Festival di Roma 2010: La pagella di Livecity

Come annunciato vi proponiamo una pagella con i voti ad alcuni dei film visionati durante questa quinta edizione del Festival di Roma.

The freebie di Katie Aselton (Extra – Fuori concorso): storia di una crisi di coppia raccontata con uno stile indipendente e molto particolare. Pochi soldi e molte idee a disposizione di due protagonisti molto in parte, anche se l’originalità non è il suo piatto forte. Voto: 7

The runway di Ian Power (Alice nella città – In concorso): un bambino irlandese in cerca di una figura paterna e un aviatore colombiano precipitato casualmente nel suo villaggio, stringeranno un’amicizia molto dolce e significativa. Film per bambini, ma anche per adulti che sanno ancora sognare e volare, così come fa l’aereo del protagonista. Tratto da una storia vera, ci riconcilia con la parte più fanciullesca di noi stessi. Voto: 7,5

In a better world di Susanne Bier (Selezione ufficiale – In concorso): storie di adulti e bambini che raccontano le differenti radici della violenza. Nel mezzo qualche risvolto stucchevole e fuori contesto, ma comunque alquanto efficace e comunicativo. Voto: 7

We want sex di Nigel Cole (Selezione ufficiale – Fuori Concorso): storia vera di un gruppo di donne che protestò per avere parità di diritti rispetto agli uomini. Loro erano le operaie di una casa di produzione della Ford e riuscirono ad ottenere una vittoria sofferta, ma schiacciante. Bellissima la ricostruzione storica e scenografica di un villaggio inglese scosso da questa sacrosanta lotta per l’affermazione personale. Voto: 7,5

The canal street madam di Cameron Yates (Extra – In concorso): documentario che racconta il rancore e e beghe private della prostituta più famosa di New Orleans, Jeanette Maier. Ci pone di fronte a diversi dilemmi etici, primo su tutti: è giusto ostacolare la libertà individuale di ognuno di noi di svolgere qualsiasi attività che non leda nessuno, all’interno delle mura domestiche? Voto: 7,5

Prey di Antoine Blossier (Extra – Fuori Concorso): dopo le pecore assatanate abbiamo i cinghiali assassini che si accaniscono su una famiglia disfunzionale con non pochi problemi. Bella la fotografia, ottime le atmosfere, coinvolgenti alcune sequenze, però stenta a decollare e si affossa in qualche risvolto narrativo evitabile. Voto: 7

Gangor di Italo Spinelli (Selezione Ufficiale – In concorso): un giornalista che sta girando un documentario sulla situazione delle donne in Bengala, fotografa una donna a seno nudo mentre allatta il suo bambino. Sarà l’inizio della fine per entrambi. Un film che ci fa riflettere sul valore del giornalismo e sulla situazione socio-politica di paesi difficili come quello preso in considerazione. Ristagna nel mezzo, non si fa aiutare da un impianto stilistico particolarmente accattivante, ma colpisce per il finale ad effetto. Voto: 7

Una vita tranquilla di Claudio Cupellini (Selezione Ufficiale – In concorso): Servillo sbaraglia tutti e ci offre l’interpretazione migliore del festival. Il film è accompagnato da una bellissima regia e da un’incalzante atmosfera noir, anche se la sensazione di deja vu rispetto a “Le conseguenze dell’amore” è fin troppo forte. Voto: 7,5

The people Vs George Lucas di Alexandre O. Philippe (Extra – Fuori Concorso): documentario esilarante, scoppiettante e imperdibile. Uno dei migliori film proiettati al Festival, non lascia il tempo di riposarsi dalle infinite risate che suscita. Interessante anche per la riflessione sull’opera d’arte cinematografica e sul suo valore per chi la crea e per chi ne fruisce. Voto: 8

