Gerry

REGIA: Gus Van Sant

CAST: Matt Damon, Casey Affleck
ANNO: 2001

TRAMA:

Due amici, entrambi di nome Gerry, decidono di esplorare da soli un deserto sconfinato scegliendo la strada meno trafficata e più impervia. Si perderanno e vagheranno per giorni e giorni a contatto con una natura incontrastata e selvaggia. La loro amicizia verrà messa alla prova e solo con un enorme sacrificio, uno dei due riuscirà a salvarsi.

 



ANALISI PERSONALE

Primo capitolo della “trilogia della morte” (proseguito poi con Elephant e Last days), Gerry è stato inspiegabilmente e ignobilmente ignorato dalla nostra distribuzione cinematografica. La cosa è inaudita, non solo perché Gus Van Sant è un regista più che affermato anche nella scena del cinema più “commerciale” se così vogliamo chiamarlo (basti ricordare Will Hunting e Scoprendo Forrester), ma soprattutto perché molto probabilmente, questo film è il suo più grande capolavoro.
Gerry non è solo un film, è molto di più, è un’esperienza imperdibile che comunica per immagini e per rumori e che rappresenta un occhio “buttato” sulla e nella vita.
Scritto a sei mani dal regista stesso e dai due attori protagonisti, la pellicola è quasi completamente scevra di dialoghi, che si riducono a pochi scambi di battute, del tutto allucinanti, tra i due protagonisti sempre più disperati e fuori dalla realtà. Quello che conta lo percepiamo soprattutto con gli occhi e non con le orecchie. Una fotografia straordinaria incornicia dei paesaggi maestosi ed immensi che non fanno solo da sfondo al percorso dei due amici, ma che sono parte integrante del film, dei veri e propri protagonisti che col passare dei minuti si fondono completamente con i due Gerry e divengono tutt’uno con loro. Un paradiso per gli occhi, quindi, ma anche per la mente ed il cuore, che si impregnano di tutta la poesia e la bellezza, non solo delle immagini affascinanti e  al contempo angoscianti, ma anche delle note profonde che accompagnano i momenti più difficili del “viaggio”.
Con una serie di lunghi pianosequenza e numerosissime carrellate orizzontali (che mostrano
l’infinitezza dei paesaggi) e verticali (che seguono letteralmente i passi dei protagonisti) Gus Van Sant ci fa quasi entrare nella pellicola indugiando sui corpi e sui volti dei ragazzi di cui seguiamo la parabola discendente. Un apologo sull’amicizia (che non fa assolutamente riferimento, neanche velatamente, ad un’omossessualità latente tra i due), raccontato in maniera molto particolare e metaforica: il lungo cammino percorso fianco a fianco, senza mai abbandonarsi e discutendo di quando in quando sulla strada da prendere o sulla direzione da seguire.

Ma quella dell’amicizia come percorso in comune non è l’unica metafora presente in Gerry. Ce n’è un’altra, forse più potente e più importante che si esplica con la scelta dei due ragazzi di percorrere la strada meno battuta e poco conosciuta e di inoltrarsi in territori nuovi e mai esplorati, cosa che ci ricorda il personalissimo e graditissimo modo di fare cinema del regista che con questa pellicola è tornato al suoi “indipendentismo”.
Ma Gerry non è solo un film ottimamente girato, musicato, fotografato e sceneggiato, è anche, e forse soprattutto, un film molto ben recitato. Casey Affleck (che negli anni a venire ha dato prova della sua innegabile bravura) dà vita ad un personaggio fragile che fa tenerezza, Matt Damon (qui molto carismatico) trasmette, invece, un senso di sicurezza. Senza accorgercene, ci ritroviamo a camminare con loro, a seguire affannosi i loro passi che si fanno sempre più pesanti e rumorosi (i rumori dei passi uniti a quelli della natura sono la principale colonna sonora di Gerry), per poi diventare via via più strascicati.
Tre le sequenze che rimangono impresse: quella iniziale dei due che arrivano in auto percorrendo una lunghissima strada deserta (in questa sequenza il punto di vista cambia numerose volte per poi diventare simile a quello di una farfalla che segue l’automobile da dietro); quella dei due ragazzi che si raccontano una storia davanti ad un fuoco (che ricorda anche la bellissima dichiarazione d’amore di My own private Idaho); e quella che ci mostra uno dei tanti momenti del lungo e impervio cammino dei due ragazzi che si trascinano stancamente nella notte (ne vediamo solo le ombre e i contorni che
piano piano con il sorgere del sole diventano sempre più reali e tangibili).
La natura apparentemente dinamica e viva, è in realtà più statica che mai, poco importa se si passa dal giorno alla notte percorrendo pezzi di deserto differenti tra loro, immense distese di sabbia e terra, enormi montagne di pietra e via dicendo, ma il paesaggio è estremamente immobile, una vera e propria gabbia dalla quale di può uscire solo con una grandissima forza e degli enormi sacrifici.

