Il caso Thomas Crawford

REGIA: Gregory Hoblit

CAST: Anthony Hopkins, Ryan Gosling, David Strathairn, Rosamund Pike,
ANNO: 2007

TRAMA:

L’ingegnere aeronautico Thomas Crawford, dopo aver scoperto la tresca di sua moglie con il tenente della polizia Nanali, le spara in faccia confessando subito dopo al tenente stesso il suo tentato omicidio. In realtà il tutto era stato pianificato per rovinare la vita di entrambi i traditori, dato che Crawford ha ideato un malefico piano per poter uscire di prigione da innocente…

 



ANALISI PERAONALE

Senza infamia e senza lode questo film di Hoblit che è un misto tra il thriller psicologico, il thriller legale e il poliziesco. Di certo l’atmosfera è ben curata tramite luci e ombre che colgono i protagonisti nelle loro essenze e i dialoghi sono fitti e serrati e soprattutto indicativi delle personalità dei vari personaggi. Ma il tutto, a parte qualche piccolo colpo di scena, sa di già visto e, innanzitutto, di scontato.
I due protagonisti sono il vecchio ingegnere aeronautico Thomas Crawford (un Anthony Hopkins più gigionesco che mai), dedito al lavoro e fissato con una sorta di marchingegno da lui costruito costituito da una sorta di pista arzigogolata nella quale fa scorrere delle palle dorate; e il giovane procuratore distrettuale Willy Beachum (un sempre più soprendente Ryan Gosling), cinico, arrivista e, soprattutto, sempre vincente. Le loro vite si scontreranno, dato che a Willy (proprio mentre ha trovato lavoro presso uno studio legale privato tra i più rinomati, tramite uno stratagemma non proprio ortodosso), viene affidato il caso del signor Crawford, che prima ha confessato il tentato omicidio e poi ha ritirato la confessione e ha deciso di difendersi da solo in tribunale dato che è sicurissimo di non poter essere accusato per mancanza di prove.
Per Willy accettare il caso non è un problema, dato che dal canto suo è sicurissimo di vincere una causa così facile, dove per forza di cose la prova è costituita dalla pistola utilizzata da Crawford che non può che trovarsi nel suo appartamento (dato che questo era circondato da giardinieri e personale della villa che non ha visto uscire ed entrare nessuno dall’ora in cui la signora Crawford era rientrata fino all’ora del tentato omicidio da parte di suo marito).
In realtà (ed è questa la parte più intrigante ed interessante della pellicola), in casa non c’è alcuna traccia della pistola in questione e, nonostante questa sia stata setacciata da cima a fondo da tre diverse squadre di polizia, non c’è nessunissima prova che incolpi il signor Crawford. E, come se non bastasse, la confessione da questi fatta alla polizia non ha valore legale, dato che è stata fatta (illegalmente) in presenza del tenente Nanali, ovviamente implicato personalmente nel caso.
Per Willy, abituato a vincere sempre, si mette davvero male, dato che perdere una causa apparentemente tra le più facili, lo metterebbe in cattiva luce col suo nuovo potente datore di lavoro.
Da questo momento comincia la vera lotta tra i due protagonisti, l’uno convinto del fatto suo e del tutto determinato a veder perdere il suo avversario, l’altro che si vede crollare sotto i piedi  il suo mondo fatto di sicurezze e vittorie.
Entrambi i personaggi sono molto ben caratterizzati, soprattutto grazie da una discreta sceneggiatura che ne delinea le principali caratteristiche: Crawford col sorriso sornione perennemente stampato sul volto, ha pianificato nei minimi dettagli una strategia vincente e per questo si sente in grado e in diritto di giocare e di prendersi gioco del giovane avvocato; Willy, rampante avvocato dal carattere graffiante e deciso diventa pian piano quasi una pedina nelle mani
del suo inaspettatamente temibile avversario, arrivando addirittura ad una sorta di trasformazione interiore che gli impedisce di ricorrere a mezzi illegali per incastrare Crawford (Nanali gli propone di utilizzare una falsa arma del delitto come prova schacciante con la connivenza di un amico poliziotto, ma il ragazzo che di sicuro fino ad allora non è stato sempre ligio alla legge, rifiuta seppur con molta riluttanza) e che lo porta addirittura a tentare di salvare a tutti i costi la vita della signora Crawford che si trova in coma celebrale.

