Jallikattu: il “bestiale” istinto primordiale umano vs la furia cieca animale

In un villaggio indiano che si prepara a festeggiare il fidanzamento di una coppia con un banchetto in cui la portata principale sarà carne di bufalo, si diffonde il panico dopo che l’animale riesce a fuggire, ripresentandosi molto più agguerrito del previsto.

Film indiano che quasi sicuramente passerà un po’ in sordina, tanto da essere distribuito su Prime con i sottotitoli solo in inglese, Jallikattu oltre a rivelarsi, soprattutto verso il finale, un horror vero e proprio, capace di impressionare notevolmente, per gran parte della sua durata, in realtà, è un piccolo saggio antropologico sugli usi e costumi di un villaggio indiano, recitato in lingua malayalam e concentrato a presentarci dei “tipi” piuttosto che dei personaggi, immergendoci fino al collo, non senza momenti di stridente fastidio dato dagli atteggiamenti di molte delle persone che si avvicendano sullo schermo, in questa comunità in cui l’uomo non ci fa una bella figura, tanto da incorrere, ovviamente, nelle ire del bufalo e della natura che si ribella ai soprusi subiti nel corso del tempo (un tempo che, senza sorprenderci, scopriremo non essere limitato alla storia recente).

E se per quasi un’ora veniamo travolti dagli incessanti scambi di vedute sempre molto poco amichevoli tra componenti della stessa famiglia o dello stesso villaggio (con diverse categorie sociali rappresentate), nell’ultima mezz’ora a travolgere noi e tutto questo ammasso umano di egoisti sfruttatori (non solo della natura, ma anche di altri esseri umani), arriverà immancabilmente il bufalo che verrà inseguito e inseguirà in una caccia mortale all’ultimo respiro, fotografata (soprattutto negli scenari notturni) con un piglio estremamente affascinante, che ci restituisce una dimensione quasi “magica”, azzerando le considerazioni antropologiche di cui sopra e soffermandosi sulla nuda e cruda lotta alla sopravvivenza di tutte le fazioni chiamate in causa.

Il tutto comincia in maniera molto coinvolgente con un utilizzo del sonoro magistrale, ripreso poi anche nel finale, dove al ticchettio degli orologi che svegliano gli abitanti del villaggio, si mescolano anche i loro respiri e i loro affanni, così come poi la caccia al bufalo (che si trasforma da parte del bufalo in una caccia all’uomo in realtà), verrà cadenzata da una colonna sonora significativa e mai invadente. E non lasciarsi immergere nel totale delirio che attraversa questa lotta “ancestrale” (e l’aggettivo non è utilizzato a caso), diventerà decisamente impossibile per lo spettatore totalmente catturato dalla furia animale che, però, non è mai da meno rispetto a quella umana.

4 commenti su “Jallikattu: il “bestiale” istinto primordiale umano vs la furia cieca animale

  1. Dalla tua recensione credo di essermi incuriosito più di quanto il film in realtà meriti… Sembra esserci anche un messaggio intelligente, anche se la prima ora che hai descritto non mi attrae tantissimo…

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