Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo

REGIA: Steven Spielberg

CAST: Harrison Ford, Shia LeBeouf, Cate Blanchett, John Hurt, Karen Allen, Ray Winstone, Jim Broadbent
ANNO: 2008

TRAMA:

Il professore-archeologo-eroe Indiana Jones è invecchiato ma non ha perso la sua verve e il suo coraggio. Questa volta i suoi nemici sono i Russi che tentano di impossessarsi di un teschio di cristallo appartenuto probabilmente ad un essere extra-terrestre e dotato di poteri inusitati. Ad aiutare Indy questa volta un ragazzo un po’ scapestrato e alcune vecchie amicizie, alcune delle quali non si riveleranno proprio tali.

 



ANALISI PERSONALE

19 anni sono tanti. Si poteva fare di meglio, ma si poteva fare anche di molto peggio. In realtà Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo è un’onesta operazione cinematografica che non toglie nulla a quei tre mini-gioielli che sono i primi capitoli della saga e che è assolutamente incomparabile con quel modo di fare cinema, con quel periodo d’oro  della settima arte e soprattutto del genere d’avventura di cui Spielberg e Lucas furono e sono ottimi esponenti. Harrison Ford alla “veneranda” età di 66 anni dimostra una forma fisica e uno spirito non indifferenti e dà vita al solito gigione, simpaticissimo e mitico Indiana Jones a cui siamo affezionati e di cui abbiamo seguito trepidanti le vicende amorose, avventurose, pericolose e fantastiche. Questa volta è affiancato da un compagno di viaggio che non è assolutamente avvicinabile sia per recitazione che per stile al vero protagonista indiscusso di questa saga, ma che comunque fa del suo meglio per non soccombere e non scadere nel ridicolo. Trattasi del giovanissimo e quotatissimo Shia Le Beouf che scimmiotta Marlon Brando e tutta una generazione degli anni ’50 e ci regala alcuni momenti di esilarante ironia come nella bellissima scena di inseguimento nella quale viene colpito ripetutamente nelle parti basse da alcune piante dal fusto un po’ troppo alto (meno apprezzabile e un po’ troppo esagerata la corsa sulle liane). Non sono da meno gli altri comprimari: il grande John Hurt che molto probabilmente dà vita al personaggio più spassoso e divertente di questo quarto capitolo (ad esclusione dell’intoccabile e inarrivabile Indy, naturalmente), un professore un po’ rincitrullito a causa della prolungata vicinanza col teschio di cristallo; l’indecifrabile Ray Winstone che passa da una fazione all’altra senza un minimo di logica (forse un personaggio un po’ troppo approssimativo, ma recitato in maniera simpatica ed originale); la graziosissima e sempre un po’ svampita Karen Allen (unico vero amore nella vita del libertino e affascinante Indy); la cattivona di turno questa volta interpretata da un’attrice con la A maiuscola, tale Cate Blanchett con tanto di parrucchino a caschetto nero che interpreta un ufficiale dell’esercito russo che combatte non tanto per il suo popolo, quanto per una spasmodica sete di conoscenza (la Blanchett ha sicuramente fatto di meglio, però i suoi occhi di ghiaccio e la sua espressione quasi incessantemente fumettistica contribuiscono a rendere il suo personaggio singolare ed intrigante). Insomma, non più fascisti ma russi, non più un papà svampito e seccatore, ma un figlio spaccone e intraprendente, niente culti di divinità o di reliquie scomparse, ma la ricerca di una nuova e sconosciuta dimensione. I momenti di stanca non mancano, e sicuramente sono quasi sempre quelli incentrati sul rapporto padre-figlio assolutamente imparagonabile a quello straordinario ed esilarante che ci era stato offerto nel terzo capitolo (merito anche della superba recitazione di Sean Connery e di una sceneggiatura sicuramente meglio costruita rispetto a questa un po’ più superficiale e claudicante). Ma tali momenti di stanca sono stemperati da ottime scene d’azione girate con la solita maestria di quel grande regista che è Spielberg, esempio vivente di come si possa fare dell’elegante e valente cinema d’intrattenimento, che ci regala due o tre momenti mozzafiato, come la bellissima corsa in moto di Indy e suo figlio che finisce proprio nella biblioteca dell’università o quella dell’inseguimento nella foresta con tanto di scimmie e formiche assassine che assalgono e distruggono i nemici brutti e cattivi, o quella di Indy che si ritrova nel bel mezzo di un test nucleare, e si potrebbe continuare a lungo. Un incipit che fa sperare in un altro minicapolavoro (quella corsa tra militari e ragazzi spensierati che poi ineluttabilmente e inevitabilmente si dividono), ma che ci accompagna sostanzialmente verso un film discreto e assolutamente godibile. Sicuramente un cinema che ha come primario obiettivo quello di farci sognare e di farci entrare in un’altra dimensione (come quella degli alieni a cui appartiene il teschio di cristallo), un film che diverte grazie all’uso, seppur meno accattivante e strabordante rispetto al glorioso passato di questa saga, dell’ironia tipica di Indy e che soprattutto coinvolge ed emoziona in non pochi momenti (la prima apparizione dell’ombra di Indy con tanto di cappello è qualcosa di veramente esaltante). Certo quel finale un po’ caciarone lascia con l’amaro in bocca (addirittura il disco volante potevano risparmiarcelo, così come potevano evitare l’eccessivo utilizzo di effetti speciali digitali, ma comprendiamo che molto probabilmente non poteva essere altrimenti), ma tutto sommato la visione si regge, anche perché si viene ricompensati dal mito di un personaggio che non morirà mai. Non mancano i rimandi e gli omaggi ai precedenti capitoli (farà capolino l’arca dell’alleanza, vedremo le foto di Indiana Senior e del caro vecchio Marcus e via dicendo), che fanno sicuramente piacere agli affezionati e agli appassionati e soprattutto non si cade nel facile errore di mostrare l’intento di voler far acquisire l’eredità di frusta e, soprattutto, cappello a Shia Le Beouf (anche se ancora si teme per un futuro della saga con lui come protagonista assoluto). In realtà, e Spielberg ci ha tenuto a sottolinearlo, di Indiana Jones ce n’è uno solo, ed è tassativamente non solo inimitabile, ma prima di tutto insostituibile.

