Intrigo internazionale

REGIA: Alfred Hitchcock

CAST: Cary Grant, Eva Marie Saint, James Mason, Martin Landau, Jessie Royce Landis
ANNO: 1959

TRAMA:

Roger Thornhill è un pubblicitario che viene scambiato per un agente segreto del controspionaggio, tale George Kaplan, e viene quindi braccato sia dall’organizzazione spionistica che vuole ucciderlo, sia dalla polizia che lo crede un assassino. Ad imbattersi nella sua strada, prima una donna, Eva, che assume un ruolo ambiguo nella vicenda, e poi i veri membri dell’organizzazione controspionistica che alla fine gli chiedono davvero il suo aiuto.

 



ANALISI PERSONALE

Un film di spionaggio che non potrà affatto deludere gli amanti del genere, tant’è che i vari 007 e affini hanno sicuramente tratto da questo piccolo gioiellino hitcochckiano più di uno spunto, senza tra l’altro riuscire ad eguagliare il grandissimo regista per stile, guizzo, garbo, eleganza e, soprattutto, capacità di costruire le situazioni di suspance e sorpresa e, ultima ma non per ultima, una deliziosissima, simpaticissima e spassosissima ironia ben amalgamata con le situazioni e le vicende di rara intensità e tensione. Intrigo internazionale, che riprende quasi il tema dell’amore legato al dovere così come faceva l’immenso capolavoro che è Notorius, contiene anche un alto numero di scene erotiche, soprattutto per l’epoca, tra il magnifico Cary Grant e la sensualissima Eva Marie Saint, chiamata qui a fare il doppio, anzi triplo gioco e riuscendoci alla perfezione. Una coppia davvero ben assortita, accompagnata da una serie di comprimari che fanno il loro “sporco lavoro” in maniera a dir poco encomiabile a partire dal mitico Martin Landau nel ruolo del luciferino Leonard, la guardia del corpo del signor Vandamm (l’espressivo e agghiacciante James Mason), il capo dell’organizzazione spionistica contro la quale il controspionaggio sta lavorando.
Un altro tema carissimo al grande regista è quello dello scambio di persona: in molte delle sue pellicole più riuscite, il povero protagonista viene scambiato per qualcun altro (quasi sempre un assassino, una spia o comunque qualcuno di pericoloso che per questo corre a sua volta dei pericoli) e deve passare le pene dell’inferno prima di riuscire a dimostrare di essere innocente e soprattutto di essere un’altra persona. In questo caso, il simpatico e affascinante pubblicitario viene scambiato per un agente segreto, il signor Kaplan che in realtà non esiste, dato che è solo un personaggio fittizio inventato dal controspionaggio per fare da copertura a quella che è davvero la loro spia che sta cercando di incastrare Vandamm. A nulla varranno le proteste di Roger che tenterà in tutti i modi di far capire di non conoscere nessun Kaplan e di non essere una spia, visto che nessuno gli crederà e arriverà persino ad essere ricercato dalla polizia per un omicidio da lui ovviamente non commesso.
Ad aiutarlo, almeno apparentemente, arriva una femme-fatale conosciuta su un treno, la bellissima Eva Kendall (interpretata dall’ammaliante Eva Marie Saint) che aiuterà Roger a nascondersi dalla polizia e a mettersi in contatto con questo fantomatico Kaplan. In realtà, si scoprirà che Eva non è realmente chi dice di essere e, una volta che Roger se ne renderà conto, si arriverà ad un brusco punto di rottura tra i due che sembravano essersi perdutamente innamorati l’uno dell’altra. Ma non sempre le cose sono come sembrano, soprattutto nel mondo dello spionaggio e del controspionaggio e quindi i vari ruoli dei diversi protagonisti cambieranno nel corso del tempo e persino chi non voleva avere niente a che fare con spie e controspie, si vede costretto a collaborare per vedere salva la vita
della persona amata.
Un altro espediente da Hitchcock utilizzato molto spesso in maniera egregia è quello degli inseguimenti a bordo di bellissime automobili (come dimenticare quello di Caccia al ladro o l’ultimo divertentissimo di Complotto di famiglia?). In Intrigo internazionale (North by northest) alla guida dell’auto abbiamo il povero Cary Grant, fatto ubriacare da Vandamm e soci e messo in auto in modo tale da andarsi a schiantare contro una scogliera per ucciderlo in modo da farlo sembrare un incidente dovuto alla sua ubriachezza.

