His House: la casa infestata che medita vendetta per un tradimento troppo grande da dimenticare

Bol e Rial sono due immigrati africani scampati ad un naufragio in cui hanno perso la vita molti dei loro compagni di viaggio, tra i quali la loro piccola bambina. Una volta arrivati in Inghilterra, dopo aver sostato per quasi un anno in un rifugio, vengono rilasciati e gli viene assegnata una casa squallida in un quartiere altrettanto squallido, con la premessa che dovranno essere monitorati per un certo periodo per capire se sono meritevoli di rimanere a Londra e, quindi, di avere un lavoro e una vita come tutti gli altri. All’interno dei muri della loro nuova abitazione, però, sembra esserci qualcosa o qualcuno che medita vendetta…

L’horror politico nelle sue varie declinazioni sembra essere ormai la strada che molti registi esordienti e non stanno decidendo di intraprendere, molto probabilmente seguendo la scia del successo delle opere di Jordan Peele, più incentrate su un tono satirico, ma comunque pregne di temi sociali raccontati ricorrendo all’arma del genere che più di tutti è in grado di metaforizzare efficacemente certe storture della società odierna che risultano a loro modo di per sé terrificanti.

Partendo da questo presupposto ed eliminando totalmente la satira, assestandosi piuttosto su toni drammatici, anche se mai patetici o retorici, Remi Weekes ha deciso di affacciarsi al lungometraggio con questo horror perfettamente in grado di coinvolgere lo spettatore nelle sue atmosfere sinistre e inquietanti (grazie anche ad un’inventiva e ad un impianto stilistico che ci restituisce l’orrore delle figure che si aggirano per la casa e che terrorizzano i due protagonisti), ma anche nel dramma di questa coppia di africani che si ritrovano in una nuova casa e in un nuovo “mondo”, portandosi dietro una serie di sensi di colpa per essere sopravvissuti in mezzo ad un mare di morti, per non essere riusciti a salvare la loro bambina e, soprattutto per lei, per aver abbandonato le proprie radici, la propria natura, la loro vera casa.

L’approccio dei due, infatti, alla loro nuova situazione sembra essere diametralmente opposto: lui fa di tutto per omologarsi allo stile di vita europeo, accettando di buon grado anche le offese o gli abusi, lei rimane ancorata alle tradizioni della sua terra natia che non vuole rinnegare in nessun modo, anche se questo significa non essere accettata e rispettata. Nel bel mezzo di queste due differenti visioni si pongono le figure che albergano in questa casa che in realtà non è una casa ma è appunto un “luogo interiore” in cui i due devono fare i conti con un forte tormento e con una verità che li rende non solo vittime, ma anche in qualche modo carnefici (un colpo di scena del tutto inaspettato che in parte ribalta le carte in tavola e dà un senso ancora più particolare al sottotesto politico che fa da sfondo alla storia narrata).

His House, quindi, regala soddisfazioni, non solo perché riesce a coinvolgere grazie al dramma di chi si ritrova a non avere più una vera e propria casa, dovendo lottare e quasi morire per ottenerne una nuova, senza mai riuscirci davvero, perché la propria vera casa rimarrà sempre altrove (una lotta che parte durante il viaggio in mare e non finisce nemmeno quando si arriva a destinazione, come dimostrato dall’atroce e terribile percorso di “assestamento” che i due protagonisti devono intraprendere); non solo per l’efficacia con cui questa condizione viene descritta, appunto, ma anche perché riesce a non rendere scontata e già vista una storia in cui si parla sostanzialmente di una casa infestata o maledetta.

Perché in alcuni casi e per alcune persone la casa non è solo il luogo in cui semplicemente si vive in un determinato momento, ma quella che si è lasciata indietro non per scelta, ma per necessità. Un abbandono che in questo film assume i contorni della vendetta e della consapevolezza di se stessi e della propria natura, per poter ricominciare venendo a patti con i propri errori, imparando a convivere con i propri demoni, nella forma di rimpianti, sensi di colpa, spaesamento, inadeguatezza e tradimento di se stessi e delle proprie origini.

2 commenti su “His House: la casa infestata che medita vendetta per un tradimento troppo grande da dimenticare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.