My blueberry nights – Un bacio romantico

REGIA: Wong Kar-wai

CAST: Norah Jones, Jude Law, Rachel Weisz, David Strathairn, Natalie Portman
ANNO: 2007

TRAMA:

Elizabeth scopre che l’amore della sua vita la tradisce con un’altra donna. A fargli la sconcertante rivelazione il barista Jeremy, col quale comincia a confidarsi facendo nascere una platonica amicizia che viene troncata dalla partenza della ragazza, prima che diventi qualcosa di più. Elizabeth, infatti, decide di viaggiare per diversi stati americani alla ricerca di una nuova identità e soprattutto per dimenticare il suo dolore. Lungo il cammino, numerose le conoscenze che le cambieranno la vita: un poliziotto alcolizzato, la moglie che l’ha abbandonato e una piccola seducente giocatrice d’azzardo.



ANALISI PERSONALE

Dopo l’indimenticabile e insuperabile In the mood for love e lo straordinario 2046, da Wong Kar-wai ci si aspetta sempre il capolavoro estremo e se non lo si ottiene si rimane indelebilmente delusi, anche se ci si trova davanti ad un prodotto di valore. E’ questo il caso di My blueberry nights, prima incursione americana del regista, che non riesce a raggiungere le vette poetiche dei suoi precedenti lavori, ma che ha non pochi pregi (ma ci sono anche dei difetti), primo su tutti l’altissimo livello di recitazione e la straordinaria fotografia che ci mostra le bellezze dell’America (lunghe strade sconfinate, casinò, tavole calde, locali notturni e via dicendo) immergendole in colori dalle tinte fortissime che riscaldano i cuori e riempiono gli occhi. My blueberry nights, non è, quindi, un capolavoro, ma avrebbe potuto esserlo se si fosse avvalso di una sceneggiatura migliore e soprattutto di un minor uso del ralenty (punto di forza di numerose pellicole del regista, prima su tutte la succitata In the mood for love, dove rappresentava forse il maggior elemento di potenza emotiva e narrativa) che se per certi versi risulta essere funzionale al racconto (soprattutto all’interno del bar di Jeremy e nel rapporto tra lui e la giovane tradita Elizabeth), per altri appare estremamente gratuito e senza senso. Meno ralenty e più coerenza espositiva e si sarebbe sfiorato il risultato massimo. Non sempre si può pretendere la perfezione, ma non per questo è lecito disprezzare una pellicola, che se pecca di qualche ingenuità e di non pochi stereotipi tipici dei road-movies americani, dove si parte e dopo numerose peripezie si ritorna più cresciuti e consapevoli di prima; ci regala alcuni momenti di alto, anzi di altissimo cinema. Un inizio e una fine, ambientati nel bar di Jeremy e incentrati sul rapporto tra lui ed Elizabeth, che regalano non pochi brividi e che sono costruiti con una maestria non indifferente e con la solita attenzione del regista per gli oggetti e per l’importanza che essi hanno nello svolgersi dei rapporti umani: un mazzo di chiavi, una torta ai mirtilli avanzata, una telecamera rotta, una porta che non si apre fino in fondo. Se il film si fosse svolto interamente all’interno del bar continuando sulla falsariga di quei primi momenti superlativi, nessuno avrebbe potuto trovare un difetto alla pellicola. Volendo, invece, incentrare l’attenzione sulla cantante Norah Jones e sulla crescita formativa del personaggio che interpreta (discretamente tra l’altro), il regista è incappato in alcune difficoltà che si sono materializzate in sottotrame poco convincenti, anche se magistralmente interpretate, che sfiorano il luogo comune del dispiacere per arrivare al piacere, delle delusioni per arrivare alla felicità, dei rapporti d’amore spezzati (tra un uomo e una donna, tra un padre e una figlia) che insegnano ad apprezzare la propria vita e via dicendo.

