Hancock


REGIA: Peter Berg

CAST: Will Smith, Charlize Theron, Jason Bateman

ANNO: 2008

 

TRAMA:

 

John Hancock è un supereroe che mentre salva la sua città dal crimine, combina disastri e guai a non finire finendo con l’essere odiato da tutti i suoi concittadini e dalle forze dell’ordine. Quando salva la vita ad un pr, Ray, questi si offre di aiutarlo a ripulire la sua immagine di ubriacone e scorbutico, per far sì che la gente impari ad amarlo e ad apprezzare i suoi poteri e l’aiuto che, suo malgrado, tenta di dare all’umanità.

 



ANALISI PERSONALE

 

In un periodo in cui il cinema è letteralmente sommerso da avventure e disavventure superomistiche con protagonisti più tormentati che mai (vedasi Batman in primis, ma anche Hulk, Spiderman e compagnia bella) posti di fronte al dilemma della propria dualità e alle grandi responsabilità che derivano proprio dai loro grandi poteri,  Hancock tenta di fare un discorso metacinematografico riflettendo proprio sul ruolo che questo filone sta assumendo sia per gli spettatori che per gli addetti ai lavori. Certo questo sottotesto è davvero molto blando e si perde per strada a metà film, oltre al fatto che può essere colto solo da chi di cinema mastica in maniera più che approfondita, però perlomeno si spera che abbia aperto la strada per una più attenta disamina dell’argomento che nasconde un alto potenziale di interesse e di riflessione cinematografica. Sostanzialmente però Hancock non è altro che un prodotto di intrattenimento che si destreggia tra avventura, divertimento puro, azione e, purtroppo (e questo è sostanzialmente l’aspetto che non fa decollare la pellicola) di vero e proprio melodramma sfociante nella retorica e nella stucchevolezza più inaudita. Tutto sommato il grado di apprezzamento del film dipende molto anche da come ci si pone alla sua visione. Se si pretende di cercare una qualche profondità di contenuti o di assistere ad un prodotto di alta qualità, allora non si può far altro che rimanere delusi. Se, invece, si sgombra la mente da pregiudizi e soprattutto da aspettative e ci si accontenta di divertirsi e di lasciare spazio alla parte più infantile e giocosa di noi, allora non si può far altro che abbandonarsi alle risate più smargiasse, dettate da situazioni davvero esilaranti, e al fomento che una serie di riuscitissimi e abbondanti effetti speciali possono causare negli affezionati e appassionati dell’action-movie di cui Will Smith è egregio esponente. Ed è così che durante la prima parte del film si assiste ad una serie di gag di imperdibile comicità con il supereroe che tanto eroe poi non è, visto che si ubriaca tutto il giorno, maltratta vecchiette e bambini (alcuni dei quali se lo meritano ampiamente), distrugge tutto quello che gli si para davanti creando dei danni insormontabili nel tentativo di combattere la criminalità seguendo un istinto del quale non conosce l’origine, e si destreggia tra un atterraggio e l’altro, sfondando grattacieli, inghiottendo piume di uccelli, toccando sederi a destra e a manca e incazzandosi di brutto se viene chiamato “stronzo”. Un uomo non proprio amabile, quindi, questo Hancock, che non ricorda affatto del suo passato e passa le giornate su una panchina coperto da un cappello di lana e da enormi occhiali da sole. Fin quando si rimane su questo livello che fonde amabilmente e simpaticamente l’azione con il divertimento, la pellicola risulta più che gradevole e soprattutto godibile. Si ride di gusto e si spera di continuare a farlo fino alla fine. Poi però, inspiegabilmente, il film prende tutta un’altra piega disattendendo (e questo forse potrebbe essere anche un piccolo merito) tutte le aspettative che una campagna pubblicitaria mastodontica aveva creato negli spettatori. Il regista e lo sceneggiatore compiono una virata inaspettata, facendo assumere alla vicenda e soprattutto al personaggio, dei contorni un po’ troppo buonisti con una spiegazione che tra l’altro delude si tutti i fronti, visto che sciorina in cinque minuti tutta l’essenza di quest’uomo simpaticamente politically uncorrect. Un colpo di scena intuibile sin dalla prima comparsa del personaggio che lo sostiene e un cambiamento netto dell’atteggiamento bastardo ma al contempo attraente del protagonista, fanno perdere alla pellicola quella verve che aveva fatto sperare bene fino alla fine del primo tempo. Ed è così che Hancock si ripulisce, indossa una tuta di pelle aderente, sostituisce gli insulti e gli improperi con complimenti e buone azioni e soprattutto viene a scoprire la sua reale natura di “angelo sceso in terra”, arrivando un finale più sdolcinato e prevedibile che mai, che sinceramente lascia un po’ con l’amaro in bocca. Ma d’altronde nessuno è perfetto e ce lo dimostra ampiamente questo supereroe sui generis che, nonostante alla fine si dimostri più convenzionale che mai, perlomeno ha il merito di  aver stravolto, nel suo piccolo, l’immagine consueta e radicata degli eroi cinematografici.

