La promessa dell'assassino

REGIA: David Cronenberg

CAST: Viggo Mortensen, Vincent Cassel, Naomi Watts, Armin Mueller-Stahl, Sinèad Cusack, Jerzy Skolimowski
ANNO: 2007

TRAMA:

Un’ostetrica assiste al parto di una ragazzina russa di 14 anni che muore mettendo alla luce sua figlia. Per scoprire le origini della neonata, inizia ad indagare traducendo il diario segreto di sua madre, scoprendo legami con la mafia russa. 

 



ANALISI PERSONALE

Un uomo è mai veramente nudo se il suo corpo è coperto di tatuaggi? Un uomo può riuscire a difendersi solo con la forza del proprio corpo? Questi sono alcuni dei quesiti che il grande Cronenberg ci propone con questo suo noir dai sapori forti. Le vite di tre persone si intrecciano “grazie” alla morte di una giovane ragazza che cela dei segreti inconfessabili, raccontati solo ad un diario segreto. Le tre persone in questione sono Anna la levatrice che cerca di indagare sulla povera Tatiana morta di parto, Kirill il figlio di un potente boss mafioso russo e Nikolai l’autista e migliore amico di questo. Il filo che li lega è molto sottile e sembra che a tesserlo sia proprio il potente e spietato Semyon (il padre di Kirill).
Ma il soggetto noir, la storia di mafia sono solo dei pretesti per raccontare qualcosa di ben più profondo e cioè il rapporto dell’uomo col proprio corpo, il senso di appartenenza ad una famiglia che esiste solo in base ad esperienze passate – esperienze segnate dai tatuaggi-, la crudezza della violenza perpetuata senza l’utilizzo di armi da fuoco, ma con il solo utilizzo delle lame (che vanno a scalfire i corpi vestiti o nudi in maniera indelebile) e delle proprie mani.

Tutto ha inizio nella bottega di un barbiere all’interno della quale un ragazzino impaurito, sotto stretto ordine di un altro uomo, sgozza il “cliente” di turno. Capiamo subito di trovarci di fronte a componenti della mafia russa, dato il loro forte accento.
Siamo a Londra e nel frattempo una ragazzina incinta vaga scalza per le strade in cerca di aiuto. Quando sviene in una pozza di sangue (altro elemento importantissimo all’interno di questa pellicola, ma sicuramente nel percorso “cronenenberghiano”), viene portata in ospedale, dove ad occuparsene è Anna (Naomi Watts), una giovane levatrice. Purtroppo Tatiana (così si chiama la ragazzina) non riesce a sopravvivere e ad Anna non resta altro che cercare di trovare altri parenti in vita a cui affidare la piccola Christine (così chiamata da lei perché le ricorda Cristo).
Inizia così il viaggio di Anna (e dello spettatore) all’interno di un mircomondo contrassegnato da un insieme di regole e valori che travalicano quella che è la normale visione della vita. Un mondo dove dare dell’ubriacone e della checca a qualcuno equivale aver firmato la propria condanna a morte. Un mondo dove si addestrano giovani ragazzini ritardati a sgozzare il proprio “nemico” senza pietà. Un mondo dove un uomo può decidere della vita e della morte di chiunque gli arrechi fastidio solo perché ha due stelle tatuate sul petto. Un mondo dove le “questioni” si risolvono nelle saune in modo tale da poter vedere da quali tatuaggi è “contaminato” il corpo del proprio interlocutore. Un mondo dove non
sei nessuno se non hai dei tatuaggi sulle ginocchia che dimostrano che non sei disposto ad inginocchiarti mai o se non hai la “consacrazione familiare” che comporta ulteriori tatuaggi. I tatuaggi sono un vero e proprio vestito, un racconto della propria vita vissuta e delle esperienze subite che rendono il “portatore” degno di essere ammesso nella “famiglia”.
Pur essendo un semplice autista è Nikolai (uno strepitosamente affascinante Viggo Mortensen) ad attirare verso di sé tutte le attenzioni con una movenza quasi felina e dei gesti da far venire i brividi (di grandissimo impatto visivo il segno di mettersi le due dita sotto la gola per minacciare lo zio di Anna) e con uno sguardo al tempo stesso intenso e quasi compassato che riesce a fulminare in un attimo. 

A fargli da spalla, anche se in realtà dovrebbe essere proprio lui il protagonista, è l’allampanato Kirill (un’espressivissimo Vincent Cassel), un simpatico compagnone che ama divertirsi bevendo e “stuprando” giovani ragazze al “servizio” di suo padre e che forse non si rende conto di trovarsi dentro qualcosa più grande di lui, manipolato e “maneggiato” a dovere da Semyon (Armin Mueller Sthal) dagli occhi e dal cuore di ghiaccio, spietato con i suoi nemici, gioviale con i suoi amici e tremendamente severo con suo figlio che non è come lui vorrebbe.

