Innocenti bugie

REGIA: James Mangold

CAST: Tom Cruise, Cameron Diaz, Paul Dauno, Peter Sarsgaard, Maggie Grace, Viola Davis

ANNO: 2010

June sale su un aereo a bordo del quale c’è una spia, Roy, che mette ko tutti i passeggeri e anche i piloti. Gli agenti dell’FBI che le si avvicineranno quando tornerà a casa, portata in salvo da Roy,  le diranno che si tratta di un traditore che sta cercando di vendere un’importantissima scoperta scientifica, una fonte di energia illimitata. La donna si ritroverà suo malgrado coinvolta in una serie di fughe e inseguimenti, senza riuscire mai a capire da che parte stare.

E’ difficile capire da che parte stare anche per lo spettatore. Spogliarsi di qualsiasi pretesa e prendere il film per quello che è, una semplice e anche alquanto scontata opportunità di vuoto e basico intrattenimento? Oppure non lasciarsi trascinare dalla faciloneria del racconto e pretendere maggiore qualità? Del resto è lo stesso film che sembra non prendersi troppo sul serio, scadendo il più delle volte nel ridicolo e nel comico, senza preoccuparsi di amalgamare in maniera più organica la componente puramente action, a quella più spassosa e, infine, a quella sentimentale. Pur “spegnendo il cervello”, quindi, è difficile riuscire a non notare il forte disequilibrio esistente tra la volontà di rifarsi ai film dello stesso genere degli anni passati e quella di mescolare una sorta di screwball comedy con una storia di spie e controspie. Se non si è Hitchcock, insomma, difficile che il risultato sia del tutto soddisfacente. Ma tralasciando paragoni impossibili e fuori luogo, si può dire che tutto sommato “Innocenti bugie” (titolo italiano del ben più appropriato “Knight & day”, che tra l’altro costituisce anche un simpatico gioco di parole), riesce a divertire in più di un’occasione e ad essere piacevolmente spettacolare in altre. Ecco che allora, seppur quasi slegati tra loro, come se fossero state incasellati tanto per arrivare ad una serie di sequenze dal sapore ironico e al tempo stesso movimentato, ci sono dei momenti che fanno sorridere e altri che soddisfano i palati meno fini in cerca di fracassonate. Trattasi di una serie di inseguimenti più caotici e roboanti che mai, frammisti a momenti assurdi e surreali e a ripetuti meccanismi narrativi che strappano, o tentano di farlo, la risata (i continui svenimenti della donna drogata dalla spia, il riferimento ai costumi da bagno che a turno uno fa indossare all’altro durante i loro “black-out”, il continuo cambio di prospettive circa l’innocenza o meno del protagonista). Si aggiunga il carattere ampiamente gigionesco e autoironico dei due attori protagonisti che giocano a prendersi in giro e a prendere in giro, di rimando, il contesto cinematografico dal quale sono emersi, con una serie di personaggi molto simili a quelli che interpretano in questo film. Un Tom Cruise più testosteronico che mai, ma al tempo stesso ammiccante e affascinante si accompagna con una simpaticamente stralunata Cameron Diaz, pesce fuor d’acqua all’inizio e donna di polso alla fine.

Certo è che bisogna accontentarsi proprio di poco per riuscire ad apprezzare, seppur minimamente, un film in cui tutti i personaggi di contorno sono trasparenti, se non estremamente caricaturizzati (si pensi al trafficante d’armi spagnolo che vuole acquistare la potente scoperta scientifica), e in cui lo svolgimento e la conclusione sono di una prevedibilità sconcertante. Tralasciando la vacuità delle varie ambientazioni europee che fanno da cartolina alle avventure rocambolesche dei due (corse in moto inseguiti dai tori della corrida in quel di Siviglia, pedinamenti notturni e corse sui tetti in quel di Salisburgo), si rimane meravigliati dell’enorme spreco di attori validi e apprezzabili in ruoli del tutto marginali e svuotati di ogni importanza (Paul Dauno, Viola Davis e Peter Sarsgaard su tutti).

Insomma, non proprio un completo disastro, ma un piccolo passo indietro di un regista come James Mangold, che non ha mai sfornato capolavori, ma ha dato vita a pellicole molto interessanti e particolari come “Ragazze Interrotte” e “Identità”.  

Inutile sottolineare il fatto che, al cospetto della possibilità di creare qualcosa di più originale evitando la banale e scontata storia d’amore tra i due e continuando, invece, sulla falsariga iniziale del sospetto e dell’estraneità della biondina svampita ai meccanismi spionistici; non si è colta l’occasione e ci si è adagiati comodamente e semplicisticamente su un terreno apparentemente fertile, ma in sostanza alquanto arido.

VOTO:


Pubblicato su www.livecity.it

5 commenti su “Innocenti bugie

  1. Viga, sono passati tanti anni, però devo dire che "Copland" non mi convinse pienamente.

    Luciano, direi che c'è altro a cui dare la priorità, almeno secondo me.

  2. da "knight & day" a "innocenti bugie"… pazzesco! quando la smetteranno di tradurre così male i titoli? o di tradurli e basta? bah…

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