Funny games

REGIA: Michael Haneke

CAST: Naomi Watts, Tim Roth, Michael Pitt, Devon Gearhart
ANNO: 2007

TRAMA:

Due giovani di bell’aspetto e ben educati, penetrano con una scusa nella casa delle vacanze di una ricca famiglia di borghesi e vi portano lo scompiglio e la violenza più inaudita, senza alcun motivo apparente.

 



ANALISI PERSONALE

Funny games è un auto-remake, una copia perfetta di un proprio film girato dieci anni prima in patria. Una pellicola completamente identica alla sua precedente, scena dopo scena, sequenza dopo sequenza, dialogo dopo dialogo. Viene da chiedersi il perché di una tale operazione, a tratti rischiosa a tratti alquanto furba e semplice nella sua attuazione, almeno apparentemente. Che sia per motivi di soldi o di forti pressioni da parte di produttori e di alcuni attori protagonisti, che sia perché il regista ha voluto esportare la sua pellicola in America, dove si parla l’inglese, la lingua che esprime meglio delle altre la violenza (almeno a detta di Heneke); che sia per il semplice fatto di voler sostituire la protagonista dell’originale con la fascinosa, sensuale e conturbante Naomi Watts (anche produttrice del film), che sia per uno qualsiasi di questi motivi o per qualunque altra ragione a noi sconosciuta, il risultato finale è che il Funny games del 2007 non ha nulla da invidiare a quello del 1997, e viceversa. Riprodotto fedelmente anche per quanto attiene ad ambientazione, colonna sonora, atmosfere, messaggi impliciti ed espliciti che assumono una nuova connotazione proprio perché riproposti in un’epoca diversa e in un contesto sociale diverso, l’unica differenza è costituita dal cast, in questo caso stellare, nel caso precedente costituito da attori meno celebri ma sicuramente ottimi nella loro interpretazione dello sgomento, della paura, del dolore, della sorpresa e dell’incredulità e infine della rassegnazione. Non sono da meno nemmeno gli attori chiamati in causa per il remake, a partire da Michael Pitt che dona al suo personaggio uno smalto differente rispetto all’attore che lo interpretava nel 1997, ma che esprime parimenti quelle che sono le credenze e le intenzioni del regista che sicuramente mette i suoi pensieri in bocca al biondino dalla parlantina sciolta che ammicca alla telecamera e al suo pubblico di “voyeur” altrettanto colpevoli di assistere, sempre più desiderosi di proseguire, allo scempio portato avanti dai due ragazzi con i guanti bianchi. Non possiamo non notare una sorta di condanna della spettacolarizzazione del dolore e della violenza, i continui riferimenti a questo ruolo assunto dallo spettatore ci conducono verso una profonda riflessione sul rapporto tra pubblico e oggetto di attenzione, in questo caso il cinema e quello che racconta. Particolarmente illuminante al riguardo, oltre alle citatissime scene in cui Michael Pitt si rivolge direttamente alla telecamera o a quella assolutamente funzionale del telecomando salvifico per i carnefici, è il dialogo finale che i due ragazzi hanno sulla barca a vela nella quale stanno trasportando Naomi Watts verso il suo destino.