Rabbit Hole di John Cameron Mitchell (Selezione ufficiale – In concorso): Nicole Kidman e Aaron Eckhart sono una coppia in crisi a causa della perdita del loro bambino. Entrambi affronteranno il dolore in maniera diversa, trovando un rifugio (da cui la metafora del titolo) in posti diversi, incontrandosi però alla fine del percorso. Per niente retorico, anche se a volte poco originale, emoziona e coinvolge. Voto: 7,5

The social network di David Fincher (Selezione ufficiale – Fuori concorso): Senza ombra di dubbio il miglior film di questa quinta edizione. Un peccato che sia stato proiettato doppiato, suscitando l’ira dei giornalisti. La personalità controversa e accattivante del protagonista è il punto forte, uno dei tanti, di questo imperdibile film. Voto: 8,5

The kids are all right di Lisa Chodolenko (Selezione ufficiale – Fuori concorso): storia di un tradimento all’interno di una coppia di donne omosessuali. L’amante, però, è un uomo e precisamente il donatore di sperma che ha permesso alle protagoniste di diventare madri per ben due volte. Un po’ troppo pieno di cliché e banalità, si fa guardare con spensieratezza grazie al suo carattere leggero e ironico. Voto: 7

As mehlores coisas do mundo di Lais Bodanzky (Alice nella città – In concorso): Un misto tra Muccino e Moccia, ambientato in Brasile con l’irritante riproposizione stucchevole e imbarazzante del capolavoro dei Beatles “Something”. Voto: 4

The incite mill di Hideo Nakata (Selezione ufficiale – Fuori Concorso): Agatha Christie rivisitata e rimescolata con le tematiche del reality show. Dieci piccoli indiani e Grande fratello messi a confronto in maniera apparentemente intelligente, salvo poi scadere nel prevedibile e persino nel retorico verso il finale. Voto: 6

De regenmakers di Floris-Jan van Luyn (Extra – In concorso): documentario che ci racconta di alcuni disastri ecologici in territori cinesi attraverso la storia di quattro attivisti in lotta contro I mulini a vento. Costituito da immagini straordinarie, colpisce per il coinvolgimento e il dolore dei protagonisti. Voto: 8

The back di Liu Bingjian (Selezione ufficiale – In concorso): descritto come horror totalitario, di horror ha molto poco, anche se risulta essere molto inquietante e angosciante. Interminabili inquadrature fisse e angolazioni molto particolari ci raccontano questa storia di follia e “possessione” che ha i suoi effetti non solo sulla psiche, ma anche sul corpo. Voto: 7,5

Tête de turc di Pascal Elbé (Alice della città – In concorso): un Crash “haggiano” in salsa francese, racconta del degrado della banlieue in maniera fin troppo retorica e stereotipata. Alcune connessioni tra i vari protagonisti, poi, sembrano a dir poco forzate, oltre che poco credibili. Voto: 5

Pete Smalls is dead di Alexandre Rockwell (Extra – Fuori concorso): due strampalati personaggi si mettono alla ricerca di un loro amico regista apperentemente morto, ma in realtà scomparso chissà dove con la pellicola di un film che fa gola a molti. Anche se poco coeso e lineare, risulta vincente per una serie di gag imperdibili e per la forte caratterizzazione dei personaggi. Voto: 7

Le sentiment de la chair di Roberto Garzelli (Extra – Fuori concorso): una studentessa di medicina e un radiologo si incontrano e si scoprono entrambi amanti e feticisti delle parti interne del corpo. Tra una tac e l’altra, sempre alla ricerca della visuale perfetta, scopriranno che “l’interno” è tanto importante quanto l’esterno, non senza però farsi male. Voto: 7

Inside job di Charles Ferguson (Extra – Fuori concorso): documentario narrato dalla voce di Matt Damon che ci mette di fronte al disastro economico globale che è partito dagli Stati Uniti nel 2008. Non si risparmia nessuno e in maniera accattivante si raccontano i retroscena scandalosi e inaccettabili di questo disastro che ha rovinato milioni di vite. Voto: 8

