Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante

REGIA: Peter Greenaway
CAST: Michael Gambon, Helen Mirren, Tim Roth, Richard Bohringer, Alan Howard
ANNO: 1989

TRAMA:
Georgina è la moglie di Albert, uno spregevole boss della malavata che è propietario di un ristorante gestito dal raffinato cuoco Richard e nel quale maltratta chiunque, dai camerieri, ai suoi stessi scagnozzi. La povera donna, esasperata dal comportamento spregevole del marito, anche a casa dove viene picchiata, instaura una relazione amorosa con un avventore del ristorante appassionato di libri. Una volta scoperto l’adulterio, Albert reagirà in maniera esagerata scatenando la vendetta di Georgina…



ANALISI PERSONALE
Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante è un film grottesco, surreale, violento ma allo stesso tempo stiloso ed elegante. Del resto cosa ci si può aspettare da un piccolo genio come il grande Greenaway che sforna delle pellicole una più strana dell’altra, una più incredibile e complicata dell’altra?. In questo caso, poi,  a farla da padrone sono il cibo, il sesso,l’amore, la violenza e la vendetta, tutti abilmente mescolati e descritti, cosa che ci lascia capire quanto strana e inusuale sia questa pellicola.
Il film comincia con una scena così forte da far stare male i deboli di stomaco. Lo spregevole Albert Spica (intepretato dal magistrale Michael Gambon perfetto in ogni sua movenza), aiutato dai suoi scagnozzi, tra cui spicca Mitchel (un imperdibile e simpaticissimo Tim Roth), sta torturando un povero uomo costrindolo a mangiare feci animali e cospargendo con esse il suo corpo offrendogli alla fine un bicchiere del vino del suo ristorante. Ma Albert è solito comportarsi in questa maniera con chiunque gli si pari davanti e non incontri le sue simpatie. Tratta male Mithcel, tratta male sua moglie Giorgina (la sempre perfetta Helen Mirren), tratta male i camerieri e gli avventori del suo ristorante, tratta male tutti insomma. L’unico che sembra meritare il suo rispetto e che non viene maltrattato è il cuoco Richard che gestisce e manda avanti il suo ristorante. E sarò proprio il cuoco, di buon cuore e molto intelligente, ad aiutare a tenere nascosta la storia d’amore tra Giorgina e Michael, il biblotecario che suole mangiare ogni sera da solo nel tavolino all’angolo (interpretato da Alan Howard). Il loro amore nasce con una serie di sguardi lascivi o meno e una certa sera Giorgina si dirige verso il bagno seguita dall’uomo incuriosito. Sarà proprio qui che nascerà la loro passione, che verrà poi consumata anche nelle cucine e in altri luoghi incredibili, oltre che nel bagno. Ogni giorno Giorgina va al bagno e ogni giorni ci rimane sempre di più. Ma lo stupido Albert sembra non accorgersi di nulla se non fosse che la cameriera Cory gli fa notare la cosa. Una volta scoperto l’adulterio, Albert preso dalla rabbia trafigge la guancia di Cory con una forchetta e dopo va alla caccia dei due amanti. Richard riesce a farli scappare, nudi così com’erano mentre facevano sesso nel magazzino della cucina, all’interno di un camion che trasporta carne avariata, ormai in putrefazione. Alla fine arriveranno al magazzino polveroso pieno di libri di Michael e qui il loro amore sboccerà tranquillamente, fino a quando il marito furioso, intercettando il ragazzino che portava loro il cibo dal ristorante, li rintraccia e uccide Michael facendogli ingoiare le pagine del suo libro preferito, rifarcendolo fino a farlo soffocare.



La scoperta del povero amante assassinato, farà nascere in Giorgina un folle sentimento di vendetta. Si rivolgerà al caro Richard pregandolo di cucinare il suo caro amante per darlo in pasto a suo marito. Una volta convinto il cuoco, convocherà al ristorante una folla di gente ostile a Michael, tra cui la povera Cory trafitta e lo costringerà a mangiare un pezzo del corpo del suo amante, ammazzandolo subito dopo a sangue freddo. Il film si conclude proprio così: il cibo come vita, il cibo come morte. Le metafore si sprecano e non solo quelle riguardanti il cibo.
A parte la forza espressiva e comunicativa della storia e dei bravissimi attori, quello che più colpisce di questo film è lo stile registico originalissimo che ci mostra con lunghe carrellate gli interni del ristorante la cui zona più interessante è proprio l’enorme cucina ricca di attrezzi e di cuochi e personale vario, tra cui il ragazzino che non fa altro che intonare degli angelici canti, ma anche la sala vera e propria e i bagni, ognuno contrassegnato da un proprio colore: la cucina dal verde, la sala dal rosso e i bagni dal bianco. Non è da meno appunto l’ambientazione stupenda e ipnotica al punto giusto che contruibuisce largamente a rendere il film elegante ed inusuale. La colonna sonora, firmata dal magnifico Michal Nyman sfocia nello psichedelico e grottesco e si adegua perfettamente a ciascuna situazione. La caratterizzazione dei personaggi è abilmente resa anche grazie alla stupenda sceneggiatura che ci mostra quanto arrogante, meschino e allo stesso tempo stupido possa essere un uomo (attraverso il personaggio di Albert e dei suoi scagnozzi) e contemporaneamente quanto ci sia bontà ed eleganza nell’animo umano (sentimenti mostrati soprattutto dal personaggo del cuoco Richard, ma anche dal bibliotecario Michael). Viene mostrata inoltre, la debolezza, la rassegnazione, ma anche la rinata voglia di vivere, tramite il personaggio di Giorgina e l’innocenza insita nella giovane età del ragazzino che canta in cucina.
Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante, non è un film per tutti, potrebbe, infatti, risultare sgradevole e inconcludente a chi non apprezza un determinato stile registico e per chi non ama il grande Greenaway. Io, che ho avuto modo di visionare alcune sue pellicole, me ne sono subito innamorata e quindi non ho potuto che apprezzare questo surreale e fantastico film.

Regia: 9
Recitazione: 8,5
Sceneggiatura: 8
Fotografia: 8,5
Colonna sonora: 8,5
Ambientazione: 9
Voto finale: 8,5



CITAZIONE DEL GIORNO

Io sono niente: senza vita, senza anima, odiato e temuto. Sono morto per tutta l’umanità. Ascoltatemi: io sono il mostro che gli uomini che respirano bramerebbero uccidere. Io sono Dracula. (Gary Oldman in "Dracula di Bram Stoker")


LOCANDINA

7 commenti su “Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante

  1. Grazie mille, cmq sono consapevole del fatto che questo film così come il suo regista è uno di quelli che o si odiano o si amano, concordi?

  2. Ale55andra, si avverte benissimo che questo film l’hai seguito con estrema attenzione. E’ un film che molti non riescono a sopportare per la sua sgradevolezza e la sua pulsione mortuaria, ma è di prodigiosa qualità visiva, e i dialoghi non sono da meno. Io l’ho visto in italiano, ma farei bene a vederlo in lingua originale con i sottotitoli. Un film concettualmente modernissimo, completamente al di fuori di ogni pulsione tardo-romantica.

    grazie e saluti

    Solimano

  3. Anch’io l’ho visto in italiano, ma sicuramente sarebbe meglio vederlo in originale. Comunque si il cinema di Greenaway in generale può essere considerato sgradevole e quasi disturbante, ma al suo interno contiene una forza comunicativa, narrativa e anche stilistica non indifferente.

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