Halloween – the beginning

REGIA: Rob Zombie

CAST: Malcom McDowell, Brad Dourif, Tyler Mane, Sheri Moon, Scout Taylor-Compton, Danielle Harris, Kristina Klebe, William Forsythe, Daeg Faerch
ANNO: 2007

TRAMA:

Michael Mayers ha 10 anni e vive in una famiglia disfunzionale. Sua sorella maggiore non fa altro che prenderlo in giro, sua madre fa la spogliarellista, il compagno di sua madre è un ubriacone scansafatiche, i suoi compagni di scuola lo deridono. L’unica che riesce a dargli il sorriso, è la sua piccola sorellina Laurie. La notte di Halloween Michael, in preda ad una furia omicida, uccide a sangue freddo quasi tutti i componenti della sua famiglia e per questo viene internato in un ospedale psichiatrico dal quale uscirà solo 17 anni dopo, per tornare nel suo paese natio…

 



ANALISI PERSONALE

Un sequel? Un prequel? Un newquel? Cosa è in realtà questo Halloween – The beginning, che arriva dopo una serie di film incentrati sulla figura del serial killer più spaventoso del cinema? Di certo nessuno è riuscito ad eguagliare il capostipite di questa folta famiglia, firmato John Carpenter, autore anche del famosissimo motivo musicale che accompagna le disavventure delle vittime del killer mascherato. Quest’ultima pellicola in realtà è un’operazione alquanto originale, dato che tenta di raccontare in maniera approfondita la genesi di questo “mostro”, laddove Carpenter aveva volutamente celato qualsiasi motivazione o introspezione del personaggio. Se però l’intento di raccontare in maniera precisa l’infanzia di Michael e la genesi del suo divenire un terribile assassino appare alquanto interessante, in realtà a conti fatti i risultati non sono dei più apprezzabili. Pur riconoscendo alla prima parte del film, quella che appunto si incentra sull’infanzia di Mayers, una certa forza visiva (grazie all’abile regia di Rob Zombie che ci mostra una famiglia di “freaks” riprendendola da varie inquadrature che ce ne mostrano luci e ombre, anche se queste ultime abbondano), nonché un notevole impatto emotivo che ci fa entrare in sintonia col personaggio principale (interpretato in questa fase dal piccolo Daeg Fearch davvero molto adatto per la parte), non si può soprassedere sul fatto che il tutto viene risolto con la solita famiglia nella quale regna la violenza e l’indifferenza e la quale genera proprio per la mancanza d’amore e di educazione, dei “mostri” capaci di fare quello che il piccolo Michael ha cominciato a fare con animali e compagni di scuola, fino ad arrivare a riversare il suo odio, e molto più probabilmente il suo bisogno di attenzioni, sulla propria famiglia. Particolarmente efficaci e a tratti disturbanti le due sequenze nelle quali il bambino dai capelli d’oro ammazza a sangue freddo un compagno di scuola che aveva osato offendere sua madre e poi tutta la sua famiglia, a partire dalla sorella col fidanzato mascherato per la festa, fino ad arrivare al patrigno. Ad aspettare la mamma di ritorno dai suoi spogliarelli, ci saranno solo lui e la piccola Laurie, inconsapevole dell’orrore consumato davanti ai suoi occhi innocenti. Le maschere saranno un punto focale della rappresentazione di questo personaggio in realtà privo di personalità, inumanizzato all’inverosimile sia per essere cresciuto in una famiglia di tal fatta e sia, dopo, per aver perso anche i suoi principali punti di riferimento: mamma, sorellina e psichiatra (un Malcom MacDowell davvero molto convincente).

