Irina Palm

REGIA: Sam Gabrinski

CAST: Marianne Faithfull, Miki Manojlovic, Kevin Bishop
ANNO: 2007

TRAMA:

Maggie è una donna borghese sulla sessantina che tenta disperatamente di trovare lavoro per aiutare il suo nipotino morente che ha bisogno di cure costose che lei e suo figlio non possono permettersi. Alla fine per amore sarà pronta a scendere a compromessi.

 



ANALISI PERSONALE

A tratti geniale questo dimesso e delicato affresco della middle-class borghese che si confronta con le sue piccolezze e ristrettezze mentali, ed enormemente originale nel trattare con garbo e stile un argomento sicuramente scabroso che poteva facilmente scadere nel volgare. L’essenza della pellicola è tutta nel volto triste e malinconico di Marianne Faithull che scende a compromessi con se stessa e con la sua coscienza per riuscire a dare al suo amato nipotino un futuro, ma che poi si “sveglia” dall’indottrinamento, dal luogo comune e dal pregiudizio e mostra trionfalmente ad amici e a conoscenti il suo successo e progresso professionale.
Maggie è una donna sulla sessantina semplice e molto comune. Ha un figlio e una nuora con cui non sembra avere un ottimo rapporto. Il suo piccolo nipotino è gravemente malato e ha bisogno di cure mediche attuabili solo in Australia. Le cure in questione sono gratis, ma il viaggio e tutto ciò che ne consegue sono a loro carico. Non potendosi permettere una spesa simile Maggie comincia a cercare lavoro a Londra, ma numerose porte le vengono sbattute in faccia perché troppo vecchia.
Alla fine fa un colloquio in un locale per diventare hostess, non intuendo cosa realmente questo comporti. Il gestore del locale (un fantastico Miki Manojlvic) le spiega che in realtà hostess vuol dire “puttana” e dopo aver osservato le sue mani e le offre lavoro come “seghista”, dato che non è utilizzabile a causa della sua età e corporatura. Il lavoro consiste nel masturbare i clienti del club che non avranno modo di vederla, dato che dovranno inserire il loro membro in un apposito foro nel muro, al di là del quale la donna dovrà compiere il suo “dovere”. Riluttante Maggie si vede costretta ad accettare, anche perché la paga è stellare. Le viene affiancata una giovane collega che le spiega le tecniche per riuscire meglio nell’”impresa” e molto presto Maggie (che ogni volta si reca al lavoro in punta di piedi e senza farsi notare da nessuno, trascurando anche i the pomeridiani con le amiche e le visite in ospedale al nipotino) diventa un’esperta, tanto che le viene affibbiato persino un nome d’arte: Irina Palm. La sua mano è talmente liscia e delicata che tutti i clienti vogliono essere masturbati da lei, tanto che la sua giovane collega (ragazza madre) viene persino licenziata perché ormai infruttuosa. All’iniziale vergogna per la sua posizione subentra quasi un voler borghesizzare anche il posto di lavoro che di borghese non ha assolutamente nulla: Maggie, infatti, adorna la sua stanza al club con dei quadretti e delle piante prese in prestito da casa sua.
Nel frattempo nasce anche una sorta di affinità col gestore del club, inizialmente troppo duro nei suoi confronti, ma poi più disponibile al dialogo e al confronto.