Insomma la coerenza non è proprio il piatto forte di questa pellicola, soprattutto se si guarda al personaggio del giovane avvocato cinico e “spietato” che all’improvviso ha un’evoluzione positiva (ma è poi davvero positiva?) che lo porta a rischiare la sua carriera e forse anche la sua “libertà” in nome della giustizia. Ma anche il perno del film, costituito dall’enigmatico e affascinante personaggio di Thomas Crawford non brilla proprio per coerenza. Scrupoloso e abile nella pianificazione del tentato omicidio della moglie, del quale riesce a non essere accusato, si fa incastrare senza prestare un minimo di attenzione alle sue mosse una volta uscito di prigione.
Appare indicativo il fatto che l’unico personaggio coerente della pellicola sia una donna (l’essere incoerente per antonomasia) e cioè l’associata dello studio legale nel quale avrebbe dovuto lavorare Willy se non avesse fatto “casino” con il caso Crawford, che nonostante instauri una relazione sessual-amorosa col giovane avvocato, si rifiuta di mettere a repentaglio la sua carriera per aiutare l’amante nella pericolosa ricerca di prove a carico della colpevolezza dell’ingegnere aeronautico.
Alla fine, forse, l’unico a guadagnarci qualcosa (se così vogliamo metterla) è Willy che acquista un rinnovato senso civico e  arriva alla conclusione che forse l’ambizione e l’arrivismo non pagano quanto la giustizia e la lealtà. Insomma, un finale un po’ troppo “telefonato” che poteva lasciare spazio a considerazioni un po’ più interessanti e meno scontate.

Tutto sommato il film si fa guardare senza sbadigli o momenti di noia soprattutto grazie all’abile stratagemma di tenere nascosto fino quasi alla fine l’espediente con il quale Crawford è riuscito a nascondere l’arma del delitto senza che nessuno potesse trovarla e a parte qualche sensazionalismo e sentimentalismo di troppo che contrassegna tutti i personaggi della pellicola, ad esclusione dello spietato Crawford che richiama forse un po’ troppo col suo ghigno e le sue movenze l’indimenticabile Hannibal Lecter e l’ambiziosa amante di Willy, riesce a tenere alta l’attenzione dello spettatore con una giusta dose di suspance.
Efficace, anche se poteva essere superiore, la forza visiva arricchita da un uso delle luci molto ben studiato e interessante la sceneggiatura ricca di numerosi spunti di riflessione. L’ambientazione a tratti poco curata e sicuramente già vista e rivista si arricchisce di alcuni particolari originali come l’affascinante marchingegno costruito da Crawford, davvero bello da ammirare e osservare. Il livello di recitazione è indubbiamente più che sufficiente soprattutto grazie all’abilità espressiva del giovane, e ancora poco conosciuto, Ryan Gosling che, smessi i panni del giovane psicopatico con tendenze suicide in Stay, arriva a ricoprire un ruolo sicuramente più adulto e più ricco di sfaccettature. Hopkins impera come sempre e si diverte a sfornare una serie di sorrisi tra l’enigmatico, il beffardo e il sornione facendo forse (volutamente) la caricatura del suo personaggio più memorabile e cioè il grande Hannibal Lecter.

Concludendo, Il caso Thomas Crawford è un film che si lascia guardare tranquillamente e di cui non ci si può lamentare, anche se nel finale dà troppo adito a scontatezze che sarebbe stato molto meglio evitare.

Regia: 7
Recitazione: 7,5
Sceneggiatura: 7
Fotografia: 6
Colonna sonora: 6
Ambientazione: 6
Voto finale: 6,5

"Anche un orologio rotto segna l’ora giusta due volte al giorno".


CITAZIONE DEL GIORNO

"Non so niente di te!". "Sai che non porto le mutandine". (da "Basic Instinct")


LOCANDINA


4 commenti su “Il caso Thomas Crawford

  1. insomma, senza infamia e senza lode ^^

    io ho poco tempo, diciamo che lo posso anche saltare senza farmi troppi problemi!

    (soprattutto, sono contento che tu abbia intensificato la frequentazione della sala! ^^)

  2. Questo non so se riuscirò a vederlo, forse lo aspetterò sul DVD. Inoltre il tuo commento mi convince ad aspettarlo con calma. Grazie Ale55andra. A presto.

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