offerto a noi spettatori.

  3. Finalmente grazie a Mozilla vedo il tuo blog, e che blog! Rimpiango di non averlo potuto vedere prima: grafica gradevole e professionale, così come l’impostazione della recensione (riassunto, analisi e i voti dati non al film ma alle “parti” di cui è composto). C’est magnifique! Il film in oggetto è il primo film che ho visto di Truffaut (lo vidi da ragazzo in un cinemino bolognese dove proiettavano un ciclo sulla Nouvelle Vague). Come hai detto si tratta di metacinema, il contenuto del film è la sua stessa forma, è l’atto stesso della sua creazione. Perfetto.

    A presto

    Luciano

  4. Grazie dei complimenti Luciano. Sei gentilissimo e ancora mi dispiace non essere visibile da IE, magari avrei più lettori, cosa che gradirei moltissimo.

  5. Purtroppo col tempo mi sono dimenticata del tag cult e ho recensito una miriade di altri cult senza metterli appunto nel tag ^^

  6. vabbè, ma qui parliamo di uno dei film più belli di tutti i tempi…l'amore e la passione ti truffaut per il cinema che traspaiono da questo film sono assolutamente esagerati!

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