I due stanno filosofeggiando e ad un certo punto il più spietato e cinico si riferisce all’altro dicendo che se una cosa la vediamo sullo schermo, allora è reale, perché può accadere, ed in realtà è accaduta. Il regista ci sta dicendo che, nonostante siamo di fronte ad una finzione, la violenza è una cosa tangibile che sta davanti agli occhi di tutti quanti, e per quanto essa sia efferata e spaventosa, non si riesce comunque a distogliere lo sguardo. Ed è proprio per questo che tutti gli atti di più efferata malvagità avvengono sempre fuori campo e non vengono mai mostrati se non nei loro effetti. Ne possiamo intuire la portata solo attraverso i suoni e i rumori e i movimenti successivi dei protagonisti. Ed è così che l’uccisione a sangue freddo di una persona è palesata da un copioso schizzo di sangue che cola su un televisore o la morte di un cane un po’ fastidioso è resa tangibile dall’arrestarsi del suo incessante abbaiare. Non manca la sottile, ma sicuramente avvertibile, critica a quella borghesia sfacciatamente ricca che vive di agi e comodità, tra una partita a golf e un giro in barca a vela, e che progetta serate all’insegna di barbecue con amici altrettanto ricci ed altrettanto borghesi. Se decidi di andare a passare le vacanze in un posto tranquillo e tremendamente isolato, forse un po’ te la sei andata a cercare. Ed è così che i protagonisti, caduti vittime di un’inspiegabile ed indefinibile destino, rimangono inermi di fronte alla spietatezza dei due giovani, e perdono tempo ad asciugare telefonini con il phon o a vestirsi per non mostrarsi in lingerie. Ma in realtà, nonostante questi accorgimenti che di sicuro ci allontanano emotivamente ed intellettualmente dai due coniugi, non possiamo non rimanere quasi pietrificati alla vista del loro immenso dolore mostrato in uno straordinario pianosequenza che ne analizza potentemente le interiorità più profonde.
La musica classica, simbolo di classe e di appartenenza ad un ceto sociale c
ulturalmente ed intellettualmente elevato, viene sostituita da una potentissima e disturbante musica metal che arriva a sconquassare e a destabilizzare le sicurezze e le certezze fino ad allora possedute. Fanny games è tutto questo, è una serie di intense ed interessantissime riflessioni sulla violenza, sul ruolo che ha la società in relazione ad essa, ma non solo che però, a discapito di quanto il trailer fuorviante tenta di comunicare, non ha nulla a che vedere con il famosissimo capolavoro di quel gran genio che è stato Stanley Kubrick.

VOTO: 7,5/8

 



CITAZIONE DEL GIORNO

"Heather, perché sei una tale mega stronza?". "Duke, perché posso esserlo". (Winona Rider e Shannen Doherty in "Schegge di follia" di Micael Lehmann)


LOCANDINA

42 commenti su “Funny games

  1. Abbiamo postato lo stesso film quasi in contemporanea (imageshack ci ha messo mezz’ora a caricarmi le immagini) e i contenuti sono quasi gli stessi se non fosse che tu scrivi meglio di me. Solo una cosa, sui borghesi. Paul e Peter hanno poco da criticare visto che mi è parso di capire che sono figli di papà loro stessi (e il look leccato parrebbe confermare) anche se non so quanto di vero potesse esserci nelle loro parole.

  2. Appunto, loro sono estremamente ambigui. Non si capisce se sono borghesi o fingono di esserlo per potersi introdurre in queste case o se lo fanno anche solo per sbeffeggiare quello stile. Oppure lo sono davvero, e questo sarebbe un’ulteriore elemento di critica a quel mondo, no?

  3. Quanto non mi piace Michael Pitt!

    Lo trovo uno degli attori più clamorosamente sopravvalutati degli ultimi anni!

    Sia come bravura (ma quale bravura?!Ha sempre la stessa faccia con quelle labbruzze oscene tirate in fuori!) e che come aspetto.

    Non lo sopporttttttooooooooooo!

    Ok dopo questo sfogo,

    il film non so se mi ispira o no, uno perchè forse dovrei vedere l’originale prima, e poi il fatto che l’hanno paragonato ad Arancia Meccanica già me lo fa stare antipatico.

    Cmq bella recensione!

    🙂

    Valentina

  4. Haneke è un ottimo regista, o perlomeno uno che ha il coraggio di osare, spesso con buoni esiti (ad esempio quel capolavoro di solitudine e depravazione che è La Pianista). Però questo auto-remake imbellito e patinato proprio non lo capisco, se non per il tentativo di far soldi grazie al pubblico americano. Bastava tranquillamente il film originario.

  5. Vi consiglio una cosa. Lasciate perdere arancia meccanica. Toglietevelo dalla testa.. La pubblicità mi ha rovinato tremendamente questo film, in quanto sono andato in sala con una certa mentalità (come faccio sempre) e non sono riuscito a evitare il confronto. Non che mi sarebbe piaciuto cmq, ma almeno non l’avrei stroncato così clamorosamente

  6. Direi che si concorda in pieno.

    Hai fatto bene a sottolineare il ruolo/differenza di musica classica/musica metal.

    Io volevo scriverlo, ma me ne sono dimenticato…:(

    Chimy

  7. Già death, diciamo che anche lui non scherzava mica…

    Weltall, facci sapere ^^

    Valentina, Michael Pitt lo trovo tremendamente brutto, ma non so perchè altamente comunicativo.

