Il dubbio




REGIA: John Patrick Shanley

CAST: Meryl Streep, Philip Seymour Hoffman, Amy Adams, Viola Davis

ANNO: 2009

 

TRAMA:

 

In una scuola cattolica del Bronx, suor Aloysious e padre Flynn arriveranno a scontrarsi a causa del dubbio di lei sull’atteggiamento di lui verso uno studente di colore.

 

  


ANALISI PERSONALE

 

Scritto e diretto da uno scrittore premio Pulitzer, non si può non asserire che Il dubbio sia accompagnato appunto da una sceneggiatura di ferro, uno degli elementi di forza della pellicola, che pur essendo formalmente rigorosa e precisa, non è esente da difetti. Partendo dai pregi, è inutile cercare di negare la straordinarietà delle interpretazioni a partire da una sempre magnifica Meryl Streep che dopo aver ballato in un musical, veste i panni di una suora impettita e severissima, comunicando una serie infinita di sensazioni semplicemente con dei movimenti del volto quasi impercettibili, ma sicuramente comunicativi. Non è da meno il grandissimo Philip Seymour Hoffman, meritatamente nominato agli Oscar così come tutti gli altri, in perfetto equilibrio in un ruolo che facilmente poteva dare adito ad esagerazioni, lasciando che il dubbio sulla sua condotta e sul suo reale coinvolgimento col ragazzino di colore, si impossessi non solo degli altri protagonisti, ma anche dello spettatore. Intensissima anche se breve l’interpretazione di Viola Davis, nel ruolo della disperata madre del ragazzino, una donna succube di un marito dispotico, oltre che di una società (siamo nel 1964, subito dopo l’assassinio di Kennedy e il Concilio Vaticano II), che non accettava ancora il diverso. Si fa notare anche Amy Adams, qui forse al sui primo ruolo veramente importante, perfetta via di mezzo tra i due pilastri della pellicola, l’unica vera portatrice del dubbio sin dall’inizio. Il tema del dubbio che si insinua anche nelle menti più ferme e decise, comunque, non è sicuramente l’unico ad essere affrontato in questa pellicola girata in maniera sobria ed elegante, anche se con alcuni momenti di inspiegabili e vistose virate. Trattasi delle tanto discusse inquadrature sghembe che in un certo senso arrivano a sconquassare l’equilibrio e l’aria di solennità che per il resto della pellicola si respira. Azzardando un’interpretazione, si potrebbe asserire che lo stile registico lineare e austero stia a “rappresentare” il personaggio della suora attaccata strenuamente al convenzionalismo e al tradizionalismo religioso e non, mentre i momenti che deviano da questo stile (le inquadrature sghembe appunto), siano la rappresentazione del prete che professa il modernismo: usa la penna biro tanto odiata dalla suora, mette lo zucchero nel thè, ha un rapporto molto ravvicinato con i suoi ragazzi, fuma, ecc…


Se la dicotomia tra questi due personaggi, al di là del dubbio di uno sull’altro, poteva essere un argomento molto interessante, soprattutto per ragionare sui diversi modi di intendere la chiesa e l’educazione religiosa, il risultato però non è dei più soddisfacenti, perché inficiato da alcuni elementi fin troppo “faciloni” che sottolineano forzatamente la lampante diversità tra i due protagonisti: esplicativo al riguardo il montaggio alternato che mostra i pranzi delle suore conservatrici e quelli dei preti moderni. Altro elemento di debolezza è sicuramente il troppo facile e scontato paragone tra i turbamenti che cominciano ad aleggiare nell’istituto e il fortissimo vento che arriva a disturbare la tranquillità di madre Aloysous, sempre circondata da foglie impazzite che volano nell’aria. Lo stesso vento che arriva anche a sfaldare la fiducia verso il prossimo della giovane sorella James, suo malgrado causa scatenante della lotta tra “titani”. Interessante e molto poetica, invece, un’altra metafora presente nella pellicola, quella del pettegolezzo paragonato ad un cuscino squartato su un terrazzo: così come le piume del guanciale si diffonderanno per tutte le strade senza possibilità di poterle recuperare tutte, lo stesso vale per il pettegolezzo (quello che secondo padre Flynn aleggia su di lui, così come dice nel suo sermone), che una volta lanciato nell’aria non avrà modo di essere dimenticato. Il vero dubbio dello spettatore, comunque, si concentra non solo sull’effettività dell’accusa rivolta a padre Flynn, ma anche sulle cause scatenanti tale accusa: suor Aloysous è davvero convinta che il prete abbia fatto delle avances al ragazzino e dunque agisce solo per il suo bene, oppure cerca di convincersene solo perché vuole allontanare la modernità dal suo istituto? Il finale ci darà una risposta al riguardo, anche se tutto sommato, si rimane decisamente esterrefatti dal repentino e inaspettato cambiamento di atteggiamento in una donna che per tutta la durata della pellicola si è mostrata portatrice di una fermezza e di una severità non indifferenti (con qualche sprazzo di dolcezza e compassione nei confronti di una vecchia suora), fino a quando il suo castello di certezze e di sicurezze non si sfalderà sotto il peso enorme del dubbio.