 

VOTO: 6/6,5

 

 


CITAZIONE DEL GIORNO

 

"A commissario, come mai avete un guanto rosso e uno verde?". "Perchè col rosso te do l’ ordine de fermatte, mentre col verde te do er via libera per anna’ affanculo!". (Thomas Milian in "Delitto in formula uno")

 


LOCANDINA

 


21 commenti su “Hancock

  1. lo sai che mentre leggevo pensavo “gli dà un 4,5”. poi alla fine il 6-6,5 è quasi un buon voto rispetto ad alcuni tuoi passaggi molto duri (o almeno così li ho recepiti io).

    comunque, la risposta a tutte le domande metacinematografiche aperte da questo film è “the dark knight”.

  2. Bè Damiani, sono d’accordo…

    Alè, in effetti si salva solo perchè in certi punti ho proprio riso di gusto.

    Steutd, quei passaggi stanno a sottolineare che nella seconda parte scade di brutto, però tutto sommato nel complesso si fa guardare.

  3. “Certo questo sottotesto è davvero molto blando e si perde per strada a metà film, oltre al fatto che può essere colto solo da chi di cinema mastica in maniera più che approfondita”

    Ammetto candidamente di non aver colto. E fuorché per i primi 20 minuti mi sono annoiato tantissimo, specialmente per l’utilizzo (a mio modesto parere) troppo massiccio di effetti speciali. Fosse stato un pilot di una serie tv mi sarebbe piaciuto (beh, forse neanche tanto), come film proprio no.

    Appi

  4. Per una serata in cui (urge?) staccare il cervello va bene!

    Certo, in questo momento al cinema c’è quello di Neil Marshall che mi ispira tantissimo e che ha priorità sugli altri.

  5. Bè Appi, io invece penso che sarebbe stato un pessimo telefilm.

    Leonard, hai detto bene, per staccare un pò la spina è ottimo, almeno per la prima parte.

    Luciano, penso che al cinema lo terranno a lungo.

  6. A me è piaciuto alquanto, poi ho una certa predilezione per Will Smith, ma non mi dilungo, magari poi ne scriverò da me 🙂

    Comunque è certamente un film con dei difetti.

    Davide DG

  7. Si, Al in effetti non c’è molto di cui andare eccessivamente entusiasti, però come dici è divertente e intrattiene, questo può anche bastare.

    Davide, non credevo che ti potesse piacere Will Smith, a dire il vero anche a me piace molto (in tutti i sensi :P), solo che forse vorrei vederlo in qualcosa di diverso, non so…

  8. “Certo questo sottotesto è davvero molto blando e si perde per strada a metà film”; concordo; dopo la prima ora diventa un guazzabuglio di cose insensate.

    Smith è sempre più LA star, e Charlize la donna più bella del sistema solare… ma mi sarei risparmiato volentieri questo Hancock.

  9. La prima parte potrebbe essere vista come la presa di coscienza da parte del cinema commerciale del “mito americano”. No more heroes….c’è la crisi, c’è il terrorismo…pensieri di ridimensionamento da Europei, che una volta mai avrebbero sfiorato i nostri a stelle e striscie. La seconda parte, pur nel tentativo “anti ansia” dell’happy end canonico, si può anche vedere come l’amara constatazione che l’immagine è tutto e che il mondo ha i piedi “d’argilla”, ormai…concordo col voto. (Comunque meglio “er monnezza”…)

    A proposito: quando sono molto abbronzato anch’io assomiglio un po’ a Will Smith…

    ….nel colore della pelle, purtroppo.

    :-))

  10. eh no.. così non va proprio!

    prima di tutto cominciamo a buttare nel cestino “Ciak”.. e Will Smith ? mandiamolo a raccogliere le prugne in California

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