Il quarto tipo

REGIA: Olatunde Osunsanmi

CAST: Milla Jovovich, Elias Koates, Will Patton,

ANNO: 2010

 

Il regista Osunsanmi intervista la dottoressa Abigail Tyler che racconta di essere stata rapita dagli alieni e che la stessa sorte è capitata a sua figlia, corroborando la sua tesi con dei filmati autentici che proverebbero la verdicità della sua storia, visto che aveva cominciato ad indagare su altri cittadini di Nome, in Alaska, che avevano vissuto la sua stessa esperienza.

 

Se Spielberg si era fermato agli incontri ravvicinati del terzo tipo (che sarebbero quelli esclusivamente visivi con gli UFO), Osunsanmi inserendosi più che altro nel filone mokumentaristico si addentra nella “regione” del quarto tipo che sarebbe quella dei veri e propri rapimenti da parte degli extraterrestri. L’argomento è indubbiamente affascinante, intrigante e molto interessante, visto che persino i più scettici potranno ammettere che almeno una volta nella vita si sono trovati a domandarsi se è davvero possibile che la “razza umana” sia l’unica presente all’interno dell’universo. Un quesito che non si può risolvere facilmente e che lascia sempre spazio a dubbi e interrogativi. Ecco perché le pellicole che si accostano al tema in un modo o nell’altro hanno il vantaggio di attirare lo spettatore curioso e appassionato della questione. Altro elemento di attrazione dello spettatore de “Il quarto tipo” è la sleale e se vogliamo anche disonesta scelta del regista di spacciarlo come una vera e propria riproposizione di fatti realmente accaduti, tramite l’espediente dell’intervista alla diretta protagonista, oltre che all’inserimento di spezzoni dei video da lei stessa girati durante le sue indagini sugli altri abitanti rapiti dagli alieni nella cittadina di Nome. E se questo genere di intenti potrebbero far pensare alla scelta di creare una pellicola teorica, così come ha fatto in passato “The blair witch project” e come stanno facendo sempre più di frequente numerose pellicole soprattutto di stampo orrorifico (da “Cloverfield”, a “Rec” a “Diary of the dead”), in questo caso la palese e ruffiana dichiarazione iniziale della protagonista Milla Jovovich che ci avverte del fatto di interpretare il ruolo di una donna che ha realmente vissuto le vicende che stiamo per osservare (oltre che l’irritante finale in cui la stessa e il regista ci suggeriscono saccentemente l’ovvio, e cioè di giungere da soli alle nostre conclusioni), rende il tutto molto poco sopportabile. Prima di tutto perché la teoricità di far passare un film di finzione per una storia realmente accaduta risiede proprio nel non essere costretti a sbandierarlo, ma nel sottindenderlo nonostante sia palese il contrario, e poi soprattutto perché di vero in tutto ciò che succede ne “Il quarto tipo” non c’è assolutamente nulla, nonostante il regista si sforzi affannosamente di farcelo credere tramite inquadrature “sbagliate” e tremolanti e stratagemmi di questo tipo.

E’ facile rendersi conto della falsità e l’illusorietà di quanto viene inizialmente dichiarato, facendo delle semplici ricerche sul web e rendendosi conto che, se effettivamente alcuni abitanti della cittadina di Nome sono scomparsi, non altrettanto effettivamente queste scomparse possono essere collegate a rapimenti alieni, così come è facilmente intuibile che in realtà non esiste nessuna psicologa col nome della protagonista. Ma pur volendo soprassedere alla corrispondenza o meno alla realtà dei fatti narrati, “Il quarto tipo”, è difficilmente apprezzabile perché si ostina a riproporre lo stesso schema narrativo in maniera alquanto ridondante, con un susseguirsi di interviste che si svolgono e terminano quasi tutte allo stesso modo, e cosa ancora più importante con un affannoso tentativo di raccogliere i consensi dello spettatore più “raffinato”, indugiando eccessivamente in inutili e ingiustificabili esercizi di stile. Da qui un estremo abuso dello spleet-screen (con quelli che dovrebbero essere i reali video girati dalla dottoressa e quelli completamente rigirati dal regista e recitati dall’attrice), e un insistente e maniacale attenzione per i particolari anatomici dei volti dei vari protagonisti, soprattutto gli occhi e la bocca.