VOTO: 9



CITAZIONE DEL GIORNO

Tesoro, in un mondo dove i figli dei falegnami risorgono, tutto è possibile. (Peter O’Toole e Katharine Hepburn in "Il leone d’inverno")


LOCANDINA


32 commenti su “Gerry

  1. Mamma mia che recensione! Io sono “attrezzato” già da qualche mese, ma non l’ho ancora visto. Gravissimo!

    Ciao,

    Lore

  2. Lore, troppo buono. Comunque, visto che sei già attrezzato, non hai più scuse. DEVI guardarlo, sono sicura che non rimarrai deluso.

    Spino, fammi sapere eh?

    Shepp, Gus Van Sant è uno tra i miei regiti preferiti in assoluto. Questo secondo me è il suo miglior film (ma me ne mancano due o tre da guardare ^^).

  3. Ce l’ho buttato da qualche parte da tempo infinito– Occorre rimediare, e l’ennesimo giudizio di alti elogi non fa che ricordarmelo–

  4. Io devo ringraziere Honeyboy per avermelo ricordato. Comunque a mio avviso imperdibile. Ci sono anche degli omaggi e dei richiami a Bela Tarr, che io non ho citato perchè non ho ancora visto nulla di suo ^^

  5. Incredibile mi sono persa questa pellicola…che smacco per una pseudoespertadicinema!

    Non ne sapevo nulla!

    Provvederò al più presto ad “attrezzarmi” anch’io! :-))

    E poi c’è Casey Affleck, che ho scoperto solo recentemete con Gone Baby Gone, che trovo molto molto bravo.

    Grazie per questa chicca!

    Ciaoooooo!

    Valentina

  6. Bè, Valentina sapessi quante cose dovrei conoscere io e ancora non conosco. Comunque concordo su Casey Affleck, davvero bravissimo. Se non l’hai visto, ti consiglio di non perderti assolutamente la sua interpretazione in L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford.

  7. Ho saputo anch’io da Honeyboy. Un film che mi era sfuggito forse a causa della pessima distribuzione. La tua recensione trasforma le mie sensazioni in certezze. Il film è uno dei rari casi di cinema-poesia e pertanto un capolavoro. Rimpiango di non averlo visto al cinema. Cerco di recuperarlo e vederlo. Adesso è una mia priorità. Grazie.

  8. sto vedendo proprio in questi giorni la filmografia di Van Sant (in rigorosissimo ordine cronologico) e non vedo l’ora di arrivare a Gerry… ma se ti manca Mala Noche, sua opera prima a bassissimo costo, te lo consiglio vivamente!

  9. Sì giusto. Mi pare anche di avere letto che non è mai arrivato da noi. (la mia memoria sta facendo tilt). Quindi il rimpianto diventa rabbia, perché immagina quanto hai/ho/abbiamo perso nel non vederlo sul grande schermo. Godard dice che cinema è quando per vedere un film bisogna alzare la testa. Non alzeremo mai (?) la testa per Gerry. Sconsolante.

  10. (sssssssssììììììììììììììììììììììììììììììììììì)

    (ora DEVI recuperare Tarr, sei pronta per le armonie di werckmeister!)

  11. Meraviglioso e devastante! Un film da vedere che, personalmente ho preferito ad ELEPHANT.

    @ MissVengeance,

    si trovano finalmente dei sottotitoli in italiano per Mala Noche?? Io l’ho visto in lingua, ma il mio inglese zoppica!

  12. Credo che questo sia il miglior film di Gus Van Sant. Se non sbaglio, in Italia non e’ mai uscito. Io l’ho visto in inglese (dettaglio relativo, considerando che il film e’ suono, rumore e musica, piu’ che voce). Ad ogni modo segnalo, oltre alla prima sequenza, anche una delle ultime (per intenderci: quella della foto, postata da te, prima della locandina). Un motaggio geniale!

    N.

    [non male questo blog..ci passero’ altre volte]

  13. Salve N. Sono d’accordo, anche per me il migliore di Van Sant. Anche io l’ho visto rigorosamente in lingua originale, anche perchè non credo che esista una versione doppiata.

    La scena che tu hai citato è fenomenale, e infatti ne ho parlato nel mio pezzo. Ti ringrazio per i complimenti al blog ^^

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