Mr. Robot 4×05 – L’episodio muto più eloquente di quanto ci si potrebbe aspettare

Elliot e Darlene escogitano uno dei loro piani altamente tecnologici per infiltrarsi in una società e rubarne le informazioni necessarie alla composizione del puzzle che man mano sembra diventare sempre più difficile da completare e per cercare di hackerare le credenziali bancarie di Whiterose.

La ragazza, munita di parrucca nera e di abiti d’ufficio, deve farsi passare per una dipendente della suddetta società, mentre suo fratello, entrato di soppiatto mentre il custode viene distratto proprio da Darlene, deve fare di tutto per far sembrare il badge di sua sorella autentico.

La tensione di questa prima parte dell’episodio è gestita in maniera magistrale e lo spettatore si trova col fiato sospeso per tutto il tempo, fino a quando Elliot non sarà costretto a fuggire rocambolescamente, braccato da alcuni poliziotti accorsi, con Darlene, che invece, disperata, tenta una mossa audace per uscire dall’edificio.

La seconda parte dell’episodio, inframmezzato dalle scene in cui Dom continua ad essere preda della Dark Army che le dà ordini mediante messaggi apparentemente gioviali, ma per questo molto più inquietanti (con tanto di emoticon sorridenti), vede al centro dell’attenzione la fuga dell’informatico che, stremato e senza fiato, distrutto fisicamente e col fiato corto, si trova a salire su un autobus per poi scapparne sradicandone le porte di entrata, ad essere investito da un auto e alla fine, disperatamente, a gettarsi da un dirupo altissimo per raggiungere Darlene che, ancora una volta, localizzandolo col cellulare, arriva in suo soccorso. Una serie di soluzioni narrative sicuramente poco credibili ma, con una leggera concessione alla sospensione dell’incredulità, appunto, decisamente impressionanti e coinvolgenti.

Però, l’elemento che contraddistingue Method Not Allowed, quinto episodio della quarta stagione, che potremmo definire “sperimentale”, ma come sempre riuscitissimo, è che risulta essere contrassegnato dalla quasi totale assenza di dialoghi, un vero e proprio episodio muto in cui a parlare sono solo le azioni compiute dai protagonisti, le atmosfere malsane (il Natale non ci sembrerà mai più così minaccioso) e una gestione magistrale della suspense. Fantastico anche il modo di introdurre questo “mutismo”, con Darlene che, appena recuperato il fratello visibilmente sconvolto dopo la folle avventura notturna con Wellick, gli dice: “It’s cool, dude. We don’t have to talk”.

 

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