Nemmeno dal punto di vista puramente orririfico possiamo dirci pienamente soddisfatti, visto che il reiterato susseguirsi di urla e di strepiti non possono bastare per inquietare e spaventare lo spettatore, che viene colto di sorpresa in un paio di scene in puro stile “esorcistico”, ma per tutto il resto del tempo si trascina stancamente e noiosamente verso il finale. Un’occasione mancata, quindi, visto che evitando quell’inutile e disastroso incipit e ponderando meglio sul linguaggio cinematografico da adottare, “Il quarto tipo” avrebbe potuto essere un piccolo film di genere, sicuramente non indimenticabile, ma perlomeno onesto.

 

VOTO:

 


 

22 commenti su “Il quarto tipo

  1. purtroppo non ho fatto in tempo a vederlo e mi dispiace un sacco.
    il tema è interessante e ho come il vago sospetto che tu lo abbia sottovalutato. è una sensazione ai limiti del paranormale ^_^

  2. ovviamente la mia impressione è totalmente infondata e basata su di un insieme di pregiudizi, aspettative e fissazioni.
    però c’è la jovovich, yum yum.

  3. Io sono ancora perseguitato da quell’ immagine che hai postato: Milla trapanata da un robot da cucina alieno…son cose che non si dimenticano facilmente ^__*

  4. utente anonimo, io l’ho trovato veramente fastidioso e noioso…

    weltall, oddio cosa mi hai ricordato!!!

    iosif, forse sarebbe stato meglio guarda…

    utente anonimo, come darti torto ^^

  5. Non l’ho ancora visto, ma credo che lo farò in settimana.

    Francamente la tua recensione negativa si assomma ad altre che già avevo adocchiato, per cui ho anch’io la sensazione di un film tutt’altro che indimenticabile.

    Poi di solito, in questi film che mescolano realtà e finto documentario, riprese a mano e inquadrature traballanti ecc ecc mi trovo sempre a dare un giudizio estremo, o in positivo (District 9, Cloverfield) o om negativo (Balaguerò, Paranormal Activity)… vediamo se sarà così anche stavolta.

  6. Su Paranormal activity che vedrò a breve (non so quanto breve però), anche io ho sospetti negativissimi. Sicuramente non potrà essere peggio di questo…

  7. la locandina recita la scritta "IL FILM CHE HA TERRORIZZATO L’ AMERICA".. come potevamo aspettarci se non un enorme pacco XDDD???
    spero davvero di riuscire ad andare a vederlo al cinema XDD

    *Asgaroth

  8. l’unico tipo di film che mi fa veramente incazzare è quello che prende in giro lo spettatore.
    il quarto tipo – oltre al fatto di essere piuttosto banale (ma poteva essere almeno divertente, come molti altri horror senza pretese) – fa proprio parte di questa categoria…

  9. mah. questi film lasciano il tempo che trovano…
    senti ale approfitto del commento per chiederti: ieri ho rispolverato un dvd che avevo da anni… the french connection ( il braccio violento della legge )…
    mamma mia che bel film. l’ho visto in inglese con sub ita. hackman da paura!! il finale stupendo! per non parlare dell’inseguimento della metropolitana. capolavoro di W. Friedkin. mi piacerebbe una tua recensione! ciao

  10. Asgaroth, dici proprio bene, un pacco!!

    gbanks, come non essere d’accordo.

    giorgio, non l’ho visto, ma è tra i miei recuperi imminenti in quanto di un regista che mi interessa moltissimo come Friedkin. Appena lo vedrò ovviamente lo recensirò ^^

  11. Che presa in giro! Bastava non insistere sull’autenticità della storia. sarebbe stato più corretto e soprattutto meno irritante.

  12. Diciamo che con un pò di accorgimenti in più poteva essere un film decente, non chissà cosa, ma almeno guardabile senza irritarsi ogni due secondi.

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