Boardwalk empire di Martin Scorsese (Selezione ufficiale – Fuori concorso): pilot della serie televisiva che va in onda sulla HBO e che in Italia verrà trasmessa da Sky tv, è uno straordinario affresco dell’Atlantic city del 1920 durante gli anni del proibizionismo. Un cast stellare e monumentale, una scenografia mozzafiato, una regia ardita e spettacolare per un prodotto televisiva che non ha nulla da invidiare al grande cinema. Voto: 9

Kill me please di Olias Barco (Selezione ufficiale – In concorso): vittoria meritatissima per questa commedia nera intrisa di grottesco e surreale che non solo fa ridere della morte in maniera intelligente e al tempo stesso spassosa, ma fa anche riflettere su un tema molto scottante come l’eutanasia. Voto: 8,5

 


Pubblicato su www.livecity.it

 

9 commenti su “Festival di Roma 2010: La pagella di Livecity

  1. Ma veramene c'è un 4 e un 5 e avrebbero potuto esserci anche dei 3. Però non li ho visti tutti…della serie che quelli veramente penosi (all'unanimità) li ho evitati di proposito. Questi li ho trovati tutti alquanto decenti, alcuni anche molto godibili, come il vincitore. Forse sono stata un pò troppo buona con un paio di film (volendo "Incite mill" meritava di meno, però mi ha fomentato un botto nella prima parte, o anche altri che magari non erano il massimo ma mi hanno colpito per qualche aspetto in particolare, che ne so un personaggio, un passaggio narrativo, una metafora, come The kids are all right che forse in un contesto generale raggiungerebbe un 6 risicato, ecc…). Purtroppo non sono recensioni a pagamento, ahimè…Detto questo, ovviamente, i voti sono da circoscrivere all'esperienza festival, nel senso che questi avevamo e nel complesso tra tutti i film, questi mi sembravano i più "decenti" alcuni, e i migliori altri.

  2. E' che mi pareva strano che su oltre 20 film ci fossero solo due insufficienze. Se si parla bene di tutto si finisce per essere poco credibili, è solo questo il problema.
    E' come se cercassi solo le cose positive e quando le trovi ti dimenticassi di tutto il resto. Forse un pizzico di "cattiveria" ogni tanto non guasterebbe!

  3. forse è stata un'edizione fortunata.
    Il tema gay è l'elemento trendy di questa fine 2010 in campo musicale e cinematografico.
    Che dire?Però nessuno di questi mi ha urlato:registrami  o acquistami o guardami,ma io son un vecchio brontolone brianzolo…che ci posso fare!

  4. Gli unici che vi consiglierei di registrare, acquistare o guardare sono Kill me please, Rabbit hole, The people vs George Lucas, Inside Job, Gasland, De regenmakers, We want sex, In a better world (film sufficiente comunque), Una vita tranquilla, The social network e il telefilm Boardwalk empire. Sono le cose che mi sono piaciute appieno proprio. Le altre le ho gradite, non totalmente, per vari motivi.

  5. sono più o meno d'accordo con i voti (a parte incite mill che per me è una cagata). ho visto circa 30 film del festival e le boiate erano proprio poche, quasi tutti sopra la sufficienza…

    la sezione extra come al solito sugli scudi, e a questo listone aggiungerei alcuni titoli eccellenti che ti sei persa: Animal Kingdom, My Brothers, L'homme qui voulait vivre sa vie, The promise, Let me in, Burke & Hare, Oranges & sunshine. Tutti sopra il 7, checché ne dicano i tuoi commentatori 😉

  6. Bè, sono stata fin troppo indulgente con Incite mill perchè l'idea di base secondo me è una figata e nella prima parte del film l'hanno tenuta anche molto bene. Poi svacca di brutto…infatti meriterebbe di meno, però vabè, mi ha fomentata all'inizio e ciò mi è bastato.

    Mi dispiace essermi persa parecchi dei film che non sono riuscita a vedere, soprattutto Burke & hare e Animal kingdom che comunque cercherò di recuperare in qualche modo.

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