 

VOTO: 7/7,5




CITAZIONE DEL GIORNO

 

L’amore ti umilia. L’odio invece ti culla. (in "White oleander")

 


LOCANDINA

 

15 commenti su “Il dubbio

  1. Visto, apprezzato e recensito (anche se stavolta il “quando” andrà on line non dipende da me) lo scorso week end, non posso che dirmi totalmente d’accordo con la tua analisi.

    Forse con una regia diversa (e un autore più esperto dietro la mdp) sarebbe divenuto una pietra miliare.

    Così è un eccellente film “d’attori” (davvero meritate le nomination attoriali) e di sceneggiatura (anche quella impeccabile).

    Ciao,

    Mr. Hamlin

  2. Gallipoli (LE), tre settimane di “Italians”… e basta, voglio vedere Il Dubbio, e Milk e Appaloosa :_(

    (e Frost/Nixon, e Ti amerò sempre)

    Adele

  3. Hamlin, in effetti mi chiedo cosa sarebbe stato il film con un regista più “esperto”.

    Memole, benvenuta nel mio blog ^^

    Adele, non mi parlare di questi problemi di distribuzione, perchè anche qui a Trani non scherziamo mica…

  4. Sembra un film interessante nonostante alcuni parti deboli. Gli hai anche dato un buon voto. Quindi forse dovre vederlo al cinema? (sperando che non sia stato già tolto dalle sale).

  5. A leggere la tua recensione sembra che non ti sia piaciuto granche! 🙂

    Io dico che a parte la regia, che è banale, tutto è ottimo. 🙂

    Saluti.

    Para

  6. Il cinema in questione è il più grande della Puglia, ma la distribuzione è scandalosa. Ormai non mi stupisco più di nulla… non avevo alcun dubbio che “Ex” uscisse oggi con perfetta puntualità.

    Che rabbia… OK, scusami tanto per questo sfogo!

    Ade

  7. Ma no Para, in realtà il film mi è piaciuto (ho persino tentato un’interpretazione sulle inquadrature ghembe per giustificarne la presenza ^^). Altre cose mi hanno convinto meno. Insomma non mi ha presa del tutto, per questo ho cercato di mettere sulla bilancia sia pregi che difetti.

    Adele, sfogo plausibilissimo, non ti preoccupare ^^

  8. Ah, Luciano, bè se riesci a vederlo al cinema è sempre meglio, come per la maggior parte dei film. Anche se credo che molto probabilmente non rimarrà a lungo nelle sale…

  9. Rigore, Freddezza, intensità: un bellissimo film in cui attori e dialoghi rappresentano strumenti di straordinaria finezza.L’entrata in scena della Streep è semplicemente perfetta.

  10. Si quel cambiamento di atteggiamento nella protagonista è a dir poco inaspettato e repentino, così come ho scritto nella recensione. Tutto sommato al di là di qualche sbavatura, il film rimane comunque veramente apprezzabile.

  11. Uno dei film più interessanti degli ultimi anni con un quartetto d'attori che dire strepitoso è poco. L'entrata della grande Meryl all'inizio del film è una delle migliori scene che abbia mai visto

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