Mezzanotte nel giardino del bene e del male

REGIA: Clint Eastwood
CAST: Kevin Spacey, John Cusack, Jude Law, Jack Thompson, Alison Eastwood, Lady Chablis
ANNO: 1997

TRAMA:

John Kelso, giornalista e scrittore, viene inviato dalla rivista per cui lavora a scrivere un pezzo sulla famosa festa di natale che si tiene a Savannah nell’enorme e lussuosa villa del nuovo ricco, Jim Williams. Qui si ritrova invischiato in un terribile fatto: l’uccisione del giovane e scapestrato Billy Hanson per mano dello stesso Jim. Sarà stato un incidente, un’efferata esecuzione, legittima difesa? Il tribunale della città è chiamato a giudicare, anche se verrà influenzato dalla presunta natura omosessuale del rapporto tra vittima e sospettato.




ANALISI PERSONALE

Un giallo? Un legal-thriller? Un film drammatico? Un racconto di formazione? Mezzanotte nel giardino del bene e del male (titolo estremamente poetico che si riferisce al cimitero di Savannah dove una donna, Minerva, pratica dei riti voodoo), è un po’ di questo e quello, anche se sostanzialmente l’omicidio e le indagini che ne conseguono sono in realtà un pretesto per raccontare i meccanismi di una cittadina, i suoi perbenismi e le sue ipocrisie, i suoi fasti e le sue miserie, le sue luci e le sue ombre. “Una via col vento alla messalina”, dice John (un’impassibile John Cusack) al suo superiore in cerca di scoop, una città ancora piena di verde e di ville lussuose, dove però c’è gente che porta a spasso cani immaginari e altri che vanno in giro accompagnati da mosche e veleni, minacciando di inquinare l’acquedotto a seconda del proprio umore. Una città nella quale sotto la patina di eleganza e raffinatezza si nascondo numerosi tarli, visti dalla “gente bene” come degli elementi di disturbo fino a quando non fanno loro comodo. Ed è così che il ricchissimo e ambitissimo Jim (uno straordinario Kevin Spacey), una volta venuto allo scoperto come possibile omicida (in realtà fino alla fine non sapremo mai qual è il suo effettivo ruolo nella vicenda), ma soprattutto come omosessuale, verrà abbandonato da molti di quegli amici che sgomitavano per essere invitati ad una sua festa. Ma Jim non sarà l’unico a provare l’esclusione e l’alienazione. Personaggi emblematici di questa condizione e dello stravolgimento della convenzionalità sono la già citata Minerva con tanto di occhiali da sole e aggeggi vari che utilizza per i suoi riti ("Per riuscire a capire i vivi, bisogna saper frequentare i morti", "Non frequentare i morti al punto da scordare i vivi", saranno le massime che cercherà di impartire allo spaesato John che assisterà incredulo e meravigliato ad alcune stregonerie della donna che agisce all’interno del cimitero mezz’ora prima e dopo la mezzanotte, tempi nei quali operano a turno prima il bene e poi il male), ma soprattutto la vittima dell’omicidio avvenuto nella villa di Jim, “il più bel culo di Savannah” (un giovanissimo ma già incisivo Jude Law) e una sua vecchia amica, la pimpante ed energica Lady  Chablis “accusata di oltraggio per tutta la vita”, un personaggio che incarna alla perfezione il sovvertimento di qualsiasi ordine prestabilito e di qualsiasi stereotipo o luogo comune (straordinarie le sequenze che la vedono come protagonista, quella in un club nel quale si esibisce o quella del ballo delle debuttanti di colore dove viene fuori tutta la sua verve); ma anche un parrucchiere molto caratteristico e Sonny (Jack Thompson) l’avvocato di Jim che va in ritardo alle udienze per seguire il campionato di football. Nonostante la parte centrale della pellicola (soprattutto quella concernente le varie fasi del processo e delle indagini che John condurrà da solo per scoprire la verità) sia un po’ didascalica e a tratti ridondante, nel complesso la pellicola risulta essere contrassegnata da uno stile patinato e calligrafico che si fa apprezzare soprattutto per quanto attiene a fotografia, ambientazione e colonna sonora (molti brani jazz, una delle passioni del regista), con una regia semplice e pulita che si fa più particolare nei momenti di maggior pathos e interesse (il pre-finale quasi visionario e surreale che riunisce i due protagonisti oltre che i due temi principali della pellicola e cioè l’amore e la morte, ma anche i flashback in cui ci vengono proposte numerose versioni della sera dell’omicidio). Le due ore e mezza di durata della pellicola non si fanno sentire, se non in due o tre momenti sicuramente evitabili: la figura di Mandy, interpretata dalla figlia del regista, una delle poche che non si lascia influenzare dai pregiudizi e donna di cui si innamora John, incarna il solito cliché dell’eroe inconsapevole che viene coinvolto in una storia d’amore che porta ad un finale un po’ scontato e prevedibile. Una vena di sarcasmo e di ironia percorre le vicende che vedono coinvolto John e di riflesso tutta la cittadina di Savannah, ritratto al vetriolo di una società chiusa in sé stessa che non sa far altro che giudicare senza rendersi conto di non essere affatto esente da giudizi (esplicativa e divertentissima al riguardo la sequenza al club di bridge per sole donne). Assunto principale della pellicola, infatti, non è quello di parlare del tema dell’omosessualità in particolare, ma di dimostrare quanto sia sbagliato qualsiasi tipo di giudizio espresso verso qualcosa di diverso o che non si conosce: “"La verità, come nell´arte è nell´occhio di chi guarda. Tu credi a quello che vuoi e io a quello che so", dirà Jim a fine pellicola donando al suo amico John un quadro che sotto a quello che si vede nasconde qualcos’altro. A John, così come allo spettatore non sarà dato modo di conoscere la reale natura dell’avvenimento, proprio a dimostrare che a volte non esiste una sola verità, che la realtà ha diverse sfaccettature e sfumature, proprio come la “s” che contrassegna la straordinaria Lady Chablis.

