La notte dei girasoli

REGIA: Jorge Sànchez-Cabezudo

CAST: Carmelo Gòmez, Judith Diakhate, Mariano Alameda, Celso Bugallo, Manuel Mòron, Vicente Romero
ANNO: 2006

TRAMA:

In un piccolo paesino vengono trovate delle grotte di apparente interesse scientifico. Il sindaco chiama così degli speleologi e arriva Esteban con l’amico fotografo Pedro e la moglie Gabi. Quando i due uomini si calano nella grotta, la donna rimane sola ad aspettarli vicino l’auto e così viene aggredita da un agente di commercio. Quando i due tornano e scoprono il terribile misfatto, si avvia un’inesorabile catena di avvenimenti.

 



ANALISI PERSONALE

La discesa nelle grotte degli speleologi come la discesa negli Inferi di tutti i protagonisti di questa pellicola. Il paragone non è azzardato, anzi sicuramente voluto. In una piccola cittadina dimenticata da Dio, la scoperta di un posto che potrebbe attrarre turisti è vista come una manna dal cielo. Il turismo potrebbe risollevare le sorti del paese e donare lustro e benessere ai cittadini del centro, ma soprattutto della lontana periferia, luogo nel quale sono state scoperte le fatidiche grotte. Un film fatto di atmosfere, di sguardi, di ombre, La notte dei girasoli (titolo altamente poetico e soprattutto metaforico) non è un semplice thriller che si concentra sulla vicenda di Gabi aggredita dall’agente di commercio dedito all’omicidio. La notte dei girasoli è ben altro, o perlomeno è anche altro, è infatti un potente e profondo lavoro di introspezione dell’animo umano, uno studio delle coscienze e degli istinti, una lenta e dolorosa discesa verso gli inferi, nel quale a nessuno è concessa la salvezza o la redenzione. Il bene e il male sono due forze che molto spesso si contrappongono, ma che altrettanto spesso si fondono in un’unica realtà nella quale si rimane intrappolati per forza di cose o per la crudeltà del destino o anche per l’inevitabilità del caso. Lo imparano a loro spese i vari protagonisti della pellicola, che vengono approfonditi di volta in volta grazie alla suddivisione del film in diversi capitoli che ce ne mostrano le vicende facendo luce passo dopo passo sui vari avvenimenti che li vedono coinvolti. I capitoli sono sei, e alla fine di ognuno ne segue un altro che ci racconta quello che è avvenuto proprio poco prima, espediente che riesce a mantenere alta l’attenzione e che anche se ormai abusato, non risulta affatto forzato o noioso, ma contribuisce a sottolineare la coralità della pellicola.

Infatti, i protagonisti non sono solo la vittima Gabi, il marito Esteban e l’amico Pedro. Ad entrare nella spirale dell’odio, della vendetta, ma anche della paura, dell’inganno, del senso di colpa, della cattiveria umana, dell’ineluttabilità della vita e del fato, sono anche un uomo che si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato, lo scemo del villaggio che è l’unico che si accorge della sua scomparsa, un poliziotto corrotto fino al midollo che risulta essere il personaggio più “schifoso” del gruppo, una moglie inconsapevole e un padre estremamente protettivo. Sono i loro diversi punti di vista e stati d’animo che ci vengono mostrati col susseguirsi dei diversi episodi, costruiti in maniera tale da farci arrivare passo dopo passo alla verità e alla scoperta di una realtà desolante e pessimista, ma molto viva e tangibile. Non sempre gli innocenti sono del tutto innocenti e soprattutto non sempre colpevoli ricevono quello che si meritano. “E’ davvero necessario fare giustizia se nessuno la chiede?”, dice uno dei protagonisti catapultandoci in un mondo dove è bandito ogni scampolo di onestà e di rettitudine, per lasciare spazio alla corruzione e alle bassezze umane, ma anche al compromesso e alla resa di fronte all’incapacità di assumersi delle responsabilità troppo grandi e insopportabili. “E se non fosse mai successo?”, continua imperterrito il suddetto protagonista, come se la morte di una persona innocente sia una cosa di poco conto, facilmente cancellabile dalla propria testa e dalla propria coscienza e soprattutto come se non ci fosse davvero nessuno a “cui dare conto”. 
Un thriller metafisico ad incastri, La notte dei girasoli si regge su una solita impalcatura costituita anche dall’ottima recitazione degli attori (particolarmente intense quelle dello scemo del villaggio e
del suocero del poliziotto corrotto) e da una fotografia che gioca sui chiaroscuri delle interiorità, ma non solo. Forse in fase finale, durante l’ultimo episodio, ci si affossa in momenti di stanca e di scarso interesse, ma il film ritorna sul proprio binario con un finale che comincia in maniera dolce, poetica e al contempo nostalgica e che poi ci lascia con una sensazione di inquietudine e di pessimismo non indifferenti.

VOTO: 7/7,5

 



CITAZIONE DEL GIORNO

"Ehi, Armonica, una citta’ se la fai vicino a una stazione  e’ una fabbrica di soldi, eh? Centinaia di migliaia di dollari, eh, anche di piu’: migliaia di migliaia…". "Li chiamano milioni". (In "C’era una volta il West")


LOCANDINA

4 commenti su “La notte dei girasoli

  1. Il film non l’ho visto anche se m’ispira… passo soltanto per far gli applausi a header e avatar. “Sherlock Junior” o “La palla nr.13” è uno dei più grandi film della storia del cinema.

    Un saluto

    Chimy

  2. Già Chimy, un film immenso ed indimenticabile. Ha lasciato davvero il segno. A breve pubblicherò la mia modesta recensione, dato che è impossibile porsi davanti a questo film senza sentirsi piccoli e inferiori.

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