Stilisticamente Kar-wai non delude e sicuramente non deluderà mai. Primi piani che bucano lo schermo (straordinari quelli delle bellissime e sensualissime Weisz e Portman); carrellate che ci mostrano particolare dopo particolare la totalità della scena; colonna sonora estremamente fine e raffinata; un trattamento del tempo, ma soprattutto dello spazio, che stupiscono per eleganza ed efficacia; una direzione degli attori determinante ai fini della riuscita della messa in scena (ad emozionare più di tutti è lo scapigliato Jude Law nel ruolo del barista con una storia profonda dietro, che conserva le chiavi dei suoi avventori e che tenta disperatamente di rispondere alle cartoline di Elizabeth). Non mancano i richiami al grande capolavoro del regista, come lo Yunjin’s theme che arriva ad avvolgere i due protagonisti principali in un dolcissimo ed emozionante abbraccio e, soprattutto, non manca l’emozione e il coinvolgimento dello spettatore che rimane affascinato dalla sensualità delle protagoniste femminili e dal romanticismo che permea quasi ogni singolo fotogramma.
Tre gli incontri fondamentali che Elizabeth fa durante il suo viaggio: Arnie (il fenomenale David Strathairn) poliziotto di giorno ed ubriacone di notte, ossessionato dal ricordo di una moglie che l’ha abbandonato e con la quale vorrebbe a tutti i costi poter tornare; Sue Lynne (la sensualissima e disperata Rachel Weisz) l’ex-moglie di Arnie che desidera sopra ogni cosa essere lasciata in pace e, infine, Lesile (una straordinaria Natalie Portman) incallita giocatrice d’azzardo con un rapporto di amore-odio verso un padre che non vede da tempo. Elizatbeh imparerà da loro, ma insegnerà anche loro, come in ogni viaggio formativo che si rispetti, ma alla fine capirà che è tempo di tornare al punto di partenza, da quell’amico che non ha mai smesso di pensarla e al quale non ha mai smesso di pensare e dalla sua amata e bistrattata torta ai mirtilli con gelato alla panna.

Un finale da batticuore quello di My blueberry nitgts (stupidamente e banal
mente tradotto in Un bacio romantico), che comincia con l’incontro dei due a distanza di un anno e culmina con un meraviglioso bacio suggestivo e poetico, estremamente intenso sia dal punto di vista visivo che dal punto di vista emozionale. Kar-wai ha fatto e sa fare di meglio, ma lo si ringrazia comunque per il suo cinema sempre ottimo e di qualità, che non risparmia, attraverso storie dal forte sapore melò, le forti sensazioni e le trepidazioni del cuore e dell’anima.

VOTO: 7,5/8


 


CITAZIONE DEL GIORNO

"Lei e’ l’uomo sbagliato, nel momento sbagliato, nel posto sbagliato". "La storia della mia vita!". (John McLane (Bruce Willis) in "Die Hard 2 – 58 minuti per morire")


LOCANDINA

29 commenti su “My blueberry nights – Un bacio romantico

  1. Io, come avrai letto, sono molto meno entusiasta.

    Concordo sul tuo parere sul ralenty: il più delle volte senza alcun senso…

    Un saluto

    Chimy

  2. Già, davvero fastidiosi poi perchè troppo eccessivi. Però che ci posso fare? Io mi sono emozionata soprattutto con l’inizio folgorante e il finale romanticissimo!

  3. mi fa piacere che a qualcuno sia piaciuto

    purtroppo secondo me la fase centrale difetta molto in fase di regia, wong non ha bene in mente come affrontare spazi e situazioni americaneggianti e il suo sguardo si perde ( non mi metto ad elencare tutto, ma la partita a poker credo sia un concentrato di questo “spaesamento”, che comunque wong avrà modo di superare, sono fiducioso)

    l’incipit ha molto emozionato anche me, non posso dire lo stesso del finale, un po’ freddino…

  4. Noto che è già diventato uno di quei film che dividono.

    Avendo apprezzato solo quello che viene considerato il suo film migliore penso che per ora ne starò alla larga.

  5. uno dei pochi giudizi positivi che ho letto. me ne compiaccio, conservo una pallida speranza che il film possa piacermi…

    mario

  6. Dome, hai ragione per quel che riguarda la partita a poker e la tutta la parte centrale del film, però secondo me pur non essendo all’altezza del suo talento è comunque al di sopra della media. Per quanto riguarda il finale, bè quella è una cosa soggettiva, io mi sono emozionata.

    Cine, non so, magari recuperalo in dvd.

    Mario, conoscendo le tue stroncature, ne dubito fortemente…

  7. I pregi ci sono, indubbiamente. Al di là del voto finale, mi sembra che siamo daccordo su alcune note stonate del film (quelle che cita anche dome), ma il vero problema è stato non provare nulla per i suoi personaggi e me ne stupisco, anche perchè il road movie è un genere decisamente nelle mie corde. Chissà che non possa rivalutarlo più in là.

    Iggy

  8. Nella sostanza siam d’accordo. Anzi, il tuo voto è più alto di quello che darei io di almeno mezzo punto. Cmq bene, dai, non aspettiamoci sempre chissà cosa– 😉

  9. Comunque sia un film da vedere e inoltre nessuno fino ad ora ha negato che vi sia almeno una sequenza bellissima: l’incipit. Inoltre vedo quasi unanimità di consensi sull’uso “esagerato” del ralenti. Devo vederlo!