    Cine, sarà che l’ha fatto solo per soldi, però per me questo auto-remake ci voleva.

    Glore, infatti il confronto non regge, ma soprattutto non ha motivo di esistere.

    Chimy, capirai, sapessi quante cose che scrivi tu che io non è che dimentico, è che proprio non le so XD

  8. Michael Pitt mi ha stupito in questo film. Il suo personaggio e la recitazione è l’elemento che ho preferito di più in assoluto..

  9. Chi mi conosce sa bene che per me i remake sono IL MALE del cinema moderno. Le eccezioni sono pochissime.

    Quindi mi pare ovvio che non vedrò questo film e tenterò invece di recuperare l’originale, che nonostante sia stato distribuito nel nostro paese è ovviamente difficile da trovare. Buona caccia a me!

    Davide DG

  10. Spero di poterlo vedere, perché mi avete incuiosito (per ora ho letto la tua bellisisma recensione e quella di Chimy), perché sono convinto che i due film non “possono” essere identici: perché sono passati 10 anni e perché ci sono attori diversi. Mi piacerebbe appunto vederli contemporaneamente.

  11. Amo questo film, per me il voto è un po’ più alto ^^

    Una pellicola sì richioso, ma assolutamente non furba. Haneke rimane fedele e coerente a se stesso e riesce a portare nelle sale di tutto il mondo la sua opera originale, così come è stata concepita in partenza. Temevo che avrebbe tagliato qualche scena (il lungo pianto della madre e del padre, la scena del rewind), e invece no! “Funny Games” è questo, prendere o lasciare. Io prendo, ma la maggior parte delle persone che erano in sala con me hanno lasciato 🙁

    Lode ad Haneke!

    Ciao,

    Lorenzo

  12. Non vorrei stroncarvi così su due piedi, ma questo film fa davvero pena, un affronto all’intelligenza umana e al buon gusto, scene senza senso (il phon, chi chiamo??? etc….) un film horror splatter forse mi avrebbe turbato di più….ho perfino sperato che uccidessero in fretta…..

  13. I trailer per natura sono un po’ ingannevoli. Infatti, spesso si distaccano proprio dal film che promuovono e diventano piccoli film loro. Talvolta ancora più belli del film stesso. In questo caso, è chiaro che citare “Arancia Meccanica” è un gancio promozionale. Tenete conto che un film teorico e autoriale come questo viene distribuito nei multiplex. Abbastanza insolita come scelta. Sentirete sbraitare tantissime persone convinte di essere venute a vedere qualcosa simile al film di Kubrick. Però, il riferimento comunque c’è, non profondo, non tematicO, ma non ditemi che vedendo guanti e completi bianchi non avete pensato ai drughi:)

    Saluti!

  14. E poi Haneke dovrebbe smetterla di sparar cazzate sull’inglese che sarebbe la lingua della violenza– Cioè, per dire una cosa scontata: ma Hitler, buongiorno!? Dica piuttosto che non vedeva l’ora di veder di persona e quasi ignuda la Watts, e facciamola finita.

  15. Bel film davvero. Certamente da vedere. mi sto procurando l’originale nel frattempo.Era quasi ovvio che, come è di solito qua in italia, il trailer “toppasse” alla grande, in quanto il paragone con il film di Kubrick non è che non si può fare per la qualità, ma per il fatto che sono due film totalmente differenti. Il paragone è una trovata commerciale che sicuramente ha funzionato. Comunque il film mi è piaciuto molto, un bel 8 se lo merita.

  16. Davide, secondo me a volte i remake sono ottimi, anche se raramente.

    Iggy, il trailer è davvero irritante…

    Luciano, io l’originale l’ho visto poco più di un mese fa. Comunque grazie come sempre per i complimenti ^^

    Lorenzo, mi fa piacere che ti sia piaciuto così tanto!

    Utente anonimo, ho provato a dare una mia interpretazione di quelle scene che tu ritieni assurde. Per me erano abilmente costruite, invece.

    Luca, sinceramente io non ho pensato assolutamente ai drughi…

    Cine, corro a vedere!!