Finisce il racconto dell’infanzia e finisce anche l’innovatività di questa pellicola, che per il resto prosegue riprendendo passo dopo passo tutte le situazioni del primo capitolo della serie (un capolavoro del genere che resta ancora insuperato e insuperabile). Da questo momento in poi siamo in fase di vero e proprio remake. Ed è proprio nel confronto con il primo Halloween, che questo del 2007 ne esce con le ossa rotte. Laddove Carpenter riusciva ad infondere il terrore senza ricorrere ad inutili primi piani del “mostro mascherato” o a cospicui fiotti di sangue provenienti dai corpi di giovani donzelle reduci da una notte di sesso sfrenato, riuscendo a comunicare la paura dell’ignoto e dell’oscuro, nascondendo il pericolo dietro i cespugli di un quartiere benestante o dietro le tende degli appartamenti delle famiglie borghesi nelle quali si celava il vero “marciume”; qui Zombie si concentra, invece, forse troppo insistentemente sulla figura del serial killer (che Carpenter lasciava sempre nell’ombra) e su una serie di fiacchi e a lungo andare noiosi inseguimenti tra lui e le sue vittime di turno (esemplare lo stancante multiplo finale con il killer che resiste imperterrito a cadute dall’alto, spari, coltellate e via di questo passo). Dopo una prima parte interessante per quanto attiene a regia e a fotografia, ma claudicante in fase di sceneggiatura, assistiamo ad una seconda parte incentrata sulla permanenza di Michael in ospedale (con una serie di situazioni ripetute che infondono una sensazione di ridondanza), fino a quando dopo aver costruito per anni e anni una serie infinita di maschere tutte appese nella sua stanza, il gigante cattivo decide di scappare facendo incetta di cadaveri (alcuni delle vittime appaiono poco credibili perché imprudentemente troppo fiduciose nei confronti del serial killer). Parte così il terzo “capitolo”, che vede Michael ritornare nel suo paese per seminare il panico la notte di Halloween. Le vittime saranno delle giovani ragazze un po’ troppo emancipate, una delle quali in qualche modo legata al serial killer. Ed è così che cominciamo a seguire, ormai stanchi, il mostro che si aggira per la città armato di pugnale e accompagnato dallo stra-abusato motivo musicale che precede e accompagna tutte le più o meno efferate uccisioni di Mayers, che procede inseguimento dopo inseguimento, muovendosi lentamente tra le strade e le cascine del suo paese e che alla fine si toglie la maschera mostrandoci il suo volto da adulto, che in realtà non è mai cresciuto.

VOTO: 5/5,5

 



CITAZIONE DEL GIORNO

Informatore: "E se mi desse 20 dollari per averlo ?". McLane: "E se ti lasciassi vivere ?". (in "Die Hard 2")


LOCANDINA

21 commenti su “Halloween – the beginning

  1. La prima parte e il finale sono un capolavoro. Purtroppo, come dici anche te, c’è la parte centrale che affossa il film.

    Io amo quando i registi mettono del loro nei remake, e Rob ZOmbie in questo ci riesce benissimo: porta avanti la sua riflessione sull’idea di “Male” già iniziata nelle altre pellicole. In questo caso Michael non è il male assoluto, ma un bambino disturbato perchè cresciuto in un determinato contesto sociale.

    Tutta la prima parte è splendida: il massacro della famiglia è realmente disturbante, la parte all’ospedale è meravigliosa.

    Poi il remake inizia a copiare l’originale, e Rob Zombie si perde. Il film, purtroppo non funziona più.

    Fortunatamente si riprende nel finale. Un finale MERAVIGLIOSO. Rob Zombie mette la parola FINE alla saga di Michael. Un finale definitivo, perchè di “Halloween” ce n’è e ce ne sarà soltanto uno!

    Per me voto 6,5/7 (voglio troppo bene a Zombie ^^).

    Ciao,

    Lore

  2. Testavuota, La casa dei 1000 corpi l’ho vista anni fa, quando a)non me ne intendevo poi così tanto di cinema e b)non mi era ancora venuto il pallino forte per l’horror e per questo non mi piacque particolarmente, ma devo dare alla pellicola una seconda possibilità.

    Lorenzo, a me il finale sinceramente non è piaciuto proprio per niente…cioè se consideriamo il finale a partire dall’inseguimento strenuante tra lui e Laurie, con un susseguirsi di rocambolesche ridicolaggini. Comunque sia, la parte iniziale, invece, è piaciuta molto anche a me, soprattutto per come è girata, ma non per quello che racconta, cioè motivazioni, genesi e via dicendo…mi aspettavo qualcosa di meno “scontato”.

  3. Applausi a scena aperta per questa recensione che mi trova d’accordissimo!!!

    John Carpenter è il mio Dio e proprio come suo fan mi sono sentito deriso e offeso da questa pellicola, che purtroppo segna una brutta empasse nella per il resto eccellente carriera di Rob Zombie: quelli che nei suoi precedenti capolavori erano segni distintivi di una poetica qui sono diventati cliché inseriti a forza nella mitologia di Michael Myers: il risultato è un ibrido pieno di incongruenze, dove si insegue un blando vincolo di causa-effetto (Michael che diventa quel mostro solo perché lo maltrattano? suvvia…) e si prendono le distanze dal concetto fondamentale nel capolavoro carpenteriano, cioè che Michael è IL MALE insito nel cuore stesso dell’America di provincia, che germoglia nascosto dietro la facciata perbene della famiglia felice.

    Spero che con il prossimo film Rob Zombie si riprenda e non si cimenti più in opache operazioni come questa.