VOTO: 7

 



CITAZIONE DEL GIORNO

E non mi baciare! Lo sai, no, che nun me piace il bacio! I baci li danno le femminucce e gli uomini sessuali. (Il boss Roberto Benigni alla fidanzata Nicoletta Braschi in "Johnny Stecchino")


LOCANDINA

31 commenti su “Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo

  1. Mi trovi perfettamente d’accordo su tutta la linea, dopo la visione ho pensato più o meno le stesse cose. Complimenti per l’analisi puntuale e accurata. 🙂

  2. Concordo anch’io… certo non ripete i fasti del passato, ma è un film di buon livello che porta nelle sale un es. di Cinema puro come se ne vedono sempre meno…

    Ma Splinder oggi cosa diavolo ha? Da me commenti che appaiono, scompaiono… sto impazzendo….

    Chimy

  3. Difficilmente Spielberg fa “buchi nell’acqua”… sono comunque certo che il tuo voto sia azzeccato 🙂

    Circa la battuta di Johnny Stecchino, va detto che è mitica! Anzi, lo è tutto il film! Ci sono un mare di battute micidiali (tra cui quella finale “scusate, ma cu michia era che facea u tacchino?”) 😀

    Bye ^^

  4. Beh, dai, anche tu alla fine confermi che è il *meno bello* della serie– Siamo sempre tutti lì a lamentarci e far paragoni, che noia che siamo 🙂

  5. Si, io confermo che è il meno bello della serie, ma che questo non vuole assolutamente dire che sia brutto. Ho detto altrove, è come dire che una ragazza è brutta perchè non è Charlize Theron.

  6. una delle poche recensioni che ho letto perchè non voglio farmi troppo influenzare comunque mi trovi d’accordo su quasi tutto…completa e dettagliata come al solito…a presto anche con la mia!

  7. mi è piaciuto molto, è in pieno indiana-style! è ingiusto paragonarlo a quelli vecchi, questo dalla sua non ha gli anni nè quei passaggi televisivi che hanno contribuito a farci innamorare di quella trilogia… e se posso essere blasfemo dico che mi riguarderei più volentieri questo piuttosto che il tempio maledetto!

    PS: ao co sti spoiler!!

  8. deneil ti ringrazio, leggerò sicuramente da te.

    Alè, non so il tempio maledetto per me è leggermente meglio, però anche io questo lo riguarderei volentieri.

