Il mondo dei replicanti

Sono meglio gli originali o i surrogati?

In un futuro non ben precisato un miliardo di persone ha fatto ricorso alla tecnologia dei surrogati, copie perfezionate di sé stessi, per compiere qualsiasi azione, rimanendo isolati nella propria abitazione senza mai uscire di casa nemmeno per un attimo. L’agente Greer e l’agente Peters si ritroveranno ad indagare sull’omicidio del giovane figlio dell’inventore dei surrogati.

 

Senza infamia e senza lode questo "Il mondo dei replicanti", perché seppur sono presenti momenti molto interessanti sia dal punto di vista registico, sia dal punto di vista narrativo, sia dal punto di vista socio-politico ed etico, essi sono comunque "pareggiati" da altrettanti momenti fiacchi o noiosi o ripetitivi. Niente di nuovo sotto il sole, visto che si parla di una sorta di "cloni" che sembrano aver invaso la terra, con ovvi rimandi a molte pellicole sci-fi come il grande "Blade runner" o la saga di "Terminator", fatto sta che comunque la pellicola riesce ad avere un suo fascino, oltre che una sana dose di ironia, insita soprattutto nelle caratteristiche fisiche non solo del surrogato di Bruce Willis, con un parrucchino biondo davvero improponibile, ma anche del "profeta", di colore e con i rasta, il capo del gruppo di ribellione chiamati appunto gli "umani" che si oppongono strenuamente al dilagare di questi replicanti (da notare come la parola replicanti in realtà non è mai presente nella pellicola, ma appare solo nel titolo italiano proprio per attirare quella fetta di pubblico amante del cult di Ridley Scott). Tra i momenti più affascinanti della pellicola c’è sicuramente quello in cui scopriamo man mano le vere apperenze fisiche dei vari personaggi che si affastellano sullo schermo, quella nella quale scopriamo che molti surrogati si iniettano nelle vene una strana droga adrenalinica e quella in cui per un attimo la tecnologia dei surrogati cessa di funzionare, fermando letteralmente "il mondo", con tanto di cadute, incidenti automobilistici ed espedienti di questo genere. Tra quelli meno entusiasmanti, invece, possiamo trovare il solito inseguimento stradale, fracassone e poco calibrato, che non riesce ad avere il giusto mordente, e molti passaggi delle indagini dei due agenti protagonisti (uno dei due è appunto il solito Bruce Willis tormentato dai problemi famigliari ma determinato a portare a termine i suoi obiettivi, l’altra è la bella Radha Mitchell che però non eccelle in questa particolare interpretazione), con scontate scoperte di doppiogiochisti e traditori.

Fatto sta, che al di là del valore stilistico e formale del film, "Il mondo dei replicanti" ci offre l’opportunità di soffermarci su particolari considerazioni inerenti la nostra società, che non sembrano poi nemmeno così futuristiche. Infatti si fa riferimento alla dipendenza da tutto ciò che riguarda i computer e le varie tecnologie, come se fosse una vera e propria droga da cui disintossicarsi, tema quanto mai scottante e attuale, oltre ovviamente alla perdita di umanità dei vari personaggi in seguito appunto all’assuefazione alle suddette "droghe". Ecco perché si rimane coinvolti dall’entrata in scena del vero poliziotto interpretato da Bruce Willis, che si ritrova dopo moltissimo tempo a dover interagire in prima persona con gli altri esseri umani (anche se ne sono rimasti pochi in circolazione) e col mondo esterno. Così come è comprensibile, e dunque giustificabile nell’ottica del rafforzameno del concetto di umanità da tenere ben saldo e al sicuro dal dilagare di queste tecnologie sempre più "disumanizzanti", il rapporto emblematico e conflittuale tra il poliziotto e la sua bella e brillante moglie, che nella realtà della sua stanza nella quale è chiusa senza mai uscirne neanche per un minuto, in realtà non è più né così bella, né così brillante, ma è sicuramente più genuina e profonda. Tralasciando gli stereotipi che accompagnano la descrizione del personaggio interpretato da George Cromwell, il creatore di questi surrogati, così come molti risvolti narrativi un po’ scontati e ripetitivi, possiamo ritenerci sufficientemente soddisfatti da questa pellicola che ha il pregio di porci di fronte a quesiti di non poco conto, lasciandoci riflettere "democraticamente" sulla loro enorme portata.

Pubblicato su www.supergacinema.it

4 commenti su “Il mondo dei replicanti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.