VOTO: 7,5/8

 


CITAZIONE DEL GIORNO

Sei mai stato in uno zoo? voglio dire… come spettatore? (Tony Danza) (Danny de Vito in "Taxi")


LOCANDINA

15 commenti su “Mezzanotte nel giardino del bene e del male

  1. Ogni film di Clint rasenta (o raggiunge) l’immensità.

    E questo, sebbene non sia uno dei suoi capolavori assoluti, non fa eccezione.

  2. Ricordo questo film. Lo trovai parecchio bizzarro e non ne rimasi granchè convinto… Magari dovrei provare a rivedermelo. By!

  3. perchè stavolta sei stata strettina? Il film, dici bene, non si incarna in nessun genere. è un viaggio surreale in una folta comunità di personaggi onirici, e per questo è magnifico. è uno dei film di eastwood che ho amato di più, a mio parere bellissimo.

    mario

  4. Nonostante questo film sia bizzarro e cm voto è giusto quello ke le hai dato ma io ho adorato e adoro di Eastwood il grande Million Dollar Baby

    Luca

  5. Lo vidi (molto distrattamente) anni fa e non mi colpì particolarmente.

    Cosa strana per un film di Eastwood che, di solito, adoro.

    Ma questa tua recensione, e l’aver rivisto giusto ieri sera “Million dollar baby” (capolavorone), mi hanno fatto venire voglia di recuperarlo.

    Chissà che ad una visione più attenta non mi colpisca favorevolmente!

    Ciao,

    Mr. Hamlin

  6. Luca e Hamlin, Million dollar baby è un grandissimo film, anche se io ho preferito Mystic river. Questo è di poco inferiore, ma secondo me l’impronta di Eastwood è particolarmente visibile, soprattutto nel pre-finale.

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