    Bocciato senza alcuna riserva da parte mia!

    Davide DG

  4. Mi trovo d’accordo con la tua rece, e anche con quest’ultimo commenti di DavideDG. Riesco e vedere perché il film possa piacere, perché Zombie prova da par suo una rilettura estetica abbastanza affascinante e derelitta, disperata, che però secondo me non crea un discorso coerente. La seconda parte è spesso un filmetto slasher per liceali, un po’ triste.

  5. Io per finale indendo proprio l’ultimissima scena della morte di Michael per mano dell’ignara sorella. L’inseguimento in effetti è un po’ prolisso, ma quel finale così concreto mi ha fatto passare sopra questi difetti.

    Mi collego al commento di Davide DG: secondo me Carpenter (anche io lo venero) non deve sentirsi offeso. Io ho apprezzato il fatto che Zombie abbia preso le distanze dall’opera principale (il Male insito nel cuore stesso dell’America di provincia) e che abbia inserito i suoi segni distintivi (il Male che ha origine in un determinato contesto sociale). UN regista che vuole fare un remake secondo me deve sempre metterci del suo nella pellicola (altrimenti viene fuori una schifezza come lo Psycho di Van Sant). E’ vero, forse non è niente di originale lo sviluppo causa-effetto, forse è un po’ troppo “sempliciotto”, ma è coerente con il percorso già iniziato con “La casa dei 1000 Corpi” e “La casa del Diavolo” (il suo vero capolavoro!).

    Anche io resto in attesa del prossimo film targato Zombie. La locandina promette scintille 😉

    Ciao,

    Lore

  6. Lore, sul principio astratto hai ragione e anch’io preferisco che il remake sia libero e personale (non a caso il mio film “della vita” è “La cosa”): il problema è che secondo me in questo caso quelli che in altri film erano segni distintivi di una poetica qui sono ridotti al rango di cliché perché Zombie non è riuscito a renderli elementi qualificanti, sono affrontati in modo svogliato e meccanico per giungere all’approdo del comodo remake-fotocopia, evidente nella seconda parte (e il finale che tu citi era potenzialmente devastante, ma poiché il film non ha intensità passa nella completa indifferenza).

    Comunque sulla coerenza aspetto di vedere i suoi prossimi film per avere più chiaro il quadro d’insieme, di sicuro non lo considero un regista finito e merita ancora fiducia, un passo falso può capitare a molti 😉

    Quanto al Maestro Carpenter lui è certamente un “uomo di mondo”, come dice sempre l’importante è che gli arrivi l’assegno nella buca delle lettere :-)))

    Davide DG

  7. Ma, infatti, anche il motivo musicale da lui scritto per il primo Halloween (per me l’unico), è qui utilizzato davvero alla cazzo di cane, permettetemi il francesismo. Ma Carpenter non se ne duole, perchè tanto lo riempiono di soldi, del resto, come dargli torto?

  8. Bè, sarebbe interessante conoscere il tuo parere al riguardo. I film che “spaccano” le opinioni, sono sempre comunque interessanti.

  9. Ammazza, mi piange il cuore!

    Premessa: adoro Myers, adoro il film di Carpenter, adoro Rob Zombie.

    La parte di Myers-bambino è straordinaria. Mi si strugge il cuore quando parte “Love Hurts” dei Nazareth, mi vengono i brividi quando si sente il tema di Halloween e si vede Myers che corre nel corridoio, come se quella corsa avesse un significato, come se stesse dicendo addio all’uccisione di poveri animali per passare alle persone in carne ed ossa. Adoro la fuga dall’ospedale psichiatrico, e forse sì, il film cala quando facciamo conoscenza della ragazza, ma sul finale nulla da dire: concordo con Lorenzo.

    (tuttavia di Zombie preferisco i film precedenti)

  10. Un sequel? Un prequel? Un newquel?

    UNA PORCATA!!!

    A me Rob Zombie piace (sia come regista che come cantante) ma questo film è assolutamente da bocciare!!!

    Voglio dire…Halloween parla di un bestione alto due metri che ammazza la gente con un pugnale…a cosa mi serve un’ora di antefatto che cerca di spiegare – peraltro in modo BANALISSIMO – le origini di una figura leggendaria come Michael Myers?

    Rob, tu sei molto valido come regista, ma le introspezioni psicologiche non fanno per te…torna a fare i film dove ci sono le famiglie psicopatiche che è meglio…

  11. Lost, ma te l’hai visto? Io ricordavo di no…

    Filippo, più o meno siamo d’accordo, anche se io non la trovo proprio una porcata…

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