Il cattivo tenente

REGIA: Abel Ferrara

CAST: Harvey Keitel
ANNO: 1992

TRAMA:

Un tenente corrotto fino al midollo, dedito all’uso di qualsiasi sostanza stupefacente, affamato di sesso e alcool e incallito scommettitore, si ritrova ad indagare sullo stupro ai danni di una suora. Quando questa decide di perdonare i due uomini che l’hanno aggredita sull’altare della chiesa, il tenente rimane al contempo incredulo e turbato. Questo avvenimento lo farà riflettere sulla sua vita di peccatore e sul significato del perdono.




ANALISI PERSONALE

Un film per stomaci forti questo di Abel Ferrara che trova la sua forza nella visionarietà e nell’interpretazione magistrale di quel grande attore che è Harvey Keitel. Qui dà vita ad un personaggio sicuramente disturbante e a tratti spregevole, che non si preoccupa minimamente di sniffare cocaina davanti ai suoi famigliari, o di rubare un chilo di droga da un auto in cui è avvenuto un delitto (salvo poi perderli perché scivolatigli dalla giacca), o di fare affari con criminali e spacciatori. Una vita sregolata la sua, piena di numerose ossessioni, a partire da quella per le scommesse sul baseball. Nonostante sia pieno di debiti fino al collo, continua a puntare ingenti somme di denaro sulla vittoria della sua squadra preferita, sperando di poter risolvere i suoi problemi economici, non rendendosi conto del pericolo a cui si sottopone con i suoi creditori di malaffare. Una vita sessuale non proprio sana (fa sesso con più donne alla volta sempre sotto l’effetto di stupefacenti e in balia dell’alcool e del fumo), contribuisce a caratterizzare in maniera del tutto negativa questo incallito peccatore, ma cattolico nell’anima. Sarà necessario lo stupro, effettuato sull’altare di una chiesa, ai danni di una suora che poi perdonerà i due teppisti, a fargli prendere una strada diversa. Sarà questo atto di estrema fede nell’umanità e di bontà cristiana a fargli perdere quasi la ragione. Il tenente non riuscirà a comprendere il perdono della donnax seviziata brutalmente, non capirà la sua totale mancanza di odio verso coloro che le hanno fatto del male, e anzi criticherà questa sua eccessiva generosità per poi arrivare a capire di essere lui stesso un grandissimo peccatore bisognoso di perdono. Nonostante la pellicola sia mascherata da noir, quello che conta è proprio il messaggio che la parabola discendente del tenente porta con sé.

Infatti, i colpevoli dello stupro si conoscono da subito e non saranno le indagini ad essere in primo piano, ma la spirale di degradazione del tenente che arriverà persino a sfogarsi contro Cristo per non averlo saputo guidare in maniera migliore e a perdonare egli stesso i due teppisti, nonostante il loro atto sia parso insostenibile e inaccettabile, persino ad un depravato come lui. Una corruzione la sua, che non lascia spazio alla comprensione dello spettatore, sempre più impressionato e inorridito dal livello di scempiaggini da lui compiute, come nella famosissima e prolungatissima sequenza nella quale costringe due ragazzine, fermate perché con una luce rotta e scoperte senza patente, a simulare la fellatio e ad assistere alla sua masturbazione. Ma questa non è l’unica sequenza volutamente eccessiva, ed estremamente indigeribile. A shockare e quasi inorridire ci pensano anche la sequenza dello stupro che colpisce persino l’ateo più incallito e quella dello sfogo del tenente in chiesa, che vede come interlocutore un Cristo silenzioso che poi si dimostra essere un’anziana signora con calice in mano. Comincia ad avere le allucinazioni il nostro estremo protagonista, e forse anche noi dato che senza volerlo ci ritroviamo a porci gli stessi quesiti che egli stesso si pone, pur non essendo al suo livello di degenerazione.
Con una fotografia incentrata particolarmente sul rosso, il colore del peccato, e sui chiaroscuri Il cattivo tenente è un grandissimo film, che pur essendo sgradevole ed impressionante, riesce a
catturare lo spettatore e a coinvolgerlo anche grazie ad un’ambientazione notturna newyorchese che ben si confà al tipo di narrazione e al messaggio insita in essa (interessantissima ed indicativa la sequenza in discoteca, luogo di completo annullamento di sé stessi).
Cosa ci lascia alla fine Il cattivo tenente? In sostanza un unico grande insegnamento: in un mondo crudele, pieno di abiezione ed immoralità, è sempre e comunque possibile trovare la propria via per la redenzione.