  9. Come al solito seguo il gruppo dei cinefili in ritardo di una settimana (se va bene)^^. Infatti ho visto domenica Gomorra e dovrei vedere questo 4 episodio il prossimo fine settimana. Leggere la tua come sempre precisa e ottima recensione mi ha un po’ tranquillizzato, perché di solito più “seguiti” si fanno più si rischia di cadere in basso.

  10. Che bello! E’ un pò che non ti venivo a trovare e mi piace leggere le tue recensioni, attente, puntuali da vera professionista. Complimenti, leggendoti si notano la tua passione e l’amore per il cinema.

    Saluti.

    Beppe.

  11. Concordo in pieno con le cose che hai scritto, ottima rece! io sono stato un po’ più cattivo…ma è solo apparenza. In realtà è tutto affetto. :))

    Un salutone

  12. Beppe, gentilissimo, mi fai arrossire! ^^

    Filippo, ma a me mancava oltre a Marcus, soprattutto Indiana senior! Che coppiata fenomenale!!!

    Stefano, non ci riusciamo proprio a volergli male vero?

  13. Come sai sono d’accordo con te su tutto.

    Ora però si rischia di essere troppo buoni, inutile negare che Indy ormai ha poco o nulla da dire ormai che non abbia già detto.

  14. Sarà che sono scema, che mi accontento di poco, che non sono obiettiva (sono tutte cose vere eh?), però a me basta che ci sia il mio mitico e adorato Indy che con frusta e cappello va in giro per il mondo a vivere avventure, e diciamo che mi va già abbastanza bene ^^

  15. Quando il mito diventa fardello che non ti fa assaporare la realtà…Oggigiorno film così ce li scordiamo: ci sono i templari misteri e le pagine perdute o le mummie o i re scorpioni.E magari tutti a dire “beh nel genere sono fatti bene”.

    Questo film è un surplus straordinario di amore per il cinema e di avventura girato con i controcoglioni(la scena nella giungla!)e con il gusto di osare perchè chi sta dietro la cinepresa può osare!^^

    Un saluto!

  16. Sono perfettamente d’accordo: a parte 3 imperfezioni 1) l’introduzione alla vicenda del teschio che va troppo per le lunghe, 2)Il personaggio si Mac che è poco caratterizzato e alla fine inutile e 3) Il finale alla “Incontri ravvicinati del terzo tipo”, il film riprende l’atmosfera dei precedenti capitoli (bellissima l’ambientazione e la fotografia in stile anni ’50) Harrison Ford è un mito (stupenda la scena in cui si sbilancia con la frusta!) e l’humor c’è. Shia Laboeuf pensavo fosse un montato e invece in questo film mi è piaciuto: i dialoghi padre-figlio li ho trovati tra i momenti più divertenti del film.

    Insomma sicuramente non all’altezza dei precedenti, ma un un film d’avventura di classe.

    E poi Indy è Indy!

    🙂

  17. Dalla tua recensione Ale sembra che il livello sia calato della Saga sia calato…ma comunque..prima o poi vedrò tutti e 4 i film…

  18. Si, indubbiamente il livello della saga è leggermente calato, ma questo non vuol dire che il quarto capitolo sia brutto, anzi.

  19. No stavolta non siamo per niente d’accordo. Io sos tato anche più cattivo di pickpocket. Una baracconata inutile, per me, che getta fango e ombra su quei tre gioielli precedenti.

  20. A me il film è piaciuto parecchio. Ovviamente se paragonato ai precedenti perde e alla grande, ma mi sono approcciato alla visione cercando di liberare la mente dai soliti paragoni. Il tema trattato forse è piu’ adatto ad x files che ad Indiana Jones, ma alla fine è un mistero storico come un altro. Se ne discute da secoli di questa presunta civilta’ aliena che ha creato le piramidi e quanto altro, quindi forse era il tema che piu’ si prestava ad un film di Indiana Jones moderno e, per forza di cose, ricco di effetti speciali. Quindi pienamente soddisfatto anche se il film qua e la presenta delle scene un po’ forzate, ma che si dimenticano facilmente. Due ore in cui mi sono divertito parecchio e mi è quasi scesa una lascrimuccia alla fine, pensando di aver assistito all’ultimo film di una saga storica come quella del prof. Indiana Jones!

  21. Noodles, mi dispiace, questo film ha diviso moltissimo.

    Shepp, forse,ahimè, non è proprio l’ultimo l’ultimo. Io mi sono fomentata tantissimo quando ho visto Indy riprendersi il cappello!!!

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