La duchessa

REGIA: Saul Dibb
CAST: Keira Knightley, Ralph Fiennes, Charlotte Rampling, Dominic Cooper, Hayley Hatwell
ANNO: 2008

TRAMA:

Alla fine del ‘700, Georgiana, la duchessa del Devonshire, era la donna più elegante e più affascinante d’Inghilterra. Sposatasi giovanissima col duca di Devonshire, che da lei desiderava soltanto un erede maschio, si renderà ben presto conto di avere dei desideri diversi. La sua vita contrassegnata dall’impegno politico, dalla passione per la moda e dall’infinito amore per i suoi figli, viene sconvolta dall’entrata in scena di una donna nel suo matrimonio e dall’amore che nascerà per un altro uomo.

  


ANALISI PERSONALE

Si dice che la protagonista di questa storia vera sia un’antentata di Lady Diana e la cosa dà modo di pensare visto che ci sono delle lampanti analogie nella vita delle due donne, prima su tutti la tristezza e la nostalgia per una continua e affannosa ricerca dell’amore che non arriva da colui che dovrebbe provarlo prima di tutti: il proprio marito. Entrambe queste figure femminili hanno lottato per affermare i propri diritti di donne, entrambe sono rimaste con i propri mariti per conservare le apparenze e per non perdere i propri figli, anche se poi alla fine sappiamo che con Lady Diana le cose sono andate un po’ diversamente. E allora forse viene da pensare che molto probabilmente molti aspetti della vita privata di Lady Georgiana e della sua storia con il marito e con l’amante poi, siano stati volutamente forzati per renderli più simili e vicini a quelli della principessa Diana. Al di là di questi aspetti extra-filmici, si può asserire che “The duchess” è  una grande storia d’altri tempi che ricalca tutti i topoi dei canonici film in costume, con amori, tradimenti, vendette e piccole lotte per riuscire ad affermare se stessi. Sotto il punto di vista puramente estetico la pellicola riesce a colpire lo spettatore soprattutto grazie alla bellezza dei costumi, delle acconciature, delle scenografie, ma anche per la bella e pulita fotografia dai colori molto forti e decisi e per la colonna sonora molto pomposa  che si rovina solo nei momenti di più alta drammaticità, enfatizzandosi eccessivamente con l’intento di “strappare la lacrima facile”. Anche la regia che prosegue staticamente senza colpire lo spettatore per nessun movimento della mdp particolare o per nessun guizzo degno di nota, si fa apprezzare per la sua linearità e semplicità, elevandosi in  pochissimi momenti in cui mostra alla perfezione i moti dell’animo di Lady Georgiana, trasmettendo tutta la sua angoscia e i suoi dilemmi in alcuni funzionali primissimi piani, ma paradossalmente in misura maggiore quando viene ripresa di spalle. Quello che non funziona, perchè sin troppo stereotipata, oltre che già vista e rivista, è proprio la sceneggiatura che al di là dell’ottima caratterizzazione di ciascun personaggio (che però si comporta come si comportano praticamente tutti i protagonisti dei film in costume: il marito dispotico, la moglie succube, l’amante che appare crudele ma che ha motivazioni nobili, la madre insensibile, ecc…),  racconta la solita trita e ritrita vita amorosa dei personaggi d’alto rango che apparentemente sono esempi di virtù, ma che nascondono quasi sempre del marcio (in questo caso tratto distintivo del duca di Devonshire) o dei dissidi e dei turbamenti interiori dovuti alla loro condizione (ed è questo il caso di Lady Georgiana).
Alla fine la sensazione è quella di aver visionato una pellicola “senza infamia e senza lode”, che intrattiene gradevolmente per tutta la sua durata (e due ore un quarto non sono poi così poche) e che tra l’altro si impreziosisce di una delicata e deliziosa ironia che aleggia tra i dialoghi dei vari personaggi, ognuno contraddistinto da qualche caratteristica singolare che li rende a tratti simpatici,  anche nel caso di quelli che hanno una denotazione prettamente negativa (ci riferiamo sempre al duca del Devonshire, che nonosante incarni la figura di un uomo a tratti crudele e insensibile, riesce a strappare molti sorrisi per il suo modo iniziale di reagire alle “stramberie” della moglie, per il suo affannoso desiderio di ricevere un figlio maschio che viene ogni volta deluso dalla nascita di una femminuccia o per il morboso attaccamento ai suoi cani). Rimangono impresse due o tre sequenze, come quella nella quale durante una festa da ballo, la duchessa ubriaca, si imbatte in un lampadario della sala facendo prendere fuoco alla sua parrucca o quella molto bella iniziale nella quale Georgiana ancora giovanissima si diverte con le sue amiche a correre sui prati della sua abitazione (una scena che ci restituisce tutta l’ingenuità della piccola donna che col tempo impara l’amarezza della vita). Se avesse osato di più, discostandosi dalla solita riproposizione degli stessi temi, grazie all’eleganza e al formalismo che lo contraddistingue, “The duchess” avrebbe potuto essere un grandissimo film, ma si limita ad essere una banale storia di tormenti amorosi raccontati con uno stile impeccabile.

VOTO:
6



CITAZIONE DEL GIORNO

L’amore e’ una cosa. Il matrimonio e i bambini un’altra. Sono due linee che non s’incontrano. (da "Divieto d’amore")
  


LOCANDINA

7 commenti su “La duchessa

  1. Bè, ripeto, quello che si fa leggermente apprezzare è tutto il contenitore. E’ il contenuto che lascia un pò a desiderare.

  2. ho finito di vederlo ora, emotivamente mi ha coinvolto anche se non moltissimo, ma queste storie d’amore immutato anche con il passare del tempo mi fanno commuovere. Trama sempre la stessa, manca di originalità ma nulla da dire ai costumi.

    ely

  3. Io non mi sono commossa, però sono rimasta affascinata dalla messa in scena. Per il resto è la solita storia d’amore e di tormenti in costume.

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