    Gahan, potrebbe anche essere XD

    Al, d’accordissimo ^_-

  17. Mah … non so ancora se andrò al cinema a vederlo. Ho delle perplessità, anche se, lo confesso, la curiosità è tanta … Comuqnue grazie per la tua sempre ottima recensione!
    Ciao, Ale

  18. Si, effettivamente un remake spiccicato all’originale non è molto “consueto”: anche The Hitcher è stato modificato, per me non si tratta di ambientazione o diverso anno d’uscita (la violenza, sebbene con mezzi diversi, è comunque la stessa), ma di una trovata pubblicitaria e basta. Ho trovato più raffinato il remake rispetto all’originale (i due ragazzi non mi piacevano come recitavano a quello del ’97) ma è comunque un gran bel film. Acuta analisi comunque 🙂

  19. Ma infatti, secondo me le intenzioni di Haneke non erano quelle di fare un remake, ma proprio di rifare lo stesso identico film rendendolo “commestibile” anche ad un pubblico diverso.

    Leonard, fai bene ^^

  20. la cosa che non capisco è: perché questa operazione? i soldi è l’unica risposta che riesco a darmi. spero che il film riesca a dargli tanto potere da poter fare qualcosaltro veramente libero… sperando che ne valga la pena: ‘sto regista ha dimostrato qualcosa oltre a fare giochini deliziosi?

    eppoi: siamo sicuri che tutta questa costruzione non sia un farsi gioco del pubblico, tenendolo sul filo, mimando una spettacolarizzazione che a parole si fa finta di stigmatizzare (almeno nel pressbook)? l’inglese è la lingua della violenza… boh è pure quella dei Beatles ma ke vuol dire? l’inglese è la lingua di tutto ormai… l’italiano è quella di berlusconi: può essere paradigmatico di qualcosa a parte il nostro essere imbecilli?

    boh ho dei dubbi.

  21. Bè, che voglia prendersi gioco di noi, è alquanto palese secondo me. Infatti il fatto che parecchie persone si sono alzate e se ne sono andate, ne è una dimostrazione. Lui ci ha sfidati, e in pochi hanno vinto.

  22. guarda, il mio problema è che:

    a) un conto è sfidare, un altro è sfottere. rispettosamente poni una questione – estetica morale – ma con rispetto e, più ci penso più mi sembra che in questo film manchi;

    b) in questo individuo c’è talmente tanto talento da permettergli di porsi su un piedistallo, dare lezioni e, appunto, prendere in giro il pubblico che lo sfama?

    c) lo può fare uno che ha rifatto scena per scena l’unica idea decente (?) che ha avuto nella sua carriera tanto per racimolare qualche spicciolo?

  23. scusa ma mi sono ricordato una cosa: addirittura alla proiezione per la stampa se ne è andata la gente… una cosa che mi è capitato vedere di rado.

  24. Bè, della serie: Come volevasi dimostrare. L’ho anche detto altrove, non ricordo dove. Secondo me lui non vuole sfottere, vuole proprio sfidare e riuscire a dimostrare un determinato concetto, e mi pare che in parte ci sia riuscito. Io non credo che si metta su un piedistallo, semplicemente possiede i mezzi per proporre una sfida, sta a noi accoglierla o meno e soprattutto giudicarne la portata. A mio avviso è un’ottima sfida, per quanto riguarda altre persone con pareri diversi non lo è. E comunque, non mi sembra che Fanny games sia l’unica idea decente che abbia mai avuto Haneke. Di suo ad esempio ho visto anche Benny’s video, che non era affatto male anzi, e ho letto anche che altre sue opere sono di ottimo livello.

  25. l’ho visto e continuo a dire che non c’era bisogno di questo remake.

    Basta e avanza l’originale, oltretutto più convincente dal punto di vista degli interpreti (a parte michael pitt e il compagno, che ho trovato fenomenali).

  26. Il fatto che la sala fosse delusa non è indice della qualità artistica o meno di una pellicola. Indipendentemente da questo, ovviamente ognuno è libero di avere i propri gusti ^^

  27. Se ti puo essere utile Alessandra Niente da Nascondere lo fanno su rai3 Domenica 31 Agosto alle 23.20 guardalo te lo consiglio!

    Luca

  28.  Ottima, veramente ottima recensione. Trasporti nuovamente il lettore nel film che ha già visto o riesci a creare curiosità. Complimenti !!
    Alessandro

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