La signora di Shangai

REGIA: Orson Welles

CAST: Orson Welles, Rita Hayworth, Everett Sloane, Glenn Anders
ANNO: 1946

TRAMA:

Michael O’hara, un marinaio irlandese, salva una bella donna da un’aggressione in Central Park. Questo sarà l’evento scatenante tutte le successive vicende che lo vedranno coinvolto come protagonista passivo di alcuni loschi eventi. Verrà ingaggiato dal marito della bella donna per lavorare come marinaio sul suo yacht e qui si renderà conto di essere circondato da “squali” fino ad arrivare ad un’inaspettata e sgraditissima sorpresa.

 



ANALISI PERSONALE

Fece tagliare i capelli a Rita Hayworth e la dipinse come una terribile femme-fatale. Fu così che Orson Welles fu “radiato” dal cinema hollywoodiano e sbarcò in Europa a continuare la sua magnifica opera di immenso cineasta. All’epoca già sua ex-moglie, la bellissima attrice fu chiamata a ricoprire un ruolo per niente facile, soprattutto considerando l’immaginario collettivo e la fama che la precedeva. Una donna priva di scrupoli che intrappola in una rete senza possibilità di scampo un uomo sicuramente molto forte, ma altrettanto ingenuo e debole per quanto attiene all’influenza femminile. Egli stesso (interpretato dal regista), ci racconta le sfortunate vicende che l’hanno portato verso una maggiore consapevolezza dei propri limiti e di quelli altrui. Egli stesso comincia il suo racconto maledicendo il giorno in cui ha incontrato la bellissima Elsa, e sottolineando che molto probabilmente il più grande “colpevole” delle sue disgrazie è proprio lui, a causa della sua imprudenza. “Sono un inguaribile sciocco e lo sarò per tutta la vita”, dice alla donna del quale si è perdutamente innamorato. E anche nel finale un po’ moralistico, ma sicuramente di forte impatto, prosegue su questa falsa riga rimarcando la sua stupidità nel non essersi reso conto di quello che in realtà gli stava succedendo. La signora di Shangai è un elegantissimo noir che conserva ancora una potente attualità, dato che è incentrato su un complicatissimo rapporto di amore-egoismo tra un uomo e una donna, nonché su una complicata e sporca faccenda di soldi e omicidi. Il terribile marito di Elsa, il signor Bannister (Everett Slogane), un famosissimo avvocato zoppo, è sempre affiancato da un fidato collaboratore che alza un po’ il gomito e che segretamente è innamorato della bellissima donna estremamente sensuale proprio perché apparentemente indifesa e bisognosa d’aiuto. A cadere nella sua trappola è lo stesso Michael che comincia la sua ascesa verso l’inferno offrendo una sigaretta alla donna, che ammette candidamente di non fumare, ma che nasconde comunque il “regalo” del suo spasimante in un fazzoletto riponendolo nella sua borsetta. Da quel momento in poi, vedremo Elsa aver contratto il vizio del fumo, colpevolizzando candidamente e simpaticamente l’uomo che a sua detta le ha rapito il cuore e con il quale sarebbe disposta a rinunciare tutto e a scappare. Ma Michael ha visto in che ambiente vive la donna dei suoi sogni, quale gente è abituata a frequentare e qual è il livello economico e sociale della sua amante.

