Il postino suona sempre due volte

REGIA: Bob Rafelson

CAST: Jack Nicholson, Jessica Lange, John Colicos, Anjelica Huston
ANNO: 1981

TRAMA:

Un uomo giunge tramite vari espedienti in una cittadina della California dove viene assunto come meccanico da un gestore di una stazione di servizio, finendo per innamorarsi di sua moglie e per cercare disperatamente una via per stare con lei senza nessuna interferenza.

 


ANALISI PERSONALE

Si traveste da thriller questa trasposizione cinematografica del romanzo di James Cain che ha avuto anche precedenti versioni, ma in realtà altro non è se non l’epopea erotico-sentimentale che coinvolge i due protagonisti sempre più impigliati nella rete dell’amore che li porta a compiere azioni via via più riprovevoli pur di poter stare insieme. E come tutte le epopee amorose che si rispettino non possono dunque mancare numerosi ostacoli che non permettono il raggiungimento dell’idillio, primo su tutti il marito – un po’ volgare, un po’ corpulento, un po’ bonario e simpaticone – della povera ed indifesa Cora/Jessica Lange (qui bella e sensuale più che mai, e per questo del tutto indicata per la parte). Cosa fare con l’uomo di origini greche, che non fa altro che “maltrattare” sua moglie e vantarsi della sua conoscenza delle lingue a discapito dell’ignoranza di lei, se non cercare di farlo fuori in vari modi? Frank/Jack Nicholson (che si destreggia in un’interpretazione non proprio nelle sue corde, riuscendo comunque a cavarsela discretamente) ormai perdutamente innamorato della bionda massaia che gli lancia sguardi languidi ad ogni piè sospinto, inizialmente si rifiuta di compiere qualsiasi azione a danno dell’incolumità fisica del suo datore di lavoro (Nick), nonostante all’inizio ci venga presentato come uno smidollato avvezzo a trucchetti di vario tipo pur di cavarsela senza un soldo in tasca. Ma un conto è essere dei piccoli imbroglioni, un altro è far fuori qualcuno che nonostante ci impedisca di essere felici, tutto sommato non ha fatto nulla di male. Ma la voglia di poter possedere l’oggetto dei suoi smisurati desideri, dapprima solo sessuali poi mano mano ben più profondi, spinge il ragazzo (in realtà Jack Nicholson qui era già abbastanza maturo per la parte) ad accondiscendere ai voleri della povera Cora ormai del tutto decisa a liberarsi di quel marito insopportabile. Nel frattempo i due amanti approfittano delle ripetute assenze di Nick, per lasciarsi andare e scatenare la loro più recondita libido. Sono rimaste nell’immaginario collettivo le varie scene di sesso che vedono coinvolti i due attori, prima su tutte quella sul tavolo della cucina tra coltelli, pagnotte di pane, farina e ingredienti vari. Tutto sommato però si poteva premere maggiormente l’acceleratore sotto questo punto di vista, evitando di spezzare la tensione erotica tra Cora e Frank e accentuando, anzi, questo lato morboso e a volte quasi violento della loro relazione (moltix spettatori ma anche molti “addetti ai lavori” a lungo si sono interrogati sulla genuinità o meno delle scene di sesso). Si è preferito piuttosto calcare la mano sull’intenso e sincero sentimento d’amore profondo che gradualmente ha colpito entrambi i protagonisti, sentimento che li conduce appunto a pianificare l’omicidio di Nick.

Omicidio che la prima volta non riesce ad andare a buon fine, a causa forse del poco coraggio di Cora in realtà incapace di togliere realmente la vita a suo marito. Ai due non resta altro che fingere che nulla sia successo e continuare ad amarsi nel letto e fuori da letto, durante la permanenza in ospedale del povero marito tradito, che nonostante non sia uno stinco di santo riesce comunque a riscuotere le simpatie dello spettatore, proprio perché oggetto di cotali macchinazioni da parte dei due amanti. Quando però Nick si riprende e torna ad assumere i suoi atteggiamenti un po’ rozzi e indelicati verso sua moglie, arrivando addirittura a pretendere di fare un figlio con lei, i due non possono resistere alla tentazione di riprovare ad attuare il loro piano. Dopo una serie di peripezie riusciranno a stare insieme, anche se saranno oggetto di indagine da parte della polizia del tutto sospettosa nei loro confronti, nonché oggetto di minacce da parte di alcuni personaggi ambigui che si porranno sulla loro strada, come un assicuratore mal intenzionato (il greco aveva stipulato un’assicurazione sulla vita che permetterà a Cora di diventare ricca) e un avvocato un po’ troppo furbo. L’idillio amoroso così tanto agognato e così difficilmente raggiunto, verrà dunque spezzato da queste avversità, ma anche dallo strano modo di comportarsi di entrambi gli amanti. Lui accuserà lei, lei accuserà lui, si accuseranno a vicenda dell’omicidio di Nick senza però pagarne le conseguenze, visto che riusciranno a cavarsela grazie anche all’aiuto del suddetto avvocato. Nonostante questi atteggiamenti più o meno voluti e calcolati, i due continueranno a stare insieme anche se ormai qualcosa si è spezzato. Lei sarà scontrosa e distante, lui si dedicherà all’alcool e all’ozio fino a quando giungeranno ad una soluzione finale dei loro problemi e di rimando del loro grande amore, che però non potrà vedersi del tutto realizzato a causa del destino che ristabilirà in qualche modo l’ordine delle cose, portando una sorta di giustizia divina del tipo “chi la fa, la spetti”.
Quello che colpisce di Qualcuno volò sul nido del cuculo, al di là di alcune sequenze girate davvero in maniera magistrale (come l’incipit o la scena finale di una forza emotiva e visiva davvero prorompente, senza contare le straordinarie sequenze dei due tentativi di omicidio) è la pregevole fattura dall
a quale è contrassegnato: ottima fotografia, bellissimo accompagnamento musicale, ambientazione intrigante e al contempo del tutto funzionale al racconto e atmosfere rarefatte e penetranti che ci rendono partecipi dei sussulti dei due protagonisti. Imperdibile, tra l’altro, il piccolo cameo della grande Anjelica Huston, nel ruolo di una domatrice di felini che, completamente nuda, adorna il capo di Jack Nicholson con un caratteristico e strambo cappello da circo.

VOTO: 7/7,5

 


CITAZIONE DEL GIORNO

Ciccio: "Ah, ma ricominci col memoriale?". Franco: "Dobbiamo lasciare qualcosa ai posteriori!". (Franco Franchi e Ciccio Ingrassia in "I due evasi di Sing Sing")


LOCANDINA

7 commenti su “Il postino suona sempre due volte

  1. Bè, scuramente un buon film, però secondo me non è proprio il massimo, ecco. Si poteva osare molto di più. Tutto sommato però, rimane comunque un grande film.

  2. Un buon film che per molti è addirittura migliore del film del 1946. Ma io preferisco il film di Tay Garnett (Lana Turner interprete bravissima). Naturalmente è un mio opinabile gusto. Ma “Ossessione” di Visconti (anche questo tratto dal romanzo di J.M.Cain) li supera tutti.

  3. Purtroppo questa per ora è l’unica versione che ho visto. Senza contare il fatto che non ho letto nemmeno il romanzo.

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