VOTO: 9

 



CITAZIONE DEL GIORNO

"In realtà, agente, il mio nome è Bond. James Bond." "Già, e io sono Superman. E lei è sempre in arresto". (Roger Moore, nel film "007: Bersaglio mobile")


LOCANDINA


28 commenti su “Il cattivo tenente

  1. Ferrara al suo top! Un film doloroso e importantissimo: speriam comunque che ci faccian vedere “Go Go Tales”, la sua ultima fatica…

  2. Bellissimo post! per un film che mi ha piacevolmente sconvolto quando l’ho visto: vorrei rivederlo…memorabile Harvey Keitel davanti al crocifisso, mamma mia. Di Ferrara ora recupera in qualche modo il mitico “Fratelli”

    Ancora complimentoni. A presto 😉

  3. Conte, carissimo io dovrei recuperarlo in toto, dato che questo è il suo unico film che ho visto fin’ora.

    Stefano, gentilissimo. Sono lusingatissima, come ogni volta che persone che stimo e ammiro mi fanno dei complimenti. Fratelli sarà sicuramente recuperato!

  4. Bellissimo film…sto cercando di recuperare “l’angelo della vendetta” di Ferrara che so è un cult. Harvey Keitel comunque è un grandissimo attore…da applauso. Questo film se è possibile…meglio vederlo nella versione originale…

  5. Fra, prima mi cimentavo come una matta a fare header su header. E’ un bel pò che non ne faccio più, ma del resto posso vivere di rendita per un bel pò, dato che comunque li cambio abbastanza spesso.

  6. Grandissima recensione per un film grandissimo. L’ho letteralmente amato. Harvey Keitel è intenso come non mai. La scena in chiesa in cui parla con Gesù mi mette sempre i brividi. Straordinario!

    Ciao,

    Lore

  7. Il cattivo tenente è un mio cult personale, per me uno dei migliori film di un grande regista. Film che vedo almeno una volta l’anno (per me il migliore insieme a King of NY, Fratelli e The Addiction). Ottimi anche China girl e L’angelo della vendetta. Grande cinema e ottima recensione.

  8. 9 pieno per quello che ho sempre considerato il Capolavoro di Abel (anche più dell’intoccabile FRATELLI): hai ragione tu, estremo fino all’inverosimile e senza barriere visive e concettuali… ma anche gonfio di una umanità (nel senso più ancestrale del termine) assoluta.

    Keitel al suo top.

  9. Eh si lo so Ale, era tanto che non commentavo…però hai sempre la mia visita quotidiana =) ma molte volte non avendo visto il film della tua recensione, evito di commentare.

  10. Condivido il tuo giudizio molto positivo. L’ho visto in tivù anni fa e mi colpì molto questa convivenza di degradazione e redenzione. Harvey Keitel, intenso e sgradevole come vuole il ruolo, mi sembra qui ai suoi massimi livelli, come lo stesso Ferrara. Il quale, per la verità, ha proprio un debole per certe storie estreme dove far brillare, come un lumicino nel buio, una speranza di sapore religioso, anche se a modo suo.

    A volte felicemente, altre volte meno, come in un altro film che ho trovato molto discutibile, “Mary”, del 2005. Lo conosci?

    Ciao.

  11. Grande film, sfacciato nichilismo orgasmico allo stato puro. Il capolavoro di ferrara insieme a The Addiction, a Fratelli e allo splendido Mary, che io ho amato tantissimo.

  12. questo lo devo assolutamente vedere: ho visto da poco il bellissimo “fratelli” e ora devo approfondire abel ferrara…

    ciao!

    alberto

  13. Bella recensione per uno dei migliori film di Ferrara. Anche io mi aggiungo a quelli che vedono Mary e The Addiction tra i suoi film migliori. In realtà, Ferrara ha girato molti film buoni. Non ricordo un suo film deludente.

    Su The addiction ha scritto recentemente una bella recensione ZONEKILLER del blog Scaglie.

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