  10. Iggy, io invece ho provato moltissima empatia con Jude Law e Rachel Weisz, comunque spero che potrai rivalutarlo.

    gahan, appunto, non possiamo sempre pretendere il capolavoro, non è umanamente possibile.

    Luciano, non vedo l’ora di leggere la tua!!

  11. Confesso che sono di parte. L’uso di ralenti non lo vedo eccessivo. Anzi. Mi piacerebbe vedere il film senza i tagli del regista(il mio preferito) che a quanto pare lo avrebbe rimontato per l’uscita nelle sale. Ad ogni modo, grandissimo film. 🙂

  12. La parte della portman è sicuramente quella riuscita meno, ma il resto…..ahhhhh! Continuo a pensarci e a sentire la colonna sonora!

  13. Durante tutta la visione non facevo che ripetermi: “Cazzo che ralenty inutile”, ma un’altra parte di me diceva:”Cazzo com’è intrigante”

    Visivamente soprattutto, anche se a volte un po’ troppo esagerato, mi è piaciuto molto!

    Ma cmq i ralenty se li poteva risparmiare!

  14. Concordo con la maggior parte di quello che hai scritto! non un capolavoro, ma un buon film di certo…mi è risultato molto ma molto piacevole, nonostante un po’ di difettucci…attori (Strathairn, Law e la Portman soprattutto), fotografia, colonna sonora e sceneggiatura mi sono garbate parecchio. 😉

  15. Si, secondo me, con meno ralenty già il risultato sarebbe stato molto superiore. Comunque sia non ci si può assolutamente lamentare!

  16. Questo è stato in assoluto uno dei (se non IL) film che più mi ha colpito… davvero l’atmosfera è qualcosa di fuori di testa…

    Glore

  17. EDIT: Ale, ho fatto un gran casino, volevo postarlo in Eraserhead questo.. XD

    Sto fuori..

    In realtà my blueberry nights non mi è piaciuto più di tanto, anzi devo dire che la prima parte mi ha abbastanza fatto guardare l’orario nel timer (non è una bella cosa)..

    Glore

  18. Glore, non ti preoccupare. Conosco la tua ammirazione per Eraserhead, è anche la mia.

    My blueberry nights mi sa che è piaciuto a pochissimi, compresa me ^^

  19. ciao, ho visto questo film ieri sera in dvd e devo dire che concordo con te su tutto, assolutamente. secondo me l’equivoco era aspettarsi, non qualcosa di più, ma qualcosa di “diverso” (nel mio caso, almeno) dal primo film “americano” di wong kar-wai. La sceneggiatura per i miei gusti avrebbe decisamente dovuto essere più “corposa” ma la poesia ne avrebbe di sicuro risentito a favore della prosa…forse è che mi aspettavo un’elaborazione della separazione molto più tormentata e “verbosa”…e invece nel film ci sono questa celestiale accettazione e meraviglioso fatalismo che io non mi aspettavo…cose che sono esattamente quello che manca alla mia vita…(ma questa è un’altra storia!).

    comunque il tuo blog è meraviglioso! posso metterti tra i miei link?

    vieni a trovarmi se vuoi.

  20. Ultimamente ogni film di Wong Kar-wai divide la critica, quanto mai discorde nel dare un giudizio. Wong è un regista particolare, o lo si ama appassionatamente o lo si detesta: io appartengo al primo gruppo. Sebbene forse non all’altezza di capolavori come “Happy together” “In the mood for love” “2046” , “Un bacio romantico” è un film al di sopra della media, che merita di essere visto e discusso. Impossibile non apprezzare i virtuosismi della regia piena di dissolvenze e ralenti, la smagliante e “pittoresca” fotografia, la potenza visiva delle immagini, l’accattivante colonna sonora (è presente anche una nuova versione della bellissima “Yumeji’s Theme” di “In the mood for love”).

    Un affresco dolce-amaro della società, un quadro doloroso -ma non privo di speranza- di una umanità in perenne affanno per combattere solitudine egoismo disperazione…, un omaggio al migliore cinema americano che sovente affronta i temi qui mostrati (l’alcolismo, il rapporto genitori-figli, la condizione femminile, il disastro della famiglia, la fuga dal proprio passato, la ricerca di una maggiore consapevolezza di se stessi, la separazione dalla persona amata, la difficoltà nei rapporti individuali, il viaggio on the road metafora di quello interiore…).

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