Ognuno di loro è posto davanti a delle scelte che comportano la salvezza della vita di qualcun altro ed ognuno di loro alla fine sembra prendere la strada giusta. Dopo aver visto il flemmatico, elegante e gentile (almeno con Anna) Nikolai “scopare” crudamente una donna quasi assente ed inerme (sicuramente inebetita dall’alcool e dalle droghe) solo per dimostrare a Kirill di essere un vero uomo e quindi degno della sua “famiglia” e soprattutto ingaggiare una lotta corpo a corpo completamente nudo con dei sicari che volevano vendicare la morte del famoso “cliente” sgozzato all’inizio del film (due scene che rimarranno per sempre nella storia del cinema per la loro enorme forza visiva ed impatto emozionale, quasi da infarto cardiaco), facciamo una scoperta sconcertante sulla sua persona che ribalta le carte in tavola. Nikolai è davvero quell’uomo segnato dall’esperienza del carcere russo (completamente tatuata sul suo corpo) che si fa aggiungere delle stelle sulle ginocchia e sul petto per entrare nel clan di Semyon e che “pulisce” diligentemente i cadaveri lasciati in giro da questi e da suo figlio (molto cruda la scena nella quale taglia le dita di un cadavere e spegne la sigaretta sulla lingua di questo per poi tagliarla)?
La verità non è semplice come sembra essere, ma si cela nelle viscere, nel sangue (di chi muore e di chi nasce), nel corpo.

Con una colonna sonora poco presente ma sicuramente notevole e apprezzabile e una fotografia molto caratterizzante le varie situazioni e i vari personaggi (bellissima quando “incornicia” la festa di compleanno di una centenaria nel ristorante di Semyon), incentrata su toni freddi che sottolineano il “gelo” nel cuore di Anna (che in precedenza ha perso un bambino, motivo per il quale forse è così ossessionata da Christine) e di Nikolai “costretto” ad essere quello che forse non vorrebbe essere e l’atavica tristezza, forse inconscia, di Kirill che anela l’amore paterno senza riuscire a trovarlo rifugiandosi nell’affetto (quasi morboso) vero Nikolai, La promessa dell’assassino è un notevole esempio di cinema non convenzionale che partendo da una storia apparentemente banale e già vista, racconta e mostra (attraverso le lame che trafiggono Nikolai), il dolore, la paura e i sentimenti più nascosti, quelli che bisogna andare a “scavare”.
La sceneggiatura scarna ma pratica lascia ampio spazio (come è giusto che sia) alle potenti immagini che parlano da sole (se il film fosse stato muto il messaggio sarebbe arrivato lo stesso).

Unico ed irripetibile.

Regia: 9,5
Sceneggiatura: 8,5
Recitazione: 10
Fotografia: 8,5
Colonna sonora: 8,5
Ambientazione: 9
Voto finale: 9


CITAZIONE DEL GIORNO

 Sorridi, domani andrà peggio. (da "Die Hard – Duri a morire")


LOCANDINA

 

22 commenti su “La promessa dell'assassino

  1. Ecco. Adesso sono proprio rimasto tra i pochissimi a non averlo visto. La tua è un’altra recensione positiva sul film. Un’ovazione. Film imperdibile. 🙁

  2. io sono rimasto l’unico insieme a luciano a non averlo ancora visto..che nervoso..da me non è arrivato!la tua recensione ovviamente non fa che aumentare il nervoso dato che ance tu ne parli benissimo!”se il film fosse stato muto il messaggio sarebbe arrivato lo stesso”..fantastico!dopo una frase del genere come faccio a non vederlo?semplice da me non c’è al cinema!:-(ah già ho visto l’immagine su del tuo blog..ho apena recensito un film con mcdowell..una roba davvero improponibile!)

  3. Daneil corro subito! 😛

    Dome hai ragione tu semplicemente un filmone direi quasi un capolavoro!

    Trinity mi fa piacere che abbia raccolto anche i tuoi favori!!! ^_-

  4. Unico ed irripetibile, parole sante! bella rece, complimenti…un salutone (alla fine te lo sei visto, fatto benissssimo) 😉

  5. Si sono andata ad Andria a vederlo ^^

    Ora penso che il prossimo sarà Leoni per agnelli e non vedo l’ora!!

    Comunque sto sempre attendendo che arrivi Paranoid Park…

  6. film molto bello, anche se boh l’ho trovato incompleto, nn so come spiegarlo…

    la frase di die hard che citi l’ho scritta una volta sul diario del liceo.. che tajo

    ps: corri a vedere leoni per agnelli, io l’ho visto a ottobre alla festa e l’ho rivisto ora al cinema, è davvero stupendo

  7. Mi aggrego a tutti coloro che maledicono la propria città o paese perchè da loro non arriva (o non è ancora arrivato) questo film.

    Dio mio che nervoso!!

    E’ inconcepibile spendere tre sala per quei poveri deficienti di Natale in crociera e lasciare che passi inosservato un film come questo.

    Non se ne può davvero più!

    Adesso emigro.

  8. Oh grandissimo Film…magnifico..sembra ripetitivo dire “al meglio di Cronenberg” anche se fa coppia con “A History of violence”, altro capolavoro, e che Cronenberg ha fatto pochi film che non si possano definire grandi lavori. Piccolo allentamento nell’ultimo quarto d’ora, dopo la “scena della sauna”, ma si può perdonare con tranquillità. viggo Mortensen è qualcosa di magnifico, recitazione sopraffina. Sorprende Cassel. Sempre Bravissima Naomi Watts che ora aspettiamo nel nuovo “Funny Games”. Un Plauso a tutti.

  9. Ho amato la scena della tavolata, oltre a quella del tatuaggio sulle ginocchia di Nikolai!

    Menzione per l’eroe unto e tragico Kirill di Cassel!

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