Maggie riesce persino a farsi anticipare una grossa somma di modo da poter permettere il viaggio in Australia a suo figlio, ma questi incuriosendosi per la provenienza di una cotale somma comincia a seguire sua madre, fino a scoprire la verità e rifiutare l’aiuto economico.
Ma Irina Palm, pur essendo un film non convenzionale per l’argomento trattato e per il modo in cui è trattato, è pur sempre un film natalizio contrassegnato da massicce dosi di buonismo soprattutto nel felicissimo finale. Ma tutto ciò non è un deterrente dato che ad interessare è ben altro: come le atmosfere cupe e dimesse di una Londra quasi loachiana che nascondo però sotto il sottile strato di perbenismo un intricata galleria di mondi sotterranei come quello in cui capita un po’ per sbaglio, un po’ per esigenza la nostra fenomenale protagonista che porta con sé il vero messaggio che vuole trasmettere la pellicola: mai giudicare gli altri solo ed esclusivamente dalle apparenze. Sembra un messaggio scontato e a tratti lo è anche ma è la maniera con il quale viene trasmesso che riesce a colpire lo spettatore. Ed è proprio Maggie che diventa sempre di più Irina che riesce a farci capire quanto sia sbagliato affossarsi comodamente sulla poltrona del pregiudizio senza preoccuparsi minimamente di dare un’occhiata a noi stessi (né è una brillante prova la scena al supermercato con l’amica che le rinfaccia di essere una poco di buono e a cui viene subito dimostrato che molto probabilmente è lei ad essere la poco di buono).
I momenti divertenti di una comicità intelligente e pulita non mancano: geniale la trovata del “gomito da seghista” o il repentino cambiamento di Maggie che comincia ad essere addirittura fiera di essere diventata la mano più richiesta di Soho.
Tralasciando una sceneggiatura a tratti scontata e fin troppo retorica in certi punti (il figlio che ribadisce di amare il proprio bambino cosa alquanto inutile, ad esempio) al film non mancano neanche delle buone qualità tecniche: una colonna sonora davvero intensa e perfettamente “aderente” alle sensazioni di Maggie che passa dalla vergogna e il disagio all’orgoglio e alla voglia di rivalsa, una
fotografia interessante che si fa più intensa quando veniamo immessi nel mondo “sotterraneo” del Sexy world (il locale dove lavora Maggie), alla regia che regala due o tre momenti di alto impatto visivo come nella scena nella quale Maggie fa la sua prima sega o in quella in cui ci viene dato modo di guardare dall’altro lato del muro.
Non sarà di sicuro un capolavoro o un grandissimo film, ma Irina Palm riesce a conquistare proprio grazie alla sua semplicità e delicatezza.

Regia: 7
Sceneggiatura: 6,5
Recitazione: 7,5
Fotografia: 7
Colonna sonora: 7,5
Ambientazione: 7,5
Voto finale: 7



CITAZIONE DEL GIORNO

 "Non si fermerà". "Perché no?". "Perché lo fa sentire Dio: lei ci rinuncerebbe?". (da "Red Dragon")


LOCANDINA


17 commenti su “Irina Palm

  1. Concordo pienamente.

    Non sarà un capolavoro, ma un film bello, piacevole, delicato e (molto) profondo…

    Bravissimi la Faithfull e Manojlovic

    Ciao

    Chimy

  2. intendevo i commenti al film letti in giro (non solo sui blog)…c’era chi lo descriveva come un capolavoro, le mie aspettative avevano raggiunto livelli stratosferici!

  3. Ah ecco, non avevo capito scusa. In effetti a volte quando si anno aspettative troppo alte è una cosa pericolosa, perchè si rischia di non godere appieno del film se non le rispetta alla perfezione ^^

  4. Per quanto mi riguarda, a paret le fastidioso dissolvenze in nero, per il resto un film perfetto con interpretazioni memorabili.

  5. La Faithfull è molto brava e anche Manojlovic, però ho trovato irritanti i personaggi e le interpretazioni del figlio e della nuora…

  6. prima ero io:-)))))

    Beh credo invece siano reazioni assolutamente normali e del tutto veritieri:ebbasta famiglie sempre dipinte col motto del “volemose bene”;finalmente una nuora/suocera che nn si sopportano ma che si rispettano!

  7. No ma non era il fatto che non si sopportassero a non mandarmeli giù, era proprio la loro caratterizzazione a nn piacermi moltissimo

  8. lo guardo sicuro perchè ne avete parlato tutti abbastanza bene!Analisi come al solito impeccabile!il gomito da seghista????vabbè!

  9. Deneil è una trovata geniale!!!

    Luciano io conto di rifarla il 1 febbraio data entro la quale spero di aver recuperato quello che c’era da recuperare e devo dire che fin’ora sono a buon punto (data l’influenza che mi non mi da la possibilità di uscire :P)

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