Pur continuando a disdegnare questo determinato modo di vivere, minacciando parecchie volte di abbandonare lo yacht perché del tutto deciso a non condividere nulla con quella marea di “squali”, alla fine soccombe al suo amore per Elsa e rimane a bordo. Ormai deciso ad approfondire la sua storia d’amore, accetta anche se riluttante, una proposta molto pericolosa, ma foriera di un cospicuo guadagno. Il fidato collaboratore del signor Bannister, George, deciso a scomparire per sempre e a non farsi mai più ritrovare, escogita un piano per inscenare il suo assassinio e chiede a Michael di aiutarlo facendosi passare per il colpevole, scrivendo una lettera di confessioni con la sicurezza di non poter andare in prigione, in mancanza del corpo che ovviamente non verrà mai ritrovato. Tutto questo in cambio di 5.000 dollari. Michael, che ha già ucciso un uomo ma in ambito bellico, pur di far felice la sua donna accetta di mettersi nei guai e infatti ben presto ci finirà, perché George verrà trovato morto per davvero e ovviamente il maggior indiziato sarà proprio lui, in seguito alla lettera trovata vicino al cadavere. A difenderlo arriverà lo stesso Bannister, che una volta scoperta la tresca alle sue spalle, si rivelerà più spietato di quello che aveva dato a vedere. In un continuo cambio di prospettive e di sospettati colpevoli o innocenti, si giungerà verso un finale estremamente onirico e surreale girato dapprima in un teatro cinese dove sta avendo luogo una particolarissima rappresentazione e poi in un luna park dove Michael verrà risucchiato in un’ossessiva ed infinita spirale di pericolo e al contempo di verità. La resa dei conti avverrà in una contortissima casa degli specchi che si romperanno a suon di sparatorie tra marito e moglie che sono gli “squali” che tentano di farsi fuori a vicenda. Indimenticabile rimarrà anche la bellissima sequenza girata nell’acquario, con i due amanti che amoreggiano e discorrono del loro futuro con alle spalle numerose specie di pesci che continuano a fluttuare nell’acqua. Di particolare rilievo l’interpretazione di Everett Sloane che dà corpo e volto ad un personaggio viscido e mellifluo, simbolo di una determinata casta sociale, tutta soldi e divertimento, quel tipo di vita che moralisticamente (e forse un po’ troppo bigottamente) Welles denuncia con questa sua ultima pellicola in terra americana.

VOTO: 8,5

 



CITAZIONE DEL GIORNO

Mattias: «Definizione di uno scienziato: un uomo che non ha capito niente, finché non è rimasto niente da capire". (dal film "1975: occhi bianchi sul pianeta terra" di Boris Segal)


LOCANDINA

20 commenti su “La signora di Shangai

  1. Gran film, Rita Hayworth è splendida anche con la nuova acconciatura e la scena finale nel labirinto di specchi è leggendaria, tanto da essere citata più volte in altri film!

    Davide DG

  2. gran film!!!

    l’aneddoto di come è nato il film è strepitoso… welles che prende il romanzo da cui il film è tratto e completamente entusiasta chiama e convice il produttore a fare il film…

  3. Un film magnifico. Del resto la filmografia di Orson Wells è stupefacente. Inutile dire quanto la scena degli specchi produca stimoli e riflessioni infinite^^

  4. film memorabile. pare che la haywort fu completamente devastata da welles (tirannico e prepotente oltre i limiti dell’accettabile) durante le riprese. i due, se non ricordo male, avevano una relazione a quel tempo, e lei ne uscì con le ossa rotte.

    parentesi di gossip che ha poco a che fare con il cinema…

  5. Aiuto! mi appare tutto giallo più giallo del sottomarino giallo. Non leggo una parola dei precedenti commenti. 🙂

    Grande film e ottimo post, come al solito. Prosegue alla grande il percorso wellesiano e …”the best is yet to come”. Vedrai vedrai…

    Salutoni

  6. Azz, volevo fare dei cambiamenti, però solo con i commenti pop-up è leggibile. Mi sa che devo cambiare il colore dei commenti….vabè piano piano lo si fa. Ho deciso di cambiare colore del corpo del blog a seconda dell’header ^^

  7. Sto cercando di recuperare tutto Welles visto che è uno dei pezzi più belli della storia cinematografica. Per la nuova foto con De Niro protagonista ti posso solo fare la lode;)

  8. 10!10!10! Basterebbe il finale a decretarlo capolavoro, per come Welles ha posizionato la cinepresa!Un genio!

    Rita nel suo ruolo più bello!

  9. Per me il finale e altre sequenze sono da 10 e lode, però c’è qualcosa che nel mezzo non mi convinceva del tutto. Del resto siamo intorno al 9, mica pizza e fichi!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.