I migliori momenti del cinema – Fight club

Fight club

  

CATEGORIA: Frase

Fight club

Regia: David Fincher/Anno: 1999/Durata: 139 min. /Colore: colore /Paese: USA

 

“Fight Club”, prima romanzo di Chuck Palahniuk, poi pellicola di David Fincher. Una grande occasione di riflessione sulla società moderna e sul singolo uomo in relazione ad essa. Il protagonista senza nome potrebbe essere chiunque di noi, un uomo circondato dai beni materiali dei quali comincia ad avvertire l’inutilità, oltre che il peso. Un appartamento arredato con mobili Ikea, economici e alla moda, un lavoro che non lo soddisfa, una “malattia” che lo tormenta: l’insonnia.

A fargli da contraltare un affascinante personaggio, l’anarchico Tyler Durden, che in qualche modo gli apre gli occhi e la mente. “Facciamo lavori che odiamo per comperare cazzate che non ci servono. Siamo i figli di mezzo della storia. Non abbiamo la Grande Guerra né la Depressione. La nostra Grande Guerra è quella spirituale, la nostra grande Depressione è la NOSTRA VITA…”, così dice il personaggio interpretato dall’ottimo Brad Pitt.

Ed è così che l’altro, il grande Edward Norton, liberatosi una volta per tutte di tutti quei beni materiali che contribuivano ad accrescere il suo disagio, decide che è arrivato il momento di sfigurare anche il proprio aspetto fisico, altro elemento materiale che ci tiene incollati ad un modo di vivere poco sano e soprattutto poco vero. Ecco perché i lividi, i denti rotti, le cicatrici e i graffi che si procura ogni notte nei combattimenti del Fight Club lo fanno sentire finalmente vivo, per la prima volta consapevole di provare delle sensazioni, delle emozioni. E se all’inizio si trattava solo di combattimenti a torso nudo per sciogliere la tensione e liberare la mente e lo spirito, ben presto il Fight Club si trasformerà in qualcosa di più serio, un un’organizzazione che si allargherà a macchia d’olio fino a prendere di mira le istituzioni capitalistiche.

Dei messaggi molto forti e se vogliamo controversi, quelli lanciati da questa pellicola e dalla frase che abbiamo citato in primis, un messaggio che suggerisce delle vie poco ortodosse per liberarsi dalle grinfie del capitalismo, dalle barre dorate delle convenzioni sociali. Sicuramente, però, il Fight Club è metafora di qualcos’altro, di un serio impegno che porti ad una “lotta” concreta contro quelli che possono essere gli elementi che ci impediscono di essere noi stessi, ingabbiandoci in una realtà distorta dalle mode, dagli oggetti materiali, da tutto ciò di artefatto che ci circonda e che ci impedisce di coltivare le nostre anime.

Un’opera, insomma, che pone un primo tassello alla costruzione di un tipo di società che non sia inglobante e disindividuante, ma che faccia esprimere ad ognuno la propria personalità e le proprie reali aspirazioni, per evitare che, invece a causa dell’oppressione delle istituzioni, si giunga a risultati disastrosi così come avviene con l’enigmatico e inarrestabile Tyler Durden.

Pubblicato su www.supergacinema.it 

 

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