Anche in questa scena, che amalgama perfettamente suspance e ironia (quanto è divertente lo straordinario Grant che recita la parte di un ubriaco che sta per morire?), il protagonista-“eore” riesce a salvarsi per il rotto della cuffia, ma nonostante lo spettatore sappia perfettamente che non può vedere morire Cary Grant così presto, un brivido lo prova lo stesso e questo lo deve solo all’estrema abilità registica di uno dei più grandi cineasti mai esistiti. Tra le scene più divertenti e spiritose non si può non citare quella della sala di un albergo dove sta avendo luogo un’asta. Qui, Roger, incontra un’altra volta le spie che lo inseguono, insieme ad Eva, e questi lo minacciano di morte. Roger allora capisce che è forse meglio consegnarsi alla polizia, alla quale poter spiegare meglio di non essere un assassino, piuttosto che farsi ammazzare e così cerca di attirare l’attenzione dei poliziotti diventando molesto e strafottente con il battitore d’asta (quando comincia a sparare cifre enormi ed irrisorie allo stesso tempo è difficile trattenere il riso). Anche nel finale che ci prende  un po’ in giro non possiamo non riconoscere la mano “truffaldina” di Hitchock (che appare in uno dei suoi tanti notissimi camei proprio all’inizio del film, quando lo vediamo perdere l’autobus su cui sale Cary Grant, per il rotto della cuffia), che ci fa passare da una situazione di estremo pericolo ad una di massima serenità e giovialità (i due protagonisti stanno per precipitare dai Monti Rushmore in un’altra delle famosissime sequenze di questo straordinario film e Roger si china per dare la mano ad Eva, alla quale fa anche una proposta di matrimonio e subito dopo, invece che vederla risalire sulla testa di uno dei personaggi del Monte, la vediamo arrampicarsi su una cuccetta di un treno, il luogo del loro primo incontro). Ma la sequenza giustamente più ricordata e citata è quella in cui Cary Grant viene inseguito da un aereo che getta su una landa desertica litri e litri di insetticida, non risparmiandosi di sparare all’impazzata sul povero uomo che non sa dove nascondersi e rifugiarsi e che quindi è costretto a scappare all’impazzata e a vedersi passare sulla testa più di una volta l’enorme mezzo di trasporto che alla fine va a schiantarsi contro un autobotte. Come Hitchcock stesso ha dichiarato nell’intervista a Truffaut (nel suo imperdibile Il cinema secondo Hitchcock), la particolarità e la straordinarietà di questa sequenza, e dei sette minuti di totale silenzio che la precedono (nei quali tutta la tensione e l’aspettativa sono convogliati nel volto estremamente comunicativo di Cary Grant), sta proprio nel fatto di aver creato una situazione di enorme suspance senza ricorrere a facili espedienti come una strada buia, una notte tempestosa e cose di questo genere, ma scegliendo come sfondo un’assolata mattinata in un deserto enorme che non offre riparo al povero protagonista e nella quale è difficile indovinare cosa potrebbe mai accadergli e da dove possa provenire il pericolo. Merito anche di una coinvolgente colonna sonora firmata Bernard Herrman e di un’adeguata fotografia firmata Robert Burks (che spesso hanno collaborato con il regista), Intrigo internazionale non può deludere gli amanti di Hitchcock (che potranno anche qui ravvisare la sua passione per il particolare resa ancora più evidente dal distacco e dal contrasto con il generale) e del grande cinema che fu, che è e che sempre sarà, data la sua incredibile e impressionante modernità, nonostante la sua non più giovane età.

VOTO: 9

 

 


CITAZIONE DEL GIORNO

Eppoi Freud – altro grande pessimista! Gesù, sono stato in analisi per anni. Non è successo niente. Il mio analista, per la frustrazione, cambiò attività. Aprì un self-service vegetariano. (Woody Allen in "Hannah e le sue sorelle")


LOCANDINA

23 commenti su “Intrigo internazionale

  1. Capolavoro. Una delle sequenze più belle (dove nulla è lasciato al caso) della storia del cinema: quella dell’aereo; una delle più stimolanti ellissi della storia del cinema: quando Roger dà la mano ad Eva per farla salire nella cuccetta. Sequenza ed ellissi che tu (e mi complimento) hai puntualmente notato e registrato.

  2. Già, uno dei più grandi registi ci ha regalato uno dei suoi più grandi film!!! Inutile rimarcarne la bellezza e la particolarità e unicità delle sequenze già citate. Grazie per i complimenti ^^

  3. Uno dei più grandi film di sempre.. e la scena dell’inseguimento dell’aereo (come hai scritto anche te) è fantastica!!

  4. Grande Ale! Uno dei miei film preferiti di sempre…con questo post (e con quello che “scorgo” subito sotto…) mi hai fatto strafelice 😉

    Questo è Cinema che non morirà mai. Sbagliato considerarlo cinema del passato. Questo è Cinema, con la C maiuscola quindi IMMORTALE!

    P.S. Ma solo 9????? :-))

  5. Quello sotto intendi quello di Walk hard? Ma dai!!!

    Cmq “solo” 9, perchè i miei preferiti assoluti di Hitchcock sono pochi! Cmq per me è difficile quando si toccano vette altissime discernere tra 9, 9,5 o 10. Insomma, siamo lì lì!

  6. Beh..beh..beh.. Sir Alfred dirige il suo film più d’intrattenimento facendo intere sequenze che andrebbero studiate ed inserite in un manuale “COME FARE FILM D AZIONE E CAPOLAVORI ALLO STESSO TEMPO”.

  7. Un capolavoro straordinario. Quasi impossibile citare tutte le magnifiche sequenze di quest’opera.

    E pensare cosa succederà su raiuno lunedì sera…

    Chimy

  8. Davis, credo che pochi a parte Hitchcock ci siano riusciti o ci riescano.

    Chimy, non mi ci far pensare guarda…io non lo voglio vedere…

  9. Uhm, sono rimasto indietro con Alfred. Uno di questi giorni vado da un amico a fregargli tutti i dvd per rimettermi in pari ^^

    Ciao,

    Lore

  10. gahan, il 10 lo do solo in casi rarissimissimissimi!!! Comunque sia ripeto dal 9 in su siamo sempre a livelli di capolavori assoluti ^^

    Lorenzo, e vai!! Poi ovviamente facci sapere ^_-

  11. credo anche io che questo film abbia rappresentato la fonte di ispirazione per i vari 007 al cinema. sebbene tratti da romanzi di fleming, la trasposizione sul grande schermo ha poi mutuato molto da “intrigo internazionale”. gran bel film che voglio rivedere!

    mario

  12. la genialità di hitchcock nella sequenza dell’aereo è di capovolgere i canoni della suspense, invece di posto buio e claustrofobico una lunga distesa assolata…. capolavoro (9 è poco pure per me)

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